18 02 24 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO ALTRE COMUNICAZIONI.

0 – Possible e Sinistra Italiana , un messaggio di Grasso.
Care amiche, cari amici,
mancano ormai pochi giorni al voto del 4 marzo, un appuntamento cruciale per il nostro Paese: con il voto democratico dei cittadini sceglieremo il nuovo Parlamento, la direzione del nostro futuro.

1 – Politica, Primo Piano. 4 marzo. La legge elettorale sempre più si rivela un vero disastro. Le responsabilità del Pd. In gioco Lega e Berlusconi. Parte raccolta di firme per cambiarla in Senato

2 – Il vero voto utile: il voto a Liberi e Uguali con Pietro Grasso.

3 – Liberi e Uguali in Svizzera. Nella fase cruciale della campagna elettorale e Matteo Renzi, pressato dai sondaggi negativi, ripete con sempre più insistenza il ritornello del voto utile al PD: «Ogni voto dato al partito di D’Alema è un voto dato a Salvini e al M5S».

4 – PD e Francesca La Marca: una scelta di coerenza e continuità. Per chi ha a cuore un’Italia risanata, rimessa sulla strada dello sviluppo, capace di costruire nuovo lavoro, rispettata a livello internazionale e protagonista con il suo made in Italy sul piano globale la scelta più coerente è votare Partito Democratico.

5 – POSSIBILE. Con Pippo, Beatrice, Andrea e Luca: una legislatura di proposte, che continuano a essere il nostro programma.

6 – Le figurine della sinistra europea nella sfida italiana. Chi sta con chi. Tra socialisti radicali e altermondisti moderati, Liberi e Uguali e Potere al Popolo si giocano i testimonial, in qualche caso scippandoli al Pd. Tranne Tsipras, che però appoggia entrambi.

7 – Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità. Le ragioni del mio voto per Federico Varese, Chiara Mariotti, Giuseppe di Benedetto di Andrea Pisauro.

8 – Deputati PD estero: la corte costituzionale dichiara inammissibili le eccezioni contro il voto per corrispondenza. L’impegno per la difesa dei diritti degli italiani all’estero continua.

9 – Restano pochi giorni per votare. Il 4 marzo le schede devono essere a Roma

 

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0 – da POSSIBLE e SINISTRA ITALIANA, messaggio di Pietro Grasso.
Care amiche, cari amici,
mancano ormai pochi giorni al voto del 4 marzo, un appuntamento cruciale per il nostro Paese: con il voto democratico dei cittadini sceglieremo il nuovo Parlamento, la direzione del nostro futuro.
In queste settimane di campagna elettorale con “Liberi e Uguali” sto toccando con mano i problemi di un Paese che ha smesso di credere in se stesso, che è sfiduciato. Ma trovo anche persone piene di quell’entusiasmo e quella passione che servono per cambiare le cose.
Per essere all’altezza delle prossime sfide, però, l’uomo solo al comando non basta. Soprattutto quando è circondato da adulatori, «yes man» e fedelissimi. Dobbiamo tornare a credere nella forza della cooperazione, delle idee di uomini e donne che si uniscono per migliorarsi. Dobbiamo valorizzare coloro che vivono il loro essere di sinistra giorno per giorno, nei posti di lavoro, nelle periferie, nei quartieri disagiati.
È rimasto pochissimo tempo. Abbiamo incontrato e incontreremo delle difficoltà. Ma non importa: il 4 marzo è la prima tappa di un impegno che andrà ben oltre. Lavoriamo insieme, in ogni strada e in ogni quartiere, in ogni città, ogni paese, ogni piazza. Dobbiamo usare ogni minuto e ogni energia per parlare ai cittadini delle nostre proposte per cambiare l’Italia.
Ho bisogno dell’aiuto di ciascuno di voi per diffondere il più possibile le nostre idee, la nostra passione:
Partecipate alle discussioni sui miei social (Facebook e Twitter)
Fate una piccola donazione per la campagna elettorale
Inoltrate questa mail a un familiare, amico o conoscente che non conosce me e il mio impegno per “LIBERI e UGUALI”
Grazie fin da subito. Ogni singola azione, anche la più piccola, sarà un grande passo verso la sfida del 4 marzo.
In ciascuno di voi c’è un patrimonio di idee, di passione, di coraggio, di impegno: usiamolo per scuotere l’Italia dal torpore!.
Pietro Grasso. www.pietrograsso.org

 

