7461 Per i sans papier nuove mete: barche cariche di africani verso il Costarica

20090916 11:28:00 redazione-IT

Qui se ne sa e se ne parla poco ma la spinta irresistibile e globale a fuggire dai paesi colpiti da povertà e guerre, spesso africani, si diffonde anche nei luoghi più impensati. Come il Centro America e l’America latina. Non sono solo i tradizionali migranti clandestini che dal Messico o dal Salvador tentano l’ovvia fuga negli Stati uniti. Sono i sans papier africani (e asiatici) che, pagando cifre esorbitanti ai trafficante di carne umana, salgono su carrette del mare in qualche porto dell’Africa e si avventurano sull’Atlantico verso le mecca: gli Usa. Salvo, sempre più spesso, essere abbandonati al loro destino nei Caraibi, molto più a sud. In Nicaragua, Panama, Colombia, Costarica.

E’ quanto capitato sabato scorso a un barcone che si è arenato a Playa de Moín, a Limón, città caraibica del Costarica. Il barcone, guidato da tre colombiani che sono stati arrestati con l’accusa di «tratta di persone», era malmesso e a bordo c’erano 54 persone, esauste, affamate e disidratate, in mare da chissà quanti giorni (o settimane). 15 erano nepalesi e gli altri 39, fra cui 7 donne, africani dell’Eritrea e della Somalia. Una volta soccorsi e rifocillati dalle autorità costaricensi sono stati portati a un centro di detenzione per migranti illegali a Hatillo, nella capitale San José. Uno dei nepalesi la prima cosa che ha chiesto una volta messo piede a terra è stato: «Quanto lontano è questo paese dagli Stati uniti?». Ha raccontato di aver lasciato il Nepal diretto in India dove è stato un mese, poi di essere andato fino in Sudafrica, dove in un porto non specificato è salito su una nave che avrebbe dovuto portare lui e gli altri migranti negli Usa. Dopo aver pagato ciascuno fino a 7000 dollari di «biglietto». Ma arrivare sulle coste della Florida è difficile e sempre più spesso i trafficanti li mollano nei Caraibi, dove invece sbarcare i facile, facendogli credere che le luci che si vedono in lontananza sono quelle del «sogno americano».
Il Costarica è diventata così una delle mete più comuni per i migranti clandestini che rischiano di essere ricacciati indietro. Come è capitato l’anno scorso a 25 eritrei.
La stessa fine che rischiano di fare ora i 54 arrivati sabato nonostante le proteste dei gruppi per i diritti umani costaricensi. Il centro di Hatillo ormai racchiude più di cento migranti, ben oltre i suoi limiti di capienza – fra loro africani del Corno d’Africa e del golfo di Guinea, cinesi e altri asiatici, messicani, colombiani -, tutti in attesa di sapere se il loro (costoso) cammino della speranza ha avuto successo o se si trasformerà in un tragico cammino della disperazione a ritroso.

http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20090915/pagina/10/pezzo/259887/

 
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EmiNews 2009

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