7312 Rapporto Cgil sui diritti: «Gli italiani sempre più soli di fronte alla crisi»

20090530 16:54:00 redazione-IT

«Un paese in difficoltà, nonostante l’ottimismo di facciata». Così definisce l’Italia il rapporto sui diritti globali, realizzato da Associazione societàinformazione onlus e promosso da Cgil, Actionaid, Arci, Antigone, Cnca, Forum ambientalista, Gruppo Abele e Legambiente.
«La crisi – si legge nel rapporto – sta mordendo la società italiana, i lavoratori, il sistema industriale. Negli ultimi tre mesi del 2008, il Pil è diminuito del 2,6%, mentre le stime per il 2009 lo danno in arretramento di oltre il 3%. Ma il governo ha una strategia opposta a quella del governo americano: tanto quest’ultima è improntata all’idea di un cambiamento forte, perchè niente può tornare come prima, quanto l’iniziativa in Italia è dominata dalla convinzione che al massimo è necessario qualche aggiustamento».

Nel rapporto si legge anche che gli italiani di fronte alla crisi sono sempre più soli e senza rete, e di fronte a un welfare che si ritrae corrono rischi contro cui non hanno protezione. L’11,8% possiede azioni o quote di fondi ad alto rischio sul mercato finanziario; l’8,2% (circa 2 milioni) ha un mutuo per la casa cui far fronte, con (stimate) 56 mila famiglie che saltano i pagamenti e 193 mila che fanno fatica a pagare le rate, il 12,8% (poco più di 3 milioni) che ricorre al credito al consumo. Il 50% delle famiglie italiane, prosegue il rapporto, ha un reddito annuo inferiore a 23.083 euro, 1.924 al mese, un anziano solo vive con meno di 11.458 euro (955 euro mensili), a fronte di chi è solo ma in età attiva (16.274 euro). C’è un capitolo dedicato al miraggio della casa, visto che lo sfratto, il mutuo, l’affitto e le bollette in arretrato sono causa di vulnerabilità, e spesso anche di passaggio a veri stati di povertà. Sta diminuendo l’acquisto (-13% nel 2008) e contemporaneamente aumentano i costi dell’affitto: +130% dal 1998. Segnalata nel rapporto anche la «beffa della social card».

Commentando il rapporto, Don Luigi Ciotti fa notare che il problema non è solo di carattere economico, visto che nel nostro Paese è in corso un attacco ai diritti «avvenuto in modo chirurgico», con «la copertura di buona parte dei mass media, asserviti a quegli stessi giochi di potere che avrebbero dovuto denunciare». Il presidente del gruppo Abele accusa il governo di aver sfornato a getto continuo misure di sicurezza in aperto contrasto con i diritti fondamentali della persona», mettendo dall’altro lato «i reati dei potenti e dei colletti bianchi al riparo dalla legge». Secondo Don Ciotti, la nostra legge sull’immigrazione è «fra le più disumane» e «la deriva legislativa ha provocato un imbarbarimento dei costumi».

Di fronte a questo arretramento, per il presidente dell’Arci Paolo Beni, «l’alternativa non può essere rispolverare l’intervento pubblico e l’economia, ma mettere in discussione un modello di sviluppo che sta implodendo».

www.unita.it

 
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EmiNews 2009

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