17 09 23 – News dai Parlamentari eletti all’estero e altre comunicazioni.

1 – DIASPORE ITALIANE – ITALY IN MOVEMENT – DIASPORE ITALIANE – L’ITALIA IN MOVIMENTO
2 – MARCO FEDI INTERVISTATO DA ITALIACHIAMAITALIA: “CON RENZI E GENTILONI SIAMO TORNATI AD INVESTIRE”. “Perché non riconoscere questa verità? Perché continuare a parlare di tagli che non abbiamo mai fatto!?”. E poi: “Renzi è ancora l’uomo giusto per dare al Pd una seconda opportunità
3 – FEDI (PD) – DOPPIA TASSAZIONE GIOVANI ALL’ESTERO: IL FISCO CONFERMA LA NOSTRA TESI, IL NOSTRO ALLARME E I NOSTRI SUGGERIMENTI. Con una Guida intitolata “LAVORATORI ITALIANI ALL’ESTERO: come evitare la doppia tassazione e usufruire del credito d’imposta” appena pubblicata, l’Agenzia delle Entrate riprende e conferma il nostro lavoro elaborato e sviluppato nei mesi scorsi in riferimento ai rischi fiscali nei quali incorrono i lavoratori italiani all’estero che non si iscrivono all’AIRE ed omettono di presentare la dichiarazione dei redditi in Italia
4 – FEDI (PD) – INCONTRO ALL’ATHENAEUM CLUB DI MELBOURNE SULL’ITALIA E SULLE SUE QUESTIONI APERTE. Si è avuta il 20 settembre un’interessante opportunità di incontro presso l’Athenaeum Club di Melbourne, uno dei centri di aggregazione sociale più importanti d’Australia. Relatore ospite l’on. Marco Fedi, invitato a riferire sulla situazione politica italiana

 

1 – DIASPORE ITALIANE – ITALY IN MOVEMENT – DIASPORE ITALIANE – L’ITALIA IN MOVIMENTO
A Symposium on three Continents: Australia • United States • Italy
Un convegno in tre continenti: Australia • Stati Uniti • Italia
Living Transcultural Spaces – Melbourne: 5-7 April 2018
Transnationalism and Questions of Identity – New York: 1-3 November 2018
Between Immigration and Historical Amnesia – Genova: 27-29 June 2019
Diaspore Italiane – Conference Website / Diaspore Italiane Conference – Facebook
PRIMA SCADENZA – TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE RELAZIONI 30 SETTEMBRE 2017

Cari amici,
sono lieto di portare alla vostra attenzione un’importante iniziativa di carattere scientifico-culturale promossa dal Co.as.it di Melbourne in collaborazione con il John D. Calandra Italian American Institute, Queens College/CUNY (New York) e il Galata Museo del Mare (Genova).
Si tratta di un evento di grande interesse per quanti si occupano del fenomeno migratorio italiano.
L’orizzonte internazionale e multidisciplinare dell’iniziativa intende offrire una lettura inedita ed originale del concetto d’ ”identità italiana”, così come si è voluto in diversi contesti nazionali contraddistinti da flussi migratori, multiculturalismo e transculturalità.
Vi prego di far girare le informazioni tra i vostri contatti, soprattutto studenti, docenti e operatori del settore.
Un caro saluto.
Marco Fedi

Da aprile 2018 avrà luogo una collaborazione tra tre importanti enti che si occupano della migrazione italiana e delle comunità italiane all’estero: il CO.AS.IT. di Melbourne, Australia; il John D. Calandra Italian American Institute (parte della City University di New York, Stati Uniti), e il Galata Museo del Mare e delle Migrazioni di Genova, Italia (sede del futuro Muaseo Nazionale dell’Emigrazione).
Il progetto che questi tre enti presenteranno è un convegno chiamato Diaspore Italiane – Italy in movement, che si svolgerà in tre sessioni:

DAL 5 AL 7 APRILE 2018 – MELBOURNE: VIVERE GLI SPAZI TRANSCULTURALI;
DAL 1 AL 3 NOVEMBRE 2018 – NEW YORK: TRANSNAZIONALISMO E QUESTIONI DI IDENTITÀ;
DAL 27 AL 29 GIUGNO 2018 – GENOVA: FRA IMMIGRAZIONE E AMNESIA STORICA.