1 – Politica, Primo Piano. 4 marzo. La legge elettorale sempre più si rivela un vero disastro. Le responsabilità del Pd. In gioco Lega e Berlusconi. Parte raccolta di firme per cambiarla in Senato. L’IPOTESI DI UN REFERENDUM ABROGATIVO
4 marzo. La legge elettorale sempre più si rivela un vero disastro. Le responsabilità del Pd. In gioco LEGA E BERLUSCONI. PARTE RACCOLTA DI FIRME PER CAMBIARLA IN SENATO.
L’IPOTESI DI UN REFERENDUM ABROGATIVO
Ogni giorno che passa è sempre più chiaro la legge elettorale con cui voteremo il 4 marzo per Camera e Senato è un vero disastro. Tanto più se poi ci si ricorda che ci sono voluti ben otto voti di fiducia tra Camera e Senato per farla passare, posti dal governo Gentiloni che aveva promesso al suo insediamento che avrebbe lasciato il compito di approvare la nuova legge elettorale al parlamento. Salvo cambiare idea all’improvviso e chiedere la fiducia sul testo concordato tra i vertici di Pd, Forza Italia e Lega coadiuvati da alcuni nanetti. Qualcuno ha pensato che questa legge fosse molto furba per proteggere i propri interessi di bottega, ma ha sbagliato i conti e per di più ha commesso l’imprudenza di lasciare l’impronta riconoscibile della propria responsabilità. Non a caso è chiamata Rosatellum dal cognome del capogruppo del Pd alla Camera. Forza Italia e Lega hanno visto in questa legge l’opportunità di rientrare in gioco alla grande, accarezzando perfino l’idea di vincere le elezioni. La responsabilità principale di questa legge elettorale nefasta è di questi partiti ed elettrici ed elettori faranno bene a ricordarselo il 4 marzo, non votandoli, nanetti compresi. Punto.

BERLUSCONI SDOGANATO DA RENZI CON IL PATTO DEL NAZARENO
A questo punto l’appello disperato del Pd, in calo secondo tutti i sondaggi, “non fare vincere la destra”, è solo un tentativo maldestro di allontanare da sé le proprie responsabilità. Berlusconi è stato sdoganato prima da Renzi con il patto del Nazareno, quando era ai minimi storici e per di più ineleggibile. Un ulteriore aiuto a Berlusconi l’ha dato questa ignobile legge elettorale che ha consentito di inserire nel simbolo elettorale di Forza Italia: Berlusconi presidente, il quale non solo non potrà essere eletto ma neppure potrà votare perché ha perso i diritti politici dopo la sentenza della magistratura. Eppure vediamo giornalisti che presi dall’entusiasmo chiedono a Berlusconi cosa farà da Presidente del Consiglio se vincerà le elezioni, addirittura chiedono la sua firma sul programma elettorale per verificare se rispetterà gli impegni presi. Roba da matti. Chi ha la responsabilità come il Pd di questo e di molto altro nella legislatura appena conclusa – basta pensare al tentativo fallito di manomettere la Costituzione – ha il coraggio di chiedere agli elettori di votare sotto ricatto, evocando la paura della destra, fingendo di dimenticare che l’elettore ha diverse alternative possibili tra tutti coloro che hanno contrastato questa legge elettorale, ed è un titolo di merito non da poco.

OCCORRE ANDARE A VOTARE CONTRO QUEI PARTITI CHE HANNO APPROVATO LA LEGGE
A questo punto occorre evitare che se si debba tornare a votare – prima o poi accadrà – e ci si torni con questa legge elettorale. Anzitutto occorre andare a votare. Non votare è un errore ed in una certa misura è quello che alcuni partiti sperano perché più sono i non voto più pesano i voti espressi a loro favore.

Poi occorre al più presto gettare le basi per arrivare ad una nuova legge elettorale. Per questo è iniziata la raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare del Coordinamento democrazia costituzionale, che ha due obiettivi principali:
1) gli elettori debbono potere scegliere direttamente tutti i loro deputati e senatori, mentre questa legge impone i nominati dai capi partito,
2) il numero degli eletti deve essere sostanzialmente proporzionale ai voti ricevuti. Parlamentari che rappresentano i cittadini e non sono nominati dai capi partito è oggi il problema dei problemi.

IL ROSATELLUM IN SENATO PUÒ ESSERE CAMBIATO RAPIDAMENTE
Si può fare rapidamente rivoltando come un calzino il Rosatellum, questo dice la proposta di legge del Cdc. Quando la proposta di legge avrà raggiunto le 50.000 firme autenticate necessarie, nei 6 mesi previsti, verrà presentata al Senato che entro tre mesi, grazie al nuovo regolamento, la dovrà discutere. A quel punto ciascuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Noi cercheremo di aprire uno spazio ma per approvare una nuova legge elettorale occorre arrivare ad avere la maggioranza e in questo parlamento non sarà facile. Per questo teniamo sullo sfondo un’ulteriore iniziativa, se questa non basterà. Se nulla cambierà abbiamo intenzione di promuovere un referendum abrogativo di questa legge elettorale e il voto degli elettori, come dimostra la vittoria del NO il 4 dicembre 2016, avrà finalmente l’occasione di seppellire il Rosatellum comunque.
*Alfiero Grandi, vicepresidente Coordinamento democrazia costituzionale.

