7217 CGIE: I "SEGNALI PREOCCUPANTI" DEL GOVERNO NELLE RELAZIONI DEI VICE SEGRETARI GENERALI CONTINENTALI

20090515 12:14:00 redazione-IT

ROMA aiseEminotizie – I problemi degli italiani all’estero sparsi nei cinque continenti non sono tutti uguali: di questo è stato dato conto nelle relazioni dei Vice Segretari Generali – Losi, Mangione e Nardelli – che questa mattina hanno presentato all’assemblea plenaria le relazioni sui lavori svolti sia nelle commissioni continentali che nelle giornate di lunedì e martedì a Roma, ma tutti hanno espresso preoccupazione per i "segnali" poco rassicuranti che giungono dal governo in materia di politiche migratorie. Sensazione avvertita anche dalla Commissione dei consiglieri di nomina governativa presieduta da Andrea Amaro.

Primo ad intervenire, Lorenzo Losi (Europa-Nord Africa) che in realtà ha rinviato i colleghi ai documenti approvati dalla Commissione a Costanza per soffermarsi sulla "sofferenza" degli italiani all’estero e sulla "incapacità del Cgie di sfondare il muro di gomma che ci troviamo intorno".
"Oggi le nostre parole sono sempre meno ascoltate. A chi ci dice che vogliamo solo mantenere le nostre posizioni (Pedica, ndr) io chiedo: quali? La verità – per Losi – è che noi abbiamo interlocutori che parlano senza cognizione di causa e che non sanno che alcuni di noi hanno speso una vita per l’emigrazione e che sono un filo diretto con la comunità. Ma di cosa parlano? L’inefficacia della nostra azione dipende anche dalla incapacità di chi ci ascolta".
Quindi, citando Bobbio, Losi ha assicurato che da ieri "ho cominciato a non rassegnarmi al peggio. Il Cgie ha ancora un ruolo determinante come lo è quello dei 18 eletti. Quando la gente ha dei problemi è ancora da noi che viene, non dai parlamentari". Quindi, concludendo, Losi ha invitato il Consiglio a "non cedere ai momenti in cui l’Amministrazione o la Politica ci vuol far lavorare senza dignità".
Diverso l’approccio di Silvana Mangione, da un anno e due mesi Vice Segretario generale per i Paesi Anglofoni, che ha illustrato nel dettaglio quanto svolto dalla commissione a Brisbane e a Roma.
"In Australia – ha ricordato – ci siamo incontrati con alcuni parlamentari italo-australiani che hanno proposto la costituzione di un gruppo trasversale composto da loro e da parlamentari italiani per lavorare insieme a tematiche comuni".
La commissione, ha aggiunto, "stigmatizza i tagli a tutte le cosiddette "attività italiane all’estero" citando ad esempio la questione-cultura "che non serve solo agli italiani all’estero ma alla proiezione internazionale dell’Italia". Riconosciuto il ruolo "determinante" degli enti gestori, la commissione ha chiesto "la verifica della possibilità di assegnare parte del 5per1000 delle tasse degli italiani all’estero (ma anche di quelli in Italia) alle politiche migratorie". E se è necessario definire il ruolo degli IIC tra promozione culturale e recupero della lingua per gli oriundi, la Commissione ha espresso "grave preoccupazione" per la ventilata chiusura di alcuni consolati in Sud Africa e Australia.
"Con forza – ha proseguito la Mangione – contestiamo il circolo vizioso prodotto dal fatto che le percezioni consolari vengano tutte girate al Tesoro: ad un primo cambio di valuta (moneta locale in euro) segue quello che dal Tesoro torna ai Consolati per le loro esigenze (euro in moneta locale), con grande spreco di risorse, quando basterebbe che le sedi all’estero trattenessero parte delle percezioni".
La commissione "deplora la mancata chiarezza sui corsi di formazione extra Ue", mentre è "entusiasta" dei risultati della I Conferenza mondiale dei giovani e del follow up che ne è seguito autonomamente in ogni paese. "Ora però – ha precisato la Mangione – siamo preoccupati per l’eventuale mancanza di seguito da parte del Governo".
Sul fronte delle regioni, è necessario "coinvolgere le associazioni regionali nelle attività all’estero e inserire gli italiani nel mondo nelle consulte". La commissione "lamenta la mancata convocazione della Conferenza Stato-Regioni-Cgie, urgente visto il ruolo sussidiario che attende le regioni con la riforma federalista". In attesa di quest’ultima, dovrebbero essere rimandate tutte le riforme sugli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero.
Quindi, l’attacco a Mantica: "la commissione è convinta che il sottosegretario non sia fatto vero portavoce degli italiani all’estero, che non si sia espresso con forza contro i tagli né che abbia vigilato per "proteggere" gli enti gestori. La commissione giudica negativamente le affermazioni del sottosegretario Mantica in Senato in occasione del dibattito sulle mozioni".
Ultimo punto della relazione, la necessità, per la commissione, di dare effettiva autonomia finanziaria alla segreteria del Cgie.
"Preoccupato" anche Francisco Nardelli e la commissione continentale del Sud America secondo cui "dalle riforme di Comites e Cgie al rinvio delle elezioni, dalla mancata convocazione della Conferenza Stato-Regioni-Cgie", tutto indica "una mancata sensibilità verso le politiche migratorie".
"Viste le difficoltà che stiamo attraversando, le riforme non sono prioritarie", ha detto Nardelli convenendo con la Mangione sull’opportunità di rinviarle. Prioritario è invece "proteggere i più deboli, sostenere la diffusione della lingua come vincolo indispensabile con il Paese d’origine, valorizzare i giovani". Non convocare la Conferenza Stato-Regioni-Cgie è un "errore" perché potrebbe "scatenare sinergie necessarie per superare questo momento di crisi".
