7273 Nasce il Forum per gli italiani nel mondo

20090527 10:13:00 redazione-IT

Un luogo di dibattito pluralista nei temi e nei protagonisti, autonomo dagli schieramenti politici, innovatore nella capacità di azione, presieduto da Ignazio Marino sino alla definizione statutaria.
Fra gli obiettivi l’analisi delle nuove forme migratorie (da e per l’Italia) e l’attenzione per le problematiche dei connazionali all’estero

ROMA – Nasce oggi (ieri 26 maggio, nrd) il Forum per gli italiani nel mondo, luogo di confronto e approfondimento delle tematiche che riguardano il fenomeno migratorio, presentato stamani presso la sede romana del Centro Studi Emigrazione (Cser). Ad avviare i primi passi dell’iniziativa un gruppo di professori universitari, imprenditori, ricercatori, politici, rappresentanti di associazioni e sindacati che hanno chiamato a raccolta coloro che a più livelli hanno a che fare con la realtà migratoria, per discutere insieme la costituzione, gli obiettivi e il profilo del Forum.

“Il nostro tentativo è quello di costituire un ulteriore luogo di discussione su una tematica complessa come le nuove forme di mobilità – ha precisato Lorenzo Prencipe, presidente dello CSER, introducendo il confronto – spesso affogata nel mare magnum dei dibattiti sull’immigrazione clandestina e sul disagio sociale. Le domande da cui intendiamo partire riguardano un’analisi di questa mobilità, che ci porta a interrogarci sul perché oggi 400.000 laureati italiani emigrano all’estero, mentre in Italia registriamo solo 140.000 laureati stranieri, e su quale significato questi fenomeni rivestano per la società. Lo CSER, nato 40 anni fa per lo studio dell’emigrazione italiana – ha rilevato Prencipe – oggi vuol essere la casa di coloro che discutono e cercano di approfondire queste realtà”.

“Ci siamo convinti a convocare questa più ampia riunione per la radicalità delle trasformazioni che investono oggi il processo migratorio – ha chiarito Norberto Lombardi, consigliere del Cgie di nomina governativa – specie se consideriamo il passaggio critico attuale nei rapporti con i connazionali all’estero, con tagli ai capitoli di spesa che più che una restrizione di bilancio rivelano un cambio di prospettiva di tipo qualitativo”. Per Lombardi i tagli alla promozione della lingua italiana all’estero si traducono in ripercussioni negative sulla proiezione dell’Italia all’estero mentre con i tagli all’assistenza “il governo per la prima volta delibera l’abbandono nei confronti dell’emigrazione storica”. “La prospettiva culturale entro cui si inquadra l’azione di questa maggioranza nei confronti dei connazionali all’estero ci sono state chiarite dall’intervento del Sottosegretario Mantica alla recente assemblea plenaria del Cgie: con la costituzione di un Museo dell’emigrazione la dimensione comunitaria delle nostre collettività viene smorzata e, appunto, museificata, – prosegue Lombardi – mentre si riduce l’approccio ai fenomeni migratori come processi aperti, che incrociano dinamiche contemporanee”. Per Lombardi questa impressione “viene avvalorata dal modo con cui si sta mettendo mano agli organismi di rappresentanza, nello specifico quella di base, riducendoli e svuotandone le funzioni. L’auspicio è che da questo Forum si possano ridefinire le ragioni profonde della presenza degli italiani nel mondo, tenendo conto dell’evoluzione di queste realtà”.

Il Forum viene definito quindi un luogo di confronto “pluralista nella scelta tematica e nei suoi protagonisti, autonomo rispetto agli schieramenti politici e innovatore rispetto a ciò che già esiste nell’ambito migratorio, per cui non ci si intende sostituire a nessuno – chiarisce Lombardi – ma piuttosto scegliere un terreno d’azione ancora inesplorato, nella consapevolezza dell’importanza che emergano una prospettiva comune e soluzioni condivise”.

