18 11 03 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ALTRE COMUNICAZIONI

1 – l’on. La Marca partecipa a Toronto alla 18^ edizione del premio “Italia nel mondo” alla presenza del primo ministro canadese Trudeau. Comunicato – 29 ottobre 2018.
2 – Schirò (pd): positive sensazioni dal congresso pd in svizzera. Auguri di buon lavoro ai nuovi dirigenti
3 – La Marca (pd): “continuerò a monitorare e segnalare le esigenze dei nostri connazionali nel passaggio di distribuzione del segnale rai in nord America”.
4 – Schirò: il governo risponde all’interrogazione sui servizi ai connazionali nella circoscrizione consolare di Zurigo.
5 – Alla fine della guerra l’Europa rinasceva con l’aiuto americano nasceva nel 1948 nasceva il piano Marshall.
6 – L’On. La Marca ha partecipato alla festa della comunità monteleonese di Toronto assieme all’ospite d’onore generale cornacchia. Comunicato.
7 – Schirò (pd): l’importanza della stipula e del rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale

1 – L’ON. LA MARCA PARTECIPA A TORONTO ALLA 18^ EDIZIONE DEL PREMIO “ITALIA NEL MONDO” ALLA PRESENZA DEL PRIMO MINISTRO CANADESE TRUDEAU. COMUNICATO – 29 OTTOBRE 2018
L’on. Francesca La Marca ha partecipato giovedì, 25 ottobre, a Toronto, alla 18a edizione del “Premio Italia nel Mondo”, alla presenza di circa 700 persone. Il premio, fondato nel 1994, ha lo scopo di celebrare le personalità di origine italiana che vivono in diverse parti del mondo e che si sono distinte nei più svariati campi, dalla cultura alle professioni, dall’imprenditorialità alla filantropia.
Erano presenti, oltre al Chair del premio e rappresentante della fondazione per il Canada, Prof. Alberto Di Giovanni, i rappresentanti del premio venuti dall’Italia, diversi parlamentari canadesi e altre autorità locali. Ospite veramente d’eccezione il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, che è intervenuto nel corso dell’evento.
Un tributo molto toccante è stato reso alla memoria di uno dei più illustri italo-canadesi, conosciuto in tutto il mondo e di recente scomparso: Sergio Marchionne.
I premi di quest’anno sono andati alla scrittrice Licia Canton; al banchiere Fausto Gaudio; al sindacalista Joseph Mancinelli e all’imprenditore Toni Varone.
Nel suo indirizzo di saluto, La Marca, come unica parlamentare italiana nata e cresciuta in Canada, si è dichiarata onorata di rappresentare queste due grandi nazioni. Ha concluso, ringraziando il Canada “per essere stato il terreno fertile che ha permesso alla creatività, all’imprenditorialità, al talento e all’impegno degli italiani di crescere e di affermarsi”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

2 – SCHIRÒ (PD): POSITIVE SENSAZIONI DAL CONGRESSO PD IN SVIZZERA. AUGURI DI BUON LAVORO AI NUOVI DIRIGENTI
Ieri a Berna, al secondo congresso nazionale del PD in Svizzera, abbiamo respirato proprio una bell’aria, prima di tutto per la presenza numerosa e partecipe di molti compagni. Sono tempi difficili, è inutile negarlo, per la politica, per i partiti di tradizionale radicamento e per il nostro stesso partito. Sicché vedere tanti compagni che si stringono insieme, discutono e ricercano la strada di un rilancio e di nuove forme di dialogo, non può che far bene alla politica e far bene a noi.
Il clima unitario, poi, che ha caratterizzato la generalità degli interventi ha dato il senso della consapevolezza della straordinarietà della situazione da affrontare ed è stato il cemento delle forze che si devono misurare non solo con il consenso dei nostri connazionali ma soprattutto con i problemi reali.
In questo ambiente, il gruppo dirigente storico del PD in Svizzera, che tanto ha dato per l’affermazione della nostra organizzazione e per la conquista di diritti sociali e civili nel contesto elvetico ed europeo, ha favorito un avvicendamento generazionale, che rappresenta un investimento per il futuro.

Avere un PD forte in Svizzera gioverà a tutti, anche a coloro che operano in altre realtà europee. Per questo, faccio di tutto cuore gli auguri di buon lavoro al nuovo Segretario Toni Ricciardi e al nuovo Presidente Alessio Tacconi. On. Angela Schirò – Camera dei Deputati.

