7356 LE REAZIONI ALLE DECISIONI DI CHIUSURA DI 17 CONSOLATI NEL MONDO

20090611 16:30:00 redazione-IT

[b]- LA CHIUSURA DEL CONSOLATO A SAARBRÜCKEN SAREBBE UNA GROSSA PERDITA PER IL MIO LAND: SUL CORRIERE D’ITALIA LA LETTERA DI PETER MÜLLER AL MINISTRO FRATTINI
– L’ON. DI BIAGIO (PDL): È IN CORSO LO SMANTELLAMENTO DELLA RETE CONSOLARE – LE NOSTRE PROPOSTE RIMANGONO INASCOLTATE
– LO SDEGNO DI RANDAZZO E FEDI (PD): SCANDALOSA LA CHIUSURA ANNUNCIATA DEI CONSOLATI DI BRISBANE E ADELAIDE
– CHIOCCHETTI (PD): DOPO LA SCUOLA ORA TAGLI AI CONSOLATI – COSÌ NON VA
– L’INTERVENTO DEL SEN. MICHELONI (PD): QUESTA È UNA MACELLAZIONE DELLA RETE CONSOLARE
– L’INTERVENTO DELL’ON. NARDUCCI (PD): AL GOVERNO CONTINUA A SFUGGIRE LA VISIONE DI INSIEME
– LO SCONCERTO DI SILVANA MANGIONE (CGIE): DECISIONI SENZA SENSO
– L’ON. RAZZI (IDV) SCRIVE AL SOTTOSEGRETARIO: CREARE NUOVE SEDI CONSOLARI ONORARIE[/b]

[b]LA CHIUSURA DEL CONSOLATO A SAARBRÜCKEN SAREBBE UNA GROSSA PERDITA PER IL MIO LAND: SUL CORRIERE D’ITALIA LA LETTERA DI PETER MÜLLER AL MINISTRO FRATTINI[/b]

FRANCOFORTE aiseEminotizie – La questione della chiusura dei consolati in Germania è diventata ormai un argomento che tocca da vicino anche gli interessi dei tedeschi. Lo dimostrano vari articoli di stampa e soprattutto una lettera inviata al ministro degli affari esteri Franco Frattini, dal ministro presidente del Saarland e attuale presidente del Bundesrat Peter Müller, di cui dà conto il "Corriere d’Italia", mensile diretto a Francoforte da Mauro Montanari.
"Il politico tedesco – si legge sul giornale – elenca nel suo messaggio tutti i vantaggi che la presenza del consolato comporta a favore dei rapporti culturali, politici, sociali ed economici italo-saarlandesi (l’Italia è uno dei maggiori partner dell’economia del Saarland con un volume d’esportazione verso il Bel Paese di oltre 1,5 miliardi di Euro all’anno). Peter Müller ha ricordato a Frattini che la chiusura del Consolato rischierebbe di rendere orfani oltre 400 imprenditori italiani che operano nella regione e che hanno creato più di 4000 preziosi posti di lavoro. Il Consolato è il loro prezioso interlocutore e funge da mediatore nei rapporti con la burocrazia e con le istanze locali".
"Lo stesso Peter Müller – si legge ancora sul "Corriere d’Italia" – ha citato l’importanza dei corsi di lingua e cultura italiana e gli sforzi del Consolato di introdurre l’insegnamento della nostra lingua nei regolari curricula delle scuole locali. Il Ministro, ha anche messo in evidenza l’importanza del consolato nell’organizzazione di una miriade di manifestazioni culturali che arricchiscono la vita del Land. Peter Müller si è già espresso in altre occasioni positivamente sull’operato del Consolato nel contesto dell’integrazione sociale. È utile ricordare che la riforma della legge tedesca sull’integrazione del 2001, con la quale è contemplata per la prima volta la possibilità della doppia cittadinanza, fu il frutto di una specie di compromesso storico Cdu/Spd ad opera di Peter Müller e Otto Schilly".
