7205 Sicurezza, approvati i tre maxiemendamenti: l'Italia diventa un paese razzista

20090513 20:35:00 redazione-IT

L’Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo, approvando i tre maxiemendamenti al disegno di legge in materia di sicurezza. Il primo è quello che contiene norme sulla sicurezza: 316 i voti a favore; 258 i contrari. Presente anche il ministro delle Riforme Umberto Bossi, che a proposito delle perplessità su alcuni dei passaggi del provvedimento espresse da Gianfranco Fini ha dichiarato: "A me interessa solo il voto. Mi basta che passi". Sul secondo maxiemendamento, quello su materie di mafia, il Pd ha protestato per la decisione di porre la fiducia. Circostanza che impedisce al partito di votare passaggi giudicati positivi del provvedimento, coma la conferma del 41 bis. Poi c’è stato il voto: 315 i sì, 247 i no. Il terzo, che riguardava la sicurezza urbana, è stato approvato con 315 voti a favore e 237 contrari. In aula si è presentato anche il presidente del consiglio Berlusconi.

Montecitorio dunque ha detto sì ai tre tronconi in cui è diviso il ddl, quello sull’immigrazione; gli altri due riguardano, rispettivamente, la mafia e la sicurezza urbana. Soddisfatto per l’approvazione il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Il quale, intervenendo a una cerimonia per l’intitolazione della sede del ministero del Lavoro a Marco Biagi, ha auspicato che le nuove norme sulla sicurezza "vengano approvate definitivamente dal Senato entro la fine di maggio". Poi, a proposito del "giallo" sul destino dei bimbi nati da clandestini, ha smentito su tutta la linea: "E’ una notizia destituita di ogni fondamento – ha detto – è un’altra panzana inventata da non so chi".

Quanto all’opposizione, il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi ha dichiarato che "non c’è un briciolo di sicurezza in questo testo, solo demagogia. Si finanziano le ronde, che sono l’anticamera della polizia di partito, e si tolgono soldi alle forze di polizia". Per il Pd, Marco Minniti ha parlato di "un sonno mostruoso della ragione", e di "una fiducia posta contro la libertà della stessa maggioranza".

Questo in dettaglio le norme principali.

NEI CIE FINO A 180 GIORNI – L’extracomunitario potrà rimanere nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) fino a 180 giorni. Ora il periodo è di due mesi.

TASSA DI 200 EURO PER AVERE CITTADINANZA – Per avere la cittadinanza si dovranno pagare 200 euro. Per il permesso di soggiorno invece la tassa sarà fissata dai ministeri dell’ Interno e dell’Economia tra gli 80 e i 200 euro.

CARCERE SE SI AFFITTA A CLANDESTINI – Si rischia il carcere fino a tre anni se si dà in alloggio o si affitta anche una stanza a stranieri che risultino irregolari al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione. Ma ci deve essere un ingiusto profitto.

MATRIMONIO CON MUSULMANE – Per sposare una donna musulmana l’italiano dovrebbe convertirsi. Con la norma introdotta basterà che, con quelle provenienti da alcuni Paesi con i quali si è raggiunta un’intesa, ci sia una dichiarazione anche dell’ambasciata che non risultino casi ostativi per riuscire a contrarre matrimonio. Senza bisogno di conversione.

REGISTRO DEI CLOCHARD – I senza fissa dimora saranno schedati in apposito registro istituito presso il Viminale.

SÌ ALLE RONDE – Associazioni di cittadini potranno segnalare alle forze dell’ordine situazioni di disagio sociale o di pericolo. Saranno iscritte in elenchi e prioritariamente dovranno essere formate da ex agenti.

CARCERE FINO A TRE ANNI SE SI OLTRAGGIA PUBBLICO UFFICIALE – Chi insulta un pubblico ufficiale rischia fino a 3 anni di carcere. Ma se si risarciscono agente ed Ente a cui questo appartiene, il reato si estingue. Nessuna condanna se è il pubblico ufficiale ad aver commesso atti arbitrari.

INTATTI POTERI PROCURATORE ANTIMAFIA – Li avevano limitati, ma ora si è tornati alla legge attuale. Pietro Grasso aveva chiesto che la norma del ddl cambiasse e c’è riuscito.

INASPRITO IL 41 BIS – Detenzione più lunga di altri 4 anni. Si prevedono carceri «ad hoc» per i boss preferibilmente sulle isole. Più difficile per loro comunicare anche con l’esterno.

NASCE ALBO PER BUTTAFUORI E AMMINISTRATORI GIUDIZIARI – Anche i ‘gorilla’ che vigilano sulla ‘pace’ fuori dai locali dovranno avere particolari requisiti (li deciderà il Viminale) e avranno avere presto un loro albo. E un Albo ad hoc lo avranno anche gli amministratori giudiziari.