Si tratta del primo convegno multidisciplinare del suo genere, teso ad esplorare i concetti di italianità ed identità italiana in tutti i contesti definiti dal fenomeno della mobilità: oltre alle comunità diasporiche italiane in tutto il mondo e all’emigrazione italiana (ivi comprese le new mobilities), il convegno esplorerà anche la storia coloniale italiana e il rapporto dell’Italia di oggi con la sua emigrazione storica e con le comunità immigrate in Italia. La conferenza intende inoltre prospettare il futuro del concetto di italianità all’interno di un obiettivo più vasto: quello della generalità dei suoi risultati al di là dei contesti italiani, ai fini della messa a fuoco del contributo essenziale dei migration e diaspora studies ai nuovi modelli di razionalità (dialogica) e di convivenza civile necessari per il ventunesimo secolo.

L’intento del convegno è quello di aprire una discussione sulle tematiche legate alla cultura e all’identità italiana nei vari contesti segnati dalla mobilità – quindi, in primo luogo, la storia della migrazione storica italiana e delle comunità italiane all’estero, ma anche le vicissitudini legate al colonialismo italiano, il rapporto delle comunità migranti con la cultura e la società italiana di oggi e la nuova emigrazione italiana dalla fine del secolo scorso in poi.
Al convegno parteciperanno studiosi, intellettuali ed esperti dell’argomento, con l’intento di aprire una prospettiva transnazionale sugli studi italiani. In questo modo ci si augura di esplorare da una parte il futuro dell’italianità (destinata a misurarsi in maniera crescente con altre identità, all’interno di contesti sempre più definiti dalla mobilità), ma anche di arrivare a risultati generalizzabili oltre il campo italiano. Il progetto si inserisce, infatti, in un obiettivo più ampio: l’identificazione, all’interno dei diaspora e migration studies in generale, di possibili nuovi modelli di dialogo interculturale e di solidarietà di classe che siano in grado di opporsi validamente al crescente razzismo che accompagna questo travagliato inizio secolo.
Una delle maggiori motivazioni del progetto è il bisogno di rafforzare e condividere a livello internazionale le culture della diaspora italiana e gli studi attinenti. Durante il convegno si potranno enucleare ed esplorare i tratti distintivi della migrazione italiana, riuscendo ad approfondire come l’identità italiana attraversi le generazioni nei vari contesti diasporici. Il tutto in vista di una sfida che si intende raccogliere: quella di pensare l’italianità in prospettiva futura.
Le comunicazioni che saranno presentate al convegno di Melbourne saranno tenute da studiosi, studenti e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo. Oltre alle sessioni specialistiche, il convegno comprenderà anche molteplici occasioni di partecipazione comunitaria, come si confà al carattere democratico tradizionalmente insito nell’attività culturale del CO.AS.IT.
Melbourne, recentemente nominata per la sesta volta consecutiva la città più vivibile del mondo, è nota come la capitale culturale (e gastronomica) dell’Australia. Vivacissimo centro multiculturale di scambi culturali, intellettuali e sociali, Melbourne è una sede particolarmente adatta alla prima sessione del convegno anche grazie alla fortissima presenza degli italiani all’interno della cultura, delle istituzioni e della vita sociale della città. Lo stato di cui Melbourne è la capitale, il Victoria è infatti lo stato con la maggior percentuale di italiani in tutta l’Australia. Secondo i dati dell’ultimo censimento (2016), oltre un milione di australiani è di origine italiana. Gli italiani rappresentano adesso il quarto gruppo etnico più consistente del continente, dopo britannici, irlandesi e indiani.