"La lettera di Müller a Frattini – conclude l’articolo – termina con la preghiera di voler fare il possibile per salvaguardare il servizio consolare, affermando che "la chiusura del Consolato a Saarbrücken sarebbe una grave perdita per il Saarland"". (aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ L’ON. DI BIAGIO (PDL): È IN CORSO LO SMANTELLAMENTO DELLA RETE CONSOLARE – LE NOSTRE PROPOSTE RIMANGONO INASCOLTATE[/b]

ROMA aiseEminotizie – "Dopo la relazione di Mantica si respira un’aria tesa, una sensazione di profondo rammarico per un progetto di razionalizzazione della rete Mae all’estero che fugge ogni logica o criterio, reso noto a sorpresa senza una consultazione preliminare ed una riflessione condivisa nelle opportune sedi. La preannunciata chiusura di 11 sedi consolari nel territorio europeo, unite ad altri preoccupanti prospettive su altre sedi estere, rappresentano un grave scacco alla nostra presenza all’estero e soprattutto alla storia della nostra emigrazione". Questo il commento a caldo di Aldo Di Biagio, responsabile italiani nel mondo del PdL, alla relazione sulla ristrutturazione della rete consolare presentata questa mattina dal sottosegretario Mantica di fronte alle Commissioni esteri di Camera e Senato.
Per Di Biagio, "queste presunte logiche di razionalizzazione della rete non possono presentarsi come una strutturata azione di Governo, ma come un piano, direi maldestro, di accenno ad una ottimizzazione delle risorse che intende mantenere però inalterate le sacche di sprechi e di privilegi dell’intera struttura. Questa razionalizzazione, da mesi preannunciata – continua Di Biagio – prende le forme di un vero e proprio smantellamento di alcune sedi strategiche del Mae, del loro legame sul territorio della loro capacità di essere riferimento per le comunità e per le realtà imprenditoriali operanti all’estero. Queste dinamiche sono ancora più gravi se lette nell’ottica delle relazioni internazionali: infatti qualche giorno fa su alcuni quotidiani tedeschi è stata riportata la notizia di una nota trasmessa dal presidente del Bundesrat Peter Müller al ministro Frattini nella quale si dichiarava che la chiusura del Consolato a Saarbrücken avrebbe rappresentato una grossa perdita per tutto il Land".
"Queste riflessioni, che si arricchiscono se si guarda al grosso potenziale in termini di supporto amministrativo, economico e sociale delle nostre sedi estere nel Mondo – precisa Di Biagio – sono state del tutto bypassate adducendo come legittimazioni i livelli di integrazione delle nostre comunità nei territorio di residenza, dato purtroppo non veritiero se si guarda ad alcune precise regioni".
Il deputato parla quindi di " un progetto mal inquadrato e mal organizzato" che "dovrebbe essere finalizzato al risparmio di 8 milioni di euro, ma siamo ben consapevoli che tale riorganizzazione non potrà condurre a questi risultati e soprattutto che attraverso dinamiche ben diverse, intervenendo magari su precise sacche di sprechi, sarebbe possibile rendere concreto un siffatto risultato".
"È preoccupante – prosegue il parlamentare del Pdl – apprendere che molte sedi, qualche mese fa a rischio chiusura, siano state promosse a sedi salvate, ciò sarebbe la chiara conferma che non c’è alcun criterio direttivo alla base di queste scelte ma che tutto sarebbe stato affidato alle pressioni più o meno forti esercitate da determinati referenti sullo stesso dicastero, che si sarebbe ridotto ad una sorta di mercanteggio delle sedi da salvare e quelle da sacrificare in nome della razionalizzazione. Queste dinamiche amplificano l’amarezza di quanto disposto dal Mae. Le nostre proposte sono state disattese ma c’è ancora il coraggio di guardare avanti e di vincere questa battaglia insieme a tutti i parlamentari eletti all’estero. Presenteremo una proposta articolata in più punti al ministro Frattini al fine di fornire un piano concreto alternativo alla falcidiata di consolati esplicitata in mattinata".
