7494 EUROPA: Sinistra travolta

20091001 09:41:00 redazione-IT

di Giorgio Mele

La vittoria della destra in Germania sposta corposamente il baricentro dell’equilibrio politico del vecchio continente nonostante l’importante risultato delle forze di sinistra in Portogallo, e della recente vittoria dei socialdemocratici in Norvegia.
Nei commenti della stampa emergono due importanti considerazioni: la prima è il paradosso che la crisi economica dovuta al fallimento delle politiche liberiste non scalfisce il consenso delle forze di destra e sottolinea come il partito liberale tedesco raggiunga il miglior risultato della sua storia proponendo un programma imperniato sul ridimensionamento dello stato sociale.

La seconda è che mentre negli altri continenti le forze progressiste si affermano in paesi importanti in Europa la sinistra si trova in grande difficoltà e la destra consolida le sua posizioni.
Purtroppo nella storia di questo continente questa non è una novità. Dopo la crisi del 29 mentre negli stati Uniti si affermavano le politiche keynesiane da questa parte dell’Atlantico nella “civile” Europa si affermavano i totalitarismi nazista e fascista. E l’esito fu la seconda guerra mondiale.
Non siamo a quel punto tuttavia è bene guardare a ciò che succede con una certa preoccupazione.
Analizzando meglio il voto tedesco emerge un altro elemento importante: la disfatta della sinistra moderata, come era già avvenuto in Italia, in Francia, in Olanda, come avverrà in Gran Bretagna e in altri paesi. La sinistra della guerra, dell’apologia acritica della globalizzazione è stata travolta dalla crisi delle sue illusioni.
In alcuni commenti la sconfitta socialdemocratica viene imputata alla partecipazione tout court alla Grosse Koalition. Ma già in altri momenti della storia tedesca la spd aveva fatto parte di una Grosse Koalition e non ne era uscita a pezzi come oggi. Il fatto è che nelle precedenti occasioni la Spd partecipò alla Grosse koalition come un soggetto importante al pari della CDU. Oggi invece la Spd vi partecipava come un attore secondario senza identità, appiattita sulle politiche peraltro accorte della Merkel.
Nella sconfitta dei socialdemocratici tedeschi c’è insomma la mancanza di un programma credibile per uscire dalla crisi alternativo a quello delle destre. Questa impostazione si connette con il rifiuto di costruire e di prospettare una alternativapolitica, di dare vita ad uno schieramento di sinistra alternativo a quello giallo nero che la Merkel ha invocato e ottenuto. Insomma la Spd non ha voluto rinnegare la linea del neue Mitte, ed è sembrata orfana della Grosse Koalition ed è stata giustamente punita dal suo elettorato che l’ha abbandonata o ha votato per gli altri partiti della sinistra.
Tale atteggiamento ha portato il direttore della Zeit a chiedere alla Spd un netto cambio della linea politica e di volgere lo sguardo verso la sua sinistra perché ha aggiunto che la sinistra perde in tutti i paesi dove non si presenta unita. Vedremo se il gruppo dirigente di quel partito saprà ascoltare le sagge parole del direttore della Zeit.
A sinistra vanno bene i verdi e la Linke diventa il quarto partito tedesco, un risultato che premia la tenacia e al capacità unitaria di Lafontaine e Gysi che attraverso un processo lungo e complesso hanno costruito un partito della sinistra credibile con cui tutti dovranno fare i conti. Lafontaine, consapevole del nuovo ruolo del suo partito, nelle interviste post voto ha lanciato una grande sfida unitaria alla spd e ai verdi a costruire insieme l’alternativa alla coalizione di centrodestra.
Questo risultato della Linke dimostra che in Europa per la sinistra c’è un grande spazio se si costruisce una proposta politica con contenuti chiari, fortemente unitaria e unificatrice. Il contrario di quello che sta avvenendo da noi dove prevale a tutti i costi la divisione,con il risultato che la sinistra si è ridotta a piccoli frammenti senza rappresentanza politica. Come si vede la vicenda tedesca ci interroga da vicino,(pur se impegnati convintamente nei nostri rispettivi progetti politici), ci stringe sui nodi di fondo della prospettiva della sinistra italiana, che ha bisogno di un cambio di passo, di fare un salto di qualità che punti a raccogliere le diverse forze che la compongono perché sarebbe esiziale tenerla ancora divisa.

 
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EmiNews 2009

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