7257 NASCE IL FORUM PER GLI ITALIANI NEL MONDO: LUOGO DI CONFRONTO "PLURALE E APERTO"

20090523 14:41:00 redazione-IT

"Siamo persone di diverso orientamento culturale e politico, con esperienze professionali altrettanto variegate, accomunate dall’interesse per le condizioni e le prospettive degli italiani nel mondo e delle persone che scelgono l’Italia come loro paese di vita". Inizia così la lettera di invito alla presentazione del "Forum per gli italiani nel mondo" (www.forumitmondo.it), in programma martedì prossimo, 26 maggio, dalle 10.00 alle 13:00 nella sede del CSER (Centro Studi Emigrazione Roma) di via Dandolo, 58 a Roma. A sottoscrivere la lettera un gruppo di professori universitari, imprenditori, ricercatori, politici, rappresentanti di associazioni o sindacati che, a titolo esclusivamente personale, hanno deciso di dar vita a un luogo di discussione, approfondimento e confronto aperto e caratterizzato dalla pluralità culturale e politica, dall’autonomia dai partiti e da un forte spirito di innovazione. 28 le firme in calce alla missiva: tra loro i consiglieri del Cgie di nomina governativa (Amaro, Amoretti, Castellengo, Consiglio, Lombardi, Pozzetti, Sinchetto e Volpini) e il Segretario generale Elio Carozza, la presidente della Consulta dell’Emilia Romagna, Bartolini, e quello dei Toscani all’estero Murgia, Ricci della Fiei e Giuliani della Cne, Prencipe del Cser e Sera della Uim; Bea dell’Epasa Cna e Marino del Pd; Maddalena Tirabassi del Centro Altreitalie e Angelo Petruolo, direttore del progetto "Usa l’Italia"; i docenti universitari Macioti (Sociologia) e Todisco (Demografia e Statistica Sociale); i ricercatori Bardelli Danieli, Brandi, Girei, Pugliese e Sanfilippo; Emilio Franzina, docente e curatore del volume "Storia dell’emigrazione italiana" e la giornalista Daniela Binello.

A presiedere il Forum sarà Ignazio Marino, senatore del Pd, medico chirurgo specializzato nei trapianti d’organo, formatosi in Gran Bretagna e poi negli Stati Uniti, dove è rimasto per anni, fino a diventare direttore del centro trapianti del Jefferson Medical College, dove ad oggi mantiene l’incarico di Professore di chirurgia.
"Avvertiamo – si legge nella lettera – una percezione non sempre obiettiva e adeguata della presenza italiana all’estero, non solo per quanto riguarda le politiche di intervento verso le realtà di origine italiana nel mondo, ma anche per quello che riguarda la rappresentazione che di queste realtà si ha comunemente da parte di responsabili istituzionali e politici, di studiosi del fenomeno delle migrazioni e della stessa opinione pubblica. Da qualche tempo, comunque, è in atto un diverso approccio sospinto da una serie di fattori, quali l’avanzata integrazione delle nostre comunità nei Paesi di insediamento, l’avvento di generazioni d’origine che non hanno un legame diretto con l’Italia, ma cercano rinnovate forme di collegamento, l’attenzione per le esperienze interculturali maturate nel passato e perseguite nel presente, il completamento del sistema della rappresentanza con l’adozione del voto per corrispondenza e la presenza di eletti all’estero nel Parlamento nazionale, il numero crescente di stranieri che scelgono il nostro Paese come luogo di lavoro e di vita".
"Nonostante queste obiettive novità – si osserva – non sembrano, però, prendere forma orientamenti e scelte adeguate a corrispondere alle inedite situazioni qui richiamate. Così, ad esempio, la percezione del fenomeno delle così dette "nuove mobilità" si manifesta, di solito, più in termini di rituale evocazione che di analisi, di approfondimento e di obiettiva definizione. Non diversamente da quanto accade per l’aspetto dell’internazionalizzazione delle imprese più dinamiche e aperte, oggetto di enfatici richiami, ma di alterne e poco incisive attenzioni. Stenta a farsi strada, insomma, una visione innovativa e articolata delle migrazioni come fattore attivo e dinamico delle relazioni globali, come stimolo di mutamento delle società nazionali, come occasione di contaminazione e arricchimento culturale".
"Questa difficoltà di conoscenza e di confronto su temi di così grande attualità – per i promotori del Forum – è particolarmente preoccupante per un Paese come l’Italia che, pur avendo un’esigenza vitale di proiezione globale e un’opportunità di internazionalizzazione legata alla presenza di comunità d’origine consolidate e ramificate, non ne riesce a cogliere in modo adeguato la rilevanza. Le misure restrittive decise per le politiche rivolte agli italiani all’estero per il prossimo triennio rischiano, inoltre, di determinare il superamento di una consolidata forma di rapporto tra l’Italia e le sue comunità senza prevederne un nuovo disegno. Al di là dell’identificazione di possibili vie di uscita da situazioni così complesse che richiedono un serio e approfondito confronto, è diffusa la sensazione di isolamento e di dispersione di forze, dovuta non solo alla complessità e alla novità delle problematiche presenti, ma anche al numero limitato di sedi e occasioni di dialogo e di scambio di esperienze e di idee. Parliamo di sedi caratterizzate da pluralismo di culture e di posizioni civili, dalla reale e praticata autonomia rispetto a organizzazioni partitiche e a soggetti istituzionali, dall’orientamento di ricerca e di comprensione degli aspetti innovativi che le migrazioni comportano".
"In questo ambito – si sottolinea nella lettera-invito – occorre riconoscere e sostenere l’azione di rilancio della rete associativa che opera tra le nostre comunità all’estero caratterizzate dalle varie forme di integrazione nelle comunità locali. Tale associazionismo, vissuto come "valore aggiunto" in ambito socio-politico-economico è testimone di pluralismo etnico, culturale e politico, di forme di partecipazione, di rappresentanza, di tutela di diritti socio-assistenziali e di crescita integrale della persona. Per questo ci sembra venuto il momento della creazione di un Forum che faccia del pluralismo, dell’autonomia e dello spirito di innovazione i suoi tratti distintivi".
"Un Forum – sottolineano – aperto a tutte le persone che, qualunque sia il rispettivo orientamento culturale e politico, condividano questa esigenza di dialogo, di approfondimento e di confronto. Per cominciare a dar vita a questo progetto evidenziandone i principali obiettivi si è richiesta e ottenuta la disponibilità del senatore Ignazio Marino a presiedere il Forum per gli italiani nel mondo. Il Professor Marino – spiegano i sottoscrittori della lettera – infatti, per l’esperienza culturale e scientifica accumulata all’estero, per l’impegno a favorire un proficuo ritorno di esperienze e di energie in Italia, per la sua autorevolezza nel mondo scientifico internazionale e per i suoi assidui contatti con la rete dei ricercatori italiani sparsi nel mondo può essere un riferimento significativo per il progetto che è alla base della nascita del Forum".
Alla presentazione del 26 maggio sarà discussa e precisata la missione del Forum, i criteri di adesione, l’assetto funzionale che a esso s’intende dare, le prime iniziative da realizzare.

 
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EmiNews 2009

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