7261 Europee 2009: IMMIGRAZIONE, ASILO E INTEGRAZIONE, APPELLO AI CANDIDATI

20090526 15:02:00 redazione-IT

[b]Elezioni Europee 2009: APPELLO AI CANDIDATI
IMMIGRAZIONE, ASILO E INTEGRAZIONE: Più realismo e meno ipocrisia[/b]

Cara Candidata, Caro candidato,

i Cittadini europei firmatari di questo Memorandum sono convinti che l’Europa possa divenire uno spazio politico e sociale in cui le popolazioni che lo abitano si impegnano a costruire un avvenire comune, partendo dalle loro diverse origini e appartenenze. Per questo siamo vivamente preoccupati per i limiti, le incoerenze e le derive delle politiche dell’Unione Europea in materia di immigrazione e di asilo, soprattutto a causa delle conseguenze di queste stesse politiche sul presente e sul futuro delle nostre società in Europa.
Tutti noi, cittadini di diverse professioni e appartenenze sociali e politiche, possiamo affermare, sulla base della nostra esperienza diretta, che la pace e la coesione sociale si trovano già ora fortemente minacciate più dalla discriminazione e dall’esclusione delle popolazioni emarginate a causa della loro origine, che dalla competizione socio-economica che la loro presenza comporta.

I cittadini non comunitari regolarmente presenti oggi sul territorio dell’Unione sono più di 40 milioni.
Considerati a parte, come ancora accade per quanto riguarda il loro accesso ai diritti sociali, civili e politici, rappresentano una sorta di ”Ultimo Stato”, trasversale a tutta la Comunità Europea. Nel Memorandum allegato indichiamo i punti cruciali delle politiche attuali e qualche orientamento concreto affinché gli immigrati e i loro figli partecipino attivamente in quanto cittadini europei, a fianco dei cittadini nazionali di tutti gli Stati, alla costruzione di un’Europa in cui sia possibile vivere in pace.

E’ stimato tra i 6 e gli 8 milioni il numero delle persone presenti irregolarmente sul territorio dell’UE, provenienti da paesi terzi. E’ il risultato catastrofico della concertazione comunitaria sulle politiche di immigrazione e asilo. Gli effetti della volontà demagogica dei partiti politici e dei governi di impedire gli ingressi regolari, sono: l’aumento esponenziale delle presenze irregolari, un intollerabile accanimento amministrativo e una diffusa indifferenza nei confronti di soprusi, vessazioni e assenza di diritto che creano nuove situazioni di schiavitù in Europa.

La chiusura indiscriminata delle frontiere ha anche reso impraticabile in troppi casi l’esercizio del diritto di asilo, affidando a Paesi limitrofi all’Unione il compito di rendere di fatto impossibile l’accesso alla domanda e gestendo con poche garanzie le richieste di asilo delle persone che riescono a toccare il suolo dell’Unione.

In conclusione, dobbiamo purtroppo costatare in tutti i Paesi dell’Unione che il progressivo deterioramento delle relazioni tra popoli di origini diverse è in rapporto diretto con i discorsi politici che presentano i migranti come una minaccia e un pericolo.

Cara Candidata, Caro candidato, alla vigilia della competizione elettorale europea del 2009, Le chiediamo – un impegno esplicito a non utilizzare nella sua campagna elettorale argomenti politici che provocano sentimenti di paura e di odio verso una parte della popolazione e a battersi affinché questa pratica venga bandita dal suo partito di appartenenza;

– una riflessione e una presa di posizione sui 9 punti del Memorandum che alleghiamo a questo Appello.
Faremo conoscere il suo punto di vista e il suo impegno a un vasto pubblico di cittadini del suo Paese e di tutti i Paesi dell’Unione.

Siamo convinti che la coesione sociale nell’Europa di oggi e di domani la potremo costruire insieme solo se la fonderemo sul rispetto reciproco e sulla giustizia.