"Non è possibile riformulare la struttura del Mae senza un confronto diretto con i parlamentari che rappresentano quelle comunità direttamente coinvolte, è un atto – conclude Di Biagio – che denigra l’istituzione che rappresentiamo ed i valori che incarniamo sotto il profilo istituzionale". (aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ LO SDEGNO DI RANDAZZO E FEDI (PD): SCANDALOSA LA CHIUSURA ANNUNCIATA DEI CONSOLATI DI BRISBANE E ADELAIDE[/b]

ROMA aiseEminotizie – "L’irrazionalità ha vinto col progetto di chiusura di 22 consolati italiani nel mondo secondo il piano di razionalizzazione della rete consolare annunciato ufficialmente oggi dal sottosegretario Alfredo Mantica". Questo il commento di Nino Randazzo e Marco Fedi, l’uno senatore, l’altro deputato entrambi del Pd eletti nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, che sottolineano come "tra le regioni del mondo più colpite risulta l’Australia, dove nel 2010-2011 è prevista la chiusura delle sedi consolari di Adelaide, con passaggio delle competenze a Melbourne, e Brisbane, con sdoppiamento di questa giurisdizione fra Sydney (per il Queensland) e Perth (per il Northern Territory)".
I due parlamentari, in particolare, manifestano le loro perplessità per quanto concerne l’assistenza ai connazionali, visto che, come detto da Mantica, "l’accorpamento risulterebbe, approssimativamente, in 55.000 cittadini italiani residenti nella ridisegnata circoscrizione di Melbourne, 45.000 in quella di Sydney e 15.000 in quella di Perth".
"Altre 13 sedi consolari – accusano Randazzo e Fedi – scompaiono, nella ristrutturazione-sfascio, in Europa centrale e occidentale fra Germania, Belgio, Svizzera, Francia, Regno Unito, due in Africa (fra cui Durban), due negli Stati Uniti (Detroit e Filadelfia), Gedda in Arabia Saudita, Karachi in Pakistan, Alessandria in Egitto. Oltre al Canada, assolutamente esclusi dai tagli l’Est europeo, il Sud America, il Centro America e la quasi totalità del continente asiatico. Il tutto con una previsione di risparmio, a pieno regime dopo il 2011, di appena 8 milioni di euro".
"L’assurdità del nuovo scenario, disegnato dal più "anti-italiano all’estero" dei governi nella storia dell’Italia repubblicana – affermano ancora Randazzo e Fedi – anche per quanto riguarda la sola Australia, è evidente da diversi aspetti dell’audizione-relazione di Mantica. Avere ignorato la realtà fisica di un intero continente e deciso di sopprimere le rappresentanze consolari di Queensland-Northern Territory, un territorio di oltre 3 milioni di chilometri quadrati con una forte presenza storica di cittadini ed oriundi italiani, ed avere deciso altrettanto per la nostra dinamica comunità del South Australia, uno Stato di oltre 985 mila chilometri quadrati equivalente in superficie a tre volte l’Italia, non depone molto bene né per l’intelligenza né per l’onestà intellettuale di chi queste decisioni ha elaborato o avallato".
"Così – aggiungono – in uno sciagurato prossimo futuro il meschino "sportello" che presumibilmente verrà aperto a Brisbane avrà il suo ufficio competente per ogni pratica a Sydney a 730 chilometri e un’ora e mezzo di volo; per Darwin il riferimento sarà a 4.040 chilometri ed oltre quattro ore di volo a Perth; mentre da Adelaide si potrà facilmente raggiungere Melbourne, 654 chilometri più ad est, con appena un’ora di volo. Gli italiani d’Australia delle diverse generazioni e tutti gli australiani interessati per qualsiasi motivo all’Italia, sono serviti".