Il CO.AS.IT. (Comitato Assistenza Italiani) di Melbourne, che ospiterà la prima sessione della conferenza, è un’organizzazione no-profit che da 50 anni offre agli italiani del Victoria una vasta gamma di servizi di assistenza sociale, oltre a una robusta attività di promozione della lingua e della cultura italiane. Il CO.AS.IT., di cui fa parte anche la Società Storica Italiana (1981) e il Museo Italiano (2010), si trova nel cuore di Carlton, la “Little Italy” di Melbourne.
PRIMA SCADENZA – TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE RELAZIONI 30 SETTEMBRE 2017

CALL FOR PAPERS CLOSING ON 30 SEPTEMBER!
Per ulteriori informazioni: www.diasporeitaliane.com
DIASPORE ITALIANE – ITALY IN MOVEMENT
Living Transcultural Spaces – Melbourne: 5-7 April 2018
Transnationalism and Questions of Identity – New York: 1-3 November 2018
Between Immigration and Historical Amnesia – Genova: 27-29 June 2019
Presented by:
CO.AS.IT. (Melbourne) • John D. Calandra Italian American Institute, Queens College/CUNY (New York) • Galata Museo del Mare (Genova)

OVERVIEW
This symposium is a collaboration between three diverse Italian migration organisations – a welfare and cultural agency, a tertiary institute and a museum – each deeply connected with the community, institutions and culture of a cosmopolitan city which is also iconic of the Italian migrant and diasporic experience. This symposium – the first international conference of its kind – brings together researchers and practitioners from Australia, the United States, Italy and other locations to explore the vicissitudes of Italians and Italian identity in the transcultural spaces defined by mobility.

FIVE CONTEXTS EMERGE AS THE MAIN FOCI OF STUDY:
Italian historic migration, with some 27 million emigrants between 1870 and 1970;
Italian diasporic communities, with some 80 million people worldwide today;
Italian colonial history, with some 500,000 settlers at its peak in 1940;
Italy as a destination for migrants and refugees, from the 1980s onwards;
The so-called new Italian emigration, from the turn of the century onwards.
A transnational approach to Italian Studies, as attempted in this multidisciplinary conference, will develop a multi-perspectival view of Italian cultural identity in movement within the relevant historical frameworks, and thus produce new thinking and a sharper understanding of the ways in which perceived differences are formed, acted on, and reacted to. In this way, this symposium aims to function as a model whose methodology and insights apply beyond the Italian case.
What lessons can we draw from the study of Italian communities and culture(s) as they adapt, react and change across different migratory and diasporic experiences
What defines italianità, or even italicità, within the diverse, hybrid contexts of global mobility?
How do these studies help us question established notions and practices of multiculturalism, as we enter a new interethnic, inter-racial age, globally characterised by increasingly complex patterns of métissage and integration?
What is the contribution of Italian migration and diaspora studies to the development of new theoretical and political frameworks that may foster interethnic cohesion and class solidarity, and counter the rising tide of racism triggered by the current economic crisis and geopolitical instability?
The convenors intend to publish the proceedings of the entire conference as a peer-reviewed book, and a selection of the best papers from each local chapter as special editions of prestigious peer-reviewed journals.

ORGANISING COMMITTEE:
Mr Ferdinando Colarossi, Manager, Co.As.It. Italian Language, Culture and Heritage Department, Melbourne. Dr Paolo Baracchi, Manager, Co.As.It. Cultural Programs, Melbourne. Professor Fred Gardaphè, Distinguished Professor of English and Italian American Studies at Queens College/CUNY and the John D. Calandra Italian American Institute. Professor Anthony Julian Tamburri, Dean of the John D. Calandra Italian American Institute, Queens College/CUNY and Distinguished Professor of European Languges and Literatures. Dottor Pierangelo Campodonico, Direttore dell’Istituzione Mu.MA – Musei del Mare e delle Migrazioni di Genova. Dottoressa Giovanna Rocchi, Conservatore Aggiunto del MEM – Padiglione Memoria e Migrazioni, Galata Museo del Mare.

THE CALL FOR PAPERS FOR THE MELBOURNE CONFERENCE IS NOW OPEN
SUBMISSION INFORMATION:

Abstract (250 words).
Short biography (100 words).
Due: 30 September 2017.
Submit to: melbourne@diasporeitaliane.com
Acceptances will be notified on 1 November 2017.
We invite abstracts for individual papers and panel sessions. Each presenter will have 20 minutes to present, followed by 10 minutes discussion.

