7512 La Corte Costituzionale boccia il Lodo Alfano: Berlusconi può essere processato

20091007 19:21:00 redazione-IT

[b]LA CORTE COSTITUZIONALE RIAFFERMA IL PRINCIPIO CHE TUTTI SONO UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE. SE SI VULE L’IMPUNITA’ DELLE PIU’ ALTE CARICHE DELLO STATO SI DEVE CAMBIARE LA COSTITUZIONE. I PROCESSI A BERLUSCONI POSSONO CONTINUARE.

Non passa lo «scudo giudiziario» per sospendere i processi alle quattro più alte cariche dello Stato. Dopo due giorni di camera di consiglio, i giudici della Consulta hanno deciso di giudicare non costituzionale la legge voluta dal Pdl di Berlusconi. Ancora incerti gli scenari politici. L’avvocato dello Stato, Glauco Nori nella sua memoria difensiva ventilava il rischio di dimissioni del premier in caso di bocciatura del Lodo.[/b]

La Consulta – secondo quanto appreso dall’Ansa – ha bocciato il ‘lodo Alfano’ per violazione dell’art.138 della Costituzione, vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal lodo per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il lodo è stato bocciato anche per violazione dell’art.3 (principio di uguaglianza). L’effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset. Otto giudici avrebbero votato per la bocciatura, sei i contrari.

19.12 – Bertolini, Pdl: «Sentenza lascia esterrefatti»
«La sentenza della Corte costituzionale lascia esterrefatti. Gli ermellini si sono rimangiati i propri pronunciamenti precedenti. Se qualcuno pensa che il governo e la maggioranza di centrodestra si facciano da parte ha fatto male i proprio calcoli. Continueremo a governare per il bene del Paese». Lo ha detto Isabella Bertolini, deputata del Pdl

19.10 – La notizia su tutte le tv straniere
Turisti incuriositi, calca di giornalisti italiani e stranieri (la Tv tedesca e francese, le principali agenzia di stampa internazionali), tutti assieme hanno da stamani atteso la sentenza sul lodo Alfano davanti alla Consulta. Molti gli stranieri in viaggio a Roma che, incuriositi dalle telecamere, hanno iniziato a fare delle foto ai giornalisti mentre qualcuno ha cercato di capire cosa stesse succedendo di così importante in Italia.

19.08 – Bianco, Pd: «Punita l’arroganza della maggioranza»
«Con un’arroganza inaccettabile, la maggioranza è andata esattamente dove era scontato che adasse». È quanto ha dichiarato Enzo Bianco, capogruppo Pd alla commissione Affari Costituzionali del Senato, in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il Lodo Alfano. «La sentenza emessa dalla Suprema Corte è in coerenza con una lunga, consolidata giurisprudenza, come abbiamo evidenziato anche in Senato in merito alla pregiudiziale di costituzionalità. Ora – ha sottolineato Bianco – occorre seguire la via del più rigoroso rispetto delle prerogative e della autonomia di tutti gli organi istituzionali, nessuno
escluso».

19.07 – Bocchino, Pdl: «Non ci fermeremo»
«Non sarà certo una sentenza della corte a bloccare l’azione di questa maggioranza. Avanti dunque con le riforme. La Lega Nord è al governo per cambiare questo paese. Lo vuole il popolo e questa è l’unica cosa che conta». Lo dichiarano in una nota congiunta Federico Bricolo e Roberto Cota, capigruppo della Lega Nord al Senato e alla Camera, commentando la bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale.

19.03 – Casson, Pd: «Confermati i dubbi»
«La decisione della Corte Costituzionale ha confermato i pesanti dubbi di legittimità che avevamo segnalato in Parlamento fin dalle prime battute»: così il senatore del Pd Felice Casson commenta la sentenza della Suprema Corte che ha bocciato il lodo Alfano. «Il governo – sottolinea l’ex magistrato – aveva vergognosamente sospeso ogni attività parlamentare per approvare il lodo Alfano a favore del presidente del Consiglio. Oggi è stata riaffermata la legittimità costituzionale, purtroppo però è stata affermata non dal Parlamento ma dalla Corte Costituzionale».

