19 02 16 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

1 – Trionfo dell’Italia a Berlino. La Paranza conquista l’orso d’argento alla sceneggiatura
2 – NUMERI ALLA MANO in parlamento.
3 – Un governo contro gli italiani nel mondo: il senato ha approvato la riduzione dei parlamentari esteri – diciamo no! firma la petizione!
https://www.change.org/p/tuteliamo-la-voce-e-i-diritti-degli-italiani-all-estero
4 -. L’on. La Marca partecipa al 39esimo anniversario della società Villottese (Pordenone) di Toronto e celebra la giornata del ricordo.
5 – Il pericolo delle riforme costituzionali per evitare il referendum confermativo nasconde la via verso il presidenzialismo
6 – Cambiamento
7 – Brexit, Merlo a Londra: “La difesa degli italiani in UK è una nostra priorità”

1 – TRIONFO DELL’ITALIA A BERLINO. LA PARANZA CONQUISTA L’ORSO D’ARGENTO ALLA SCENEGGIATURA.
Saviano: “Dedico il premio alle ONG”. BERLINO (GERMANIA) – Un po’ d’Italia anche al Festival del Cinema di Berlino. Il film La Paranza dei bambini vince l’Orso d’argento (miglior sceneggiatura). La pellicola è stata tratta da un romanzo di Roberto Saviano che presente sul palco ha lanciato un chiaro messaggio: “Dedico questo premio – riporta il sito di Repubblica – alle ONG che vanno nel mare a salvare delle vite, scrivere questo film è significato mostrare l’esistenza e la resistenza che esiste: parlare della verità nel nostro Paese è diventato davvero difficile”. PUBBLICITÀ Soddisfazione anche da parte del regista Claudio Giovannesi: “Grazie alla Berlinale per aver invitato il nostro film, grazie alla giuria, ai produttori, ai ragazzi, i protagonisti di questo film. Grazie a Roberto per avermi chiamato come regista e a Maurizio per avermi accompagnato in questo viaggio. Dedichiamo il premio al nostro Paese con la speranza che l’arte, cultura e educazione siano ancora una priorità“.

2 – NUMERI ALLA MANO in parlamento.
7 LEGGI APPROVATE NEL MESE DI GENNAIO
È stato il mese più prolifico da inizio legislatura. Da notare però che si tratta di 7 leggi che hanno ratificato trattati internazionali, provvedimenti quindi che nascono fuori dall’aula di camera e senato, e su cui l’apporto del parlamento è generalmente basso.

3 DECRETI LEGGE PRESENTATI DAL GOVERNO A GENNAIO
A corredo della manovra approvata a fine anno, a gennaio l’esecutivo ha presentato il cosiddetto Decretone. Il provvedimento contiene le norme per l’implementazione sia di quota 100 che del reddito di cittadinanza. Sempre a gennaio l’esecutivo ha presentato anche il decreto salva Carige, e quello per il rinnovo dei consigli degli ordini forensi.

2,14 DECRETI LEGGE PRESENTATI AL MESE DALL’INSEDIAMENTO
Da quando si è insediato il governo Conte ha presentato più di 2 decreti al mese, di fatto monopolizzando l’attività del parlamento. Il dato è sopra la media delle ultime 3 legislature (1,85), e ben oltre quanto fatto registrare dai 2 esecutivi più recenti: Renzi (1,7) e Gentiloni (1,18).

71,43% DELLE LEGGI APPROVATE NASCONO FUORI DAL PARLAMENTO
Il 71,43% delle leggi approvate da inizio legislatura sono state o ratifiche di trattati internazionali (28,57%) o conversioni di decreti legge del governo (42,86%). Solo il governo Letta, dal 2008 ad oggi, aveva fatto registrare un dato superiore.

-2 MEMBRI PER LA MAGGIORANZA AL SENATO
Con l’espulsione di De Bonis e De Falco dal gruppo M5s del senato la maggioranza giallo-verde subisce potenzialmente delle perdite. Sarà ora interessante vedere il loro comportamento in aula, visto che alcuni degli altri espulsi M5s sono ormai da considerare all’opposizione. Si assottiglia quindi ulteriormente il margine del governo al senato.