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MEMORANDUM
Migranti e integrazione

Il principio che fonda qualunque politica di integrazione è il riconoscimento dell’eguale dignità delle persone al di là delle origini e delle molteplici appartenenze.

Il metodo dell’integrazione è definito dalla Commissione Europea1 come « interazione… processo dinamico a doppio senso », che coinvolge tutta la società nella sua organizzazione economica, amministrativa, politica e culturale, a partire dagli individui e dai gruppi sociali di appartenenza.

Gli immigrati regolarmente residenti

1. Stessi diritti e stessi doveri. I cittadini dei Paesi non UE che sono legalmente ammessi a soggiornare nello spazio dell’Unione non possono essere trattati in modo discriminante e a loro vanno riconosciuti:

– gli stessi diritti e gli stessi doveri dei cittadini nazionali in ambito economico e sociale
– e le stesse libertà e responsabilità dei cittadini europei in ambito culturale e politico.

L’integrazione degli immigrati può solo essere il risultato di un duplice movimento complementare attraverso il quale la società li accoglie senza discriminazione, e loro accettano tutte le responsabilità e gli obblighi che ne derivano.

2. Stabilità giuridica.
Per rendere efficaci le misure che facilitino l’inclusione sociale dei migranti e delle loro famiglie, bisogna eliminare ogni forma di precarietà amministrativa e giuridica legata al titolo di soggiorno. Solo la tranquillità di uno statuto giuridico stabile permetterà loro di dare il miglior contributo possibile alla società di cui fanno parte.

3. Il diritto a vivere in famiglia.
Affermiamo che il diritto a vivere in famiglia è un diritto
universale. La sua applicazione non può essere subordinata alle variazioni congiunturali e contingenti della politica degli Stati. Affermiamo che gli Stati non hanno il diritto di rifiutare a degli stranieri che vivono e lavorano legalmente sul proprio territorio di unirsi con il coniuge
liberamente scelto, né di proibire che possano essere raggiunti dai membri della famiglia di cui sono responsabili. Consideriamo come intollerabile tenerli lontani gli uni dagli altri troppo a lungo e pensiamo che questo diritto debba essere riconosciuto al massimo dopo un anno.

4. I diritti sociali.
Al fine di favorire l’integrazione sociale ed economica dei migranti e della loro famiglia gli Stati devono :

– facilitare loro l’apprendimento della lingua del Paese dove sono venuti a vivere ;
– garantire di poter accedere come i cittadini nazionali all’alloggio e alla salute;
– assicurare ai loro figli pari opportunità per un’educazione e un’istruzione di qualità;
– permettere a coloro che sono in età da lavoro la possibilità immediata di cercare una occupazione; offrire loro una formazione che faciliti l’inserimento nella vita socioprofessionale.

Affermiamo che in nessun caso le opportunità di inclusione devono trasformarsi in minaccia di precarietà amministrativa o di fragilità sociale.

5. La mobilità sociale.
Bisogna accelerare il processo di ascensione sociale dei migranti e delle loro famiglie, non soltanto attraverso l’accesso ai diritti sociali e civili, ma anche attraverso l’accesso alle professioni qualificate, spesso impedito o ritardato dalla difficoltà di far riconoscere il valore
studi e delle competenze professionali acquisite al di fuori dell’Unione o dal fatto che queste professioni sono riservate ai cittadini nazionali. Auspichiamo che in tutti i Paesi UE sia liberalizzato l’accesso a tutte le professioni, soprattutto negli ambiti dell’educazione, della salute,
dell’amministrazione pubblica.

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Note:
1 Agenda commun pour l’intégration. COM (2005)389 Final.

6. La cittadinanza di residenza.
A quanti risiedono stabilmente sul territorio dell’Unione gli Stati devono accordare une piena cittadinanza, che permetta di assumere stessi diritti e doveri dei cittadini, potendo conservare la nazionalità e la cittadinanza del Paese di origine.

