617 Adolescenti stranieri, uno su due vuole andare all’ università

20051214 11:04:00 rod

Ricerca del Cnel tra più di 500 adolescenti immigrati

Un ragazzo straniero su due dopo la scuola vuole andare all’università, magari per diventare medico, la professione più ambita.
Lo rivela la ricerca "Adolescenti stranieri e il mondo del lavoro: studio transculturale dei valori inerenti il lavoro", commissionata dal Cnel alla Fondazione Silvano Andolfi e condotta su 545 adolescenti provenienti da 53 paesi diversi.

Secondo la rilevazione, il 48% degli adolescenti immigrati che frequentano le scuole italiane sceglie di andare all’università, mentre il 32% di lavorare. Tra le professioni più gettonate quella del medico (18%), dell’operatore turistico (15%) e tecnico, e quelle del mondo dello spettacolo, come veline e attrici, se nati in Italia. La quasi totalità dei ragazzi immigrati (89,5%) non è nata in Italia e molti di loro non sanno se resteranno definitivamente nel nostro paese. Tuttavia, lo stereotipo dell’ immigrato poco istruito e spesso disperato, pur in condizioni di precarietà, pare essere in parte smentito dallo studio.
I giovani stranieri che frequentano le scuole italiane provengono da famiglie con grado di istruzione elevato (il 71% dei padri e il 64% delle madri ha un diploma o una laurea). Spesso sono riuscite a conquistare un livello occupazionale equivalente a quello che svolgevano in patria (38% della madri e 54% dei padri) o addirittura a migliorarlo (24% madri e 12% padri), anche se non mancano casi di dequalificazione (38% delle madri e il 35% dei padri). Tuttavia non viene meno la speranza di migliorare, sia come posizione lavorativa (60% degli uomini) che economicamente (16,7%). Più è elevato il titolo di studio dei genitori, soprattutto quella della madre, più aumentano le possibilità che i figli frequentino il liceo e l’università. Per il 38% degli studenti stranieri intervistati la laurea è rappresenta il mezzo per poter ambire a un buon posto di lavoro, mentre per il 27,7% è importante per acquisire le giuste conoscenze. E’ presa in considerazione sia da chi intende restare a vivere in Italia (32%), sia da chi vuole tornare nel suo paese d’origine (21,7%). Chi invece pensa di emigrare ancora si proietta di più sul lavoro. Attività che comunque è ritenuta difficile da trovare per il 69% degli intervistati, che si aspettano di guadagnare 750 euro con orario full time. L’indagine rileva come l’80% dei ragazzi desideri un posto sicuro, magari indipendente, e il 50% voglia affermarsi con i propri meriti (49,3%). In ogni caso contano più il successo (51,6%) e la carriera (43%) che il denaro (44,2%) e il prestigio (38%). Il lavoro deve essere creativo (34,8%), mettere alla prova le capacità mentali (46%), piacevole e fonte di amicizie (55%). Vi sono alcune differenze però a seconda della nazionalità: se per gli africani non conta tanto la carriera, quanto piuttosto la famiglia e il rendersi utili socialmente, per quelli del Sud-est asiatico è importante avere un lavoro tranquillo e non dinamico, mentre per i latino-americani è molto importante lo studio e il lavoro socialmente utile.

 

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