Per i due parlamentari è poi "scandaloso che si tratti di decisioni amministrative perentoriamente decretate nell’assenza di un dibattito parlamentare dove si metterebbe a nudo l’insensibilità e il gioco politico perverso di un governo che allo stesso tempo si appresta a smantellare le strutture democratiche rappresentative dei Comites e del CGIE, non nascondendo neppure l’intenzione di una spallata alla stessa rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero. Non deve neppure passare inosservata la dichiarazione di Mantica, secondo il quale, forse per scaricare parte della responsabilità della manovra, le nostre autorità diplomatiche nei Paesi interessati avrebbero già dato il loro benestare. Saremmo particolarmente interessati a conoscere l’espressione del parere dei nostri capimissione a Canberra e Pretoria".
Infine, Randazzo e Fedi definiscono "squallido e desolante questo ulteriore deterioramento dell’immagine dell’Italia nel mondo, subito dopo l’abbattimento di corsi di lingua e attività culturali all’estero, mentre ambasciatori e consoli vengono istruiti dalla Farnesina a cercare sponsor privati per la stessa gestione e manutenzione delle sedi di rappresentanza, dando all’opinione pubblica internazionale l’indecente immeritata impressione di un Paese di elemosinanti e pezzenti".
"Non dovrà mancare, fra gli italiani all’estero, un sussulto di condanna e di protesta contro una somma di ingiustificate operazioni punitive a danno di chi l’immagine e gli interessi dell’Italia nel mondo li vive sulla propria pelle e li difende veramente. Molto meglio – concludono – degli odierni occupanti politici dei palazzi del potere a Roma". (aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ CHIOCCHETTI (PD): DOPO LA SCUOLA ORA TAGLI AI CONSOLATI – COSÌ NON VA [/b]

ROMA aiseEminotizie – "Così proprio non va. Il Governo della destra continua a penalizzare gli italiani che vivono fuori dai confini nazionali. Prima taglia pesantemente l’insegnamento della lingua italiana e l’assistenza, causando un enorme danno agli oltre 700.000 ragazzi che in tutto il mondo vorrebbero continuare a studiare la nostra bella lingua. Ora il Governo ha in programma una pesante ristrutturazione della nostra rete consolare annunciata questa mattina in Parlamento". È quanto afferma in una nota Maurizio Chiocchetti, coordinatore del PD per gli Italiani nel mondo a commento dei dati presentati questa mattina dal sottosegretario Mantica nell’audizione svolta di fronte alle commissioni esteri di Camera e Senato.
"I tagli previsti – per Chiocchetti – sono pesanti soprattutto in Europa dove spariscono tra gli altri i consolati di Manchester, Losanna, Coira, Genk, Liegi, Mons, Lille, Mulhouse, Mannheim, Saarbrucken, Amburgo, Norimberga. Ma anche in Paesi molto vasti geograficamente come l’Australia e gli Stati Uniti si sopprimono consolati importanti come quelli di Philadelphia e Detroit, Adelaide e Brisbane. Le nostre collettività italiane all’estero – commenta – risultano essere dunque seriamente penalizzate anche per la qualità del servizio offerto". Al contrario, per il dirigente del Pd, "serve investire di più dunque e discutere seriamente con le popolazioni interessate. Il PD si oppone a questo progetto illustrato dal Governo", conclude Chiocchetti che annuncia: "ci riuniremo nei prossimi giorni, a partire dai nostri parlamentari, per discutere quali iniziative porre in essere nelle prossime settimane per testimoniare la viva contrarietà a questa proposta di razionalizzazione della nostra struttura consolare". (aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ L’INTERVENTO DEL SEN. MICHELONI (PD): QUESTA È UNA MACELLAZIONE DELLA RETE CONSOLARE[/b]

ROMA aiseEminotizie – "Più che un piano di razionalizzazione, direi che è di macellazione". Non usa mezzi termini Claudio Micheloni, senatore del Pd intervenuto questa mattina dopo l’audizione con cui il sottosegretario Mantica ha spiegato alle commissioni esteri di Camera e Senato come la farnesina intende ristrutturare la rete diplomatico-consolare.