Questa nuova cittadinanza di residenza è fondata sulla presenza sullo stesso territorio dei cittadini nazionali; mira a costruire tra cittadini nazionali e stranieri il sentimento di un destino comune, la condivisione di valori comuni e la responsabilità di fronteggiare insieme il futuro. Non deve essere confusa con la nazionalità che è fondata su di una storia e un passato comune.

Così come avviene per gli stranieri comunitari, chiediamo che i cittadini dei paesi Terzi, residenti stabilmente sul territorio dell’Unione, siano invitati a partecipare, soprattutto attraverso il diritto di voto e l’eleggibilità, alle decisioni concernenti la vita quotidiana (elezioni
amministrative), e alle decisioni concernenti la politica comune dell’Unione europea (elezioni al Parlamento europeo), anche se non hanno ancora acquisito la nazionalità di uno dei Paesi dell’Unione Europea.

7. La reciprocità dell’integrazione.
Constatiamo che le misure messe in atto nei Paesi dell’Unione per favorire l’integrazione dei migranti si rivolgono quasi esclusivamente alle popolazioni di origine straniera e davvero poco alle popolazioni autoctone.

Reclamiamo più attenzione e investimento nei programmi d’integrazione reciproca, destinati sia ai cittadini nazionali che agli stranieri. L’obiettivo finale di questi programmi deve essere la partecipazione e la coesione sociale. E’ partendo dalle preoccupazioni comuni, generate dai cambiamenti e dalle precarietà che colpiscono la nostra vita quotidiana (le ricadute della crisi economica e ed
ecologica a livello planetario) che potremo trovare i temi generatori di un impegno comune, il punto di appoggio sul quale costruire il sentimento di un’appartenenza più ampia, che comporti l’adesione a comportamenti convergenti verso obiettivi comuni.

Perché i cittadini dei Paesi terzi siano coinvolti nel destino delle nostre società europee, dobbiamo dare loro la parola nelle istanze in cui i cittadini dibattono di ciò che li preoccupa.

8. Lo sviluppo dei Paesi di origine e la circolarità dell’integrazione dei migranti.
L’emigrazione impoverisce di risorse umane i Paesi di origine ma, nello stesso tempo, rappresenta una formidabile fonte di entrate, il cui ammontare supera ampiamente gli aiuti allo sviluppo esterni, che tra l’altro non cessano di diminuire un po’ dappertutto. I migranti hanno sempre di
più la possibilità di mantenere relazioni significative tra la società di origine e la società d’immigrazione, sia dal punto di vista economico che culturale. L’esperienza dimostra che i migranti possono essere attori efficaci di co-sviluppo tanto al Paese di origine che nel Paese di immigrazione, a condizione che siano ben integrati sui due fronti. E’ importante promuovere politiche di integrazione circolare per le persone che sono capaci di sostenere e
sviluppare appartenenze costruttive tra il Paese di immigrazione e il Paese di origine. Potranno così divenire attori di nuove relazioni tra le comunità locali, le realtà economiche e professionali e le Amministrazioni pubbliche delle due società cui appartengono.

Gli immigrati clandestini o irregolari
e i richiedenti asilo

9. Infine non possiamo ignorare che l’efficacia delle politiche di integrazione tra migranti e cittadini
nazionali è intimamente legata agli orientamenti più generali che governano l’immigrazione e l’asilo. L’UE ha bisogno di una immigrazione economica (gli attori economici la chiedono) e di popolamento (la Commissione europea è già in allerta):
chiediamo più realismo per promuovere e organizzare l’immigrazione legale nel rispetto dei diritti fondamentali.

– La schiavitù della clandestinità. L’UE ha bisogno di un’immigrazione economica e di popolamento e, nello stesso tempo, dà la caccia alle persone già installate e che hanno un lavoro, una casa, spesso una famiglia, e che parlano la lingua del Paese in cui risiedono.

Una minoranza di queste persone prese a caso vengono deportate al di fuori dello spazio dell’Unione, talvolta in campi di detenzione in un Paese Terzo che non è il loro: un cinismo politico insensato e intollerabile. La maggioranza rimane sul territorio dell’Unione. E’ urgente permettere ai lavoratori e alle loro famiglie, che vivono nei nostri Paesi in situazione amministrativa irregolare, di essere liberati dalla schiavitù psicologica, economica, sociale e politica della clandestinità.