 

2 – Il vero voto utile: il voto a Liberi e Uguali con Pietro Grasso.
Siamo nella fase cruciale della campagna elettorale e Matteo Renzi, pressato dai sondaggi negativi, ripete con sempre più insistenza il ritornello del voto utile al PD: «Ogni voto dato al partito di D’Alema è un voto dato a Salvini e al M5S». E no, Matteo Renzi! Basta con questo refrain sul voto utile, basta con gli insulti alla sinistra, a Massimo D’Alema e ai dirigenti di LeU. Questa volta molti elettori di sinistra, tra cui tanti che hanno creduto e militato nel PD fino a qualche mese fa, non si faranno ingannare dai tuoi richiami dell’ultima ora.
Siamo convinti che il 4 marzo il vero voto utile che conta e cambia le cose in Italia e per gli Italiani all’estero sia il voto a sinistra: il voto a Liberi e Uguali con Pietro Grasso. Diremo alle elettrici e agli elettori che per combattere le destre razziste, per contrastare le sirene del berlusconismo rimontante, per costruire un’alternativa alle ricette confuse e contraddittorie del M5S, l’antidoto più efficace è una rappresentanza forte, larga, popolare della sinistra. E questa è prcisamente la funzione di Liberi e Uguali, che scende in campo per dare voce alle istanze sempre più diffuse e drammatiche di uguaglianza e di giustizia sociale. Un impegno che siamo determinati a portare avanti anche dopo il 4 marzo.
Insieme alla sirena del voto utile in questi ultimi giorni di campagna elettorale è tornata in voga anche la narrazione delle meraviglie degli ultimi governi a guida Pd renziano: ripresa straordinaria dell’economia, posti di lavoro in crescita costante, pressione fiscale ridotta. Non vogliamo essere i soliti gufi. Ma proprio dal nostro osservatorio di italiani all’estero emerge un dato di segno completamente diverso. Un dato che, più di tante statistiche, ci dice della profondità della crisi sociale ed economica dell’Italia : l’uscita in massa di centinaia di migliaia di giovani e meno giovani dal nostro paese, un esodo che ha raggiunto le dimensioni degli anni sessanta. Un’emigrazione che non si spiega con la retorica dei cervelli in fuga, ma che riguarda lavoratori di tutte le categorie, che all’estero cercano lavoro anche nei settori della nostra emigrazione classica: industria, edilizia, ristorazione.
LeU in Europa ha voluto dare un segnale forte su questo tema, presentando candidature di compagne e compagni rappresentativi della nuova complessità del fenomeno migratorio italiano. Ad essi abbiamo affidato il compito di dare voce ai nuovi italiani all’estero, ma anche di farsi carico dei tanti problemi comuni con le comunità di più vecchia generazione: i servizi consolari, gli interventi scolastici, la riforma dell’AIRE, la previdenza e le questioni fiscali.
Siamo convinti di avere candidati eccellenti, con esperienze professionali e politiche di grande valore. L’obiettivo è quello di dare, insieme al segnale politico, anche un segnale di rinnovamento della rappresentanza degli italiani all’estero.
Infine ricordiamo che se in Italia, in virtù di una legge elettorale cervellotica e truffaldina, si voterà per i due terzi con sistema proporzionale su listini bloccati e per un terzo su collegi uninominali, all’estero continueremo a votare con sistema puramente proporzionale e con le preferenze. L’esperienza di molti Paesi, tra cui la Svizzera, ci dice che nelle tornate con voto proporzionale ogni partito fa corsa a sé. Ad esempio, nelle elezioni federali svizzere per il consiglio nazionale verdi socialisti e altri raggruppamenti della sinistra si presentano autonomamente e portano avanti il loro proprio progetto.
La stessa logica dovrebbe ispirare il voto per il parlamento italiano. Quindi un motivo in più per respingere gli appelli del PD al voto utile e votare «dove ti porta il cuore».
Nel caso nostro a Liberi e Uguali con Pietro Grasso.
Cesidio Celidonio
Coordinatore di Liberi e Uguali in Svizzera

 

3 – Liberi e Uguali in Svizzera . Nella fase cruciale della campagna elettorale e Matteo Renzi, pressato dai sondaggi negativi, ripete con sempre più insistenza il ritornello del voto utile al PD: «Ogni voto dato al partito di D’Alema è un voto dato a Salvini e al M5S».