"La più grossa delusione – ha aggiunto Micheloni – è che non c’è nessuna logica nuova in questo piano. Il Sottosegretario ci ha detto cose che andiamo ripetendo da anni. Io credo che sia impossibile che il Mae sia in grado di rigenerarsi da solo. La logica che esce da questo Piano mostra che il Ministero degli Esteri è avvitato su se stesso e incapace di recepire nuove riflessioni".
"In qualsiasi azienda – ha proseguito il senatore del Pd – prima di chiudere vecchi settori di produzione si avviano quelli nuovi. Sono 15 anni che si parla di reti informatiche, e sì è vero che gli sportelli consolari sono stati "inventati" nel 2006, ma è anche vero che alcuni di questi sportelli non aprono perché non ci sono 15 euro per il biglietto del treno all’impiegato. Non è un aneddoto, posso documentarlo. Ora mi chiedo che possiamo sperare più. Fra qualche mese chiudono i corsi di lingua e cultura, ora si aggiunge questa "razionalizzazione" che nulla ha a che vedere con una riflessione vera sulla missione del Mae".
Missione, ha ribadito il senatore, che per il Ministero italiano è "doppia" rispetto agli altri Paesi. "C’è sì la parte di politica estera e la promozione dell’Italia e della sua economia, come tutti; ma poi c’è la nostra collettività all’estero. Questa è la seconda missione del Mae che va affrontata in un altro modo con strumenti che la Farnesina non ha e non si vuole dare perché si va a toccare un mondo che funziona chiuso su se stesso. Sportelli, personale, agenzie: quello che chiediamo non sono risorse per i ricevimenti ma per i servizi per gli italiani all’estero".
Entrando nel caso specifico del Belgio (dove chiuderanno le sedi di Genk, Liegi e Mons – ndr), Micheloni ha ricordato che "lì vivono anziani che sono gli emigrati che abbiamo venduto per il carbone nel secolo scorso. Ora gli spieghiamo che stiamo razionalizzando e gli chiediamo di andare su internet per prendere un appuntamento".
Avviandosi alla conclusione, Micheloni ha chiesto a Mantica di "fermare questa cosa e aprire un dibattito vero perché per 8 milioni di euro non si può continuare a tagliare tutti i ponti con gli italiani all’estero. È un atto di cecità politica totale prodotto dell’amministrazione del Mae. Se il Governo condivide questa scelta, il dialogo sugli italiani all’estero è chiuso. Basterebbe tornare all’utilizzo dei voli di stato di questo Governo per coprire 4 volte questa cifra. Questo piano è offensivo. Chiedo al Governo di fermare questa operazione e di aprire un dibattito vero col Parlamento. Anche sui beni demaniali. Non si può dire "chiude Losanna si va a Ginevra, perché lì abbiamo una casa", quando Losanna è una città centrale. Qualsiasi dirigente d’azienda che proponesse ciò – ha concluso – sarebbe licenziato in tronco". (m.c.aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ L’INTERVENTO DELL’ON. NARDUCCI (PD): AL GOVERNO CONTINUA A SFUGGIRE LA VISIONE DI INSIEME[/b]

ROMA aiseEminotizie – "Io apprezzo la franchezza del sottosegretario Mantica e del Governo. Se questa è un’audizione che vuole avviare un dialogo va bene. Ma se l’Italia vuole avere un ruolo nel sistema di internazionalizzazione e una politica estera supportata da fatti concreti nei livelli nazionali dove noi operiamo, non si può accettare una "razionalizzazione che invece è un piano di smantellamento causato dal bilancio del Mae che è il più disastrato di tutti i paesi che contano nel G8". Deputato del Pd eletto in Europa, Franco Narducci ha commentato così i dati sciorinati poco prima dal sottosegretario Mantica che questa mattina è stato audito dalle commissioni esteri di Camera e Senato sulla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare. Intervenendo nel dibattito seguito all’audizione, Narducci ha stigmatizzato in particolare la "mancanza di programmazione economica" dietro le misure del Piano del Mae.
