7355 ITALIANI ALL'ESTERO: CHIUDONO 17 CONSOLATI ED UN’AMBASCIATA

20090611 12:24:00 redazione-IT

[b]SALVA LA RETE IN SUD AMERICA/ LA RELAZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO MANTICA ALLE COMMISSIONI ESTERI DI CAMERA E SENATO

ROMA – Chiudono 17 consolati e un’Ambasciata (Lusaka, in Zambia), ne vengono declassati 4: questo, in estrema sintesi, il piano di ristrutturazione consolare presentato questa mattina dal sottosegretario Mantica alle commissioni esteri di Camera e Senato. Un Piano che di fatto diventerà operativo nell’ultimo trimestre di quest’anno – e che potrà dirsi concluso solo nel 2011 – che nei prossimi giorni verrà presentato al Comitato di Presidenza del Cgie (23-24 giugno) per il parere previsto dalla legge, mentre la rete diplomatica – ha precisato Mantica – è già stata informata.
Le chiusure interessano Europa, Africa, Nord America ed Australia. Rimane fuori il Sud America, per via delle enormi distanze da una città all’altra.
Questa la tabella stato per stato così come presentata dal sottosegretario.
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[b]BELGIO (chiudono Genk, Liegi e Mons).
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"Il paese verrà idealmente suddiviso in Nord e Sud (Fiamminghi e Valloni). Bruxelles diventerà il Consolato del Nord, accorpando consolato e ambasciata. Chiuderà il Consolato Genk. Il Sud farà capo a Charleroi, chiuderanno le sedi di Liegi e, in prospettiva, Mons. Il consolato di Charleroi sarà rafforzato, ha già locali ampi ed idonei a servire un’utenza di 230 mila persone. La sede di Bruxelles, dopo la chiusura di Genk, ne servirà 130 mila".

[b]FRANCIA (chiudono Lille e Mulhouse)
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"In Francia abbiamo considerato l’estensione del territorio e la densità della nostra collettività. Rimarranno 6 sedi di riferimento. A Nord Parigi, ad Ovest Tolosa, a Sud Marsiglia e Nizza, al centro Lione, ad est Metz. Ricordo che in Francia ci sono già sportelli consolari permanenti a Bastia, Digione, Grenoble e Chambery. Chiudono i consolati i Lille e Mulhouse".
Le competenze di Lille verranno trasferite su Parigi che vedrà l’utenza "potenziale" salire a 110 mila persone; mentre la chiusura di Mulhouse porterà Metz a 80 mila persone".

[b]GERMANIA (chiudono Mannheim, Saarbrucken, Norimberga ed Amburgo)
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"Abbiamo suddiviso il Paese in quattro parti, selezionando le sedi rispettando il delicato equilibrio delle diverse aree. A Sud rimarranno Monaco e Stoccarda e Friburgo; in centro Francoforte, Colonia e Dortmund; a nord Hannover e l’agenzia consolare di Wolfsburg, ad Est la cancelleria consolare di Berlino. Chiudono Mannheim, Saarbrucken, Norimebrga ed Amburgo".
Le competenze di Amburgo verranno spostate ad Hannover, la cui utenza diventerà di 35 mila persone; quelle di Saarbrucken a Francoforte (130mila persone), quelle di Norimberga passeranno a Monaco (90 mila persone), quelle di Mannheim a Stoccarda (150 mila utenti).

[b]REGNO UNITO (chiude Manchester)
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"Per il Regno Unito abbiamo considerato la struttura del Paese, le distanze geografiche e la consistenza della collettività italiana. Rimarranno le sedi di Edimburgo per il Nord e Londra per il Sud, oltre allo sportello consolare di Bedford. Si tenga presente che nel paese ci sono molti uffici consolari onorari. Chiude Manchester".
Le competenze della sede saranno suddivise tra le due rimanenti: le contee a nord (dove risiedono i 2/3 degli italiani) verranno servite da Edimburgo che avrà così un’utenza complessiva di 30mila persone, quelle a sud da Londra che arriverà a 140 mila utenti.

[b]SVIZZERA (chiudono Losanna, Coira, declassato Basilea)
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"Il piano per la Svizzerta è stato molto dibattuto anche al nostro interno perché è un caso particolare. Abbiamo ipotizzato di dividere il Paese in 4 aree in cui sud ovest permarrebbero le sedi di Ginevra, Neuchatel e Sion; a centro nord Berna, l’agenzia consolare di Wettingen e Basilea; a nord est Zurigo e San Gallo; a sud Lugano. Chiuderebbero Losanna e Coira, mentre il Consoalto generale di Basilea verrebbe declassato a Consolato. Abbiamo tenuto conto delle distanze relativamente percorribili, della densità di italiani nelle aree compiendo delle scelte che secondo noi salvaguardano l’utenza".
Questi i trasferimenti di competenze. Ginevra riceve Losanna (100 mila utenti complessivi), Coira passa a San Gallo (50 mila).

[b]STATI UNITI (chiudono Detroit e Philadelphia)
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"Il Paese, come si sa, è caratterizzato da grandi distanze e territori immensi. Le sedi sono state scelte in base alla distribuzione geografica degli uffici e la presenza dell’utenza. L’abbiamo suddiviso così: ad ovest rimangono i Consolati di San Francisco e Los Angeles; a sud Houston e Miami; a nord Chicago, ad Est New York, Newark e Washington. Chiudono Detroit e Philadelphia".
Quanto alle competenze, Chicago "riceverà" Detroit e l’utenza diventerà di 28 mila persone; Philadelphia verrà suddivisa su 3 sedi: New York (66mila complessivi), Newark (17mila) e Washington (12mila).