– La lotta all’immigrazione illegale : cinismo e ipocrisia. La chiusura delle frontiere all’immigrazione legale è stata e resta la causa principale del ricorso alle organizzazioni
dell’immigrazione clandestina da parte di chi vuole emigrare. Eppure l’UE ha bisogno di un’immigrazione non solo qualificata ma soprattutto disponibile a garantire i posti di lavoro che i cittadini nazionali rifiutano. Il divieto di immigrare legalmente ha ottenuto due risultati: consentire ai partiti politici di giungere al potere promettendo agli elettori di diminuire il numero di immigrati; creare, mantenere e aumentare lo stock di centinaia di migliaia di lavoratori assolutamente flessibili ed estremamente a buon
mercato, senza alcuna forma di tutela.

– Un’opinione pubblica anestetizzata: è la conseguenza più catastrofica di questa politica. Le nostre società sono divenute insensibili ai crimini che da anni sono reiterati
contro le persone che chiedono di entrare legalmente nello spazio dell’Unione e che sono obbligate a passare per clandestini : campi di detenzione interni ed esterni allo spazio UE, espulsioni forzate, migliaia di morti di fame, di freddo, annegati, asfissiati…
Secondo le informazioni disponibili, la quasi totalità di questi uomini, donne e bambini hanno legami famigliari o di amicizia in uno dei Paesi dell’Unione. Eppure la politica attuale, piuttosto che investire nella programmazione dell’ingresso legale di queste persone, preferisce investire risorse finanziarie e umane per impedire che arrivino a destinazione. I costi economici di questa politica sono esorbitanti e quelli umani intollerabili: una vergogna che le generazioni future dovranno scontare.

– La tolleranza zero ostentata contro gli stranieri senza documenti non trova corrispondenza nella reazione di fronte ai comportamenti illegali quotidiani da parte dei cittadini autoctoni (individui e istituzioni) contro gli stranieri in generale : lavoro nero, salari più bassi, affitti più cari, violazione della vita privata, separazione forzata dei
membri della famiglia, sospetti sistematici, vessazioni, insulti, violenze psicologiche e fisiche… La « tolleranza zero » mostrata contro i comportamenti illegali degli stranieri si trasforma in tolleranza e in abbassamento generalizzato della vigilanza sociale per comportamenti e situazioni di violenza e discriminazione nei confronti della persona migrante.

– L’asilo impossibile. Se da un lato la richiesta di asilo è rimasta per alcuni il solo mezzo per cercare di immigrare legalmente, dall’altra la possibilità di riuscire a presentare una richiesta di asilo o di protezione umanitaria da parte delle persone che ne hanno diritto, è divenuta sempre più aleatoria a causa degli ostacoli fisici interposti.
Una volta che la persona candidata si trova finalmente di fronte all’autorità competente, viene ascoltata e accompagnata nella procedura in condizioni spesso insufficienti a garantire realmente i suoi diritti. E per finire, le persone respinte, che sono la maggioranza, vengono rinviate al Paese di origine che hanno appena
denunciato o verso un altro Paese che, a sua volta, non è in grado di proteggerle.

L’espulsione forzata dei richiedenti asilo e degli immigrati economici respinti avviene spesso secondo modalità inumane, tali da indurre gli interessati a gesti estremi.

* * *

Caro Candidato al Parlamento Europeo,

La nostra esperienza professionale e il nostro impegno sociale ci pongono al cuore delle situazioni giorno per giorno; abbiamo cercato di cogliere la realtà con uno sguardo europeo, evitando di restare prigionieri dl nostro orizzonte locale. Vorremmo averla come interlocutore attento nella costruzione di un’Europa democratica e sociale in cui i migranti e le loro famiglie possano trovare senza discriminazioni il loro posto di cittadini.