"Sappiamo tutti – ha citato ad esempio – che solo per chiudere una sede servono così tanti soldi da annullare di fatto il risparmio annunciato (8 milioni di euro in totale – ndr). La densità degli italiani all’estero, le distanze tra l’una e l’altra sede, gli organici, le risorse che generano le sedi che vengono chiuse, la loro importanze strategica: di tutto questo si tiene conto?".
Che non siano stati usati criteri univoci, per Narducci, emerge dal "caso" tedesco: "sappiamo bene – ha detto in proposito – che chiudiamo Amburgo perché l’ambasciatore Puri Purini ha scritto che Hannover non si può chiudere ora che c’è il Forum sull’energia e la fiera dell’informatica in cui l’Italia avrà un ruolo importante. E questa è razionalità? In questo caso sono stati usati i criteri del vantaggio per l’Italia e questo deve essere fatto in generale".
Narducci ha quindi ricordato che, in base alla dotazione per il 2009, "i consolati non hanno i soldi neanche per la minima manutenzione. Il Ministro Zuppetti sa cosa significa. Sono stati tagliate le spese postali! La gente non può fare 150 km per votare alle europee. Nessuno in Italia lo fa!".
Per il deputato, al contrario, serve "una manovra più a vasto raggio e più meditata. Qui stiamo parlando degli interessi dell’Italia, non è una questione di maggioranza e opposizione. Gli italiani all’estero contribuiscono alla valorizzazione del flusso economico verso l’Italia. Hanno bisogno di punti di riferimento. Abbiamo detto più volte che non servono ambasciate in tutti e 27 i paesi dell’Ue, quanto punti di riferimento sul territorio sia per le nostre collettività che per chi fa business con il nostro Paese. Nell’Ue, in quei paesi dove il Mae ha riscontrato una "integrazione avanzata", alcuni servizi consolari possono essere trasferiti alle autorità locali, ma bisogna ridefinire i negoziati, gli accordi e per farlo i consolati devono essere presenti".
Quanto alla Svizzera, Narducci si è compiaciuto del fatto che "è passato il concetto che le agenzie consolari non devono essere cancellate visto che nel Paese ci sono 550 mila italiani. Lei – ha aggiunto rivolgendosi a Mantica – ha detto che l’agenzia di Neuchatel rimane: ma alcune competenze contabili della sede quando è stata declassata sono state trasferite a Losanna, che ora viene chiusa. Losanna ha una circoscrizione che va da Domodossola a Neuchatel: è vero che Ginevra sta a 70 chilometri, ma Losanna è centrale e copre una fascia geografica enorme".
Insomma, dalla relazione di Mantica, il deputato ha desunto "elementi che mi fanno dire che il piano è dettato da esigenze economiche così come previste dal bilancio triennale del governo. Avremo emergenze gravissime queste autunno, con la chiusura dei corsi di lingua e cultura. Avete pensato ai soldi che generano i visti? È di ieri la notizia che la Svizzera è diventato il 4 partner dell’Italia!".
Concludendo, Narducci ha ribadito che "non si può agire così episodicamente, in base ai criteri imposti dalla manovra finanziaria e senza valutare il peso specifico delle diverse sedi. Mi auguro che si imposti un confronto serio anche con i Presidenti delle commissioni esteri e che si ascoltino tutti prima di decidere queste chiusure". (m.c.aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ LO SCONCERTO DI SILVANA MANGIONE (CGIE): DECISIONI SENZA SENSO[/b]

NEW YORK aiseEminotizie – "Ho letto con assoluto sconcerto il rapporto sull’audizione del Sottosegretario di Stato con delega per gli italiani all’estero, Alfredo Mantica, alle Commissioni Esteri congiunte Camera e Senato.