3 – UN GOVERNO CONTRO GLI ITALIANI NEL MONDO: IL SENATO HA APPROVATO LA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI ESTERI – DICIAMO NO! FIRMA LA PETIZIONE! On. Francesca La Marca

FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE: FIRMA LA PETIZIONE!
Cari amici,
il governo italiano, costituito da Lega, Movimento 5Stelle e MAIE, ha approvato al Senato la legge costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari e, con essa, quello degli eletti all’estero, che da 18 passano a 12 (8 + 4).
Respinto l’emendamento dei senatori PD, che chiedeva di non ridurre il numero già basso di 18 eletti, in linea con le richieste venute dalle nostre comunità e dal Consiglio generale degli italiani all’estero. Il nostro emendamento è stato sostenuto anche da Forza Italia e da Fratelli d’Italia, che però hanno poi votato a favore dell’intero provvedimento.
Il MAIE, che non ha detto una parola durante l’intero iter parlamentare ed è stato assente alle votazioni, restando fedele alla regola di stare sempre dalla parte del più forte e del potere, senza assumersi mai una responsabilità, nemmeno quando sono in gioco i diritti fondamentali degli italiani all’estero.

Tutto è ora più chiaro: si tratta di un progetto di ridimensionamento della rappresentanza estera, che ha trovato un esplicito chiarimento nelle parole del relatore del provvedimento, il senatore della Lega Calderoli: “Se fosse dipeso da me io gli eletti all’estero li avrei aboliti del tutto”.

E così, se la legge costituzionale arriverà al termine, come non ci auguriamo, per eleggere un deputato o un senatore nella circoscrizione Estero ci vorrà un numero di iscritti all’AIRE di circa quattro volte più alto rispetto all’Italia. In questa maniera, senza giri di parole, si viola la Costituzione.
Ma non finisce qui. La legge di revisione costituzionale passerà ora alla Camera e poi avrà altri due passaggi parlamentari.
Dobbiamo tutti moltiplicare gli sforzi e l’impegno, a qualsiasi livello, per riaprire lo spazio che questo governo ostile agli italiani all’estero sta chiudendo e difendere i nostri diritti, in nome di un principio di reale cittadinanza e degli interessi veri dell’Italia nel mondo.
Per questa ragione invito tutti a firmare la petizione che è stata promossa da un gruppo di cittadini, docenti universitari, scrittori, giornalisti, imprenditori, sindacalisti, esperti di emigrazione.
Una petizione, sottoscritta nel giro di pochi giorni da migliaia di persone, che chiede indistintamente a tutte le forze parlamentari di mantenere l’attuale livello di rappresentanza dei cittadini italiani all’estero.
Firmate e fate firmare collegandovi a questo link >
https://www.change.org/p/tuteliamo-la-voce-e-i-diritti-degli-italiani-all-estero

4 – L’ON. LA MARCA PARTECIPA AL 39ESIMO ANNIVERSARIO DELLA SOCIETÀ VILLOTTESE (PORDENONE) DI TORONTO E CELEBRA LA GIORNATA DEL RICORDO
Sabato, 9 febbraio, l’On. Francesca La Marca ha partecipato alla “festa dell’amicizia e della famiglia”, promossa dall’associazione villottese di Toronto in occasione del 39esimo anniversario del sodalizio. Presenti circa 300 convenuti. Villotta è una frazione di Chions, piccolo paese in provincia di Pordenone, i cui abitanti si sono sparsi in diversi Paesi del mondo, come Canada, Australia e Argentina, realizzando con il loro lavoro esperienze di successo.

Ha benedetto la cerimonia, Padre Papais, accolto dalla Presidente dell’associazione Alberta Bottos, e dalla Vice Presidente Elsa Querin. Presenti anche i Signori Gino Vatri e Danilo Cal, rispettivamente Presidente e Capogruppo degli Alpini di Toronto.
Nel corso del suo intervento, l’On. La Marca, dopo avere ringraziato per l’invito, ha ricordato che vi sono oltre tre milioni di friulani nel mondo. “In tutti i paesi dove sono andati – ha aggiunto – hanno portato il loro forte senso di laboriosità e la loro capacita di fare comunità. I tanti ‘Focolar furlan’ ne sono una testimonianza”.

“L’associazione villottese – ha aggiunto La Marca – è un modello di coesione e longevità che porta avanti le tradizioni del piccolo paese d’origine anche a beneficio delle generazioni future. Sono orgogliosa di voi villottesi per avere contribuito a costruire la mia e la vostra bella città.

