7392 Riunione in Roma delle Assistenti Familiari contro il reato di clandestinità

20090706 22:04:00 redazione-IT

Promossa dal Coordinamento delle assistenti familiari e da Istituto Fernando Santi

Promossa dal Coordinamento delle assistenti familiari e dall’Istituto Fernando Santi si è svolta sabato scorso in Roma, in via del Porto Fluviale, l’assemblea delle assistenti familiari del quadrante ovest della città.

Kadija a nome del Coordinamento ha illustrato all’affollata assemblea le ragioni alla base della costituzione, nei mesi scorsi, del Coordinamento stesso su iniziativa delle donne che hanno superato i corsi per assistenti familiari promossi da Comune e Provincia di Roma.

“Tutte le oltre 1700 donne che dopo aver frequentato i corsi di 120 ore hanno ottenuto l’attestato del Comune e della Provincia – ha detto Kadija – debbono essere messe nella condizione di poter acquisire il profilo regionale frequentando corsi promossi dagli enti locali, previo riconoscimento delle 120 ore come credito formativo”.

“Il coordinamento – ha proseguito Kadija – chiederà alla Regione Lazio di non lasciare alla iniziativa dei singoli la risoluzione di un problema del quale non sono responsabili ma di programmare l’adeguamento formativo che non si è voluto prevedere quando nel 2007 venne definito con DGR il profilo regionale dell’assistente familiare. É interesse anche delle famiglie italiane vedere qualificato il lavoro di cura. Non è possibile che si crei nel Lazio un mercato del lavoro con due tipi di assistenti familiari”.

Intervenendo per l’Istituto Fernando Santi, Rino Giuliani ha confermato l’apprezzamento ed il sostegno al Coordinamento, autorganizzazione delle assistenti familiari a difesa della propria professionalità.

“Oggi, con l’approvazione del ‘pacchetto sicurezza’ al senato – ha aggiunto Giuliani – anche le assistenti familiari irregolari sarebbero fuorilegge. Non vi è alcuna certezza sulla vantata assenza di effetti retroattivi. Il governo che ha voluto una legge complessivamente inaccettabile che va contro i diritti umani degli immigrati, deve precisare, con un provvedimento specifico, che la legge che ha fatto diventare reato la clandestinità non è retroattiva”.

 
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EmiNews 2009

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