3 – LA MARCA (PD): “CONTINUERÒ A MONITORARE E SEGNALARE LE ESIGENZE DEI NOSTRI CONNAZIONALI NEL PASSAGGIO DI DISTRIBUZIONE DEL SEGNALE RAI IN NORD AMERICA”. COMUNICATO – 29 OTTOBRE 2018
Nella costante interlocuzione che intrattengo sulle questioni delle trasmissioni RAI in Nord America, il Direttore di Rai Italia Marco Giudici mi informa che il segnale dei canali del Gruppo Rai (Rai Italia, Rai World Premium, Rai News24) è attualmente accessibile attraverso 18 differenti operatori presenti su tutto il territorio nazionale e attivi su tutte le tecnologie distributive principali (satellite, cavo, OTT).
Fra i partner distributivi esce dunque di scena Dish Network perché la Rai ha ritenuto di non accogliere la richiesta di mantenimento di esclusiva avanzata da tale operatore. La stessa RAI dichiara di essersi attivata “per fornire tutte le informazioni che possano consentire di decidere quale sia il modo migliore, e maggiormente funzionale, per accedere ai canali Rai attraverso gli altri operatori attualmente nostri partner negli Stati Uniti”. Con molta attenzione, naturalmente, anche alle condizioni economiche di accesso per gli utenti, che in alcun modo non possono essere peggiorative rispetto al passato.
In più occasioni, raccogliendo le continue e numerose istanze degli utenti, ho fatto presenti le problematicità rilevate non solo sulla qualità e freschezza dei programmi, ma anche sul rispetto della calendarizzazione delle trasmissioni, spesso non rispettata con disagio da parte degli utenti.
Nel passaggio di gestione della distribuzione, per quanto mi riguarda, le esigenze e il giudizio dei nostri connazionali continueranno ad essere il metro di misura del giudizio sulla qualità delle trasmissioni, sulla regolarità della distribuzione e sui costi del servizio per gli utenti. A questo scopo, continuerò a monitorare costantemente la situazione e a rappresentare direttamente alla direzione di RAI Italia le esigenze segnalate dai nostri connazionali”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

4 – SCHIRÒ: IL GOVERNO RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE SUI SERVIZI AI CONNAZIONALI NELLA CIRCOSCRIZIONE CONSOLARE DI ZURIGO. COMUNICATO – 30 OTTOBRE 2018
Il governo ha dato risposta alla mia interrogazione sui servizi consolari nella circoscrizione di Zurigo, nella quale segnalavo una progressiva riduzione della dotazione di personale a fronte dei problemi determinati dall’accorpamento del consolato di San Gallo e dal continuo aumento degli iscritti AIRE.
La preoccupazione che era alla base della mia interrogazione, preoccupazione raccolta da diverse sollecitazioni di connazionali, riguardava un appesantimento dei servizi e una riduzione delle permanenze settimanali nelle sedi di San Gallo, Lucerna e Coira.
Il governo, nella sua risposta, ha confermato l’attribuzione di 3 contrattisti tra i 100 autorizzati dal governo Gentiloni con la legge di bilancio 2018, un’attribuzione che, a detta dello stesso esecutivo, solo parzialmente soddisfa le effettive necessità.
Pur dando atto al Consolato di Zurigo dell’impegno volto a fornire ai connazionali servizi efficienti, resta l’esigenza di corrispondere alla crescente domanda da parte degli utenti e alle esigenze che si porranno a seguito di ulteriori pensionamenti.
Per questo mi auguro che in una prospettiva ravvicinata tale situazione possa essere considerata. Il che può avvenire sia in occasione della distribuzione dei 177 funzionari amministrativi e consolari autorizzati dal precedente governo per il prossimo biennio, sia a seguito di eventuali disponibilità che si dovessero presentare con la nuova legge di bilancio.
On. Angela Schirò – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA

5 – Alla fine della guerra l’Europa rinasceva con l’aiuto americano nasceva nel 1948 nasceva il piano Marshall
Il 9 maggio si celebra ogni anno la festa dell’Europa in ricordo del discorso dell’allora ministro degli esteri francese, Robert Schumann, pronunciato a Parigi nel1950 e che pose le basi per la futura Europa unita, allora poco più che un sogno.
Ma c’è un’altra data ugualmente importante per la rinascita economica dell’Europa dopo la guerra, il 2 aprile del 1948 quando gli Stati Uniti vararono European Recovery Program (ERP), più noto come “piano Marshall” per la ricostruzione di un intero continente che usciva stremato dall’ultimo conflitto mondiale.
Un progetto lungimirante ideato dal generale dell’esercito George Marshall e segretario di Stato del presidente Usa Hanry Truman.
Da esperto militare aveva individuato come una tragedia di simili proporzioni poteva dare, oltre un nuovo sviluppo al vecchio Continente, anche una sfera di influenza per il suo Paese non solo economica, ma anche strategico militare che ancora dura ancora dopo settant’anni.
Alla fine della guerra gli Stati Uniti e il Canada erano le due grandi potenze con grandi risorse naturali, sia agricole che minerarie a confronto con le nazioni europee che, proprio in quel periodo, oltre alle tante privazioni, dovettero fare i conti anche con il durissimo inverno del 1945 che portò molti Paesi quasi alla carestia per scarsezza di cibo.
Truman fece allora spedire 17 milioni di tonnellate di cibo, un sesto del cibo prodotto in America, non dimenticando il già agonizzante Giappone.