A conclusione, la parlamentare ha riaffermato il valore della “giornata del ricordo”: “La celebrazione dell’amicizia e della famiglia, perno della comunità friulana, non ci può fare trascurare che siamo alla vigilia di un evento tragico e significativo: la giornata del ricordo. Essa ci dà l’occasione di ricordare doverosamente il doloroso esodo degli istriani, fiumani e dalmati e le centinaia e centinaia di vittime delle foibe, assassinate spesso senza colpa dai partigiani titini. A loro il nostro commosso pensiero e per loro l’impegno a superare ogni forma di odio e di violenza”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

5 – IL PERICOLO DELLE RIFORME COSTITUZIONALI PER EVITARE IL REFERENDUM CONFERMATIVO NASCONDE LA VIA VERSO IL PRESIDENZIALISMO.
Al Senato è stato approvato in prima lettura il testo della legge che riduce il numero dei parlamentari, 400 alla Camera, 200 al Senato. Ora la proposta di legge passa alla Camera e come tutte le proposte che vogliono modificare la Costituzione dovrà essere approvata due volte, sia alla Camera che al Senato, a distanza di almeno 3 mesi se la proposta verrà approvata senza il voto favorevole di almeno i due terzi dei parlamentari sarà possibile chiedere che si svolga il referendum costituzionale, come è avvenuto il 4 dicembre 2016, quando la vittoria del No ha bocciato le deformazioni della Costituzione targate Ren
A poco più di due anni dalla vittoria del No nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 l’attuale maggioranza Lega-M5Stelle non ha saputo fare meglio che rilanciare le modifiche alla Costituzione.

Cercando di non dare nell’occhio si è arrivati ad avere in campo queste modifiche:

-Introduzione del referendum propositivo, il cui difetto di fondo – anche nell’ultima versione – è che anziché arricchire la democrazia rappresentativa con una nuova forma di partecipazione dei cittadini, tale da integrare l’attività del parlamento, continua a contrapporre cittadini e parlamento, con il serio rischio di creare corti circuiti.

– Riduzione drastica dei parlamentari, motivata solo con ragioni di risparmio. Va ricordata una pessima battuta di Berlusconi che parlava di fare votare solo i capigruppo in parlamento, naturalmente nominati dal “capo”. Viene portata anche la motivazione che con meno parlamentari ci sarebbe una maggiore funzionalità del parlamento. Motivazione ridicola visto che continua, come e peggio di prima, con questa maggioranza l’uso a raffica dei decreti legge e dei voti di fiducia, per di più il parlamento è stato costretto a votare leggi come quella di bilancio a scatola chiusa, senza poterla neppure leggere, tanto meno modificare.

Se si volesse fare una discussione seria sul parlamento si potrebbe partire da una vecchia proposta di Rodotà: mantenere solo la Camera dei deputati come è oggi e prevedere in Costituzione una legge elettorale proporzionale con la garanzia che siano i cittadini a scegliere i parlamentari, non i capi partito.

Del resto se il governo è riuscito ad imporre al parlamento un voto al buio sulla legge di bilancio è solo perchè i parlamentari rispondono del loro operato ai capipartito non agli elettori.

-Attuazione di un regionalismo differenziato che interpreta estensivamente l’articolo 116 della Costituzione, incautamente modificato nel 2001. Nella versione attuativa estrema, anticipata dalla Ministra Stefani, porterà ad una collisione con i principi fondamentali della prima parte della Costituzione e con le leggi sistematiche che ne derivano, ad esempio il SSN. Diritti fondamentali come istruzione, sanità, ecc. non avranno più lo stesso significato nelle diverse regioni d’Italia. La parte più debole resterà indietro, realizzando il vecchio traguardo leghista di riportare al nord i soldi, proprio nel momento in cui Salvini vorrebbe insediare la Lega nel Sud. Salvini parla di Lega nazionale ma in realtà è impegnato a realizzare gli egoismi del nord su cui è nata la Lega. Per di più queste decisioni di decentramento differenziato, concordato con le singole regioni, non saranno modificabili senza il consenso della regione interessata, quindi mai.

-Aleggia la proposta di imporre ai parlamentari l’obbligo del mandato imperativo nel voto.

Tutto questo con il sovrappiù di una pessima legge elettorale che ha iniziato il suo percorso al Senato subito dopo le modifiche della Costituzione e che ricalca la logica della legge in vigore, continuando a togliere ai cittadini il diritto di scegliere i rappresentanti, che continueranno ad essere nominati dall’alto, e che porterà in parlamento solo 3 o 4 partiti, tagliando le piccole formazioni e potrebbe capitare perfino a Forza Italia.

