7281 Lo scandalo Berlusconi. Lettera di Roberto Malini a La Repubblica

20090527 16:04:00 redazione-IT

Milano, 27 maggio 2009

Cara Repubblica,

spesso il Vostro giornale – come gran parte della stampa italiana – ha censurato le notizie diramate dal Gruppo EveryOne, notizie che, divulgate correttamente, avrebbero probabilmente limitato i danni della deriva razzista che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi due anni. Poliziotti che pestano Rom e migranti, bambini che muoiono dopo sgomberi, esseri umani gravemente malati costretti a incamminarsi in allucinanti "marce della morte", violazioni atroci dei Diritti Umani che si susseguono nel colpevole silenzio mediatico. Orrori di cui non resterebbe traccia se le relazioni, le testimonianze, le evidenze di una persecuzione non avessero ricevuto attenzione da parte delle Istituzioni europee, del Cerd, dell’Unhcr, che le hanno invece poste alla base di Risoluzioni e documenti ufficiali che stigmatizzano le politiche italiane contro Rom, migranti e poveri.

La nostra posizione critica nei confronti delle Istituzioni, fra l’altro, senza il sostegno mediatico nazionale, ci ha esposto e ci espone a intimidazioni di ogni genere, anche perché, grazie al nostro impegno, riusciamo spesso a evitare che le le forze politiche xenofobe collochino i loro rappresentanti in posizioni chiave europee e internazionali. Il caso più recente, contro cui abbiamo già iniziato a batterci è la candidatura di Mario Mauro alla presidenza del Parlamento europeo. A volte chiudete le porte alla verità: è una critica che ci sentiamo di rivolgerVi, dopo tante constatazioni. Nel frangente attuale, tuttavia, in cui pretendete sincerità e trasparenza da parte del presidente del Consiglio, non possiamo che provare ammirazione per il coraggio che mostrate nel sostenere i diritti dell’informazione nei confronti dei potenti. E’ evidente – come ha scritto Livia Pomodoro, ricevendo scarso spazio nonostante il suo intervento fosse estremamente importante nell’ambito del caso Mills – che nella sentenza che condanna l’avvocato inglese vi siano state "imparzialità e correttezza da parte del Tribunale di Milano". Ed è evidente che un leader politico dovrebbe dire la verità, anche di fronte a un evento imbarazzante come quello che riguarda la sua vita privata, anche perché il governo Berlusconi fa della moralità una bandiera. Il caso Noemi – con il suo corollario di capodanni in Sardegna caratterizzati da festini di giovani ragazze, nella residenza del presidente del Consiglio – avrebbe distrutto l’immagine di qualsiasi altro leader politico. E’ meschino, invece, da parte del centro destra, non cercare di spiegare i fatti – magari giustificando Berlusconi, che è un uomo e che come molti uomini subisce il fascino della bellezza giovane, come dimostrato dal precedente "scandalo" di palazzo Grazioli – ma nascondendoli dietro l’ipotesi di un complotto politico. Secondo noi, il più grave scandalo Berlusconi, però, non è quello legato alla corruzione né all’ultima intervista al giudice Borsellino né alle minorenni e veline e neppure al suo potere di farsi confezionare leggi su misura, per evitare di subire giudizio. Secondo noi, il vero scandalo Berlusconi risiede nelle sue politiche irresponsabili, che hanno condotto ai vertici dello Stato intolleranza, razzismo e persecuzione delle minoranze. Il vero scandalo Berlusconi consiste nella fine, da lui voluta, di qualsiasi progetto di inclusione dei Rom e dei migranti in Italia, di qualsiasi programma di educazione all’antirazzismo riservato alle nuove generazioni, dei valori contenuti nei più importanti documenti mai scritti dall’umanità: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Carta dei diritti fondamentali nell’Ue, la Convenzione di Ginevra, la Costituzione. Non so se il Vostro coraggio basterà, contro un potere che ha pochi limiti e nessuno scrupolo. Comunque, grazie di provarci. Roberto Malini, Gruppo EveryOne

 
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EmiNews 2009

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