LIVING TRANSCULTURAL SPACES – Melbourne: 5-7 April 2018
Living Transcultural Spaces, the inaugural chapter of the international conference Diaspore Italiane – Italy in Movement, will be held in Melbourne, nominated the most liveable city in the world for six consecutive years, and arguably Australia’s cultural capital. The unique multicultural society of Australia, with a significant Italian community now entering the third generation, is the backdrop of this discussion, which explores the notion of transcultural living as both a consolidated practice (in specific contexts) and a qualified ideal. Transcultural contexts show cultural identities in motion as they react, adapt and develop in reciprocal contact. The transcultural subjects who, within varying degrees of structural constraint, navigate, evaluate and negotiate different cultural options, emerge as the potentially rational agents of these changes. In parallel, cultural identities emerge as historical constructs, this-worldly products of the human imagination.
How do these ideas of identities in motion compare with traditional ways of understanding cultural identities as fixed essences, typically anchored to metaphysical notions such as blood, the land, or the divinity?
Can the ‘third space’ of transcultural negotiation inhabited by migration, diaspora and colonial studies be construed as a privileged space of reason, in the Enlightenment sense of the word?
Are migration, diaspora and colonial studies paradigmatic of new emancipatory discourses and practices for the 21st century?

ANTICIPATED STREAMS

ANTICIPATED STREAMS INCLUDE BUT ARE NOT LIMITED TO:
Migration, Mobility, Transnationalism and Diaspora Studies; Identity and the Second and Third Generations; Literary studies; Arts (film, visual arts, music, performing, design etc); Media; Pedagogy: Teaching of Italian Language and Culture; Linguistics; Politics; Religion; Business, Entrepreneurship and Professions; Colonialism and Settler-Colonial Relations of Power; Race, Gender, Sexualities and Disabilities; New Materialisms; Multicultural and Migration Museums; Italian Migrants and Migration Heritage.
KEYNOTE SPEAKERS
Professor Loretta Baldassar, Anthropology and Sociology, University of Western Australia.
Professor Enzo Colombo, Professore Ordinario in Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Dipartimento di Scienze sociali e politiche, Università degli studi di Milano.
Professor Joseph Lo Bianco, Chair, Language and Literacy Education, Melbourne Graduate School of Education, University of Melbourne.
Professor Joseph Pugliese, Research Director, Department of Media, Music, Communication and Cultural Studies, Macquarie University.
Professor Anthony Julian Tamburri, Dean of the John D. Calandra Italian American Institute, Queens College/CUNY and Distinguished Professor of European Languages and Literatures.
Professor Rita Wilson, School of Languages, Literatures, Cultures and Linguistics, Monash University; Academic Co-Director, Monash-Warwick Migration, Identity and Translation Network.

SCIENTIFIC COMMITTEE
Professor Loretta Baldassar, Anthropology and Sociology, University of Western Australia. Dr Simone Battiston, Cassamarca Senior Lecturer of Italian Studies and History, Swinburne University of Technology. Dr Alexandra Dellios, Lecturer, Centre for Heritage and Museum Studies, Australian National University. Professor Fred Gardaphè, Distinguished Professor of English and Italian American Studies, Queens College/CUNY and John D. Calandra Italian American Institute. Dr Javier Grossutti, Adjunct Research Fellow, Swinburne University of Technology. Associate Professor John Kinder, Italian Studies, University of Western Australia. Professor Joseph Lo Bianco, Chair, Language and Literacy Education, Melbourne Graduate School of Education, University of Melbourne. Dr Maria Pallotta-Chiarolli, Senior Lecturer in Social Diversity in Health and Education, School of Health and Social Development, Deakin University. Associate Professor Antonia Rubino, Department of Italian Studies, Faculty of Arts and Social Sciences, University of Sydney. Professor Matteo Sanfilippo, Full Professor of Modern History at the Dipartimento di Scienze Umane e della Comunicazione of the Università degli studi della Tuscia, Director of Fondazione Centro Studi Emigrazione, Rome. Associate Professor Susanna Scarparo, Associate Professor, School of Literatures, Languages, Cultures and Linguistics, Faculty of Arts, Monash University. Professor Anthony Julian Tamburri, Dean, and Distinguished Professor of European Languages and Literatures, Queens College/CUNY and John D. Calandra Italian American Institute. Professor Maddalena Tirabassi, Director, Centro AltreItalie sulle Migrazioni Italiane, Torino, Globus et Locus, Milano. Professor Rita Wilson, School of Languages, Literatures, Cultures and Linguistics, Monash University; Academic Co-Director, Monash-Warwick Migration, Identity and Translation Network. Professor Andrea Witcomb, Cultural Heritage and Museum Studies, Faculty of Arts and Education, Department of School of Humanities and Social Sciences, Arts and Education; Deputy Director (Governance) Alfred Deakin Institute for Citizenship and Globalisation, Deakin University.