E no, Matteo Renzi! Basta con questo refrain sul voto utile, basta con gli insulti alla sinistra, a Massimo D’Alema e ai dirigenti di LeU. Questa volta molti elettori di sinistra, tra cui tanti che hanno creduto e militato nel pd fino a qualche mese fa, non si faranno ingannare dai tuoi richiami dell’ultima ora.

Siamo convinti che il 4 marzo il vero voto utile che conta e cambia le cose in Italia e per gli Italiani all’estero sia il voto a sinistra: il voto a Liberi e Uguali con Pietro Grasso. Diremo alle elettrici e agli elettori che per combattere le destre razziste, per contrastare le sirene del berlusconismo rimonatante, per costruire un’ alternativa alle ricette confuse e contraddittorie del M5S l’antitodo più efficace è una rappresentanza forte, larga, popolare della sinistra. E questa è precisamente la funzione di Liberi e Uguali, che scende in campo per dare voce alle istanze sempre più diffuse e drammatiche di uguaglianza e di giustizia sociale. Un impegno che siamo determinati a portare avanti anche dopo il 4 marzo.

Insieme alla sirena del voto utile in questi ultimi giorni di campagna elettorale è tornata in voga anche la narrazione delle meraviglie degli ultimi governi a guida Pd renziano: ripresa straordinaria dell’economia, posti di lavoro in crescita costante, pressione fiscale ridotta. Non vogliamo essere i soliti gufi. Ma proprio nostro osservatorio di italiani all’estero emerge un dato di segno completamente diverso. Un dato che, più di tante statistiche, ci dice della profondità della crisi sociale ed economica dell’Italia: l’uscita in massa di centinaia di migliaia di giovani e meno giovani dal nostro paese, un esodo che ha raggiunto le dimensioni degli anni sessanta. Un’emigrazione che non si spiega con la retorica dei cervelli in fuga, ma che riguarda lavoratori di tutte le categorie, che all’estero cercano lavoro anche nei settori della nostra emigrazione classica: industria, edilizia, ristorazione.

LeU in Europa ha voluto dare un segnale forte su questo tema, presentando candidature di compagne e compagni rappresentativi della nuova complessità del fenomeno migratorio italiano. Ad essi abbiamo affidato il compito di dare voce ai nuovi italiani all’estero, ma di farsi carico dei tanti problemi comuni con le comunità di più vecchia generazione: i servizi consolari, gli interventi scolastici, la riforma dell’AIRE, la previdenza e le questioni fiscali.

Siamo convinti di avere candidati eccellenti, con esperienze professionali e politiche di grande valore. L’obiettivo è quello di dare, insieme al segnale politico, anche un segnale di rinnovamento della rappresentanza degli italiani all’estero.

Infine ricordiamo che, se in Italia, in virtù di una legge elettorale cervellotica e truffaldina, si voterà per i due terzi con sistema proporzionale su listini bloccati e per un terzo su collegi uninominali, all’estero continueremo a votare con sistema puramente proporzionale e con le preferenze. L’esperienza di molti paesi, tra cui la Svizzera, ci dice che nelle tornate con voto proporzionale ogni partito fa corsa a sè. Ad esempio nelle elezioni federali svizzere per il consiglio nazionale, verdi socialisti e altri raggruppamenti della sinistra si presentano autonomamente e portano avanti il loro proprio progetto.
La stessa logica dovrebbe ispirare il voto per il parlamento italiano. Quindi un motivo in più per respingere gli appelli del PD al voto utile e votare « dove ti porta il cuore ».
Nel caso nostro a Liberi e Uguali con Pietro Grasso.
Cesidio Celidonio – Coordinatore di Liberi e Uguali in Svizzera – liberieugualich@gmail.com

 

4 – PD e Francesca La Marca: una scelta di coerenza e continuità. Per chi ha a cuore un’Italia risanata, rimessa sulla strada dello sviluppo, capace di costruire nuovo lavoro, rispettata a livello internazionale e protagonista con il suo made in Italy sul piano globale la scelta più coerente è votare Partito Democratico.
Con i Governi guidati dal Partito Democratico e con il lavoro di noi eletti all’estero del PD si è data una svolta alle politiche per gli italiani all’estero:
150 milioni per la lingua e la cultura, più fondi per i corsi di lingua italiana, 4 milioni per rafforzare i consolati e riapertura dopo dieci anni delle assunzioni di personale, integrazione al minimo e quattordicesima anche ai pensionati all’estero, massiccio sostegno alle Camere di commercio italiane, raddoppio dei fondi per COMITES e CGIE.
È necessario continuare su questa strada per consolidare e sviluppare questo lavoro.
Con il mio lavoro, nella scorsa legislatura, sono stati aumentati del 50% i fondi per la stampa italiana all’estero, reintegrati di personale alcuni consolati e sostenuti alcuni consolati onorari della ripartizione, tutelati gli enti gestori dei corsi di lingua, firmati accordi per il riconoscimento delle patenti, approvata alla Camera dei Deputati la giornata nazionale per gli italiani nel mondo, che dovrà diventare nella nuova legislatura il più alto riconoscimento dato alla nostra emigrazione.
Il Partito Democratico mi ha indicata come capolista per la Camera dei Deputati.
Sulla base di questo positivo giudizio del lavoro fatto e dell’esperienza acquisita, vi chiedo una nuova manifestazione di fiducia scrivendo LA MARCA accanto al simbolo del PARTITO DEMOCRATICO

