7473 HONDURAS: La resistenza verso l'insurrezione civile generalizzata

20090923 21:51:00 redazione-IT

[b]Il Brasile porta il caso al Consiglio di sicurezza dell’ONU – 300 persone rinchiuse nello stadio – La resistenza si trasforma in insurrezione civile generalizata – Gli USA devono scegliere tra Zelaya e i gorilla (Foto P. Carbajal)

di Tito Pulsinelli[/b]

I militari hanno occupato l’area attorno all’ambasciata del Brasile dove si trova il Presidente Zelaya. Hanno sloggiato le case adiacenti ed hanno piazzato sui tetti cecchini con il volto coperto. La sede diplomatica continua ad essere privata di luce ed acqua.
Da New York, Lula ha ammonito i golpisti, mettendoli in guardia ed esigendo il rispetto della vita di Zelaya e delle istallazioni. Ha replicato seccamente alla delirante ingiunzione dei golpisti a consegnare Zelaya o a concedergli asilo politico.

Più tardi, Zelaya ha rivelato che i militari hanno in animo di approfittare delle ore notturne per assaltare l’ambasciata ed assassinarlo, spacciando il crimine come un “suicidio”. Il Brasile porterà questo caso di fronte al consiglo di sicurezza dell’ONU giovedì, per sollecitare un intervento decisivo che metta fine alla sfida dei gorilla honduregni contro la “comunità internazionale” che –già tre mesi addietro- aveva coralemente condannato i golpisti e teso un cordone sanitario per isolarli diplomaticamente.

Non è bastato. Il ritorno di Mel Zelaya è stata una mossa decisiva e totalmente imprevista che ha mandato all’aria le manovre ambigue e dilatorie degli Stati Uniti. La pretesa di incaricare il Costarica di togliere le castagne dal fuoco alla Casa Bianca –seriamente compromessa nel golpe- è fallita, perchè osava mettere sullo stesso piano i golpisti ed un presidente legíttimamente eletto.

La presenza di Mel Zelaya in patria, ha letteralmente colto di sorpresa i golpisti, che stanno reagendo come peggio non si potrebbe. Nonostante il loro isolamento, ritenevano di poter resistere contro la ribellione popolare fino alla fine di novembre. Però con Zelaya a Tegucigalpa e i riflettori che si sono riaccesi sull’Honduras, naufraga la loro illusione di poter organizzare un imbroglio elettorale che lavasse la faccia del potere politico, sporca di troppo sangue.

Zelaya ha fatto la sua mossa nel momento più opportuno e con l’appoggio evidente di vari governi sudamericani e del Centroamerica. Ha sparigliato il gioco truccato, ed ora il re è nudo. Gli Stati Uniti non possono più giocare sulle ambiguità, nè possono nascondersi dietro il loro vassallo del Costarica.

Devono prendere posizione e scegliere: Zelaya o il golpe militar-impresariale. Obama deve decidere se chiude sul nascere ogni spiraglio di intesa con l’America latina, in tal caso continuerà a reggere il bordone alle elites oscurantiste dell’Honduras. Oppure, delimita le iniziative ultras del pentagono, e sceglie la difesa della democrazia e dei movimenti civili che sono sorti dalle viscere di società impoverite e saccheggiate dal neoliberismo.

Oggi, le gesta repressive dei gorilla furiosi ha avuto come scenario anche la cintura periferica della capitale, dove scorazzavano con megafoni e minacciavano di morte chiunque avrebbe osato uscire per protestare. Quando hanno sfondato le porte delle case e gettato lacrimogeni all’interno, incuranti dei vecchi e dei bimbi, la gente è scesa in strada e si sono scontrati con i militari. Dapprima in maniera spontanea ed improvvisata, via via in modo più sistematico, e sono comparse le prime barricate.

E’ in atto una insurrezione civile che -dopo 87 giorni- ha aumentato di intensità e drammaticità. La dittatura non sa più dove mettere i numerosi giovani detenuti, e ne ha rinchiusi 300 nello stadio della villa olimpica. Nel più autentico e sfacciato "stile Pinochet".