[b]AUSTRALIA (chiudono Brisbane ed Adelaide)
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"Abbiamo ipotizzato di mantenere 3 poli principali, scelti in base alla distribuzione degli uffici e degli interessi del Paese: ad ovest rimane Perth, a est Sydney e a sud Melbourn. Chiudono Brisbane e Adelaide".
Le competenze di Brisbane – circoscrizione vastissima – verranno suddivise tra Sydney e Perth (territori del nord): la prima avrà così un’utenza complessiva di 45 mila persone, la seconda di 15 mila. Le competenze di Adelaide saranno trasferite a Melbourne che avrà 55 mila utenti.

[b]AFRICA – MEDIO ORIENTE (chiude il Consolato di Durban e l’ambasciata di Lusaka)
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"Il piano per l’Africa prevede il declassamento del consolato di Gedda (Arabia Saudita), quello di Karachi (Pakistan) e di Alessandria (Egitto). In Sud Africa chiuderà quello di Durban, decisione per altro ampiamente annunciata, le cui competenze passeranno a Johannesburg (20 mila utenti complessivi). In Africa, nello Zambia in particolare, chiuderà l’ambasciata di Lusaka, che "serve" circa 700 italiani. Qui verrà aperto un ufficio consolare onorario, mentre le competenze verranno trasferite ad Harare (Zimbabwe)".

Nella sua relazione, il sottosegretario ha annunciato che oggi il Piano sarebbe stato sottoposto ai sindacati del Mae e che esso prevede la tutela del personale delle sedi in chiusura, così come accaduto durante la razionalizzazione del 2006.

"Il personale di ruolo – ha spiegato – avrà garantito il periodo minimo di permanenza in sede per eventuali promozioni, la possibilità di candidarsi ad altra sede, di trasferirsi nella "sede ricevente" o di rientrare a Roma. In totale sarebbero 50 i posti soppressi. Quanto al personale a contratto, anche questi dipendenti godranno di tutte le garanzie previste dalla legge, insomma, verrà salvaguardato il loro rapporto di lavoro. Non si esclude, per casi specifici, la riallocazione presso gli sportelli consolari permanenti che verranno aperti al posto delle sedi chiuse".

Mantica ha anche tenuto a precisare che la ratio della ristrutturazione non è solo economica: "questo piano di ristrutturazione nasce da una lunga esperienza ed è dettato da ragioni politrico-organizzave con riflessi economici, che non sono stati, comunque, la spinta iniziale per procedere.

Il nostro principio ispiratore è quello di rendere più
efficace ed efficienti i servizi all’estero alla luce delle nuove esigenze, situazioni e dei ruoli di consolati ed ambasciate. L’obiettivo è quello di realizzare una razionalizzazione che salvaguardi le esigenze degli italiani all’estero, generi risparmi da riallocare nella rete stessa e rinforzi gli uffici con più lavoro. Tenendo presente la funzione sempre più specifica della rete consolare che è quella di affiancare le nostre strutture economico-finanziarie".

Il piano, ha specificato ancora Mantica, sarà attuato gradualmente: "in totale sono previsti una ventina di provvedimenti da attuare dall’ultimo trimestre del 2009 a tutto il 2011, tenendo conto degli impegni presi dalle sedi e dalle scadenze di permanenza del personale".

L’iter di attuazione è comunque lungo: "dopo il parere del Cgie, attenderemo la delibera del Cda del Mae, l’assenso delle autorità locali e, infine, il decreto interministeriale (Esteri e Finanze)".

Molto peso, nel futuro, avrà l’informatica con il cosiddetto "consolato digitale" che Mantica ha detto di voler presentare alla Commissioni riunite durante una "trasferta" a Bruxelles da organizzare indicativamente tra settembre e ottobre, "quando – ha spiegato – sarà avviato questo modello di procedura, per mostrarvi di cosa parliamo quando diciamo "rete informatica per consolati". Con l’informatica rafforzeremo la nostra presenza nelle aree emergenti, aprendo sedi, e allo stesso tempo chiudendo quelle a limitato valore aggiunto, quelle cioè che al di là del rapporto con un piccola collettività italiana non rappresentano altri interessi".

Per arrivare al "consolato digitale", ha aggiunto il sottosegretario, servono tre passaggi. "Il primo appuntamento operativo si avrà a inizio 2010, quando dovremmo essere in grado di attuare la prenotazione degli appuntamenti online su tutta la rete. Il secondo passo riguarderà l’apertura di sportelli consolari permanenti, che sono vere e proprie sedi distaccate dei consolati riceventi che assicurano presenza sul territorio. Sul punto vi dico che siamo ottimisti viste le esperienze in Francia, Canada e Gran Bretagna. Non escludiamo, e questo è il terzo punto, di inserire consolati onorari a potenziamento della nostra presenza nelle aree non coperte di strutture".

"Vi ricordo che lo sportello permanente è una struttura ideata dopo le prime fasi di razionalizzazione della rete, e che sono stati creati nelle città dove abbiamo chiuso uffici consolari. In esso operano dipendenti a contratto con funzioni limitate: essi sono collegati telematicamente, ricevono pubblico, operano nei limiti delle deleghe, danno informazioni, raccolgono documenti da inoltrare al consolato, iscrivono i connazionali all’Aire, rilasciano documentazione (tipo autentica firme), assistono in casi di incidenti. La loro presenza sul territorio, anche se con funzioni limitate, è considerata opportuna".

(ma.cip.aise/Eminotizie)
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EmiNews 2009

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