 

5 – POSSIBILE. Con Pippo, Beatrice, Andrea e Luca: una legislatura di proposte, che continuano a essere il nostro programma.
Cosa avete fatto in tutti questi anni di legislatura? Non siamo andati a letto presto, non abbiamo dormito sonni tranquilli mentre il centrosinistra veniva sacrificato sull’altare delle larghe intese, abbiamo depositato proposte parlamentari che sono e continueranno a essere il nostro programma politico.
Citare tutti i provvedimenti depositati (proposte di legge, emendamenti, interrogazioni, eccetera) sarebbe impresa (quasi) impossibile, ma possiamo sicuramente ricapitolare le principali iniziative. E allora vediamole.
Con Pippo Civati ci siamo battuti depositando proposte di legge chiare, sicuramente di parte, e che riteniamo tuttora assolutamente valide. In tema ambientale, sul consumo di suolo – per azzerarlo, investendo sulla rigenerazione urbana – e sulla gestione dei rifiuti – per tendere sempre di più verso un sistema economico che non preveda rifiuti. Proposte costituzionalissime, non solo per ridurre i costi della politica attraverso un riequilibrio delle indennità parlamentari e un taglio di deputati e senatori, ma soprattutto per restituire un senso alla partecipazione dei cittadini alla politica valorizzando e rendendo maggiormente accessibili gli istituti di democrazia diretta. Contro il conflitto di interessi. Proposte per riequilibrare la disparità retributiva tra donne e uomini, attraverso la trasparenza e attraverso l’esclusione di chi non la rispetta dagli appalti pubblici. Proposte per combattere la criminalità economica e i reati finanziari attraverso una procura nazionale dedicata, e una proposta trasversalissima che riguarda mafie, diritti, libertà e sicurezza e cioè la legalizzazione della cannabis.

Anche con Beatrice Brignone ci siamo concentrati sulla parità tra donne e uomini, a partire da una proposta dileggiata da molti che ignoravano fosse in linea con Obama, per dire, e cioè l’eliminazione della “tampon tax” (ridurre l’Iva su assorbenti igienici, tamponi, coppe e spugne mestruali, da considerare “beni essenziali”). E inoltre, proposte per un’applicazione reale della legge 194 garantendo la presenza di medici non obiettori, per l’istituzione di un fondo per le vittime (donne e bambini) delle violenze di genere, che così siano incentivate a denunciare, per la parità anche nello sport professionistico (le donne non lo possono essere, professioniste, al momento). E proposte che ci stanno molto a cuore, sia di stampo animalista che, soprattutto, per l’introduzione della dichiarazione anticipata di trattamento.
Con Andrea Maestri siamo stati sempre dalla parte dei più deboli, di coloro che la politica ha abbandonato perché così non si prendono voti. Abbiamo depositato non solo una proposta per l’eliminazione del reato di clandestinità, ma per una riforma complessiva della legislazione vigente in materia (Bossi-Fini) elaborata insieme alle principali associazione del settore, sedute attorno a un tavolo. Proposte per la laicità, sull’8 permille inoptato, sulla introduzione dell’insegnamento della cultura civica e della educazione alla cittadinanza nelle scuole. Proposte per chi è stato più colpito dalla crisi, introducendo chiaramente gli scenari probabilistici dei prodotti finanziari, istituendo un fondo per l’edilizia pubblica finanziato dai depositi cauzionali. E un altro tema dimenticato: fuori i bambini dalle carceri, ampliando il sistema delle case protette per le detenute con figli.

Con Luca Pastorino siamo stati ovunque ci fosse una crisi aziendale, un lavoratore sfruttato, un ricercatore precario. E abbiamo portato la loro voce in commissione Finanze e in commissione Bilancio, con un lavoro costante e sottotraccia, presidiando l’assemblea a orari impossibili, emendamento per emendamento. Con Luca abbiamo costruito la prima alternativa allo schema delle larghe intese, con la sua candidatura coraggiosa alle regionali in Liguria, contro tutti e contro tutto, ma con tantissime persone al suo fianco.
Ci ricandidiamo così, per un secondo mandato, liberi e uguali, forti e orgogliosi di questo percorso.

