7481 ROMA: La colpevole scelta di uno smemorato

20090925 16:39:00 redazione-IT

[b]di Alessandro Portelli (da Il Manifesto)[/b]

La nomina dell’ex picchiatore naziskin Stefano Andrini alla direzione dell’azienda municipale AMA Servizi a Roma è una scelta politica, non tecnica. A parte per il momento, la sua storia personale, sono politiche, e non tecniche, tutte le scelte in cui qualcuno è chiamato ad personam – cioè senza una formale procedura comparativa e senza uno specifico percorso di carriera – a dirigere un organo della pubblica amministrazione, e cioè a rappresentare, sia pure in un ambito specifico, la città. Per questo non stanno in piedi le scuse dietro cui il sindaco ex missino Alemanno si trincera per difendere questa discutibile scelta: a) non si può discriminare un “lavoratore” sulla base di precedenti e già scontate condanne politiche (Andrini “ha pagato il debito con la giustizia,” ha detto in precedenti dichiarazioni); b) “Roma ha già pagato un debito altissimo” per gli scontri su “stereotipi” ideologici; c) giudicheremo tecnicamente il lavoro di Andrini alla fine della sua prima fase di mandato. Guardiamoli tutti e tre.

Mi pare giusto dire che una persona che ha scontato la pena per un reato non deve essere discriminata. Sarebbe bello se fosse così, se tutti i “pregiudicati” fossero trattati come cittadini con pienezza e parità di diritti, ma sappiamo benissimo che le cose stanno diversamente. Aggiungerei che non essere discriminati significa non essere esclusi, ma non trattati – come si pretende in questo caso – essere scelti. Nessuno ha discriminato Andrini come “lavoratore”, cioè come dipendente dell’azienda, nessuno ne ha chiesto il licenziamento. Se lo si contesta è come figura politica, scelta politicamente. Il diritto di chi ha scontato la pena ed è stato riabilitato comprende la libertà personale, un lavoro, un’adeguata retribuzione, i diritti politici salvo eccezioni – ma non possiamo considerare un diritto quello di essere prescelti a presiedere una pubblica azienda, un organo della collettività.
Su questo, un’altra osservazione. Nella cultura paracattolica che ci circonda, espiazione e pentimento cancellano la colpa e restituiscono la grazia. Quindi (a parte il fatto che di pentimento qui non si parla proprio), se “ha pagato il suo debito,” Andrini è puro come l’agnello. Ma per chi non si sente cattolico in questi termini, e per chi ragiona in termini politici e non legalistici, la colpa commessa è un segno della qualità del soggetto, della sua etica e della sua identità. Per capirsi (e fatte le debite proporzioni): si tende a non mettere una persona condannata per pedofilia a guardia di un asilo, anche se ha scontato la pena. E’ vero che stiamo in un paese dove mettiamo falsificatori di bilancio a gestire lo stato e vecchi puttanieri a capo dei movimenti per la famiglia – ma è, appunto, uno scandalo. Andrini non andrà di nuovo a spaccare il cranio alla gente, immagino; ma c’è gente che appartiene alla sua cultura e al suo mondo che continua a farlo, che aggredisce i gay e picchia gli immigrati, e che da scelte come questa si sente garantita e legittimata.
E d’altra parte: quelli che adesso difendono il riabilitato Andrini sono gli stessi che strillano come aquile ogni volta che un ex brigatista si fa vedere in pubblico. Dice Alemanno: “mi sarei comportato allo stesso modo anche se fosse stato legato all’estremismo di sinistra.” Forse si è già scordato di quando disse che l’università era in mano a trecento criminali solo perché si prevedeva un incontro fra alcuni studenti e un ex brigatista, sotto sorveglianza di polizia. O forse non se ne è scordato affatto.
Secondo punto: il prezzo pagato da Roma per quello che Alemanno chiama “stereotipi”. L’ex missino Alemanno, che peraltro di quegli anni è stato ampiamente partecipe e corresponsabile, sembra cadere qui in una specie di non innocente amnesia generazionale: i prezzi pagati da Roma non cominciano negli anni ’70. Roma ha pagato un prezzo spaventoso per le idee e le pratiche di cui Andrini è stato fisicamente ed è oggi ideologicamente partecipe e fautore. Ha pagato nove mesi di occupazione, stragi, fucilazioni di massa, deportazioni: non sarà un caso che i più preoccupati sono gli ex deportati, i sopravvissuti ad Auschwitz, che dei prezzi pagati hanno una memoria ben più profonda e ben più dolorosa di quella del nostro sindaco.
Infine: lo giudicheremo per il suo lavoro. C’è in questi giorni a Roma uno sconcertante manifesto del Partito Democratico: “Roma è sempre più sporca. Alemanno revochi le nomine inadeguate all’AMA.” Ora, che la nomina di Andrini sia anche tecnicamente non ineccepibile sembra dedursi da quello che del suo curriculum si è letto sui giornali. Ma non è di questo che stiamo parlando: anche se ripulisse Roma, la sua nomina sarebbe comunque un’operazione sporca. Purtroppo, da quando il Partito Democratico (e le sue incarnazioni precedenti) hanno accettato l’equivalenza –strumentalmente ribadita da Alemanno – fra fascismo e comunismo, si sono privati anche della possibilità di scrivere sui muri della città che un nazista alla testa di un ente che ci appartiene come cittadini non ce lo vogliamo. Peccato.

 
7481-roma-la-colpevole-scelta-di-uno-smemorato

8210
EmiNews 2009

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.