– Coordinamento Europeo per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia – DVF, Bruxelles
– Association Européenne pour la Défense des Droits de l’Homme – AEDH, Bruxelles

European Conference of Binational/Bicultural Relationships – ECB, Frankfurt a/M
http://www.coordeurop.org/europeanelection/index.php?page=home
Contatto: coordeurop@coordeurop.org

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Adesioni di Organizzazioni

1 Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidariet CIPSI Internazionale Roma cipsi@cipsi.it www.cipsi.it Guido Barbera
2 Associazione Iniziative Sociali Seguimi Onlus AIS Seguimi Onlus Internazionale Roma ais.seguimi@iol.it www.aisseguimi.org Dino Sbreglia
3 R-Evolution Legalità Legalità – Pace e Nonviolenza Locale Lamezia Terme (CZ) bepper@c-progettosud.it emma leone
4 Istituto Ferdinando Santi IFS Internazionale Roma presidenza@istitutosanti.org www.istitutosanti.org Rino Giuliani
5 Funima International FUNIMA Internazionale Sant’Elpidio a Mare funima@funimainternational.org www.funimainternational.org Barbara Drago
6 Associazione solidarietà internazionale ASI Internazionale Sarno info@asi-online.it www.asi-online.it gabriele bello
7 Associazione Integrazioni Campania IC Locale Lauro (AV) integrazionicampania@libero.it Noemi Nappi
8 Fratelli dell’Uomo – Internazionale Milano info@fratellidelluomo.org www.fratellidelluomo.org Rodolfo Canciani
9 Voli di Pace Voli di Pace Locale Nola volidipace@libero.it Franco Nappi
10 Fondazione Guido Piccini – Nazionale Brescia segreteria@fondazionegpiccini.org www.fondazionepiccini.org Franco Valenti
11 Migrantes – UNPIR – Nazionale Roma unpir@migrantes.it www.migrantes.it Gianromano Gnesotto
12 Centro Studi Emigrazione CSER Internazionale Roma cser@cser.it www.cser.it Lorenzo Prencipe
13 Associazione IntegrAzioni – Calabria – Locale Vibo Valentia integrazionicalabria@libero.it – Rossella De Gennaro
14 Caritas Diocesana di Chiavari – Locale Chiavari caritas@chiavari.chiesacattolica.it www.chiavari.chiesacattolica.it Laura Labate
15 "Associazione La Lucerna – Laboratorio intercultur – Locale Roma -mariateresa.tavassi@fastwebnet.it – Mariateresa Tavassi
16 Associazione IntegrAzioni – Sicilia – Locale Palermo integrazionisicilia@libero.it – Francesco Fasciana
17 Caritas Diocesana di Foggia Bovino – Locale Foggia caritas.fg@tiscali.it – Maria Tricarico
18 Farsi Prossimo – Internazionale Milano info@farsiprossimo.it www.farsiprossimo.it Giovanni Carrara
19 GEA – Locale Padova gea@coopsociale.it – Marco Baldini
20 Pro.Do.C.S. – Progetto Domani: Cultura e Solidarie Pro.Do.C.S. Nazionale Roma prodocs@prodocs.org www.prodocs.org Anna Maria Donnarumma
21 Ufficio Pastorale Migranti – Locale Torino migranti@diocesi.it www.migrantitorino.it Fredo Olivero
22 Spazio Solidale Onlus Spazio Solidale Onlus Internazionale Bussero (MI) info@spaziosolidale.com www.spaziosolidale.com Gallazzi Carmela
23 SISIFO ITALIA – Nazionale BASSANO DEL GRAPPA info@sisifo.eu www.sisifo.eu Giuseppe Lanzi
24 Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione -FIEI Internazionale Roma fiei@fiei.org www.emigrazione-notizie.org Rodolfo Ricci
25 Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famigl -FILEF Internazionale Roma filefit@gmail.com www.filef.org Rodolfo Ricci

http://www.coordeurop.org/europeanelection/index.php?page=home

 
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EmiNews 2009

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