PIÙ DIFFICILI NOZZE CON BADANTE – Lo straniero che sposa un cittadino italiano dovrà restare in Italia per almeno due anni prima di ottenere la cittadinanza. I tempi si dimezzano se nascono o se si adottano figli.

NO RICONOSCIMENTO E ISCRIZIONE ANAGRAFE PER FIGLI IRREGOLARI – Per accedere ai pubblici esercizi gli stranieri dovranno esibire il permesso di soggiorno (tranne che per l’iscrizione dei figli alla scuola dell’obbligo). Altrimenti, essendo la clandestinità un reato, scatterà l’obbligo della denuncia. Le madri irregolari non potranno iscrivere i propri figli all’anagrafe e quelle sprovviste di passaporto non potranno neanche riconoscerli rendendoli così subito adottabili.

OBBLIGO DENUNCIA PIZZO PER COSTRUTTORI – Per partecipare alle gare d’appalto i costruttori dovranno denunciare ogni tentativo di estorsione ai propri danni. Basterà anche una semplice dichiarazione di un pentito in un altro procedimento per estrometterli dalla gara. Avevano provato a cambiare la norma prevedendo che l’imprenditore dovesse diventare imputato prima di poter essere fatto fuori dall’appalto, ma poi è tornata alla versione originaria su richiesta della Lega.

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La sinistra torna unita in piazza
La sinistra torna unita, almeno in piazza e almeno oggi. È l’effetto del cosiddetto “pacchetto sicurezza” che la destra sta portando all’approvazione a colpi di fiducia. Partito democratico, Rifondazione comunista, Sinistra e libertà. E poi Arci, Cgil, Articolo 21, tutti insieme davanti a Montecitorio. Manifestazioni indette separatamente ma che, sui sanpietrini davanti alla Camera, finiscono per fondersi, unite dall’impegno comune contro «le leggi razziali» (copyright di Franceschini, ma scritto a caratteri cubitali sullo striscione di Rifondazione). «Col megafono, torniamo alle origini», dice non a caso Franceschini arrivando in piazza. All’ombra delle falci e martello, il segretario democratico stringe la mano a Paolo Ferrero. Questi, sorpreso, lascia pendere ancora di più il sigaro: «E tu che ci fai qui?», gli dice. Russo Spena la mette subito sul piano elettorale. «Oh, mi raccomando lasciaci qualche voto…». Franceschini glissa: «Non c’è privacy, non parlo». Arriva Gennaro Migliore, ex Prc ora in Sinistra e Libertà. Saluta Franceschini e (gioco forza?) stringe la mano anche a Paolo Ferrero che gli è al fianco. «Sì, ci conosciamo», risponde a Franceschini che tenta un’improbabile presentazione.

Il megafono si accende: in un nugolo di militanti e deputati del Pd parla Filippo Miraglia dell’Arci. «Oggi noi iniziamo lo sciopero della fame – annuncia – perché questa legge inaugura l’apartheid di Stato. Criminalizza gli immigrati e mette a rischio la democrazia del paese». Il Ddl «ricorda molto le leggi del ’38, è un mostro giuridico».

Alle 15 comincia la maratona oratoria organizzata da Sinistra e Libertà von politici ed esponenti del mondo dello spettacolo come Dario Vergassola e Moni Ovadia. Vengono letti passaggi del disegno di legge, mentre il gruppo di attori «Voci nel deserto» legge brani di film degli ultimi 40 anni sul tema dei diritti dei migranti.

«È un ddl sicurezza che cambierà volto all’Italia e renderà la vita degli immigrati un vero e proprio percorso dentro un girone infernale» dice il deputato Pd nato in e cresciuto a Roma Jean Leonard Touadi (Pd) a margine della presentazione del dossier «medicina e migrazioni» all’ospedale San Gallicano di Roma. Secondo Touadi, «il ddl sicurezza farà fare una svolta al nostro Paese sia nel suo ordinamento giuridico che nella sua civiltà. Per la prima volta – ha spiegato – un essere umano verrà giudicato non per quello che fa ma per quello che è, un immigrato clandestino, mentre la sua condizione di povertà diventa reato».

Ma le conseguenze del ddl sicurezza si faranno sentire anche sulla già disastrata condizione della economia italiana. «Roma, ad esempio, è una città multietnica – spiega in piazza Stefano D’Alterio, segretario della Cgil di Roma Centro – gli immigrati danno un forte contributo al Pil di Roma e del Lazio. Stiamo discutendo sulla possibilità di organizzare una grande mobilitazione nazionale contro il pacchetto sicurezza. Certamente un appuntamento sarà il 7 ottobre prossimo a 20 anni dalla morte di Jerry Masslo, giovane sudafricano ucciso nelle campagne del casertano nel 1989».