Il Ministro Fraccaro ha un bel dire che le modifiche della Costituzione sono singole e puntuali. La coincidenza dei tempi di discussione aiuta a comprendere che è solo propaganda, perchè sono tutte sotto i nostri occhi. Si cerca di sminuire il colpo all’assetto attuale della Costituzione con l’unico obiettivo di evitare i referendum costituzionali che metterebbero Lega e M5Stelle nella stessa situazione delle decisioni del governo Renzi, cioè di poter essere sottoposte al giudizio dei cittadini. Da Fraccaro era lecito aspettarsi l’impegno a garantire comunque il referendum costituzionale, esattamente il contrario di tentare di escluderlo visto che pesa ancora la modifica dell’articolo 81 votata nel 2011 con oltre i 2/3 e che finora non si è riusciti a cambiare.

Articolo 81 che ha introdotto la modifica del vincolo del pareggio di bilancio.

Che senso ha introdurre da un lato il referendum propositivo e negare dall’altro quello costituzionale ? La contraddizione è evidente.

Il Pd farebbe bene a riflettere. Si farà condizionare dal peso degli errori passati o troverà l’energia per uscire dai rancori, impegnandosi con forza per il voto contrario ?

Le forze minori debbono impegnarsi per una battaglia di principio. Non solo per non sparire dal parlamento ma soprattutto per garantire in futuro a nuovi soggetti politici la possibilità di entrare in parlamento. Esattamente come è accaduto per il M5S e la Lega quando erano poca cosa e ora sostengono l’eliminazione dei piccoli partiti.

Un redivivo Montesquieu potrebbe cadere in deliquio di fronte alla sparizione della distinzione tra potere esecutivo (governo) e potere legislativo (parlamento) con la sostanziale dissoluzione di quest’ultimo perchè asservito al governo.

Se il parlamento diventerà sempre più un’appendice obbediente del governo qualcuno inizierà a pensare seriamente che si sono create le condizioni per calare l’asso del presidenzialismo. Questa prospettiva è indicata nel programma del centrodestra.

Questa maggioranza dovrebbe pensare a come fare uscire l’Italia dalla nuova crisi e non basteranno le iniziative già prese, invece dedica la sua attenzione a cambiare l’assetto costituzionale.

Il pericolo è evidente. Occorre resistere, resistere, resistere. Se non bastasse questo almeno occorre garantire la possibilità per i cittadini di esprimersi nel referendum prima dell’entrata in vigore di queste modifiche della Costituzione. Le energie per difendere la Costituzione e promuovere il referendum possono esserci.
Alfiero Grandi

6 – CAMBIAMENTO
Ho sentito parlare per la prima volta di cambiamento climatico quando avevo otto anni. Ho imparato che è una cosa creata dagli esseri umani. Mi dicevano di spegnere le luci per consumare meno elettricità e di riciclare la carta. Era strano, pensavo, che fossimo in grado di cambiare l’intera faccia del pianeta e il prezioso strato di atmosfera che lo rende la nostra casa: se eravamo capaci di fare questo, perché non ne sentivo parlare ovunque? Perché il clima non era la prima cosa di cui sentivo parlare quando accendevo la tv? Titoli, programmi radiofonici, giornali: non avrei dovuto sentir parlare d’altro, come se fosse in corso una guerra mondiale. Però i nostri leader politici non ne parlavano mai. Se usare i combustibili fossili minaccia la nostra esistenza, come è possibile che continuiamo usarli? Perché non ci sono dei limiti? Perché non è illegale farlo? Perché nessuno parla dei pericoli del cambiamento climatico che è già in corso? E del fatto che duecento specie animali si estinguono ogni giorno? Ho la sindrome di Asperger e per me le cose sono bianche o nere. Guardo le persone che sono al potere e mi chiedo perché hanno reso le cose cosi complicate. Sento la gente dire che il cambiamento climatico è una minaccia alla nostra esistenza, però tutti vanno avanti come se niente fosse. Non possiamo più salvare il mondo rispettando le regole perché le regole devono essere cambiate. Se vivrò cent’anni, sarò ancora qui nel 2103. Quello che facciamo o non facciamo ora condizionerà tutta la mia vita e quella dei miei amici, dei nostri figli e dei loro nipoti. Gli adulti ci hanno deluso. E dato che la maggior parte di loro, compresi giornalisti e politici, continuano a ignorare la situazione, dobbiamo agire, oggi”.
Da un articolo per il Guardian di Greta Thunberg, 16 anni, svedese, impegnata contro il cambiamento climatico, promotrice dello sciopero interazionale degli studenti per il clima indetto per il 15 marzo. ( di Giovanni DiMauro)