E se "abbandonare gli anziani a se stessi non fa onore all’Italia" la continentale del Sud America si è detta "molto preoccupata" per i tagli alla rete consolare e ai servizi erogati.
Come la Mangione, anche Nardelli ha sottolineato l’importanza di dare un seguito alla conferenza dei giovani, "che ad oggi non hanno avuto risposte alle istanze presentate a Roma", auspicando un "dibattito allargato" sulle nuove poliitche migratorie che "tenga conto del fatto che sempre più giovani hanno la doppia cittadinanza". Infine, la commissione ha sottolineato l’esigenza di "valorizzare le associazioni, una "realtà che garantisce continuità nel rapporto con l’emigrazione perché capillare sul territorio e attiva in ogni ambito", una vera "spina dorsale della comunità".
Il Vice Segretario di Nomina Governativa, Andrea Amaro, ha prima richiamato "il confronto e lo scontro" avuto ieri col sottosegretario Mantica e poi sostenuto che "nel quadro "liquidatorio" del Cgie siamo considerati, noi di nomina governativa, più che superficiali, quasi nocivi. E lo pensa anche qualcuno di voi".
"Ciò di cui abbiamo discusso ha trovato pieno riscontro nella relazione del Segretario generale: i tagli fino al 2011 sono tali da mettere a rischio il capitolo di spesa degli italiani all’estero", tanto da "ridurlo al di sotto del livello di sopravvivenza". A ciò, ha proseguito, "si aggiunge lo svuotamento del ruolo della rappresentanza e, badate bene, nella voglia di disfarla sono compresi anche gli eletti all’estero". Il Governo, per Amaro, ha "una visione semplificatoria della democrazia" cui si aggiunge anche "l’attacco cieco e anche un poco feroce alle associazioni, sia laiche che religiose, e ai patronati. Un attacco cieco e persino offensivo". Ma più delle offese, a preoccupare Amaro è la sensazione che ci sia "l’idea di rendere indifesa e sterilizzata la realtà dell’emigrazione che è stata ed è un fenomeno di massa, ricerca di lavoro e di migliori condizioni di vita".
A chi mette in discussione il ruolo dell’associazionismo comunque inteso, Amaro ricorda che "è stato grazie alle associazioni che, anche nei momenti più difficili, è stato possibile attuare una politica di integrazione". Dunque, è "inaccettabile che si divida il mondo in conservatori e innovatori" soprattutto se "gli innovatori assomigliano in realtà a dei liquidatori, anche poco informati".
"Noi – ha sottolineato – siamo per innovare e cambiare: non siamo stati noi a scegliere di distribuire a pioggia i fondi alla stampa italiana all’estero. eppure ce l’hanno rinfacciato". La commissione, ha aggiunto, "si è sempre opposta ai tagli indiscriminati, che non guardano al merito, alle esigenze reali e, soprattutto, alla prospettiva futura". Compito del Cgie, allora, dovrebbe essere quello di "dare un contributo" per "presentare disegni di legge tesi a recuperare risorse: non è facile , ma non è incompatibile con la politica di rigore". Anche perché si parlerebbe di "spese limitate che sarebbero un investimento per il Paese".
In proposito, riferendosi alla "famosa" scuola angolana più volte citata da Mantica perché frequentata solo da 7 italiani, Amaro si è chiesto: "il fatto che la stessa sia frequentata anche da 45 studenti locali è un costo o un investimento per il nostro Paese?". E ancora: "paesi che non hanno avuto la nostra emigrazione, stanziano 10 o 20 volte di più nella promozione della loro lingua perché rafforza il loro ruolo socio-politico".
Quanto all’assistenza, Amaro ha lasciato il suo "j’accuse" contro un Governo che lascia soli anziani connazionali in difficoltà, purtroppo per loro residenti in Paesi senza welfare. E se anche per Amaro è importante dare un seguito alla conferenza di Roma, così come convocare la Stato-Regioni-Cgie, lo è anche "garantire i servizi consolari" a prescindere dal fatto che siano erogati da un consolato o da un’agenzia consolare.
Quindi, il capitolo Comites-Cgie. "Abbiamo fatto proposte che su cui nessuno ha detto niente, a parte che erano "conservatrici". Ciò che è importante è che non si parli di riforma per tacere dei tagli. A questo gioco – ha affermato con forza – noi non giochiamo". La Commissione si è anche chiesta se "la riflessione profonda sulle attività del Cgie debba coincidere con la responsabilità del Mae. In fondo ci sono altri ministeri – come Istruzione e Ricerca o Lavoro – che hanno forti capacità di rispondere a determinate nostre domande".
La commissione ha quindi proposto "di fare un focus, una riunione che metta in campo il background delle nostre realtà. Noi non siamo stati nominati al Cgie per chiara fama, ma perché espressione di un tessuto associativo, politico, sindacale e di patronato che è utile al Cgie. Se il Cdp ci autorizza organizzeremo l’incontro per rilanciare la politica della spesa pubblica per gli italiani all’estero e riqualificarla. Così – ha concluso – potremmo uscire da una situazione che al momento ci vede con le spalle al muro".

(m.c.aise/Eminotizie)

 
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EmiNews 2009

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