 

 

2 – MARCO FEDI INTERVISTATO DA ITALIACHIAMAITALIA: “CON RENZI E GENTILONI SIAMO TORNATI AD INVESTIRE”. “Perché non riconoscere questa verità? Perché continuare a parlare di tagli che non abbiamo mai fatto!?”. E poi: “Renzi è ancora l’uomo giusto per dare al Pd una seconda opportunità”
Intervista di Laura Neri – sabato 16 settembre 2017

On. Marco Fedi, deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia. La pausa estiva è ormai alle spalle. Si ricomincia. Da dove?

Dalle nostre comunità, dalle aspettative dei protagonisti delle nuove mobilità, dalle speranze delle nostre comunità all’estero, da chi esporta beni o idee e fa impresa all’estero. Dai loro bisogni, dal loro spirito d’iniziativa, dai servizi che ci chiedono.

Finora cosa è stato fatto?
Ecco, si ricomincia, intanto, dalle cose fatte, che sono tante.
Per esempio?

Per quanto riguarda la fiscalità, ricordo le detrazioni fiscali per carichi di famiglia e le agevolazioni fiscali, sia per quanti risiedono nell’area economica europea sia per coloro che operano in Paesi extra-UE; il riconoscimento del credito d’imposta nel caso di ‘Voluntary Disclosure’, le agevolazioni fiscali per i lavoratori che rientrano in Italia.

E poi?

L’esenzione IMU e TASI per la prima casa dei pensionati che percepiscono pensioni estere e pensioni italiane in convenzione, la riduzione TARI di due terzi e l’esenzione del Canone Rai per chi non possiede apparecchio TV o non riceve segnale digitale, con autocertificazione, e per chi trasforma il contratto di fornitura di energia elettrica da residente a non residente.

Sul tema dell’internazionalizzazione del sistema Italia, dobbiamo ricordare l’aumento delle dotazioni di bilancio per le Camere di Commercio all’estero e il riconoscimento del ruolo degli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana nel decreto attuativo per l’estero della Legge sulla “Buona Scuola”, l’aumento del contingente scolastico per l’estero e l’aumento della dotazione del capitolo 3153 riguardante appunto gli Enti gestori; lo stanziamento di fondi per le minoranze italiane residenti in Slovenia e Croazia e per le nostre comunità istriane, fiumane e dalmate e l’aumento dei contributi alla Società Dante Alighieri.

C’è, inoltre, un fatto nuovo e rilevante: il fondo di investimento in campo linguistico e culturale che dovrebbe rafforzare, con 150 milioni di euro in quattro anni, l’intero sistema della promozione della lingua italiana nel mondo.

Per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti per l’editoria italiana nel mondo, ricordo la nuova legge sull’editoria e i decreti attuativi: l’approvazione di un emendamento dei deputati PD estero sulle pubblicazioni per gli italiani all’estero ha comportato l’aumento delle risorse per le agenzie stampa specializzate e l’aumento delle risorse per la stampa in lingua italiana pubblicata nel mondo.

Anche sul tema della rappresentanza (CGIE e Comites) l’esecutivo ha fatto passi in avanti rinnovando gli organismi di rappresentanza, con l’impegno nella prossima legge di bilancio di lavorare per garantire le dotazioni finanziarie necessarie a garantire l’operatività di questi organismi.

Altri obiettivi sono stati centrati anche per quanto riguarda la rete diplomatico-consolare nel mondo, con lo stop a chiusure di sedi e l’utilizzo delle percezioni consolari per la rete consolare, oltre alla riapertura della rappresentanza diplomatica di Santo Domingo.