 

6 – LE FIGURINE DELLA SINISTRA EUROPEA NELLA SFIDA ITALIANA. CHI STA CON CHI. TRA SOCIALISTI RADICALI E ALTERMONDISTI MODERATI, LIBERI E UGUALI E POTERE AL POPOLO SI GIOCANO I TESTIMONIAL, IN QUALCHE CASO SCIPPANDOLI AL PD. Tranne Tsipras, che però appoggia entrambi.
Il blitz londinese di Grasso è un colpo basso per il Nazareno. Che infatti si guarda bene dal di Renzi su scala continentale. Dopo la vittoria dell’ultimo congresso del Labour il leader Pd non gli ha neanche inviato i complimenti della buona creanza. Fino a quel momento i renziani definivano il leader laburista «una catastrofe», uno che «gode a perdere».
Grasso a sua volta ha portato a casa una foto che parla a molti. Corbyn è un’icona per la sinistra radicale, ma è considerato un modello anche da Prodi. L’ex procuratore si è ispirato a lui dallo slogan «Per molti, non per pochi» che traduce For the many not the few, giù fino alle singole proposte, come l’abolizione delle tasse universitarie, battaglia che ha conquistato la gioventù britannica.
L’abbraccio con Corbyn racconta anche del voto del 2019 per il parlamento di Bruxelles. Dove tutte le famiglie progressiste potrebbero rimescolarsi. E le sinistre europee guardano con preoccupazione alla divisione dei “compagni” italiani fra Liberi e uguale e Potere al Popolo. «Vedo con tristezza che la sinistra con cui potrei identificarmi non è in condizioni di combattere per vincere le elezioni», ha detto al Fatto Pablo Iglesias, leader spagnolo di Podemos. Iglesias si era felicitato con Nicola Fratoianni (Si) per la nascita di Leu, ma non può esplicitamente endorsarla, almeno finché a Bruxelles Mdp farà riferimento al Pse. Un tema che non tarderà ad agitare la Ditta per le europee, sempreché a quel traguardo arrivi unita.
L’allarme per le divisioni italiane, specchio di quelle di tutti, è tale che il partito della Sinistra europea, che raccoglie le sinistre d’alternativa che a Bruxelles siedono nel Gue (il gruppo delle sinistre europee), a gennaio ha inviato una nota riservata agli aderenti: «Sull’Italia non schieratevi» è la sostanza del messaggio. Se ne capisce il motivo: Rifondazione comunista, che aderisce a Se, corre con Potere al Popolo; invece Sinistra italiana, che è solo «membro osservatore», ha fondato Leu, i cui europarlamentari siedono nel gruppo dei Socialisti e democratici. Non è l’unico problema: le sinistre radicali continentali sono attraversate da confronto sui destini dell’Unione. Europeisti da una parte. Euroscettici e sovranisti dall’altra: una parte, quest’ultima, assai più affollata di gruppi di destra.
Il conflitto è emerso clamorosamente a fine gennaio quando Jean-Luc Mélenchon, leader della francese France Insoumise ha chiesto l’espulsione da Se di Tsipras, presidente della Grecia e leader di Syriza, con l’accusa di essere «servile con i diktat liberisti della Commissione europea». Tsipras gli ha replicato duramente: «Noi non siamo di sinistra solo a parole». Poi la crisi è rientrata. Ma il tema si riproporrà appena scoccherà la corsa per le europee.
Per l’intanto l’effetto è che in Italia Leu e Pap si contendono le star internazionali come una vecchia edizione di Sanremo. Mdp, che sul fronte europeo ha partner socialdemocratici e socialisti cioè tifosi del Pd, ha però incassato per Leu la benedizione di Pepe Mujica, mitico ex presidente uruguajano con un passato da Tupamaro. Con Pap si sono invece schierati la cilena Camilla Vallejos e il regista inglese Ken Loach. E Mélenchon, che lo scorso 16 febbraio è sbarcato a Napoli per studiare il modello mutualistico dell’ex Opg-Je so pazzo, il centro sociale da cui è nata la lista, ha incontrato il sindaco De Magistris: «Sono venuto a Napoli a imparare, qui fate la lotta per la rivoluzione in Europa». Sinistra italiana a sua volta ha incassato la presenza della leader della tedesca Linke Katja Kipping a un’iniziativa contro le “Groko”, le larghe intese, con Nicola Fratoianni: ma l’iniziativa era organizzata dall’Ars di Vincenzo Vita e Aldo Tortorella. A sua volta l’eurodeputata Eleonora Forenza, del Prc (ma eletta con le insegne di l’Altra Europa) ha raccolto una decina di endorsement «in tutte le lingue» per Pap: fra cui la capogruppo di capogruppo del Gue a Bruxelles Gabi Zimmer (della tedesca Linke), un irlandese dello Sinn Féinn, un portoghese del Pcp, una spagnola di Izquierda unida, un greco del Lae e un comunista basco. Non entra infine nella mischia italiana il presidente Tsipras che ha portato a casa il ciclopico traguardo di uscire dal Memorandum (a agosto), il pesante programma di tagli con cui ha portato il paese fuori dal baratro, tenendo «la società in piedi», come dice lui. Altrettanto fa Syriza. «Auguriamo la vittoria a tutta la sinistra italiana», spiega Argiris Panagopoulos, responsabile di Syriza per l’Europa del sud, «Grecia e Italia hanno fra loro un legame di sangue costituito dai morti del Mediterraneo. Siamo impegnati insieme su questo fronte e quello che non possiamo permetterci è un governo della destra razzista. Insieme noi greci abbiamo sconfitto Scheuble e gli ultraliberisti. Insieme i socialisti e i comunisti governano in Portogallo. E nonostante le critiche contro di noi, abbiamo aiutato a vincere Mélenchon in Francia. Perché non possiamo permetterci divisioni. Dobbiamo lavorare tutti insieme contro il risorgere dei nazionalismi e dei sovranismi in Europa. Quelli di destra e di sinistra».

