7306 Intolleranza etnica nel Pd: una realtà preoccupante

20090529 11:10:00 redazione-IT

di Roberto Malini

Milano, 28 maggio 2009. Abbiamo segnalato numerosi casi di intolleranza e persecuzione etnica di cui si sono resi responsabili esponenti del Pd e del centrosinistra, da Firenze a Bologna, da Pesaro a Milano. Particolarmente gravi, proprio a Milano, le esternazioni di Filippo Penati, presidente della Provincia. In diverse occasioni, Penati ha ribadito pubblicamente i suoi pregiudizi riguardo ai Rom: "Sono un problema", "Molti di loro sono delinquenti, che fuggono quando viene annunciato uno sgombero", "Occupano abusivamente aree e stabili", "Costruiscono ville abusive da decenni". Penati giunge persino a definire "buoniste" le politiche intolleranti di De Corato e "deboli" le purghe etniche ordinate dalla giunta comunale, azioni che hanno causato la scomparsa dell’etnia Rom romena dal capoluogo meneghino. All’inizio del 2007 i Rom romeni a Milano erano circa 7.000: uno dei numeri più bassi di tutte le grandi città europee. Le azioni persecutorie condotte dal comune di Milano hanno ridotto i Rom romeni a circa 2.000 unità, che per la maggior parte vorrebbero abbandonare l’Italia per rientrare in Romania, ma che non possono farlo perché non hanno il denaro necessario al rinnovo dei documenti e all’acquisto del titolo di viaggio.

Il Gruppo EveryOne ha chiesto al governo italiano, incontrando il presidente della Camera Gianfranco Fini e il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, di stanziare una somma di 150/200.000 euro, sufficiente a consentire i rimpatri volontari dalla città di Milano. La risposta è stata negativa: nessuno stanziamento per i ritorni volontari, ma un budget di 12 milioni di euro per le politiche degli sgomberi, delle "bonifiche" e della messa in sicurezza dei luoghi in cui i Rom potrebbero rifugiarsi: discariche, edifici e fabbriche abbandonate, ponti. Le dichiarazioni di Filippo Penati equivalgono a quelle che consentirono alla propaganda tedesca negli anni 1930 e 1940, di bollare i Rom come "asociali", criminali inveterati da perseguitare su tutto il territorio del Reich. "Sono un problema," tuonava Himmler. "Occupano abusivamente edifici e terreni," recitava una circolare dell’Ufficio Centrale del Reich per combattere la piaga zingara. "Molti di loro sono criminali," avvertiva la stampa di regime, che preannunciava anche la demolizione delle loro "case abusive". Niente è cambiato e le risposte che la verità storica ha fornito ai nazisti, condannando le loro azioni come crimini contro l’umanità, sono le stesse che inviamo ai nuovi intolleranti:

1) Il problema non sono i Rom, ma il razzismo e la persecuzione istituzionale che impedisce la loro integrazione nella società italiana, la propaganda razzista condotta da politici e media senza scrupoli, la diffusione – da parte loro – di odio razziale che è causa di infinite sofferenze, lutti ed esclusione;

2) è vero che i capifamiglia Rom fuggono prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, quando vengono decise le purghe degli insediamenti. Fuggono perché sono l’unica speranza di sostentamento e di difesa delle loro famiglie ed è matematico che di fronte alle autorità o alla giustizia vengono considerati ala stregua di sub-umani, senza diritti, capri espiatori dell’intolleranza ed etnico. Fuggono perché hanno subito, in Italia, decine di episodi di violenza, intimidazione, odio razziale sia da parte delle istituzioni che di privati cittadini. La criminalità a Milano, però, non è caratterizzata dai quattro spiccioli che i Rom raccolgono con la questua, ma dalla centinaia di milioni di euro che derivano dagli intrecci fra crimine organizzato, impresa e politica. La "caccia ai Rom" serve anche a coprire la natura di capitale della criminalità organizzata che si rafforza a Milano giorno dopo giorno (e che fa comodo a molti);

3) le famiglie Rom che si rifugiano in Italia non occupano abusivamente terreni e stabili, ma si rifugiano in luoghi abbandonati e inospitali per ripararsi dalle intemperie e dai pericoli del mondo esterno; se il popolo italiano sapesse quanti miliardi di euro sono stati sprecati dai servizi sociali sul territorio nazionale, senza che l’emergenza umanitaria legata ai Rom fosse mai affrontata seriamente, di certo non accorderebbe il consenso all’attuale classe politica. Abusivo è il ruolo degli amministratori delle città, che violano le disposizioni internazionali in materia di politiche sociali e integrazione, promuovendo l’odio etnico;

4) le "vile abusive" che una percentuale piccolissima di Rom possiede – e che le Istituzioni smantellano con metodo persecutorio e incivile – sono frutto di decenni di esclusione, che hanno consentito a persone senza diritti di investire proventi faticosamente guadagnati, spesso attraverso lavori sottopagati, per acquistare terreni e, ano dopo anno, edificare edifici non più precari, nella speranza di "mettere radici" in una città. Nel resto d’Europa le abitazioni "abusive" dei Rom sono state sanate, anche quale minima forma di risarcimento verso esseri umani cha hanno subito persecuzioni reiterate e indegne di società civili e democratiche.

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Manifestazione di intolleranza a Roma contro il Casilino 900

Roma, 28 maggio 2009. Ha avuto luogo oggi una manifestazione all’insegna dell’odio razziale contro la presenza a Roma dell’insediamento Rom del Casilino 900. Una cinquantina di intolleranti ha manifestato, in un clima di palpabile, violenta ostilità, contro la comunità Rom, lanciando proclami intolleranti e accusando gli abitanti del campo di accendere fuochi per recuperare il rame da vecchi cavi, sprigionando vapori di diossina. Najo Adzovic, portavoce del campo ha smentito le accuse, sottolineando l’angoscia in cui vive la sua comunità, nell’indifferenza istituzionale: "Abbiamo paura, non accendiamo più fuochi, come promesso al sindaco, ma temiamo possano aggredirci”.

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EmiNews 2009

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