Altro intento è quello di ribadire il legame esistente tra le questioni degli italiani all’estero con il fenomeno migratorio in Italia. Per questo, alla presidenza assunta stamani da Ignazio Marino, sino alla stesura dello statuto associativo, prevista per l’inizio di luglio, si lavorerà per l’individuazione di un vice presidente che possa essere significativo entro questo secondo ambito d’azione e di dibattito.

Invitati al Forum anche i 18 parlamentari eletti nella circoscrizione estero “anche se non formalmente inseriti negli organismi costitutivi. Riteniamo che essi – prosegue Lombardi – possano giovarsi dell’impegno che svolgeremo, non perché non facciano un buon lavoro, ma affinché quest’ultimo venga valorizzato, dal momento che le buone idee spesso naufragano nello scontro tra maggioranza e opposizione”. Tra gli impegni già annunciati, con questa fase costituente, un’iniziativa sui ricercatori italiani all’estero e su quelli stranieri in Italia e un approfondimento sui diritti di cittadinanza degli immigrati in Italia – entrambe previste per l’autunno. Lombardi ha anche tenuto a rimarcare la discontinuità tra questo Forum e quello precedentemente istituito “proprio per l’ampiezza del confronto tematico il pluralismo che ci proponiamo – ha detto.

Nel dibattito successivo, i partecipanti all’assemblea hanno discusso intenti e finalità del progetto, apprezzandone utilità e obiettivi di approfondimento. Carolina Bradi, del Cnr, ha rilevato come le indagini statistiche sull’emigrazione italiana di ricercatori e laureati siano sporadiche per mancanza di dati. “Un approfondimento che sappia andare oltre allo studio di casi – ha affermato – è indispensabile per oltrepassare i luoghi comuni. La creazione di una rete tra laureati italiani che operano in Spagna, Germania, Inghilterra e Francia potrebbe essere utilizzata anche a scopi statistici per approfondire quali condizioni spingono alla partenza e quale accoglienza spesso trasforma una permanenza temporanea in definitiva”.

Angelo Lauricella, Presidente dell’Usef, ribadisce il ruolo dell’associazionismo tra i connazionali all’estero, “le cui realtà variegate il Forum potrebbe mettere in contatto anche per superare la crisi che da tempo le associazioni attraversano. Inoltre in questo momento di debolezza nella rappresentanza eletta dai nostri connazionali, diviene indispensabile ritrovare una voce unitaria. Se il Forum contribuirà a far ritrovare questa unità – conclude Lauricella – avrà, per ciò stesso, rilevanza politica”.

Mentre Carlo Cartocci (Rifondazione comunista/ Sinistra europea) sottolinea la necessità che il Forum contribuisca al rafforzamento delle iniziative di base necessarie alla democrazia e alla contro-informazione, anche rispetto alla realtà degli italiani all’estero in Italia, Andrea Amaro, vice segretario generale del Cgie di nomina governativa, rileva come “oggi si tenda a rimuovere il problema emigrazione dall’agenda politica, mettere sotto accusa l’associazionismo e colpire gli organismi elettivi che invece permettono un rapporto con l’Italia, in una crescente insofferenza verso le forme di democrazia e di confronto, unico strumento invece per cogliere e capire la complessità sociale”. “Un paese che non comprende il fenomeno migratorio, lo affronterà in termini negativi, rischiando di minare la coesione sociale – prosegue Amaro – per cui è necessario uscire dalle nostre certezze e cercare di costruire le basi per un ragionamento laico e trasversale che cerchi, nel rispetto dei diritti di tutti, di pervenire a condizioni unitarie, al di là delle singole realtà che ci dividono”.

Necessità di un’iniziativa comune e al di là degli schieramenti politici che viene ribadita anche da Roberto Volpini, componente del Cdp del Cgie, che sottolinea, tra i temi che andranno dibattuti, quello della partecipazione e della progettualità. “Argomenti, in particolare quello della partecipazione – afferma Volpini – che sono strettamente connessi all’associazionismo, custode di valori democratici e difensore dei diritti”.

