7178 Quirinale, storica stretta di mano tra le vedove Calabresi e Pinelli

20090509 14:49:00 redazione-IT

[b]NAPOLITANO: "Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un’improvvisa, assurda fine"
"Manca ancora un’esauriente verità giudiziaria sulla strategia della tensione".[/b]

Poche sedie a dividerle nel corso delle celebrazioni al Quirinale del giorno della memoria per ricordare le vittime del terrorismo. Quindi, l’incontro e la storica stretta di mano: Licia Rognini, vedova di Giuseppe Pinelli e Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, si sono incontrate per la prima volta dopo quarant’anni, si sono strette la mano e hanno parlato prima che la cerimonia al Quirinale cominciasse. La prima, moglie del ferroviere anarchico ingiustamente sospettato della strage di Piazza Fontana e che morì dopo un volo dalla finestra della questura di Milano nel ’69 è rimasta seduta, in considerazione anche della sua avanzata età. La vedova del commissario Calabresi, ucciso in un agguato nel ’72 dopo che una campagna di stampa lo rappresentò come responsabile della morte di Pinelli, ha fatto il primo gesto ed è andata incontro alla vedova Pinelli dopo aver salutato Benedetta Tobagi e Alfredo Arnoldi, anch’essi familiari di vittime del terrorismo.

Ad alzarsi in piedi per stringere la mano di Gemma Calabresi è stata la figlia di Licia Pinelli, Claudia, mentre la madre è rimasta seduta.

Le due vedove si sono parlate a lungo prima dell’inizio della cerimonia nel salone dei corazzieri del Quirinale. È stata la signora Calabresi ad avvicinarsi alla vedova Pinelli a braccia tese e sorridendo. Licia Pinelli è rimasta seduta e ha contraccambiato il saluto. Poi una chiacchierata di almeno cinque minuti e la stretta di mano anche dei figli. Alla cerimonia, preceduta dalla deposizione di una corona di fiori da parte del Presidente della Repubblica, in via Caetani. Davanti alla lapide che ricorda il sacrificio di Aldo Moro, partecipano le associazioni e numerosi familiari delle vittime di atti del terrorismo.

Giorgio Napolitano ha cominciato il suo intervento al Quirinale in occasione del giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo con un richiamo alle ”famiglie ferite cui lo Stato democratico deve restare sempre vicino”. Quindi ha sottolineato che "manca un’esauriente verità giudiziaria sulla strategia della tensione".

Nell’accomunare «nel rispetto e nell’omaggio i familiari di tutte le vittime di una stagione di odio e di violenza, rispetto e omaggio» vanno rivolti alla «figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di
un’improvvisa, assurda fine». Napolitano precisa che «qui non si vuole rimettere in questione un processo, qui si compie un gesto politico e istituzionale, si rompe il silenzio su una ferita, non separabile da quella dei 17 che persero la vita a piazza Fontana, e su un nome, di cui va riaffermata e onorata la linearità, sottraendola alla rimozione e all’oblio».

«Grazie- dice con voce commossa il capo dello Stato- signora Pinelli per aver accettato, lei e le sue figlie, di essere oggi con noi».

 
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EmiNews 2009

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