7 – BREXIT, MERLO A LONDRA: “LA DIFESA DEGLI ITALIANI IN UK È UNA NOSTRA PRIORITÀ”. LA COMUNITA’ È “PREOCCUPATA” E “SENTE UNA GRANDE INCERTEZZA” RISPETTO ALLE INCOGNITE ANCORA APERTE DELLA BREXIT, MA IL SOTTOSEGRETARIO APRE A UN ACCORDO BILATERALE ITALIA-UK IN CASO DI ‘NO DEAL’ CON L’EUROPA
A conclusione di una missione istituzionale di due giorni a Londra, il sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo ha tenuto una conferenza stampa durante la quale tra le altre cose ha dichiarato che l’Italia e’ pronta a una trattativa “bilaterale” con il Regno Unito – seppure solo come ultima ratio – pur di garantire dopo la Brexit la tutela al 100% dei diritti attuali dei 6-700.000 connazionali residenti di la’ dalla Manica nel caso in cui il negoziato di divorzio dall’Ue si concluda col temuto ‘no deal’.
Accompagnato nella sua visita da Luigi Vignali, direttore generale alla Farnesina per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Merlo ha incontrato i rappresentanti della comunità italiana e i responsabili delle varie associazioni e organizzazioni italiane.
La comunità è “preoccupata” e “sente una grande incertezza” rispetto alle incognite ancora aperte della Brexit, ha spiegato il Sottosegretario, aggiungendo di aver notato “buona volontà” da parte britannica sul tema del rispetto dei diritti dei cittadini europei già trapiantati nel Regno, e di non aver motivo per mettere in dubbio l’impegno ribadito da Theresa May al riguardo anche nel caso di un divorzio senz’accordo (no deal).
“Tuttavia – ha avvertito – le dinamiche politiche possono cambiare la situazione”. E per questo il governo italiano “si e’ preparato a tutti gli scenari”, incluso un ipotetico accordo bilaterale post Brexit con Londra su questo specifico dossier: perchè “la difesa degli Italiani” d’oltremanica “è una nostra assoluta priorità“.
Durante la visita, Merlo ha passato in rassegna anche la situazione del consolato di Londra, la cui anagrafe – la più numerosa al mondo – conta ormai 330.000 iscritti solo fra gli Italiani registratisi in Inghilterra e Galles.
Quella italiana a Londra è una sede diplomatica che è stata rafforzata negli ultimi mesi con 16 arrivi fra diplomatici, amministrativi e contrattisti, sullo sfondo del piano per 350 assunzioni nella rete consolare italiana globale avviato “da questo governo dopo anni di rinvii da parte di vari governi precedenti”, ha detto il sottosegretario.
Un piano in grado di “riequilibrare la domanda e l’offerta” di servizi. La nostra rete consolare si sforza di lavorare al meglio. Nel 2018 ha processato un totale senza paragoni al mondo di 30.000 iscrizioni anagrafiche e 28.000 richieste di passaporti, come ha notato ancora Merlo in toni elogiativi.
EUROPEE
La Farnesina e’ pronta a rimettere in moto la macchina per istituire i seggi consolari necessari a garantire la possibilità di votare alle prossime elezioni europee anche per gli Italiani residenti in Gran Bretagna, laddove i termini della Brexit dovessero subire un rinvio. Lo ha assicurato oggi il direttore generale della Farnesina per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Vignali, in visita a Londra col sottosegretario Ricardo Merlo.
Vignali ha precisato che il diritto di voto puo’ essere esercitato solo dagli italiani all’estero residenti in Paesi Ue e regolarmente iscritti all’anagrafe dei vari consolati. Quindi la comunita’ presente nel Regno Unito (stimata fra le 600 e le 700.000 persone, 330.000 delle quali registrate) non partecipera’ se Londra uscira’ dall’Unione come previsto il 29 marzo. Mentre avra’ diritto a farlo nel caso in cui si creassero le condizioni per una proroga dell’iter sino almeno alla fine di maggio. Una eventualita’ al momento solo ipotetica, ha notato Vignali, ma in vista della quale i meccanismi sono gia’ predisposti.

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