19.00 – La Russa, Pdl: «Sembra sentenza politica»
Per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, la decisione della Consulta «non è un fulmine a ciel sereno: ma parlo da politico. Da avvocato, invece, dico che la trovo una decisione difficilmente comprensibile». La Russa è curioso di conoscere i retroscena e «se fosse vero che lo scarto è stato minimo aumenterebbe il convincimento – dice – che si sia trattato di una scelta più politica che di diritto».

18.57 – Gasparri, Pdl: «La Corte non è più organo di garanzia»
«La Corte, un tempo costituzionale, da oggi non è più un organo di garanzia, perchè smentendo la sua giurisprudenza ha emesso una decisione politica che non priverà il Paese della guida che gli elettori hanno scelto e costantemente rafforzato di elezione in elezione»: è il giudizio del presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri. «È una giornata buia per i valori della legalità – ha aggiunto Gasparri – e che segna il tramonto di una istituzione che ha obbedito a logiche di appartenenza politica e non a valutazioni di costituzionalità».

18.55 – Franceschini, Pd: «Ristabilita uguaglianza davanti alla legge»
La Consulta ha «ristabilito il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge». Lo ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini. «Il supremo organo di garanzia del nostro ordinamento, la Corte Costituzionale – ha detto Franceschini a Montecitorio – ha semplicemente ristabilito il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Tutti siamo uguali davanti alla legge – ha concluso – anche i potenti».

18.52 – Consolo, Pdl: «Sentenza contraddittoria»
«La Corte, bocciando oggi il lodo Alfano, ha contraddetto sè stessa, avendo il legislatore tenuto in considerazione le linee guida che la medesima Corte aveva indicato nel 2004 con il Lodo Schifani». Lo ha detto Giuseppe Consolo, vice presidente della giunta per le autorizzazioni di Montecitorio.

18.47 – Di Pietro, Idv: «Lo avevamo detto»
«Noi lo abbiamo detto subito, sin da quando ci riunimmo a piazza Navona in migliaia per gridare allo scandalo su questa legge che Berlusconi si è fatto per sistemare i suoi processi. Già allora, ci rivolgemmo al capo dello Stato per pregarlo di non firmare questo scempio di incostituzionalità e immoralità». Lo afferma il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano. «Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta – conclude – il presidente del Consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall’incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l’imputato. E spero che il presidente della Repubblica, d’ora in poi, non sia
così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali.

18.43 – Via del Plebiscito, dove c’è la residenza romana del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Via dell’Umiltà, dove c’è la sede di Forza Italia sono blindate. Alcune strade nei pressi della sede del palazzo della Consulta chiuse al traffico delle auto e transennate. Nelle zone off limits alla circolazione si può passare solo a piedi. Ingente lo schieramento delle forze dell’ordine in particolare davanti alla Consulta.

18.42 – «La Consulta ha bocciato non solo il Lodo ma una maggioranza che da 15 anni con arroganza e spregio delle istituzioni obbliga il Parlamento ad approvare leggi palesemente incostituzionali al solo scopo di garantire un’indebita impunità a Silvio Berlusconi», afferma il capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera Massimo Donadi. «Per questo – aggiunge – il governo ora ha il dovere morale di dimettersi e il presidente del consiglio di fare quello che qualsiasi altro italiano nelle sua condizioni dovrebbe fare: l’imputato. L’Italia dei Valori chiede che si vada subito ad elezioni»

18.40 – «Ravviso in questa sentenza un aspetto che non mi convince. Oggi si è sollevato il problema della violazione dell’art.138. La Corte si era già espressa sul lodo Schifani, omettendo questa violazione. Se fossimo stati a conoscenza di questo, il Parlamento avrebbe lavorato meglio. Forse ci si è voluti tenere una carta di riserva per andare a colpire questo lodo». Lo ha detto Enrico Costa, deputato Pdl e relatore del lodo Alfano alla Camera. «Ora dobbiamo individuare meglio le motivazioni che hanno portato a questa sentenza – ha concluso Costa – sul piano politico ci riserviamo di riflettere su cosa accadrà».

