7404 Francesco Berrettini: In ricordo di Socrate Mattoli

20090712 15:09:00 redazione-IT

Solo chi ha avuto una lunga consuetudine con Socrate Mattoli riesce a mettere insieme gli elementi biografici di una vita straordinaria quale è stata la sua, tanto egli era parco e schivo nel raccontarsi, nel proporsi.
Eppure ne aveva di cose da raccontare, di motivi di vanto, di medaglie da mettersi al petto!
Partigiano della prima ora con le Brigate Garibaldi sui monti dell’Appennino folignate (con base a Cancelli: che grande emozione quando qualche anno fa rivisitammo insieme qui luoghi della sua gioventù dove aveva combattuto e rischiato la pelle!), egli, appena laureato in ingegneria all’Università di Roma, probabilmente provò su di sé la diffidenza che il clima di guerra fredda e di restaurazione stava riversando sui partigiani, in specie se garibaldini; in un Paese che voleva dimenticare in fretta e in cui la logica politica nazionale ed internazionale tendeva ad emarginare i “comunisti”, Socrate (che mai fu comunista) fu forse spinto anche da ciò ad emigrare, nonostante che la sua laurea gli avrebbe consentito anche in Italia impieghi ed incarichi di prestigio e ben remunerati.

Dopo un breve soggiorno di lavoro in Argentina (che era ancora la Terra Promessa per tantissimi italiani) già all’inizio degli anni ’50 è in Brasile, Paese forse più idoneo per contenere la sua creatività, la sua tenacia, la sua intelligenza, la sua voglia di fare cose importanti ed utili.
Insieme ad altri italiani fu cofondatore, e poi presidente per tanti anni e poi presidente onorario fino a questi ultimi anni, della SADE, forse la più grande compagnia elettromeccanica dell’ America del Sud; alla sua azienda, che arrivò ad occupare 17 mila dipendenti, si deve l’imponente opera di elettrificazione per sfruttare l’energia prodotta dalla diga di Itaipù.
Parallelamente a questa attività, che Socrate concepì sempre non in funzione dell’arricchimento personale ma della utilità sociale, si impegnò in attività aventi un forte risvolto umanitario e solidaristico; fu così chiamato nel consiglio di amministrazione dell’ospedale italiano di San Paolo, di cui poi divenne e restò per tanti anni presidente. Cominciò anche ad occuparsi della comunità italiana della metropoli e dello Stato che era stata meno fortunata di lui; fu il fondatore ed il presidente dell’associazione degli umbri di San Paolo e promosse, con l’aiuto della Regione Umbria, i primi soggiorni di anziani e giovani di origine umbra nella loro terra d’origine, dando ai primi l’opportunità di un commovente rientro temporaneo ed ai secondi l’opportunità di studiare la lingua italiana e di prendere contatti con attività produttive e culturali capaci di cambiare la loro vita e comunque di arricchirli. Aiutato dalla moglie Nicoletta, che per formazione e vocazione è particolarmente sensibile ai problemi della crescita culturale, mise in piedi dal nulla quella che oggi è la grande realtà della scuola bilingue e biculturale “Eugenio Montale”, di cui progettò, costruì e finanziò (anche con mezzi propri, oltre che con donazioni di soggetti vari, in Italia ed in Brasile) la nuova sede a Murumbì dopo che la vecchia sede in affitto in una bella palazzina liberty era stata destinata ad essere abbattuta dai proprietari per costruire un più redditizio supermercato.
Per questa sua attività a favore della comunità emigrata Socrate si ritrovò quasi naturalmente nei primi organi di rappresentanza dell’emigrazione italiana e così fu eletto in quelli che allora si chiamavano COEMIT ed in questa veste, in rappresentanza del Brasile, partecipò attivamente e con grande competenza alla Commissione preparatoria per la seconda conferenza nazionale dell’emigrazione istituita dal Ministero degli Affari Esteri presso il CNEL a Roma.
Un altro capitolo della sua vita è quello del Socrate postulante: non l’ho mai visto o sentito chiedere qualcosa per sé; ma se si trattava di avere fondi o riconoscimenti per la sua scuola, borse di studio per giovani, viaggi per anziani poveri, pur con la sua solita squisita cortesia, Socrate mostrava la sua tenacia e otteneva quanto voleva: vi immaginate quanta tenacia, quanta pazienza occorre per trattare temi di questo genere con le burocrazie ministeriali o regionali ed alla fine, in un compromesso mai giocato al ribasso, portare a casa l’essenziale? Con i donatori privati la cosa non è poi molto diversa: bisognava convincerli della bontà della causa e soprattutto convincerli a tirar fuori il portafoglio……..
Questi comportamenti Socrate attuava non solo per le cose a lui vicine e che più gli stavano a cuore; per esempio, prima a Poxoreo e ora a Tres Lagoas opera un laico salesiano di Perugia, Armando Catrana, straordinario uomo di carità che in quaranta anni di azione ha salvato dalla strada e dalla miseria circa 45 mila ragazzi e ragazze, insegnando loro un mestiere, la dignità del lavoro e il rispetto di se stessi e degli altri. Socrate contribuiva in proprio, quando poteva o chiedeva ad altri, quando non poteva, pur di aiutare Armando in un’opera così importante e meritoria.
La stessa cosa è avvenuta per la FECIBESP, la federazione delle entità culturali italiane presenti nello Stato di San Paolo; fondata da lui, da Nicoletta e da altri quasi in sordina, è diventata sotto la sua presidenza una delle agenzie di formazione e di diffusione della lingua e della cultura più importanti di tutta l’America latina.
Attraverso la FECIBESP e su iniziativa della FILEF Socrate è stato promotore di una gran quantità di corsi di formazione o riqualificazione per insegnanti di lingua italiana, per operatori del commercio estero, per creatori d’impresa basata sulle nuove tecnologie informatiche, attività tutte volte a valorizzare la conoscenza e lo sviluppo economico e culturale basato sulle caratteristiche tipiche di biculturalismo proprie delle comunità emigrate.
Nel 1993, quando sembrava ormai fatta per avere una legge sulla rappresentanza parlamentare estera, nacque a San Paolo un comitato elettorale spontaneo per candidare Socrate alla Camera dei Deputati del Parlamento italiano. Poi la modifica costituzionale (e la conseguente legge) non passò;
la sua attuazione venne più tardi, troppo tardi per Socrate, per la sua età ormai avanzata, per i suoi acciacchi, che si trascinava dietro insieme alla inseparabile borsa di cuoio che conteneva tutte le carte che gli servivano per le cose di cui al momento si stava occupando.
Di Socrate tante altre cose si possono raccontare che potrebbero meglio definire, per chi non l’ha conosciuto, la straordinaria persona che è stata; chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo non ha bisogno di altro: nessun epitaffio riuscirà a colmare il vuoto che lascia, a noi che l’abbiamo amato, alla carissima Nicoletta, a Laura, a Marco, a Paola, ai nipoti.
Ti renderemo un ultimo commosso omaggio quando le tue ceneri torneranno nella tua Bevagna, caro Socrate, a riposare in quei luoghi che tu, pur protagonista in un grande Paese all’altro capo del mondo, amavi e che sono sempre stati in fondo al tuo cuore.

Francesco Berrettini
(Vice Presidente FILEF Nazionale)

 
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EmiNews 2009

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