7594 BERLINO: C'eravamo anche noi!

20091109 12:58:00 redazione-IT

di Mauro Montanari

[b]I boati della festa per la caduta del muro nascondono qualche segreto.[/b]

Fermo restando l’avvenimento storico che ha avvicinato il mondo, che ha permesso a milioni e milioni di persone di muoversi, di viaggiare, che hapermesso alle famiglie di riunirsi; fermo restando il fatto che la caduta del Muro segna de facto la definitiva fine della Seconda guerra mondiale e delle sue conseguenze, abbiamo tuttavia il dovere di pensare un po’ a quello che non è riuscito, a quello che poteva essere fatto meglio. Per esempio il fatto che una riunificazione frettolosa, sotto la spinta della minaccia sovietica, con il cambio improvviso 1 a 1 tra il marco occidentale e quello orientale, ha impedito all’economia della Germania dell’Est di adattarsi ai modelli dell’Ovest.

Praticamente l’industria è stata azzerata e i resti svenduti alle grandi aziende occidentali, senza che ci fosse alcuna contropartita per gli abitanti del luogo. Dall’altra parte sono state immesse venti milioni di persone nel sistema sociale e previdenziale occidentale, senza che queste avessero versato un centesimo nelle corrispondenti casse. Ciò ha provocato il noto collasso di cui paghiamo ancora oggi le conseguenze.

Ma tutte queste sono cose note, dibattute da vent’anni a questa parte. Ancora oscuro ai più rimane invece il contributo all’unificazione del Volk che hanno dato nove milioni di stranieri che vivono in Germania. Gli stranieri da cinquant’anni versano all’economia del Paese più di quanto ne ricevano sotto forma di servizi sociali e contributi previdenziali. Hanno quindi il diritto di considerarsi una ricchezza vera per il Paese. Nove milioni di stranieri, tra cui 700.000 italiani, arrivarono e continuano ad arrivare; hanno cercato e continuano a cercare e trovare lavoro in Germania. Anche qualificato. Volenti o nolenti hanno pagato e pagano la tassa di solidarietà come tutti gli altri.

Sono stati e sono i coprotagonisti di questa unificazione, per il semplice fatto che l’hanno finanziata insieme a tutti gli altri. Tuttavia non figurano negli annali. Non compaiono nei rapporti della stampa. Rimangono inesistenti nella sequela dei ringraziamenti pubblici che si susseguono in questi giorni sui podi di tutta la Germania. Non votano, quindi non decidono sugli orientamenti della politica, però pagano le tasse, quindi sostengono con il loro danaro le decisioni altrui.

Non votano, quindi nessuno li ringrazia per quello che fanno, ma (volenti o nolenti) pagano le tasse e il loro contributo è necessario all’economia. È necessario, in particolare, per sostenere le casse previdenziali dissanguate dagli errori dell’unificazione; errori fatti da altri e non da loro. Appartengono al Volk quando si tratta di pagare ma, rimangono stranieri quando si tratta di decidere o anche solo di festeggiare. Allora, se i lettori ce lo permettono, vorremmo noi, dalle pagine di questo giornale, ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo avvenimento storico: la riunificazione della Germania e dell’Europa, ma che ne sono tenuti fuori quasi non ne facessero parte.

http://www.corritalia.de/?l=405#t399&cms=24cca6c758ca75da1de6318a5bd83018

 
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EmiNews 2009

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