7389 Gli studenti veneti scoprono Montréal e il Canada

20090624 10:06:00 redazione-IT

Il viaggio rientra nelle iniziative della regione per promuovere gli scambi culturali tra i giovani

Ad accompagnare i ragazzi Massimo Mariotti, presidente Ctim Veneto e consultore della Regione Veneto per l’Emigrazione, e Samuele Campedelli, presidente dell’Azienda Regionale per il Diritto allo studio universitario
Montréal – È una tradizione che risale al 2004, anno delle prime iniziative volte a promuovere gli scambi culturali tra i giovani veneti nel mondo. Braccio operativo del progetto è l’assessorato ai Flussi Migratori della Regione Veneto, che ogni anno mette a disposizione parte dei fondi per finanziare progetti tutti incentrati sul tema dell’emigrazione e sul miglioramento delle conoscenze sia linguistiche che storico culturali. Quell’anno si riunirono a Padova, tra il 25 aprile ed il 26 maggio, alcuni giovani oriundi veneti residenti nell’est Europa.

E sempre nel 2004, ma questa volta a giugno, si tenne la prima conferenza dell’emigrazione veronese. Entrambi gli eventi si rivelarano un prezioso momento di aggregazione. I primi di tanti. Fino ad arrivare al giugno del 2009 . La settimana scorsa, infatti, 10 studenti veneti sono atterrati all’aeroporto Pierre-Elliot Trudeau di Montréal. Sono rimasti in città 4 giorni. Subito dopo si sono spostati a Québec City, Toronto e Ottawa. “Il Comitato Tricolore-Regione Veneto – dice Massimo Mariotti, presidente Ctim Veneto e consultore della Regione Veneto per l’Emigrazione – organizza 2-3 iniziative del genere ogni anno coinvolgendo i giovani tra i 18 e i 35 anni. L’evento può tenersi in una città estera, e in questo caso sono i ragazzi italiani a spostarsi, oppure in Veneto, con i residenti all’estero accolti in una città della regione”. E così è stato dal 17 maggio al 7 giugno scorso, quando alcuni giovani oriundi veneti (5 provenienti dall’Ucraina, 2 dalla Romania,1 dalla Moldavia e 1 dal Montenegro) sono giunti a Verona per partecipare al progetto formativo “Trasporto e logistica”. Un percorso di 150 ore che ha previsto, tra le altre cose, visite guidate nei luoghi più caratteristici di Verona, contatti istituzionali e incontri con il mondo produttivo della città. Un’iniziativa organizzata dall’assessorato ai Rapporti con i Veronesi nel mondo nel Comune di Verona in collaborazione con il CTIM Veneto. A luglio altri 10 giovani, non necessariamente universitari, saranno accompagnati in Belgio, Bruxelles e Lussembugo: 3 nazioni d’Europa dove l’immigrazione veneta è stata molto consistente. “Qui a Montréal – ha proseguito – ci siamo appoggiati alle Associazioni locali. Siamo stati accolti dalla Federazione Regione Veneto guidata da Ismelda Bisinella nella Casa Veneto, a RDP. Poi abbiamo incontrato i padovani ed i trevigiani”. I giovani hanno subito stretto amicizia con i ragazzi della Federazione che il 27,28,29 giugno ricambieranno la visita recandosi al meeting dei gruppi giovanili delle Associazioni venete nel mondo. L’anno scorso questo incontro si era svolto a Montevideo. Quest’anno a Venezia. Fondamentale il ruolo dell’ESU, Azienda Regionale per il Diritto allo studio universitario. “Ci rivolgiamo prevalentemente a studenti – ha spiegato il presidente dell’Azienda Regionale per il Diritto allo studio universitario, Samuele Campedelli – e non vogliamo gravare sulle loro tasche. Nessuna spesa per volo e hotel. Abbiamo solo voluto mettere in contatto lo studente veneto con le università, le imprese ed il mondo dell’associazionismo di Montréal. Un momento culturale, dunque, ma allo stesso tempo proiettato verso il futuro ed il mondo del lavoro”. I ragazzi hanno imparato a conoscere la città, visitando musei, chiese e soprattutto l’Università di Québec e la McGill. “Vogliamo far conoscere ai giovani l’orgoglio di chi ha lasciato la propria terra, che molto spesso ha fatto la propria fortuna ma anche la fortuna del Paese che lo ha ospitato, contribuendo al suo progresso socio-economico. Questo grazie alle capacità e alla determinazione dei nostri emigrati. E le nuove generazioni non devono perdere il contatto con la madrepatria”. Su questo la Ctim ha le idee chiare e Mariotti ha illustrato quella che potrebbe essere la strategia vincente : “Dobbiamo promuovere i giovani oriundi veneti per farli studiare in Italia. Se investiamo in quella che sarà la classe dirigente del futuro, anche il ritorno economico è assicurato: i nuovi veneti manterrano i contatti con i paesi di adozione e ciò può costituire un volano per lo sviluppo di floridi rapporti commerciali con l’estero”. Crescita culturale e sviluppo economico, insomma, viaggiano di pari passo.

CTIM Verona

 
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EmiNews 2009

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