7470 L’INCA-CGIL SVIZZERA AI CITTADINI ITALIANI DI ZURIGO: SDEGNO E CONDANNA PER LA TRUFFA DI GIACCHETTA

20090921 10:09:00 redazione-IT

[b]L’INCA-CGIL SVIZZERA AI CITTADINI ITALIANI DI ZURIGO: SDEGNO E CONDANNA PER LA TRUFFA DI GIACCHETTA DI CUI ANCHE IL PATRONATO È VITTIMA[/b]

BELLINZONA aiseEminotizie – L’Inca-Cgil in Svizzera prende una posizione ufficiale nel "caso Giacchetta" e, in una lettera rivolta ai cittadini italiani di Zurigo, non solo esprime "sdegno" e "condanna" per quanto accaduto, ma afferma di essere del tutto estranea alle azioni del suo ex dipendente del quale peraltro il patronato stesso è vittima.
"Cari concittadini, l’Inca è in Svizzera da oltre cinquant’anni", esordisce la lettera. "La nostra storia è legata a doppio filo alle comunità italiane presenti in questo Paese. È una storia di impegno, di aiuto, di volontariato, di lotte comuni con i concittadini italiani per la tutela dei loro diritti. È una storia che molti di voi conoscono bene, che hanno contribuito a scrivere", rivendica il patronato, che "rispetto alla truffa di cui è indagato dalla magistratura svizzera Antonio Giacchetta e operata ai danni di nostri connazionali sente l’obbligo di ribadire alcuni punti necessari alla ricostruzione corretta della vicenda, affinché possano essere fatte piena luce e giustizia".

In primo luogo "l’Inca manifesta la propria condanna e il proprio sdegno per azioni illegali che danneggiano numerosi pensionati di origine italiana". Quindi afferma di non essere "coinvolta, né a titolo formale né a titolo informale, in nessuna delle azioni criminose contestate a Giacchetta ed è anzi essa stessa vittima di una truffa da parte del proprio ex dipendente".
L’Inca ricorda poi che "l’indagine ha preso il via proprio su nostra denuncia. Abbiamo denunciato Giacchetta non appena abbiamo scoperto le prime irregolarità nella sua azione: l’impiegato è stato immediatamente rimosso dal suo incarico e licenziato". Poi il patronato si è messo "fin da subito a disposizione degli organi inquirenti, del consolato italiano e dei ministeri interessati per ogni chiarimento" ed oggi assicura "assoluta disponibilità anche rispetto agli organi d’informazione".
Ma, fatto ancora più importante, "l’associazione Inca Svizzera e tutti i suoi operatori", continua la lettera, "sono a completa disposizione dei cittadini vittime della truffa per aiutarli a ricostruire la vicenda, assisterli nelle azioni da intraprendere, chiarire la propria posizione contributiva e fiscale".
"Ci preme ricordare a tutti che l’associazione Inca Svizzera è parte offesa in questa truffa, in quanto", si sottolinea, "ha visto il proprio nome e la propria credibilità indebitamente legati ad azioni criminose compiute da un singolo cittadino contro i nostri connazionali: per questo intraprenderemo tutte le azioni legali conseguenti ai danni ricevuti e ci costituiremo parte civile nel processo a carico del nostro ex impiegato".
Infine l’Inca Svizzera conclude garantendo che "non lascerà – non lo ha mai fatto – nessun concittadino italiano da solo: collaboreremo, anche in relazione agli sviluppi dell’indagine della magistratura svizzera, con tutte le forze della nostra comunità (Comites, Associazioni locali e nazionali, parlamentari, altri patronati, comitati di cittadini…) affinché si raggiunga l’obiettivo di veder adeguatamente assistiti e poi interamente risarciti i nostri connazionali vittime della truffa". (aise-Eminotizie)

 
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EmiNews 2009

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