7290 Appello per il Proporzionale e per l'Astensione al Referendum

20090528 10:21:00 redazione-IT

Con il proposito di dare continuità e progetto all’appello "La Sinistra per il proporzionale" del 18 settembre 2005, si è costituito il "Comitato per il Proporzionale – Contro la forzatura bipartitica".
Primo impegno del Comitato: intervenire attivamente per smascherare i contenuti antidemocratici dell’attuale legge elettorale. Una legge elettorale per la quale, per altro, è in atto un’iniziativa referendaria dal contenuto ancora più antidemocratico.
Per questo motivo, nella denominazione del Comitato non poteva mancare una sottolineatura riguardo ai contenuti di questa scadenza, con l’obiettivo d’impedire il successo dell’ennesima iniziativa referendaria in materia elettorale. Un’iniziativa referendaria che non ha lo scopo di "abrogare" il cosiddetto Porcellum, bensì di realizzare una porcata ancora peggiore.

"Dal Porcellum al Super-Porcellum", questo, in sintesi, il risultato di questa nuova campagna referendaria che, al solito, viene presentata come la soluzione di tutti i mali.

Entrando nello specifico dei quesiti, è per altro d’obbligo ricordare i rilievi sollevati dalla Corte Costituzionale con la sentenza N. 15 del 2008 in sede di ammissibilità dei referendum abrogativi in oggetto. La Consulta, pur premettendo di non poter esprimere in quella sede giudizio di legittimità costituzionale in riferimento alla legge di risulta e alla legge elettorale vigente, non ha potuto esimersi dal segnalare al Legislatore aspetti problematici in riferimento ad "una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi".
In tal senso, l’obiettivo dei referendum Guzzetta, finalizzati a limitare l’assegnazione del premio di maggioranza alle singole liste e non più ad un insieme di liste collegate, congiuntamente all’esasperata applicazione delle soglie di sbarramento per le forze minori, rappresenta un innegabile peggioramento dell’anomalia segnalata al legislatore. Come ampiamente chiarito dai promotori, i referendum si prefiggono di rendere difficilmente percorribile la strada della costituzione di larghe alleanze, per forzare così l’intero sistema politico verso un confronto elettorale tra forze politiche omogenee, con il prevedibile risultato di allontanare ulteriormente dalla politica gli elettori tagliati fuori da questo meccanismo di rappresentanza e con il concreto rischio di assegnare premi di maggioranza che potrebbero assumere dimensioni da allarme democratico.

Altro aspetto negativo che va denunziato con forza, il tentativo di sottrarre al singolo elettore l’unica possibilità di scelta che ancora gli è concessa dalla legge elettorale vigente. Nel caso di costituzione di coalizioni formate da più liste, sono gli elettori, oggi, pur nell’assenza del voto di preferenza, a disegnare gli equilibri interni alle coalizioni, potendo decidere con il voto quale tra le liste appartenenti alla coalizione favorire. Diversamente, la riproposizione di un cartello elettorale inglobato in un solo simbolo avrebbe il solo effetto di sottrarre agli elettori questa facoltà di scelta, riconsegnando agli apparati di partito il potere di decidere gli equilibri di coalizione da imporre agli elettori.

Un ultima nota, infine, circa i limiti presenti nell’attuale sistema di accesso alla Corte Costituzionale in materia di leggi elettorali. Tali limiti si sono sino ad oggi rivelati tali da impedire l’uso della normale via giudiziaria per poter sollevare la questione di legittimità costituzionale della legge elettorale per l’elezione del Parlamento, così come confermato dall’ampia casistica giurisprudenziale.
Per l’ulteriore peggioramento della già pessima legge elettorale vigente, quindi, a seguito dell’approvazione dei quesiti referendari, si può facilmente prevedere l’impossibilità di far giungere la questione innanzi alla Consulta. Altresì, il pronunciamento popolare verrebbe senza dubbio utilizzato in maniera strumentale per impedire i miglioramenti di cui la legge necessita.

Per tutti i motivi sopra elencati, l’unica risposta che una simile iniziativa referendaria merita è l’astensionismo.
Con l’astensione è infatti possibile impedire l’approvazione dei tre referendum attraverso i quali si vorrebbe imporre agli elettori una forma di bipartitismo coatto, ipermaggioritario, ed espropriarli del tutto di ogni possibilità di scelta.

Per adesioni: info@perilproporzionale.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Java_Script per vederlo.

Primi firmatari e adesioni:

Comitato per il proporzionale e contro la forzatura bipartitica (www.perilproporzionale.org)

Franca Balsamo (ricercatrice, dipart. scienze sociali Università di Torino)
Sergio Cararo (direttore di Contropiano, per la rete dei comunisti)
Angelo Fascetti (Coordinatore nazionale Asia/RdB)

Federico Giusti (rsu cobas)
Valter Lorenzi (Rete nazionale Disarmiamoli)

Germano Monti (circolo Stefano Chiarini)

Claudio Ortale (Capogruppo PRC-SE Municipio Roma 19)
Franco Ragusa (coordinatore di www.riforme.net )

Marco Santopadre (direttore di Radio Città Aperta)
Luciano Vasapollo (direttore del Cestes, docente università La Sapienza)

Per adesioni: info@perilproporzionale.org

www.perilproporzionale.org

 
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EmiNews 2009

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