18.38 – «La sentenza che la Corte Costituzionale ha appena pronunciato susciterà certo molte discussioni e polemiche. Ma c’è un punto politico che va subito ribadito con assoluta nettezza: per le questioni politiche ed elettorali, per decidere chi debba governare e chi debba stare all’opposizione, l’unico giudice è l’elettorato, il popolo sovrano»: così Daniele Capezzone portavoce del Pdl. «E il popolo sovrano, alle elezioni politiche – sottolinea – ha largamente scelto Silvio Berlusconi, che ha il diritto-dovere
di governare per tutta la legislatura. Peraltro, tutte le scadenze elettorali successive alle politiche (regionali, europee, amministrative) hanno largamente confermato una enorme fiducia degli elettori verso il Governo e il Premier. L’opposizione si rassegni, dunque; si prepari ad un lavoro di lunga lena, e – conclude – non speri di poter sovvertire il responso elettorale deciso dagli italiani».

18.35 – «Giustizia è fatta, la Corte costituzionale si conferma isola della ragione e riporta l’eguaglianza tra tutti i cittadini. Come avevamo sostenuto, fin dall’inizio, il Lodo Alfano è una legge iniqua ed illegittima che è stata finalmente cancellata con una decisione tecnica ineccepibile», afferma Lanfranco Tenaglia responsabile giustizia del Pd. «Ora – aggiunge – non si tenti di ribaltare o eludere questa decisione attraverso l’ennesima legge ad personam. Il presidente del consiglio si sottoponga al giudizio della magistratura come tutti i cittadini e non accampi scuse per continuare a governare visto che ha un’ampia maggioranza in entrambi i rami del parlamento».

18.35 – Il coordinamento di Sinistra e Libertà, appresa la notizia della bocciatura del Lodo Alfano, ha deciso un sit-in davanti Palazzo Chigi. Il sit-in,a cui partecipano i leader di Sl, informa una nota, è cominciato alle 18.30.

18.33 – «La Corte Costituzionale ha riconosciuto la palese incostituzionalità del cosiddetto ‘Lodo Alfano’: viene così eliminato dal mondo giuridico il maldestro tentativo di violare, con legge ordinaria, il sistema costituzionale ed il fondamentale principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge», afferma Leoluca Orlando, portavoce nazionale di IDV, per il quale è stata così
cancellata una legge «vergognosa». «L’Idv ha raccolto un milione di firme per eliminare una legge che oltre che incostituzionale è esempio di barbarie ed inciviltà etica e istituzionale. La sentenza della Corte Costituzionale – prosegue – rende inutile il referendum ma dimostra come fosse fondata l’indignazione dei cittadini, e come le perplessità espresse sulla firma da parte del Capo dello Stato avessero oltre che un fondamento etico, anche un fondamento giuridico e costituzionale»

18.33 – «Credo che non tocchi a loro dire questo». Così Pier Luigi Bersani risponde, dopo la decisione della Consulta sul lodo Alfano, a chi nel Pdl ipotizza un ritorno alle urne.

18.33 – Da Palazzo della Consulta è stato diffuso il seguente comunicato: «La Corte costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma.