 

7 – MEGLIO ACCENDERE UNA CANDELA CHE MALEDIRE L’OSCURITÀ. LE RAGIONI DEL MIO VOTO PER FEDERICO VARESE, CHIARA MARIOTTI, GIUSEPPE DI BENEDETTO di Andrea Pisauro,
Vi scrivo per parlarti delle elezioni politiche nel nostro Paese e delle mie scelte. Come sempre, mi interessa molto sapere cosa pensi e ti invito, se ti va, a rispondere a questa mia.
La democrazia è un bene prezioso. La politica è una cosa seria. Anche ora nel momento in cui l’offerta politica italiana appare cosi scadente, anzi soprattutto ora, è importante scegliere bene, perché è quando le cose vanno male che bisogna gettare quei semi che permetteranno un miglioramento domani. Perché sarà sempre meglio accendere una candela che maledire l’oscurità.
Chi mi conosce, conosce la cura che metto nelle cose faccio e l’attenzione che penso sia giusto porre alle scelte politiche e collettive. Anche stavolta, ho fatto tutto quanto in mio potere per costruire un’offerta politica all’altezza di quello che mi piacerebbe vedere, e votare.
Insieme a molti compagni e amici con cui abbiamo dato vita al progetto del Manifesto di Londra ho lavorato alla costruzione delle liste di Liberi e Uguali in Europa, perché pensiamo che mai come oggi sia importante mettere al centro del dibattito politico il tema dell’eguaglianza sociale ed economica, senza la quale non c’è vera libertà.
Il frutto del nostro lavoro è stata una lista di rinnovamento vero, fieramente europeista, socialista, ecologista, laica e femminista. Da votare senza remore nè esitazioni. E sono fiero di potere dire che all’interno di questa lista fresca delle nostre candidature sono, siamo davvero orgogliosi.

FEDERICO VARESE, 52 anni, capolista al Senato per Liberi e Uguali in Europa, docente di criminologia a Oxford e uno dei maggiori esperti mondiali sulle mafie e il crimine organizzato.

CHIARA MARIOTTI, 35 ANNI, CANDIDATA ALLA CAMERA PER LIBERI E UGUALI IN EUROPA, economista ad Oxfam dove lavora alla campagna internazionale contro la disuguaglianza.

GIUSEPPE DI BENEDETTO, 59 ANNI, CANDIDATO ALLA CAMERA PER LIBERI E UGUALI – EUROPA, lunga militanza nel PCI e nel Labour Party, lavora come consulente sulla compliance, specificamente nei campi della corruzione e dell’etica farmaceutica.

Tre splendide candidature, persone che ho avuto modo di conoscere ed ammirare, tutte espressione della società civile che vuole mettersi in gioco per cambiare l’Italia e della buona politica che lo rende possibile.
Ti invito a sostenerle insieme a me, a scrivermi i tuoi pensieri, se ne hai tempo e voglia, e non arrenderti mai alla rassegnazione.
A presto e in bocca al lupo a tutt* noi! Andrea

 

8 – DEPUTATI PD ESTERO: LA CORTE COSTITUZIONALE DICHIARA INAMMISSIBILI LE ECCEZIONI CONTRO IL VOTO PER CORRISPONDENZA. L’IMPEGNO PER LA DIFESA DEI DIRITTI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO CONTINUA. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le eccezioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Venezia in occasione del referendum costituzionale relativamente all’articolo 1 sulla sovranità popolare e all’articolo 48 della Costituzione sulla personalità, libertà e segretezza del voto e sull’effettività del voto dei cittadini italiani all’estero. 22 FEBBRAIO 2018

La Corte si è fermata alla dichiarazione di inammissibilità, senza entrare nel merito. Essa ha precisato che la legittimazione a sollevare l’incidente non toccava a un tribunale della Repubblica, ma, semmai, all’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione.