Sul tema degli accordi e delle ratifiche internazionali e della previdenza sociale, ricordo l’accordo fiscale con la Svizzera, una svolta storica per la lotta all’evasione, la ratifica dell’accordo di sicurezza sociale tra l’Italia e il Canada, quella dell’accordo di sicurezza sociale con il Giappone e l’accordo sulla previdenza sociale tra Italia e Israele.

L’impegno continuerà nei prossimi mesi sui temi della previdenza e dell’assistenza, in particolare per la stipula di nuovi accordi di sicurezza sociale, con priorità per quello con la Nuova Zelanda e con alcuni Paesi dell’America Latina finora esclusi dal quadro complessivo delle convenzioni, come Cile, Ecuador, Perù e Messico; per il rinnovo di alcuni accordi bilaterali di sicurezza sociale stipulati negli anni ‘70 e ’80, da ritenere oramai obsoleti, come quelli con il Brasile, l’Argentina, gli Stati Uniti; per l’avvio di trattative con i paesi di emigrazione-immigrazione con i quali non sono state ancora stipulate convenzioni per la conversione delle patenti di guida.

Abbiamo poi una serie di priorità che riguardano il personale a contratto della rete diplomatico-consolare nel mondo: dal pagamento in valuta locale delle retribuzioni agli aumenti retributivi, impegnati come siamo a garantire equità e parità di trattamento.

Esattamente ciò che chiediamo con le pensioni. Le quattordicesime devono essere pagate anche a chi risiede all’estero, evitando che vadano a chi non ha titolo per riceverle, quindi dopo la verifica reddituale.

Lei ha approfittato delle settimane di agosto per girare il territorio. Come ha trovato gli italiani di Australia?

Infreddoliti, grazie alle insolite basse temperature regalateci dai cambiamenti climatici, ma pronti a discutere di matrimoni tra persone dello stesso sesso (discussione in corso grazie al plebiscito voluto dal Governo australiano prima di metter mano a questa riforma); di pensioni, dopo che Boeri ha minacciato pesanti modifiche; di politica, chiedendo le ragioni per le quali il PD si è diviso; di economia, a cospetto dei segnali positivi per l’occupazione e la crescita; di opportunità di investimenti, di collaborazione tra Università, di servizi consolari, di patronati e sicurezza sociale.

Insomma una comunità in costante fermento. A questo si aggiunge la crescente consapevolezza che rafforzando i legami tra Italia e Australia si moltiplicano anche le opportunità di crescita: non possiamo rischiare che vincano le idee retrograde che propongono chiusure e muri, culturali e legislativi. La comunità italiana chiede anche attenzione alle modifiche che l’Australia propone sulla mobilità, per quanto riguarda i visti, e sulla cittadinanza.

Lo jus soli è finito su un binario morto, argomento chiuso. Ma come, non era uno dei simboli della sinistra di governo?

La domanda che rivolgerei a chi si oppone a questo jus soli, che vuole facilitare il riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori con un regolare permesso di soggiorno, è molto semplice: la storia della nostra emigrazione sarebbe stata molto diversa se nei Paesi di arrivo non avessimo trovato legislazioni sulla cittadinanza che hanno consentito a tanti figli di italiani nati all’estero di inserirsi immediatamente, da cittadini, in quelle realtà. Perché i figli di lavoratori immigrati che nascono in Italia non meritano le stesse opportunità? Lo dico in particolare al MAIE che conosce questa realtà.

Non si vince una battaglia sul riacquisto della cittadinanza italiana limitando le opportunità agli immigrati!

Fino a quando potremo dire no ad una scelta di civiltà? E’ necessario impegnarci tutti per superare ogni ostacolo. Detto questo, però, le leggi si approvano con le maggioranze. Se al Senato in questo momento non esiste una maggioranza che ne consenta l’approvazione, dovremmo porre la questione di fiducia? La fiducia si pone quando un Governo nasce, oppure per far cadere emendamenti e accelerare l’iter di approvazione di una legge. Non per misurare la tenuta di un Governo o per sfidare gli alleati. Dobbiamo convincere le forze politiche ed i singoli parlamentari a sostenere un progetto politico sul quale si misura oggi la nostra civiltà culturale, politica e giuridica.