18.32 – Sono due i dibattimenti in cui è imputato a Milano Silvio Berlusconi e che devono ricominciare dopo la decisione della Consulta di dichiarare illegittimo il Lodo Alfano. Un terzo procedimento, quello cosiddetto Mediatrade è ancora in fase di indagini preliminari e il pm Fabio De Pasquale starebbe lavorando per redigere l’avviso di chiusura delle indagini che, di norma, prelude alla richeista di rinvio a giudizio. In fase di dibattimento si trovano il processo sulle presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset che vedono imputati il premier e parte del management Fininvest e quello in cui Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari con l’avvocato inglese David Mills. In quest’ultimo processo la posizione del premier era
stata stralciata e il dibattimento a suo carico sospeso per via del Lodo Alfano, ma i giudici della decima sezione del tribunale di Milano l’hanno proseguito per Mills che è stato condannato a quattro anni e sei mesi. Proprio venerdì, 9 ottobre, comincerà per l’avvocato inglese il processo d’appello in cui Berlusconi è stato chiesto come teste dalla difesa. Diversa la scelta dei giudici della Prima sezione del Tribunale che avevano il processo per tutti nella vicenda della compravendita dei diritti. In questo dibattimento, il premier e gli altri imputati sono accusati di una serie di reati societari per aver, nella ricostruzione dell’accusa, creato fondi neri ‘gonfiandò i costi dei diritti. I giudici avevano accolto una contestazione suppletiva del pm de Pasquale relativa a una frode fiscale riferita agli anni 2000-2003 che ha portato allo slittamento in avanti della prescrizione di quattro anni, cioè
al marzo del 2012. Nel processo Mills, Berlusconi è invece accusato di aver dato al legale inglese 600mila dollari perchè facesse
dichiarazioni reticenti in due vecchi processi milanesi: All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza. Il lodo Alfano, infine, avrà un riflesso anche a Roma, dove il gip dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione di un procedimento nei riguardi del premier: Berlusconi è indagato per istigazione alla corruzione per un presunto tentativo di avvicinamento, a ridosso dell’approvazione della Legge Finanziaria del governo Prodi, di alcuni parlamentari della maggioranza per convincerli a passare con l’ opposizione con l’ obiettivo di far cadere il governo. Il gip aveva inviato gli atti alla Corte costituzionale, ritenendo che il lodo
Alfano, per la sua formulazione, si applicasse anche alla fase del «procedimento» e non solo a quella del «processo» e
pertanto violasse più principi costituzionali.

18.32 – «La sentenza della Corte costituzionale – afferma Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà e presidente della Regione Puglia – è un duro colpo per l’arroganza di chi esigeva l’impunità e voleva porsi al di sopra delle leggi. Ora è essenziale che tutti manifestino il massimo rispetto per le istituzioni e per le scelte di chi ha il compito di vigilare sulla fedeltà a principi sanciti dalla
nostra Costituzione». Secondo Vendola, «il presidente del Consiglio deve ora, senza denunciare inesistenti complotti, sottoporsi responsabilmente al giudizio imparziale della magistratura».

18.32 – «Mi pare che la decisione metta un punto fermo e dica che senza una legge costituzionale Berlusconi e le alte cariche sono cittadini come tutti gli altri e sono tenuti a sottoporsi a giudizio. Berlusconi continui a fare il suo mestiere sapendo che deve andare a sentenza». Pier Luigi Bersani commenta così la decisione della Corte Costituzionale sul lodo Alfano.

18.31 – Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario e Carlo Rossella, presidente di Medusa, sono giunti a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier Silvio Berlusconi. Al momento a via del Plebiscito, è rimasto il Cavaliere. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, infatti è uscito una ventina di minuti fa.

18.29 – «Sarà interessante leggere come gli ermellini motivano che è illegittimo un istituto che dà a quattro alte cariche le garanzie che i costituenti diedero a tutti i parlamentari con l’immunità. In altre parole, il lodo recuperava in minima parte l’istituto dell’immunità voluto dai costituenti». Così il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi, sulla sentenza della Consulta sul lodo Alfano.

18.27 – «La più alta corte italiana delibera che la legge che garantisce l’immunità al premier Berlusconi è incostituzionale»: con questa Breaking News la Bbc ha immediatamente ripreso il flash dell’Ansa. Anche Sky News britannica ha dato la notizia come flash.

