7227 RINALDINI (Fiom-CGIL): «Marchionne vuole i lavoratori uno contro l'altro»

20090518 15:48:00 redazione-IT

di r.g. (da l’Unità)

Gianni Rinaldini, il giorno dopo. «Strano paese, questo. Migliaia di lavoratori possono perdere il posto, le fabbriche chiudono e nessuno se ne occupa. Invece un episodio di contestazione alla fine di una bella manifestazione trova subito una copertura mediatica imbarazzante» commenta il segretario della Fiom in questa intervista a l’Unità.

Rinaldini, cosa rimane della manifestazione dei lavoratori Fiat?
«È stata importante e rilevante, purtroppo è stata turbata da una contestazione organizzata promossa da un gruppo ben preciso di persone. Così per molti la notizia è diventata la contestazione che non aveva nulla a che vedere con il grande corteo e la bella partecipazione».

Solo un episodio o il segnale di qualche cosa di più grave?
«È bene distinguere: a Torino un gruppo di 60-70 persone voleva creare il caos e danneggiare la manifestazione, ma non aveva relazione con la piazza. Una cosa diversa, ben più seria, è il dramma sociale che vive il paese: quando è in gioco il posto di lavoro, quando perdi il reddito, quando non riesci ad arrivare alla fine del mese è evidente che la situazione può precipitare. Senza risposte adeguate la tensione e il conflitto cresceranno. Bisogna allungare la cassa integrazione, aiutare i lavoratori, i precari senza posto».

Solidarietà?
«Ho ricevuto tantissime manifestazioni di solidarietà. I più preoccupati sono i delegati Fiat perchè vista la bella partecipazione alla manifestazione nessuno pensava che ci fossero rischi. Voglio specificare che non è stata una contestazione dei sindacati di base, ma di un gruppo preciso».

E adesso, cosa succede con la Fiat?
«Il comportamento della Fiat è intollerabile. Sta operando per mettere in concorrenza, l’uno contro l’altro, i lavoratori delle diverse fabbriche, vuole creare una contrapposizione tra i diversi stabilimenti. È un disegno pericoloso. Il silenzio di Marchionne, che non rispetta nemmeno le regole di informazione previste nei contratti nei casi di riorganizzaione e ristrutturazione, fa pensare al peggio. Lo scambio di lettere con il governo è incredibile, sembra che nessuno si renda conto della situazione».

Cosa rimprovera alla Fiat?
«La Fiat parla con i sindacati e i capi di governo in America e in Germania, in Italia non parla con nessuno. C’è una situazione paradossale: si sviluppa sui giornali un dibattito sull’azionariato, sulla cogestione del futuro gruppo mentre i lavoratori Fiat, non solo quelli dell’auto, sono in cassa integrazione, in alcuni impianti stanno arrivando al limite delle 52 settimane. Ma di questo non si parla, meglio ammirare le gesta di Marchionne in giro per il mondo».

La Grande Fiat è un azzardo o no?
«Obama aveva bisogno di qualcuno che rischiasse grosso e ha incrociato Marchionne i cui bilanci non sono certo floridi. Alla Volkswagen non è venuto in mente di prendere la Chrysler in bancarotta. Ci sono troppi punti oscuri».

Cosa la preoccupa?
«Il progetto di Marchionne è ambizioso, ma per ora molto oscuro. Lo scorporo dell’auto dal gruppo Fiat ha una dimensione impressionante, ma non sappiamo se, ad esempio, coinvolgerà anche i motori della Powertrain, la Sevel (partecipata al 50% da Peugeot). E poi chi ci metterà i soldi? La Fiat non è messa bene sul fronte della liquidità, per questo continua a chiedere soldi pubblici. Alla fine chissà quale sarà l’assetto proprietario di questa Grande Fiat».

Cosa farà il sindacato?
«Abbiamo deciso lo stato agitazione e il blocco dello straordinario alla Fiat. Stiamo ragionando con i sindacati europei per una giornata di lotta comune. E a fine settimana porremo il problema Fiat al Congresso della federazione internazionale dei metalmeccanici».

http://www.unita.it/

 
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EmiNews 2009

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