L’abbiamo vista in missione con il sen. Francesco Giacobbe. E’ pronto il ticket Pd Camera-Senato per le prossime elezioni nella vostra ripartizione?

Non è pronto alcun ticket perché non siamo noi ad autocandidarci. Prima di tutto perché i circoli PD nel mondo vogliono far sentire la loro voce sia sui programmi che sulle candidature. In secondo luogo perché i tempi stringono e le scelte programmatiche sono urgenti. In terzo luogo donne e uomini da candidare devono essere il risultato del giusto equilibrio, sempre molto difficile da raggiungere, tra rinnovamento, continuità e capacità di attrarre consenso.

Dopo tre legislature sono pronto a passare il testimone. Vorrei però parlarne in modo aperto e sereno con chi dovrà decidere. Ma ricordo che il tempo stringe e le responsabilità non sono ancora chiare. Credo che non possa essere solo il segretario a decidere senza consultazione.

Se lei dovesse scegliere un tema, uno solo tra i tanti, da portare avanti nella sua prossima campagna elettorale, quale sarebbe?

L’italianità nel mondo si è molto differenziata e articolata. Per ragioni storiche, sociali, culturali. Oggi non siamo più davanti al tradizionale “mondo dell’emigrazione”, ma a tanti mondi, a tanti protagonisti, a tanti soggetti. La forza di un paese come l’Italia è stata sempre quella di sapersi plasmare, di sapere aderire alle diverse situazioni che nel mondo esistono e cambiano in continuazione.

Dunque?

La mia ripartizione elettorale tocca l’Africa, l’Oceania, la Cina, l’Australia e si estende fino alla Nuova Zelanda. Non una semplice ripartizione, ma tanti mondi diversi. Per questo, mi piacerebbe poter parlare dei loro problemi ai discendenti della vecchia emigrazione e agli expat, a chi ha problemi di pensione e a chi ha l’obiettivo di conquistare un lavoro, a chi vuole assicurare ai suoi figli la padronanza della lingua e della cultura d’origine e a chi per i figli cerca una strada veloce e sicura di integrazione linguistica e culturale.

Ecco, vorrei lavorare su questi temi. Vorrei già proporre soluzioni innovative. Vorrei, in sostanza, proporre un patto tra generazioni per parlarsi e costruire forti collaborazioni, tra soggetti protagonisti dell’emigrazione, enti gestori, camere di commercio, Università e mondo della ricerca, consolati, patronati ed associazioni, imprese e grandi gruppi economico-finanziari, una nuova frontiera della comunicazione ed una nuova capacità di collegarsi, sia su singoli progetti che nel parlarsi.

Solito check: qual è, secondo la sua visione, lo stato di salute del Pd in Australia e, più in generale, in Italia?

In Australia, non diversamente dall’Italia, le divisioni interne al PD hanno prodotto sia un allontanamento dalla politica attiva che la nascita di nuove forme aggregative. Questo, però, non significa automaticamente perdita di consenso elettorale. Indubbiamente abbiamo pagato un prezzo e rischiamo di perdere consenso, ma dobbiamo reagire rafforzando la nostra capacità di dialogo.

Alcuni nostri esponenti nazionali, alcuni colleghi, mostrano una spregiudicatezza di comportamento che lascia a volte stupiti. E’ come se fossero certi della sconfitta e nella sconfitta vedessero opportunità di rafforzamento della propria corrente o di se stessi. Primo grave errore che rischia di farci perdere altri iscritti.

Quale strada, allora, dovrebbe seguire il Partito Democratico?

Dobbiamo essere il partito del dialogo, delle differenze, dare spazio al dibattito interno. Poi – è vero – dobbiamo decidere. Vedo però il rischio di un decisionismo senza discussione e senza consultazione. Misureremo nella discussione programmatica, vicina, e nella consultazione sulle candidature, meno vicina, la capacità di dialogo del PD, in Italia e all’estero.

Riuscirà il Pd a farsi perdonare dagli elettori all’estero i tanti tagli alla cultura italiana e alla rete consolare degli anni scorsi?