18.24 – «Plaudo alla decisione della Corte costituzionale che ha bocciato totalmente e senza possibilità d’appello il Lodo Alfano, in quanto vìola il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge». Lo afferma Paolo Ferrero, segretario del Prc. «Alla Corte – aggiunge – va il plauso di tutti i sinceri democratici del nostro Paese che hanno bocciato senz’appello una legge vergognosa e illegittima che voleva cercare di salvare la faccia e le fortune, costruite sul malaffare, del nostro premier e di tutti gli altri potenti che pensano di poter essere e comportarsi impunemente da corruttori e mafiosi come fa Berlusconi». «A Bossi, che minaccia il ricorso al popolo – prosegue Ferrero – ci limitiamo a dire di lasciar perdere e di non svegliare il cane che dorme. Troppi partigiani, uomini e donne, sono morti per costruire una Repubblica libera e democratica come quella italiana, che si basa e si regge sulla sua Costituzione, per potersi fare spaventare – loro e i loro discedenti, cioè tutti noi – da quattro ciarlatani alla cui testa si vogliono mettere eversori e corruttori»

18.23 – «Esprimo la massima solidarietà, la massima vicinanza e il mio grandissimo affetto al presidente Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano». Così il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale che ha decretato l’incostituzionalità del Lodo Alfano.

18.23 – Nessun commento dal presidente di Fiat e promotore di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, sulla sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, il cui responso è giunto proprio al termine della presentazione della neonata associazione. Interpellato dai giornalisti, Montezemolo si è interessato «ma solo come cittadino» alle motivazioni della sentenza, sottolineando tuttavia di non voler fare alcun commento ufficiale: «non commento le sentenze» ha detto.

18.22 – «Si rispetti il pronunciamento della Corte Costituzionale. Questo non vuol dire dimissioni nè elezioni», afferma il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione. «Ognuno è libero di condividere o meno i pronunciamenti della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, ma tutti – sottolinea – sono tenuti a rispettarli. Questo non vuol dire che Berlusconi debba dimettersi: chi ha la maggioranza ha il diritto-dovere di governare. Per lo stesso motivo nessuno pensi di convocare elezioni anticipate contro la Corte Costituzionale. Non lo diciamo certo perchè l’UDC abbia paura delle urne, da cui uscirebbe sempre più rafforzato, ma – conclude – lo diciamo per responsabilità istituzionale e per il bene del Paese».

18.19 – «La Corte Costituzionale che contraddice sè stessa è un problema di democrazia»: così Jole Santelli (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, commenta la decisione della Consulta che ha bocciato il Lodo Alfano. «Nel 2004, nella sentenza sul lodo Schifani – aggiunge – la Corte Costituzionale sancì che si trattava di sospensione, paragonandola al regime delle altre sospensioni previste dal codice di procedura penale e specificando che, a differenza delle altre, endoprocessuali, si trattava di una sospensione del processo ‘extraprocessualè, e, in quanto sospensione, soggetta alla legge ordinaria». «Dunque, se oggi è questa la decisione della Consulta – spiega Santelli – dal 2004 al 2009 la Corte si è contraddetta». «Questa decisione – conclude – pone un problema sì, politico, ma anche, di certezza del diritto e quindi di democrazia, in questo Paese».

18.18 – «Il presidente Berlusconi farà bene a prendere le valige e a cambiare aria». È la reazione del senatore Felice Belisario, capogruppo dell’IdV, alla notizia della bocciatura del Lodo Alfano. «Per l’Italia dei Valori è un buon giorno oggi. È la vittoria del diritto, dell’Italia dei Valori e di un milione di cittadini – aggiunge – che hanno firmato per mandare gambe all’aria questa porcheria».

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Bossi minaccia: «Trascineremo il popolo»

In caso di bocciatura del Lodo Alfano? «Trascineremo il popolo», dice Umberto Bossi. «Il popolo ce l’abbiamo», aggiunge. «Se il Lodo sarà bocciato? No, non credo. Ma non ho segnali. Io sono per la saggezza: chi è che vuole sfidare l’ira dei popoli». Umberto Bossi torna così, con i giornalisti alla Camera dopo un pranzo nello studio del presidente Gianfranco Fini, sulla decisione della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano.