Il voto per corrispondenza, voluto da un ampio schieramento di forze parlamentari, è stato individuato come il sistema che meglio traduce il dettato della Costituzione di garantire l’”effettività” dell’esercizio di voto degli italiani all’estero. Il fatto che sia stato tutelato da questo ennesimo attacco, sia pure con motivazioni di ordine procedurale, ci lascia naturalmente soddisfatti, ma non tranquilli.
Sono molte le forze che anche di recente hanno espresso riserve e contrarietà verso questo tipo di esercizio democratico. Alcune di questi soggetti, per altro, si candidano a diventare anche forze di governo nella consultazione del 4 marzo.

È in gioco un fondamentale diritto di cittadini di pieno diritto che non cessano di essere tali solo per il fatto che risiedono all’estero. Essi, cresciuti costantemente di numero, hanno un modo fondamentale di rispondere a questi attacchi e a queste ingiuste riserve: usare le loro prerogative democratiche e votare nel maggior numero possibile. In secondo luogo, votare con responsabilità e trasparenza, rispondendo con i fatti ai mestatori di allarme e ai propagatori di infamia. Le nostre autorità diplomatiche e consolari, a loro volta, sapranno fare fino in fondo il loro dovere per prevenire e circoscrivere eventuali rischi di brogli
C’è infine una prevenzione che uno strumento democratico come il voto consente: scegliere le forze che con i fatti nel corso di questi anni hanno dimostrato di essere dalla parte degli italiani all’estero, dei loro diritti e dei loro interessi.
Il Partito Democratico questa prova finora l’ha data sul campo e continuerà a darla con pienezza anche dopo l’esito elettorale.
I Deputati eletti all’estero del PD: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

 

9 – RESTANO POCHI GIORNI PER VOTARE. IL 4 MARZO LE SCHEDE DEVONO ESSERE A ROMA. Conquistare ancora un voto per la buona politica!
Care e cari connazionali,
la campagna elettorale volge al termine per noi residenti all’estero. E’ stata breve. E’ durata tre settimane. Non mi è stato possibile partecipare a tutte le iniziative che sono state organizzate e raggiungere i luoghi che avrei voluto. Negli incontri ho rivisto tanti di voi, molti amici e amiche, elettori ed elettrici del Partito democratico, simpatizzanti, curiosi, giovani che votano per la prima volta. Per me sono esperienze di vita che continuano ad arricchirmi umanamente e politicamente. Sono emozioni che mi fanno vivere la politica con passione e lealtà.
Aver votato prima degli elettori ed elettrici in Patria, non ha permesso ai 2 milioni di connazionali che hanno diritto di voto, di essere informati adeguatamente sulla portata politica di queste elezioni. So, però, che gli italiani all’estero votano liberamente, spesso confrontando l’Italia al Paese dove vivono. Ho contribuito a costruire il Partito democratico in Svizzera e in Europa proprio per dare forza alle idee della buona politica e della partecipazione democratica. E le elezioni sono sempre occasioni di rafforzamento delle relazioni tra cittadini e politica.
E voi avete votato?
Vi ricordo che i plichi elettorali vanno riconsegnati in Consolato entro il 1. marzo. Questo significa che vanno spediti entro martedì 27 febbraio. Coloro che non avessero ricevuto la documentazione elettorale, possono richiederla al proprio consolato. Molte sedi consolari e diplomatiche resteranno aperte questo fine settimana per permettere di ritirare il duplicato e votare. Potete consultare la lista della rete diplomatico-consolare in tutto il mondo con recapiti telefonici e mail al link.
Ogni voto in più che in questi ultimi giorni viene espresso è importante. Sicuramente ognuno di voi conosce qualcuno che non ha ancora votato o che pensa di non dover votare. Invece, convincetelo a votare per il Partito democratico. Ogni voto al Pd è un voto contro gli estremismi e i populismi.
Il Pd è il partito della responsabilità nazionale che si batte per un’Italia unita e più giusta e per un’Europa democratica e più giusta. Io vi assicuro che farò la mia parte, per il bene degli italiani nel mondo.
Cordiali saluti
GIANNI FARINA
Candidato alla Camera dei Deputati per il Partito democratico nel collegio Europa

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