7150 L'epidemia d'influenza suina a Città del Messico

20090428 19:51:00 redazione-IT

di Fabrizio Lorusso

Dall’ottobre del 2008 al marzo del 2009 sono morte d’influenza 30 persone in Messico. Solo nelle prime 3 settimane di aprile i morti accertati sono stati 81 ma in questi casi si tratta di un virus nuovo, quello dell’influenza suina che riguarderebbe almeno una ventina di questi decessi. E’ stato dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria ed è arrivata sabato pomeriggio la firma del presidente Calderon sul decreto urgente con tutte le misure di sicurezza approntate come, tra le altre, la sospensione totale degli eventi pubblici, l’aumento dei controlli a tutti i livelli (viaggiatori, locali, abitazioni) e la messa in quarantena dei soggetti "pericolosi".
Cos’è l’influenza? Malattia delle vie respiratorie causata da un virus molto contagioso di tre tipi, A, B, e C, ma che possono mutare facilmente. Può colpire tutti con maggiore frequenza in autunno e in inverno ma, quando non ci sono le stagioni e una cappa di smog impedisce costantemente la vista del cielo come succede a Città del Messico, allora ogni mese è buono, soprattutto se il ceppo del virus risulta più resistente e relativamente sconosciuto.
Come ci contagiamo? Da persona a persona con uno starnuto, una chiacchierata molto intensa o un colpo di tosse attraverso le secrezioni nasali e boccali oppure anche per contatto fisico con baci e simili.

Nella brulicante megalopoli messicana, coi suoi 20-25 milioni di abitanti stipati sull’altopiano centrale, le occasioni di contatto non mancano mai, a partire dall’affollata metropolitana fino alle decine di megaeventi negli stadi, nei centri commerciali e nelle piazze che si propongono quotidianamente (ed è per questo che ci vivo) e quindi la propagazione risulta piuttosto facile. L’incubazione dura 3-7 giorni. Si stima che un’epidemia come quella scoppiata tra la fine di marzo e queste prime settimane di aprile in Messico possa circolare per il mondo in un periodo da 3 a 6 mesi.
Nel Distrito Federal, l’entità regionale che ricomprende la parte più grande di Città del Messico, i morti per l’influenza, non solo per quella "suina", sono saliti a 81 e i contagi superano il migliaio (esattamente 1324 dal 13 aprile scorso, con un incremento del 30% in un giorno, ma le cifre sono comunque provvisorie). Tra i decessi attualmente solo 20 sono sicuramente imputabili alla mutazione del virus derivato dai suini come conferma il Ministro della Salute messicano, José Ángel Córdova Villalobos sostenendo che "si stanno studiando ancora gli effetti di vaccini incrociati" che potrebbero proteggere da questo nuovo virus che ha ucciso in buona parte persone sane e relativamente poco vulnerabili tra i 5 e i 45 anni d’età. Esistono comunque nelle "riserve farmaceutiche messicane" degli efficaci antivirali come lo zanamivir e l’oseltamivir che sono efficaci se presi in tempo.
E’ una variante che non conoscevamo, "è un virus nuovo non solo per gli umani, ma per il mondo" ha dichiarato lo scienziato Francis Plummer del laboratorio microbiologico dello Stato canadese. A tal proposito la presidentessa della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), Margaret Chan, ha parlato di una "situazione molto grave che va sorvegliata da vicino".
Nonostante tutto, i decessi sono pochi, soprattutto in proporzione alla popolazione totale dell’area. Sono comunque abbastanza per liberare l’esercito per le strade e fargli distribuire migliaia di mascherine blu che, da oggetto raro e speciale utilizzato da alcuni nei giorni ad alto tasso d’inquinamento, sta diventando un gingillo d’uso comune ovunque in questi giorni. Alcuni cittadini "beneficiari della distribuzione" di maschere protettive segnalano che i soldati non usano guanti di lattice per proteggersi e, a loro volta,  evitare di sporcarsi le mani. Inoltre si cominciano a denunciare gli abusi sui prezzi dei prodotti per la prevenzione e i farmaci anche se le autorità indicano che esistono sufficienti vaccini "preventivi" e medicine per il controllo della malattia.
Chiuse le scuole e quasi tutti gli edifici pubblici fino al 6 maggio. Niente messe e celebrazioni religiose. Sconsigliati i grandi assembramenti e cancellati oltre 500 eventi "pop", concerti, partite e manifestazioni. L’ambiente è da settimana natalizia o di Pasqua data la riduzione drastica di tutte le attività, in particolare quelle legate alla scuola e pubblico impiego in generale.
La mastodontica Universidad Nacional Autonoma de Mexico (UNAM), il più importante ateneo dell’America Latina e tra i più grandi del mondo coi suoi trecentomila studenti, è chiusa e silente come nelle piovose domeniche di luglio, quando la stagione delle piogge e le vacanze estive s’incontrano nel campus vuoto e malinconico. Anche se sono stati segnalati dei casi in 17 stati della federazione messicana e negli Stati Uniti, solo il Distrito Federal, lo stato di San Luis Potosì e lo stato del Messico (l’entità regionale che circonda Città del Messico e che costituisce una zona amministrativa distinta) hanno preso misure d’emergenza.
Si continua comunque a lavorare anche se il Ministro ha chiesto alle imprese di mostrarsi comprensive e flessibili con gli orari e spostare nei limiti del possibile le attività più intense nei giorni a venire. Di sera le strade sono vuote e molti bar sono chiusi o hanno cambiato orario. Inoltre ad alcuni clienti viene praticata una breve visita otorinolaringoiatrica prima di entrare nei pochi locali aperti. Ci si ricorda subito dei famosi thriller d’azione di qualche anno fa come "Virus letale" o di "28 giorni dopo" di Danny Boyle.
La radio dell’IMER (Istituto Messicano della Radio) e il Canale 11 informano costantemente sulla situazione mentre le private TV Azteca e Televisa sono già state da più parti accusate di generare panico e allarmismo. Proprio la cultura del sospetto e della frode, in un paese che si caratterizza da sempre per il machiavellismo e le macchinazioni occulte in tutti i campi della vita sociale e politica, fa dubitare molti cittadini messicani circa la portata reale dell’emergenza e le possibili trame nascoste.
Come spesso capita a queste latitudini, l’ironia e il buon umore riescono a prevalere anche in quest’epoca di cataclismi, di monete deboli, come lo svalutatissimo peso mexicano, ed economie incerte. E’ grave, come segnalato dalla OMS, che sia comparso un nuovo virus, comunque meno resistente e aggressivo dell’influenza aviaria, ma sarebbe sbagliato imputare a questo stesso virus "suino" i 1324 contagi riportati in questi giorni e la totalità dei morti passati e futuri.
Per alleggerire i toni e ripassare un po’ di spagnolo, suggerisco l’ascolto della cumbia (un genere di musica popolare da ballo molto in voga in America Latina) dell’influenza a questo link: http://jordi.net/la_cumbia_de_la_influenza.mp3

Di Fabrizio Lorusso http://fabriziolorusso.wordpress.com

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EmiNews 2009

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