UNA CIFRA DA CAPOGIRO
Un impegno umanitario che durò anche per l’anno successivo, ma che pose anche le basi per il futuro Piano con un investimento di circa 14 miliardi di dollari che al valore di oggi si agirebbe a 110 miliardi di dollari, per circa quattro anni, dal 1948 al 1951.
Può sembrare poco cosa con gli occhi di oggi la somma prevista, ma allora era una cifra da capogiro portando una boccata d’ossigeno a Paesi completamente distrutti.
L’Unione Sovietica cominciava in quegli anni a rivaleggiare con gli Usa e nonostante fosse stata invitata a partecipare al Piano rifiutò i suoi benefici per non entrare nell’orbita a americana e proibì di accedervi anche a tutte quelle nazioni ad essa ormai assoggettate, di lì a poco nascerà Patto di Varsavia, e provando ad avviare come risposta un fallimentare Piano Molotov. Nasceva quella che Churchill definì come la “Cortina di ferro”,
Con queste premesse il progetto americano diventava di fatto un deterrente per frenare l’espansionismo sovietico e creando una barriera grazie a democrazie forti economicamente e ad una alleanza sempre più incisiva con l’Europa occidentale, tanto che di lì a poco nasceva anche l’alleanza militare della Nato.

L’INFLUENZA STATUNITENSE
Fin qui l’aspetto generoso del Piano senza il quale l’Europa non si sarebbe risollevata, non solo economicamente ma anche politicamente, se non dopo molti decenni.
Ma, come osservato da molti economisti, il progetto aveva anche un interesse pratico per l’economia statunitense.
Se nei tempi passati la crisi economica dipendeva dalla mancanza di produzione di beni da acquistare, già alla fine del XIX secolo era il contrario c’era troppa produzione sui mercati con la conseguenza di abbassare di molto il valore delle merci addirittura sotto il valore dei costi di produzione.
Inutile dire le conseguenze: l’impresa fallisce per il mancato guadagno di conseguenza non può pagare gli stipendi, i lavoratori sono disoccupati e non possono acquistare i beni prodotti, insomma il classico cane che si morde la coda.
Nel dopoguerra gli Usa erano la prima superpotenza a livello mondiale, le sue aziende non avevano avuto la tragedia di bombardamenti, anzi la sua produzione aveva toccato livelli eccezionali sia a livello agro – alimentare che industriale assai superiore della richiesta interna con il pericolo economico che abbiamo accennato, dunque, bisognava esportare e per questo era strategico rimettere in sesto al più presto l’Europa e creare un mercato di apertura per le imprese americane su cui dirottare le eccedenze produttive.
Non solo, ma il nostro Continente, oltre che di cibo aveva bisogno di ricostruire impianti, strade, ferrovie, case, macchinari, insomma un affare di centinaia di miliardi di dollari che facevano gola alle grandi imprese americane, le uniche potevano intervenire concretamente.
Così salvando l’Europa si avvantaggiava anche l’economia americana mettendo in crisi la nascente potenza sovietica.

NUOVE POLITICHE EUROPEE
Per dare maggiore consistenza agli aiuti affinché producessero una vera e solida economia di mercato bisognava però dare avvio anche a politiche meno chiuse dai dazi doganali e dalle restrizioni di importazione, con una maggiore circolazione di beni e persone all’interno dell’area europea. In pratica il Piano Marshall metteva le basi per una serie di futuri accordi di interscambio fino ad arrivare ai giorni nostri con la nascita dell’Unione Europea e della moneta unica, una vera fantascienza solo cinquant’anni fa. Dunque, un successo per la politica estera americana che si proiettava sulla scena internazionale come la salvatrice del mondo libero a differenza del blocco comunista.
Ma su questo Piano si sono levate negli anni molte voci di famosi economisti che hanno rilevato parecchie incongruenze, al di là della facile propaganda, non essendo d’accordo che la ripresa europea si dovette solo al Piano, dato che era già in atto.
Se guardiamo al denaro speso dal Piano Marshall, i 13 miliardi di dollari accennati, gli aiuti rappresentarono meno del 3% del reddito nazionale combinato di tutti i Paesi beneficiati tra il 1948 e il 1951, con un aumento della crescita del Pil di appena lo 0,3%.
Le cifre certamente parlano chiaro, ma ciò che contò realmente in quella fase storica furono i cosiddetti effetti economici e politici indiretti, come l’attuazione delle politiche liberali capitalistiche, l’ideale dell’integrazione europea e delle partnership governative-commerciali che furono e le principali ragioni della crescita dell’Europa.
Per tutto questo, pur tra luci e qualche ombra, il 2 aprile potrebbe essere un momento per noi europei per riflettere come siamo arrivati al nostro benessere e anche come tutto questo si possa perdere in futuro prossimo per la follia di pochi ( di Antonello Cannarozzo )