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Alzamiento popular en Tegucigalpa
[url]http://www.hablahonduras.com[/url]

El pueblo de la tribu capitalina, aquel estigmatizado por la seña de la supuesta indiferencia con su país, ha salido a la calle, desafiando toda la prudencia -que indicaría que si hay amenazas de muerte (literales, pues el ejercito pasó en carros de sonido amenazando de muerte a quien saliera a la calle) todo indicaría que la gente se quedaría en sus casas… pero no.

El pueblo de la vieja ciudad Vía de Laureles, Col. Kennedy; Col Los Pinos; Col Villanueva; El Reparto; Col el Manchén; Col 21 de Febrero; Col El Pedregal; Barrio El Bosque; Col El Picachito; Col Cerro Grande; Col La cañada; Col Victor F. Ardón; Calpules, La Vega, la Cerro Grande, la Centro America Oeste, El Picachito, Los Jucos, el Morazán y cada vez más pobladores, colonos, gente simple de la calle ha salido de sus casas a luchar casa por casa, hasta controlar sus barrios y echar a la policia y al ejécito de sus lugares

la organización pasa de la espontaneidad a la resistencia sistémica, se acuerpan, se incorporan, se levantan indignadas las voces, los puños, las voluntades convertidas en rabia, en poder popular, en necesidad de cambio más allá del llamado retorno a la constitucionalidad, la lucha es cada vez más fuerte por la asamblea nacional constituyente, al tiempo que la indignación crece al enterarnos que sigue el toque de queda -estado de sitio- que pretende apresarnos en nuestras casas y barrios… el pueblo ha dicho NO, y sale a demostrarlo sin lugar a dudas.

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AUDIO[/b]

[b]Alzamiento colonia El Reparto – 22sep[/b]
[url]http://hablahonduras.com/wp-content/uploads/2009/09/alzamiento-colonia-El-Reparto-22sep1.mp3[/url]

[b]Alzamiento Colonia Kennedy – 22sep[/b]
[url]http://hablahonduras.com/wp-content/uploads/2009/09/alzamiento-colonia-Kennedy-22sep1.mp3[/url]

[b]Alzamiento en colonia Cerro Grande- 22sep[/b]
[url]http://hablahonduras.com/wp-content/uploads/2009/09/alzamiento-en-colonia-Cerro-Grande-22sep1.mp3[/url]

[b]Colonia Centroamerica organizacion – 22sep[/b]
[url]http://hablahonduras.com/wp-content/uploads/2009/09/Colonia-Centroamerica-organizacion-22sep1.mp3[/url]

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Zelaya denuncia plan para asesinarlo en embajada de Brasil
Brasil lleva el caso al Consejo de Seguridad de la ONU

El presidente Zelaya, denunció este martes un plan de los golpistas para allanar esta misma noche la embajada de Brasil, donde se encuentra alojado desde el lunes, capturarlo y asesinarlo, y detalló que incluso ya cuentan con los médicos forenses que declararán que el mandatario se suicidó.

"Estamos siendo amenazados que se van a tomar la embajada de Brasil (…) Supuestamente hay un plan sea de captura y asesinato, tienen los forenses para declarar que es un suicidio" aseguró Zelaya a teleSUR.
"Lo advierto a la comunidad internacional, yo Manuel Zelaya Rosales, hijo de Hortencia y José Manuel, no se suicida, está vivo, luchando por sus principios con firmeza y prefiero morir firme, que arrodillado ante esta dictadura y eso que quede muy claro ante estos tiranos que están queriendo gobernar al país con la fuerza de las armas", agregó.

Expresó que desea que los anuncios hechos por Brasil y Estados Unidos (EE.UU.) de convocar para el próximo jueves al Consejo de Seguridad de la Organización de Naciones Unidas (ONU) a fin de tratar el tema de Honduras, así como la presión que está ejerciendo la comunidad internacional, se traduzcan en hechos concretos para apoyar al pueblo hondureño que está sufriendo.

http://www.selvasorg.blogspot.com/

 
7473-honduras-la-resistenza-verso-linsurrezione-civile-generalizzata

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EmiNews 2009

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