615 500mila minori stranieri in Italia: sono il 17,6% degli immigrati

20051214 11:02:00 rod

Rapporto Unicef-Caritas

Nove neonati su 100 sono stranieri. Uno su due (41%) viene portato dal pediatra se i genitori sono regolari. Solo uno su 20 (5,6%) se mamma e papà sono invece irregolari. I tassi di mortalità infantile e neonatale sono di 3,7 per ogni mille rispetto a 2,7 di bimbi con genitori italiani. Ha il merito di sfatare alcuni luoghi comuni il primo rapporto Unicef-Caritas sulla situazione dei minori stranieri in Italia presentato ieri a Roma. Primo fra tutti quello che i bambini stranieri nascano già malati e rappresentino un rischio per i bambini italiani.

Complessivamente i minori stranieri in Italia sono 491 mila (tra questi 29 mila i nuovi ingressi per motivi familiari) e sono oltre 5.500 quelli non accompagnati (aprile 2005). I minori rappresentano il 17,6% della popolazione complessiva immigrata (più 2% rispetto al 2003). Il maggior numero di bambini e adolescenti stranieri vive al nord (dove l’incidenza arriva al 22%) con punte in Veneto (22%). Nel Lazio si registra la percentuale più bassa (10,9%) mentre le Marche con il 21% detiene il secondo posto nazionale. Al sud, tranne Abruzzo, Puglia e Sicilia, le presenze sono inferiori alla media.
Inoltre – in base ai dati Inps riferite alle assunzioni a tempo determinato e indeterminato relative al 2003 – i minori stranieri assunti sono stati 59.601, pari al 7,1% sul totale delle assunzioni. La regione con il numero assoluto più elevato di assunzioni è stata la Lombardia (11.975) mentre l’incidenza percentuale più alta va al Trentino Alto Adige (12,6%). I minori in istituto sono 452 (17,6%); sono maggiormente presenti nel Lazio (1 su 2), in Lombardia (46,8%) e in Umbria (31,1%).
Tutti questi minori – ha detto oggi a Roma il presidente dell’ Unicef-Italia, Antonio Sclavi – vivono in una sorta di "invisibilità sociale" ed "hanno invece bisogno di una costante attenzione. La convenzione sui diritti dell’infanzia è valida anche per loro, ogni bambino che si trova sul territorio italiano è da essa protetto". E tra i piccoli ci sono i bambini ancora più invisibili, sono i bambini non accompagnati, "assolutamente esposti al pericolo della malavita, attratti anche dal miraggio dei facili guadagni".
Don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, ha aggiunto che la dimensione dell’infanzia nella migrazione "è importante sotto molti punti di vista. In primo luogo, la presenza crescente delle famiglie e dei bambini determina una riduzione delle situazioni di clandestinità e di lavoro sommerso fra le popolazioni immigrate.
Alle famiglie di immigrati si aggiungono quelle miste, sempre più numerose in Italia. Le unioni miste fotografate dal rapporto sono circa 200 mila (nel 1991 erano 65 mila). Tre su quattro sono tra un italiano e una straniera. In meno del 10% dei casi – rileva il rapporto Caritas-Unicef – un coniuge e’ cristiano e l’altro e’ musulmano, mentre in generale si rileva una maggioranza di mogli provenienti dal Brasile (6,5%). Il numero dei nati dalle unioni miste e’ aumentato del 22% da 2000 al 2004, con la maggior percentuale in Lombardia. In questa regione, 1 bambino su 4 ha un padre straniero: il 10% egiziano, il 9% marocchino, il 6,4% tunisino.
In Italia ci sono 42.577 famiglie straniere con un solo genitore, pari al 9,7% di tutti nuclei stranieri (per lo più sono nel centro Italia, 11%). La comunità più numerosa con famiglie monogenitoriali è quella marocchina (4.079), albanese (3.959), rumena (2.197). Il tasso di natalità degli immigrati é doppio rispetto a quella nazionale.

 

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