Intanto, i giudici della Corte Costituzionale riuniti da ieri in camera di consiglio hanno sospeso la seduta e l’hanno riaggiornata a questo pomeriggio. Ieri è stata la volta degli avvocati del premier. La legge è uguale per tutti ma qualcuno è più uguale degli altri. Vista dalla parte dei legali di Berlusconi che hanno difeso la costituzionalità del lodo Alfano davanti alla Consulta c’è poco da discutere. Il premier in virtù del suo ruolo non può perdere tempo a difendersi, ne andrebbe del bene del Paese.

«La legge è uguale per tutti ma non sempre lo è la sua applicazione», ha detto Ghedini, per il quale la normativa che sospende i processi per le quattro più alte cariche della repubblica, può benissimo essere varata con legge ordinaria – «è assolutamente ammissibile». Ad insistere sull’eccezionalità del presidente del consiglio è stato anche l’altro avvocato-parlamentare schierato da Berlusconi. Gaetano Pecorella, ha specificato che il premier è comunque un po’ più uguale di altri: in base alla nuova legge elettorale, infatti, «non è più primus inter pares perchè è l’unico eletto direttamente dal popolo».

Più tradizionale la difesa di Pietro Longo, secondo il quale la sospensione del processo per le più alte cariche dello stato, non va confusa con l’immunità perché il lodo Alfano non implica la prescrizione. Ed in ogni caso è necessario come il pane per tutelare il diritto alla difesa di Berlusconi perché «in ragione della complessa attività che la carica istituzionale impone: non appare possibile rivestire contemporaneamente un alta carica e il ruolo di imputato».

Anche l’avvocato dello stato, Glauco Nori, ha ribadito le proprie posizioni spiegando che la sua presenza è richiesta dalla difesa di una legge voluta dal parlamento. Sui danni irreparabili che deriverebbero dalla bocciatura del lodo Alfano, ha spiegato Nori, «sono state fatte ricostruzioni fantasiose. Quello su cui volevo porre l’attenzione è che si trascurerebbero le funzioni di governo, basti pensare ad esempio agli impegni del presidente del consiglio a livello europeo».

La Consulta ieri aveva ha respinto la costituzione in giudizio della procura di milano. Il presidente dei costituzionalisti italiani, Alessandro Pace, che sosteneva le richiesta dei pm meneghini, ha commentato ironicamente coi giornalisti: «giustizia è fatta: questa resta una legge ad personam. Dieci anni orsono sarebbe stata dichiarata incostituzionale solo per questo fatto. Adesso ci sono più spiragli perchè la corte ribalti la sentenza del 2004 sul lodo Schifani dichiarando inammissibili i ricorsi contro il lodo Alfano».

«Quello della Consulta non sarà un giudizio politico ma un giudizio basato sull’esame delle norme costituzionali» è stato il fiducioso commento di Gaetano Pecorella, al termine dell’udienza del Lodo Alfano. Pecorella non ha escluso che, in caso di parziale bocciatura del Lodo, «ci possa essere comunque spazio per intervenire, nuovamente, con modifiche sulla legge: bisognerà aspettare le motivazioni. Ma ho fiducia in questa Corte».

«L’arringa di Ghedini è veramente preoccupante perchè costituisce la teorizzazione e il tentativo di legittimare l’applicazione del diritto disuguale», ha detto la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. «Dire che la legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione – aggiunge – equivale ad ancorare l’uguaglianza ad un ambito solo formale e disconoscere il valore sostanziale del principio di uguaglianza che rappresenta uno dei principi cardine della nostra carta costituzionale».

http://www.unita.it/news/italia/89454/bossi_minaccia_trascineremo_il_popolo

 
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EmiNews 2009

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