20091017 12:23:00 redazione-IT
Non siamo felici di scendere in piazza contro il razzismo e per i diritti dei migranti e delle minoranze. Ci piacerebbe di più vivere in un Paese aperto, dove l’uguaglianza sancita dall’art.3 della Costituzione fosse sentita da tutti e tutte come un principio intoccabile, una responsabilità collettiva per la quale vale la pena spendere l’impegno di una vita.
Oggi l’Italia non è che la brutta copia di quel luogo al quale aspiravano coloro che hanno scritto la Costituzione. Ci sono milioni di persone che vivono accanto a noi, i migranti e le minoranze, rom e i sinti su tutte, che sono rappresentati da anni in maniera molto negativa. Collegati a problemi d ordine pubblico e sicurezza, indicati come colpevoli di tanti problemi, ossia capri espiatori della società.
Ciò ha determinato un ampio consenso sociale su politiche discriminatorie e persecutorie messe in atto nei loro confronti, che stanno progressivamente istaurando nel nostro Paese un vera e propria apartheid.
Accanto a questa discriminazione di massa, promossa e sostenuta dal centro destra oggi al governo, ma che ha purtroppo trovato negli anni scorsi risposte deboli e contraddittorie delle forze politiche democratiche, è cresciuto e si è consolidato anche un diffuso sentimento di intolleranza e fastidio verso gli stranieri e le minoranze.
Gli atti di violenza razzista si sono moltiplicati e rappresentano oramai una vera e propria emergenza. Interi quartieri delle nostre città sono diventati pericolosi per le persone di origine straniera, costretti a nascondersi per evitare le bande razziste alla ricerca di vittime sulle quali sfogare la loro rabbia o insoddisfazione.
La crisi economica, con il tributo di posti di lavoro persi e l’incertezza per il futuro, ha aggravato questa situazione rendendo più semplice alimentare la guerra tra poveri anziché la ricerca di risposte coerenti e di lungo periodo ai problemi concreti delle nostre città.
Per questo saremo in piazza. E saremo in tanti.
Uniti dalla convinzione che questa manifestazione possa e debba mettere in campo un soggetto sociale che determini un cambio di paradigma sull’immigrazione, che sveli le bugie pubbliche su milioni di stranieri, rendendo possibile una inversione di tendenza nella cultura di questo Paese.
Una manifestazione che guarda al futuro, alle prossime generazioni. A coloro che, nati o cresciuti in Italia, con genitori che sono immigrati qui per lavoro, saranno una componente fondamentale dell’identità culturale, politica e sociale dell’Italia che sarà.
Il loro futuro è anche il nostro.
*Responsabile immigrazione Arci
7538-manifestazione-migranti-a-roma-sara-una-bella-giornata
8267
EmiNews 2009
Views: 2
Lascia un commento