Confesso di non riuscire a capire il comportamento di una Nazione che da un lato giustamente potenzia la promozione del "sistema Italia" nel mondo e dall’altro smantella tutte le postazioni ed i punti di riferimento istituzionali nei luoghi che possono meglio favorire il radicamento nei territori e nei mercati dello stesso sistema di "made in Italy" e "made by Italy". Altri responsabili delle comunità in altri continenti lo faranno per quanto li riguarda. A me corre l’obbligo di parlare della situazione nei Paesi anglofoni extraeuropei". Vice segretario generale per i Paesi Anglofoni extra Ue del Cgie, Silvana Mangione non nasconde le sue perplessità su alcune delle chiusure di sedi consolari annunciate questa mattina da Mantica.
"Mi chiedo – scrive infatti – se l’Italia si rende conto che Durban è il maggiore porto dell’Africa rivolto verso l’Asia e del volume di affari che rappresenta. La stessa cosa si può dire di Brisbane, città e porto che costituisce un vero asset per il bel Paese e sta vivendo la più rapida crescita demografica ed economica in Australia al pari di quanto sta avvenendo negli Stati Uniti con Filadelfia. È interessante, per non dire stupefacente, che pochi mesi fa sia stato inviato a Filadelfia un dirigente scolastico ed ora si voglia togliere il Consolato Generale del quale egli dovrebbe guidare l’ufficio didattico. Della serie: non sappia la mano destra quello che fa la sinistra".
"Mi chiedo – aggiunge il vice segretario del Cgie – se l’Italia è a conoscenza del fatto che la FIAT è stata appena autorizzata all’acquisto di gran parte degli asset della Chrysler e che Detroit e il Michigan diventeranno punto chiave per le operazioni negli USA della nostra massima industria. Ovviamente questo è il momento più adatto a potenziare, non cancellare il Consolato di Detroit. Non ho parlato finora di altri rischi insiti in questi tagli privi di logica, perché è ormai chiaro a tutti che si è aperta la stagione di caccia ad oltranza agli italiani all’estero, percepiti come "diversi" al pari degli immigrati, una visione xenofoba, provinciale e chiusa, che nega l’evidenza del contributo fondamentale della rete degli espatriati al passato, al presente ed al futuro dell’Italia".
"In questa luce – per la Mangione – ricade anche la paventata chiusura del Consolato ad Adelaide, che non prende in considerazione le distanze enormi tipiche delle nostre aree continentali e della capillare presenza italiana dappertutto. Se l’Italia pensa che i delegati alla Conferenza dei Giovani italiani nel Mondo possano di colpo sostituirsi alle realtà associative, accademiche, politiche ed economiche, costituite dai discendenti dell’emigrazione tradizionale, e incarnare una forza altrettanto vigorosa e vigile, dimostra una miopia manageriale davvero preoccupante. I giovani – sottolinea – non rimangono giovani in eterno e, se si toglie loro ogni supporto, non si può pretendere che assumano l’enorme onere di azioni quotidiane, puntuali, precise, costruttive messo in opera dalle rappresentanze democratiche e dal mondo associativo insieme".
"Se l’Italia crede che queste funzioni possano essere assolte dai cosiddetti cervelli in fuga, sarebbe bene che si interrogasse sul significato delle parole "in fuga", così superficialmente adoperate, senza rilevarne il contenuto di condanna verso le strutture del paese d’origine. Sembra quasi – argomenta Silvana Mangione – che le uniche rimaste a capire e tesaurizzare la ricchezza dell’apporto reale e potenziale dei connazionali all’estero siano le Regioni, che stanno ben operando nel tessere con loro rapporti sempre più stretti in ogni campo. Non vorrei che la nostra unica speranza rimanesse quella dell’eternamente annunciata riforma della Costituzione italiana, diventata molto più probabile dopo gli esiti delle elezioni europee e certamente apportatrice di nuovi obiettivi della proiezione dell’Italia all’estero".