Intervengono poi, quali esponenti del rapporto con i connazionali emigrati con le Regioni, Lorenzo Murgia (Consiglio dei Toscani all’estero) che ribadisce la necessità di una più netta differenziazione di questo organismo dal precedente Forum e l’ambizione per il nuovo progetto “di fare politica” e divenire un centro studi, e Silvia Bartolini (Consulta dell’Emilia Romagna per l’emigrazione) che auspica, attraverso il Forum, “una battaglia ai pregiudizi trasversali e radicati, grazie alla messa in luce di dati su laureati e imprese all’estero, utili a far capire che esiste una potenzialità nel nostro Paese che non viene presa in considerazione”.

Gian Luigi Ferretti, consigliere del Cgie e direttore del quotidiano L’Italiano, dinnanzi al “disinteresse sconfinante in fastidio che emerge in Parlamento nei confronti degli italiani all’estero, anche dalla parte politica a cui appartengo, è necessario – dice – risolvere un problema di immagine: far comprendere cioè quale sia la realtà dei connazionali anche all’opinione pubblica. In questa battaglia – prosegue Ferretti – legare immigrazione ed emigrazione mi sembra un’operazione controproducente, visto lo sguardo profondamente negativo che accompagna più frequentemente il primo fenomeno”. A valutare se e come articolare una considerazione unitaria di entrambe le complesse tematiche volge anche l’intervento, tra gli altri, di Alberto Sera, segretario generale della Uim.

“Come parlamentari eletti all’estero non possiamo nascondere un punto di debolezza nella nostra azione rappresentato dal fatto che essa non è stata unitaria né a volte così sostenuta dai nostri stessi partiti di riferimento – afferma Gino Bucchino, deputato eletto in America settentrionale e centrale per il Pd. – Emerge oggi forte la necessità di lottare contro l’idea che i nostri problemi siano destinati a scomparire, rivitalizzando gli organismi di rappresentanza come Comites e Cgie”. “Questo Forum dovrà essere dotato di autorevolezza – prosegue Bucchino – se l’ambizione è quella di trovare intenti unitari, che possano parlare a tutti. Ribadisco anch’io la necessità che immigrazione ed emigrazione vadano considerate insieme, entro il Forum, proprio per il valore aggiunto che noi eletti possiamo offrire a questa tematica, mentre mi chiedo se l’invito di tutti e 18 i parlamentari offrirà un terreno di confronto autentico anche tra noi e i parlamentari della maggioranza, con cui in Parlamento c’è difficoltà a dialogare”.

Ha chiuso la mattinata di interventi Ignazio Marino, che ha accettato la presidenza del Forum “sino a che non verrà elaborato lo statuto, in questa fase iniziale – ha detto – per poi procedere ad una elezione democratica delle cariche”. Egli rileva, proprio attraverso la sua esperienza personale di emigrazione, la necessità di considerare insieme ad essa l’immigrazione, proprio per la sensibilità necessaria ad una sua adeguata comprensione, che accomuna entrambi i fronti.

“Credo che il fenomeno migratorio sia la cifra del tempo presente – prosegue Marino – e sentire il rifiuto dell’Italia quale Paese multi-etnico, proprio per il mio arricchimento personale di vita in centri di ricerca internazionali, mi ha profondamente ferito”. “Il dibattito entro il Forum dovrà rivestire una funzione politica e non partitica – ha detto Marino – sia rispetto alle leggi che vorremo che rispetto all’opinione pubblica. E’ necessario porre all’attenzione tutti i temi che oggi voi avete evidenziato, dai fondi per le promozione della cultura italiana all’estero agli scambi tra i ricercatori, dal reato di immigrazione clandestina a ciò che la costituzione intende come diritto alla salute che non può escludere nessuno perché riconosciuto a ciascun individuo, al di là delle questioni di cittadinanza”. “Se noi cercheremo di dare risposte utili a parte di queste questioni, – conclude Marino – il Forum non potrà certo dirsi un progetto inutile”.

(Viviana Pansa – Inform / Eminotizie)

 
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EmiNews 2009

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