6 – L’ON. LA MARCA HA PARTECIPATO ALLA FESTA DELLA COMUNITÀ MONTELEONESE DI TORONTO ASSIEME ALL’OSPITE D’ONORE GENERALE CORNACCHIA. COMUNICATO – 30 OTTOBRE 2018

Sabato, 27 ottobre, l’on. Francesca La Marca ha partecipato a Toronto all’annuale incontro della comunità originaria di Monteleone, un ridente centro dell’Appennino Dauno, in provincia di Foggia. Ha fatto gli onori di casa, di fronte a oltre settecento convenuti, il Signor Luigi Nunno, Presidente della “Monteleone Community of Toronto”. Presenti la Presidente della Federazione pugliese dell’Ontario, Grazia Piccolo, rappresentanti di diverse forze armate e numerosi esponenti di altre associazioni pugliesi.
Ospite d’onore è stato il Generale Antonio Cornacchia, nato a sua volta a Monteleone, che nel ventennio ’65-’85, i cosiddetti “anni di piombo”, ha svolto un elevato ruolo investigativo in ordine a una molteplicità di casi molto delicati, balzati all’evidenza delle cronache, compreso quello relativo all’uccisione del presidente Aldo Moro.
Nel corso dell’incontro, l’on. La Marca, di origini pugliesi per via materna, ha portato il suo saluto ai presenti. Richiamando un’affermazione del presidente Emiliano che proprio in Nord America aveva affermato “La Puglia è casa vostra”, l’onorevole ha detto: “La Puglia è davvero casa nostra. Visitiamola, manteniamo le sue tradizioni, divulghiamo la sua cultura e siamone orgogliosi”.
A conclusione del saluto, il Generale Cornacchia ha consegnato all’On. La Marca un riconoscimento, anche a nome della Comunità monteleonese di Toronto.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America.

7 – SCHIRÒ (PD): L’IMPORTANZA DELLA STIPULA E DEL RINNOVO DELLE CONVENZIONI BILATERALI DI SICUREZZA SOCIALE . COMUNICATO – 2 NOVEMBRE 2018
Con la stipula di decine di convenzioni bilaterali di sicurezza sociale lo Stato italiano nel dopoguerra fino agli anni ’80 e ’90 del secolo scorso ha cercato di garantire i diritti socio-previdenziali degli italiani che emigravano in tutto il mondo.
Le convenzioni bilaterali hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi un importante strumento di tutela in materia di parità di trattamento dei lavoratori che si spostavano da un Paese all’altro, di esportabilità delle prestazioni previdenziali e soprattutto di totalizzazione dei contributi ai fini del perfezionamento dei requisiti contributivi minimi previsti dalle varie legislazioni per la maturazione di un diritto a prestazione.
Tuttavia, come sottolineato dallo stesso Presidente dell’Inps Tito Boeri in una Audizione al Senato lo scorso anno, il blocco del rinnovo e della stipula di nuove convenzioni si è protratto per quasi trenta anni e sarebbe quindi opportuno avviare una nuova fase (in parte già iniziata dal precedente Governo con la stipula degli accordi con Giappone, Israele, Turchia e il rinnovo di quello con il Canada).
Proprio per sollecitare questo Governo ad avviare i negoziati per il rinnovo e la stipula delle convenzioni bilaterali ho presentato assieme al collega Massimo Ungaro (PD) una interrogazione al Ministero del Lavoro dove stigmatizziamo che molte delle convenzioni in vigore sono oramai obsolete nello spirito, nei contenuti e nella forma, e che senza aggiornamenti non possono più tutelare adeguatamente diritti e interessi o doveri dei futuri pensionati anche alla luce delle nuove mobilità migratorie.
Abbiamo ricordato l’obsolescenza delle convenzioni con Argentina, Brasile, Venezuela, Australia e Stati Uniti e la necessità di rinegoziare le convenzioni con i Paesi della ex Jugoslavia, di programmare in vista della Brexit una fase negoziale con la Gran Bretagna per tutelare diritti e interessi di decine di migliaia di lavoratori che potrebbero rimanere scoperti e, infine, abbiamo chiesto di completare il quadro giuridico di salvaguardia dei diritti sociali stipulando nuove convenzioni come ad esempio con il Cile, l’Albania e la Nuova Zelanda.
On. Angela Schirò Camera dei Deputati

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