"Fino ad allora – conclude – prego in ginocchio il Governo di non voler cancellare con un colpo di penna le sedi diplomatico-consolari che metteranno in ginocchio non solo gli espatriati e le loro rappresentanze, ma anche la penetrazione dell’Italia in quattro Paesi e tre continenti fondamentali per il suo futuro. Grazie". (aise)

[b]RELAZIONE MANTICA/ L’ON. RAZZI (IDV) SCRIVE AL SOTTOSEGRETARIO: CREARE NUOVE SEDI CONSOLARI ONORARIE[/b]

ROMA aise – Istituire sedi consolari onorarie al posto dei Consolati che da qui al 2011 chiuderanno i battenti: questa la proposta che l’onorevole Antonio Razzi (Idv) avanza al sottosegretario Alfredo Mantica, all’indomani della audizione in Parlamento in cui è stato ufficializzato il piano di ristrutturazione della rete diplomatico-consolare italiana all’estero. Razzi ha infatti inviato a Mantica una lettera in cui innanzitutto riconosce "le esigenze di risparmio", ma subito precisando che esse vanno praticate sempre "salvaguardando il diritto del connazionale italiano residente all’estero, fruitore di servizi e funzioni consolari", soprattutto di quelli "deboli (purtroppo sempre più numerosa!) che, vuoi per età vuoi per condizioni economiche non abbienti, sarebbero penalizzati dalla programmata soppressione di posti consolari".
"Sono del parere – scrive, quindi, Razzi – che alla riduzione delle sedi consolari debba corrispondere la istituzione, la creazione di nuove sedi consolari a titolo onorario. La figura e le funzioni delle strutture consolari onorarie sono regolamentate dagli articoli 45 – 47 & 50 del DPR nr. 18 del 05.01.1967 (ordinamento del Ministero degli Esteri); dalla convenzione di Vienna sulle convenzioni consolari del 24.04.1963 (artt. 5 & 58) ; oltre che dal DPR nr. 200 del 05.01.1967 (disposizioni sulle funzioni e sui poteri consolari). Sono conscio dei limiti normativi che può incontrare la figura del Console Onorario (in termini di funzioni) rispetto alla figura classica, tradizionale, del Console di carriera: pur tuttavia, la presenza territoriale di una tale struttura andrebbe sicuramente a vantaggio dei locali connazionali, che vedrebbero risparmiarsi dispendio di energie e di tempo se dovessero invece recarsi esclusivamente presso la sede del Consolato di carriera di prima o di seconda categoria".
"Un Consolato onorario – ribadisce il deputato eletto in Europa – assolverebbe quindi a questo compito di raccordo, per quanto attiene ai servizi consolari, tra le legittime esigenze della collettività italiana in loco e la erogazione di servizi consolari. Con il vantaggio, per lo Stato italiano, di non doversi accollare alcun onere finanziario per il funzionamento della struttura onorifica, esclusivamente a carico della designanda persona (sia esso Agente consolare; o Viceconsole; o Console; o Console generale onorario)".
Tale soluzione "sostitutiva", per razzi "renderebbe sicuramente meno difficili i contatti tra struttura consolare e comunità italiana nei territori interessati dalla soppressione".
"Lei comprende, Signor Sottosegretario, questa mia preoccupazione quale Deputato eletto nella circoscrizione Estero – Europa: l’istituzione di strutture consolari onorifiche suppletive, in Europa, sarebbe un segnale molto positivo per quei milioni di connazionali che da tale programmata riduzione sono interessati. Ovviamente, Signor Sottosegretario, non è di meno importanza un’altra questione, quella cioè di garantire agli attuali dipendenti e collaboratori delle strutture consolari di carriera presso le sedi che si intendono sopprimere, il posto di lavoro: c’è molta preoccupazione presso questi dipendenti di trovarsi dall’oggi al domani sulla strada, con gravi ripercussioni esistenziali per loro stessi e per le loro famiglie. Anche, e soprattutto, questo aspetto, Signor Sottosegretario, sarà mia cura affrontarlo e discuterlo con Lei nella programmata riunione per i giorni 23 – 25 giugno prossimi". (aise)[/b]

 
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EmiNews 2009

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