7237 TEMPESTA NELLE ISTITUZIONI DOPO LA RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL SOTTOSEGRETARIO MANTICA

20090519 11:32:00 redazione-IT

PAGINE (VENEZUELA)/ È LA FINE O L’INIZIO? SEPARATI O PIÙ COESI?: TEMPESTA NELLE ISTITUZIONI DOPO LA RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL SOTTOSEGRETARIO MANTICA – DI VITALIANO VITA

CARACAS- aiseEminotizie – "Le crisi, diceva Einstein, spesso promuovono iniziative utili ad eliminare irregolarità, abusi, eccessi, ecc. da qui la caccia alle soluzioni vedi il progetto Brunetta contro i fannulloni della PA, vedi il taglio dei contributi assegnati agli italiani all’estero, sul quale sono stati espressi giudizi che offendono le nostre istituzioni, suggerendo addirittura la loro eliminazione come se l’eventuale uso indebito delle risorse dello Stato fosse attribuibile ai Comites e al Cgie, come se le assegnazioni dei fondi ed il controllo degli impieghi fossero di loro competenza". Vitaliano Vita su "Pagine", giornale che dirige a Caracas, si occupa della Plenaria del Cgie dove il sottosegretario Mantica, nel corso del suo intervento, ha evidenziato che "alcune scuole italiane all’estero hanno un costo di 4 milioni di euro l’anno ed insegnano a 30 bambini".

"Denunzia, il sottosegretario Mantica, delegato ai problemi degli italiani all’estero, che sono stati erogati contributi per l’insegnamento della lingua italiana all’estero che hanno comportato una spesa di "4 milioni l’anno per 30 bambini (studenti) ". Una accusa che, se fondata, certamente non è indirizzabile ai Comites ed al Cgie, ma che deve essere perseguita a termine di legge.
Per noi è un’occasione per denunziare al sottosegretario Mantica la mortificante attribuzione di un contributo di 3000 euro l’anno all’ODICI (Osservatorio per la diffusione della Informazione e cultura italiana) ente che da 11 anni mantiene una cattedra di italiano presso la UDO, Università pubblica d’Oriente del Venezuela, che gratuitamente ha consentito ad oltre 1000 alunni della facoltà di Hoteleria e Turismo di laurearsi dopo aver sostenuto l’esame d’italiano come materia curriculare. Una riduzione che ci umilia e che ci pesa commentare.
Leggiamo con profonda preoccupazione che il Cgie nella riunione del 14 u.s. ha chiesto quasi all’unanimità (90 consiglieri su 93) le dimissioni del sottosegretario Mantica, perché, con i suoi programmi e le sue intenzioni, non eserciterebbe i doveri conseguenti le deleghe assegnate al suo dicastero per la tutela degli interessi e diritti degli italiani all’estero, con particolare riferimento alle rappresentanze elettive e all’esercizio della Presidenza della Commissione per la Promozione della cultura italiana all’estero che, secondo il Cgie, avrebbe assistito senza reagire alla pesante riduzione dei contributi all’insegnamento.
L’on. Mantica, con estrema chiarezza, ha confermato che si adopererà perché, attraverso la razionalizzazione dei servizi, si raggiunga una riduzione dei costi e quindi il recupero di spese improprie ed indebite, che molti hanno però interpretato come un riferimento alle spese dei Comites e del Cgie, dato che in una precedente riunione in Parlamento, il sottosegretario si era detto favorevole alla proposta presentata dall’IdV di eliminare il Cgie.
Le precedenti esperienze parlamentari, svolte da Mantica, giustificano la scelta del ruolo che gli è stato assegnato dal Presidente Berlusconi. Tuttavia ci sembra indispensabile e necessario che, nella ricerca dei fondi, che intende effettuare per sanare i tagli ai contributi per gli italiani all’estero, riconosciuti come indebiti, aggreghi anche criteri obiettivi, che tenga conto di certa autonomia finanziaria prodotta dalle entrate generate dagli italiani all’estero; che indaghi sull’uso delle entrate prodotte dal rinnovo dei passaporti dal rilascio degli atti dello stato civile, dalle pratiche per l’ottenimento della cittadinanza.
Si sta parlando di 30/40 milioni l’anno di contributi, mentre i 4 milioni di italiani all’estero, soltanto per il rinnovo dei passaporti, producono entrate per 600 milioni (140 euro x 4 milioni), per non parlare dei costi dei milioni di documenti dello stato civile, nascite, morti, matrimoni e delle cittadinanze. Basti ricordare che sono circa 800 mila le domande presentate per un totale di centinaia di milioni di euro. Nulla dunque, rispetto ai contributi in questione.
Sarebbe un grosso regalo se i nostri parlamentari facessero un’interrogazione al Governo per conoscere che fine fanno le entrate della Farnesina prodotte dai servizi agli italiani all’estero e meglio ancora se si richiedesse nel confronto tra spese ed entrate, di dettagliare le differenze e spiegare come i residui vengono utilizzati".

(aise/Eminotizie)

 
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EmiNews 2009

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