Ma contrario al disegno di legge è anche il Filp Cgil, il sindacato della Polizia. «Ci chiediamo come sia possibile operare tagli finanziari alle forze dell’ordine e poi destinare 100 milioni per le ronde – dice Claudio Saltari, segretario Filp Lazio – le ronde rischiano di essere d’intralcio per le forze dell’ordine o pericolose addirittura per se stesse: immaginiamo cosa potrebbe accadere se si trovassero di fronte a pericolosi criminali, dobbiamo aspettare che qualche rondista venga lasciato in una pozza di sangue?».

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Denuncia Pd: adottabili i figli dei clandestini
Ancora bufera sulle norme riguardanti lo stato civile degli immigrati irregolari. Punto controverso è, in particolare, l’interpretazione delle misure relative all’iscrizione dei neonati all’anagrafe.

Secondo le associazioni – da Amnesty International, al Consiglio italiano per i rifugiati, a Medici Senza Frontiere – e l’opposizione i figli degli irregolari rischiano di diventare «invisibili» in quanto non saranno iscritti all’anagrafe dai genitori per evitare che mamme e papà senza permesso di soggiorno siano denunciati ed espulsi. Con la possibilità, segnalata dal Partito democratico, di arrivare alla messa in adozione. Replica il governo tramite il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano: nel pacchetto sicurezza non si nasconde il rischio che una madre immigrata possa non registrare all’anagrafe il proprio figlio perchè clandestina.

Ma anche dai giuristi arrivano critiche. Secondo l’Associazione di studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) il ddl sicurezza rischia di dare vita a vere e proprie «società parallele» di immigrati irregolari, anzi «invisibili». La questione riguarda in particolare la donna clandestina che partorisce in Italia, ma non è in possesso del permesso di soggiorno: se iscriverà il figlio all’anagrafe potrà essere denunciata per immigrazione clandestina.

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Onu, anche Ban Ki-Moon contro il governo: «Riammettere migranti respinti»
Dopo l’accusa del Consiglio europeo, arriva quella delle Nazioni Unite. E’ il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ad «appoggiare» le richieste dell’Unhcr all’Italia di riammettere i respinti che hanno i requisiti per chiedere protezione. Lo ha assicurato all’ANSA Farhan Haq, portavoce del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. L’Onu «appoggia la richiesta dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr)», che ha espresso oggi «grave preoccupazione» verso l’Italia per il rinvio di migranti intercettati o soccorsi in mare, ha aggiunto. Il portavoce ha spiegato che l’Unhcr è la «voce guida dell’Onu per quanto concerne i rifugiati, e i rapporti con Roma su questo tema saranno gestiti dallo stesso commissariato, nella persona del suo alto rappresentante, Antonio Guterres».

Haq ha precisato che il Palazzo di Vetro di New York, che è in contatto quotidiano con l’agenzia dei rifugiati, «rispetta la richiesta contenuta nella lettera dell’Unhcr al governo italiano».

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha annunciato oggi a Ginevra di aver scritto al governo italiano esprimendo «grave preoccupazione» per il rinvio in Libia di migranti intercettati o soccorsi in mare e per chiedere alle autorità italiane di «riammettere quelle persone rinviate dall’Italia ed identificate dall’Unhcr quali individui che cercano protezione internazionale». Per l’Onu il principio del non respingimento non conosce limitazione geografica.

Berlusconi però insiste nella difesa di Maroni. «Gli accordi con la Libia» per il rimpatrio degli immigrati clandestini «li ho gestiti io, li ho sottoscritti io, Maroni esegue quelli che sono gli accordi presi direttamente tra me ed il leader libico Gheddafì». Da Sharm El Sheik, dove oggi dovrà firmare alcuni accordi economici, il premier fa muro e si schiera difesa della linea leghista, ormai diventata la sua linea. E spiega che i migranti che arrivano sulle coste italiane a bordo delle carrette del mare non hanno il diritto di asilo: «Si tratta, invece, di persone che hanno pagato organizzazioni criminali per venire in Italia». I disperati a bordo dei barconi per il premier «sono persone che hanno pagato un biglietto. Non sono persone spinte da una loro particolare situazione all’interno di questi paesi dove si è vittime di ingiustizie» ma «sono reclutati in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali».

Ieri, arrivando a Sharm, il premier aveva escluso che a bordo dei barconi vi sia qualcuno che possa godere del diritto di asilo. «Le statistiche lo confermano», aveva sottolineato. Oggi Berlusconi ha ribadito: «non credo che vi sia nessuno che avendo i requisiti per chiedere di essere accolto in Italia, possa dire di non essere stato accolto. Ci sentiamo in dovere di dare accoglienza a chi fugge da una situazione pericolosa per la sua vita e per la sua libertà», rilanciando così lo scontro a distanza con il presidente della Camera Fini che sui respingimenti aveva detto: «Non si può andare contro il diritto d’asilo».

http://www.unita.it/news/84716/sicurezza_approvati_i_tre_maxiemendamenti

 
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EmiNews 2009

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