Credo che il PD di Renzi e ora di Gentiloni non abbia nulla da farsi perdonare. Abbiamo insieme invertito un trend, inaugurato dal Governo Berlusconi, quello dei tagli lineari e dei tagli mirati, sempre verso la Farnesina. Con i Governi Renzi e Gentiloni siamo tornati ad investire! Perché non riconoscere questa verità? Perché continuare a parlare di tagli che non abbiamo mai fatto!?

Ho ricordato prima tutti gli obiettivi raggiunti. Tra questi lo stop alle chiusure di consolati e la riapertura di Santo Domingo, decisioni targate PD. Nel periodo del Governo Monti sono state prese alcune decisioni dure per far fronte all’emergenza economica ma è innegabile il cambio di direzione e di passo. Con la scuola siamo tornati a 12 milioni di euro e chiediamo di poter utilizzare anche il fondo di 150 milioni di euro in 4 anni, di cui 30 nel 2018.

Certamente abbiamo dovuto lavorare per ottenere questi risultati, sul decreto attuativo “Buona scuola”, aumentando il contingente scolastico all’estero e rafforzando il ruolo degli enti gestori. Ma il nostro ruolo di parlamentari è proprio questo. Noi in Parlamento siamo presenti, altri no.

Renzi, dopo la batosta del referendum, è ancora Renzi? Ovvero, è ancora l’uomo giusto su cui il Pd deve puntare per vincere?

Renzi ha vinto le primarie, quindi è l’uomo che il popolo del PD, iscritti, elettori e simpatizzanti, ha scelto. Ed è l’uomo giusto per il PD. Certamente ha fatto alcuni errori. Il referendum non è tra questi. Renzi era uscito molto bene dal referendum, assumendosi la responsabilità politica della sconfitta con le dimissioni. Ha lavorato bene per ricominciare a tessere la tela della costruzione del PD, ma poi ha trovato le minoranze che gli hanno impedito di lavorare.

Ora, chi doveva uscire è uscito. Però adesso è il momento della fiducia, del rapporto solido interno, del lavoro comune: non una ulteriore resa dei conti.

Renzi è l’uomo giusto per dare al PD una seconda opportunità.

Ma deve farlo dialogando non solo con gli elettori, cosa che fa magistralmente, ma anche con il suo partito, con chi lavorerà alla campagna elettorale, con chi crede nel PD e lo sostiene ogni giorno, nei circoli e nella società civile.

Giochiamo, in conclusione. Fedi giornalista. Rumors da Montecitorio? Di cosa parlano i suoi colleghi in Transatlantico?

Non frequento molto il transatlantico e comunque non raccolgo gossip. Immagino si parli molto di elezioni. Di voto in Sicilia, di voto politico a febbraio, quindi scioglimento delle Camere a gennaio, di alleanze da non fare e di quelle da fare. Di andare da soli o accompagnati.

Ascolto con scarsa attenzione. Nessuno parla del voto all’estero. Eppure, anche se mi auguro che alla fine non vada così, e il PD possa vincere e formare un Governo senza troppe difficoltà, il voto estero potrebbe essere ancora determinante. Sia al Senato, per la maggioranza, che per il numero di voti da sommare al risultato nazionale, utile a decidere la formazione politica che, da sola o in coalizione, avrà ottenuto più voti.

In assenza di una nuova legge elettorale, tutto pare importante. Poi potrebbe non esserlo. Ed io mi auguro proprio che non lo sia, per evitare una nuova drammatizzazione sugli italiani all’estero che non giova né a loro né all’Italia.

 

 

3 – FEDI (PD) – DOPPIA TASSAZIONE GIOVANI ALL’ESTERO: IL FISCO CONFERMA LA NOSTRA TESI, IL NOSTRO ALLARME E I NOSTRI SUGGERIMENTI. Con una Guida intitolata “LAVORATORI ITALIANI ALL’ESTERO: come evitare la doppia tassazione e usufruire del credito d’imposta” appena pubblicata, l’Agenzia delle Entrate riprende e conferma il nostro lavoro elaborato e sviluppato nei mesi scorsi in riferimento ai rischi fiscali nei quali incorrono i lavoratori italiani all’estero che non si iscrivono all’AIRE ed omettono di presentare la dichiarazione dei redditi in Italia.
ROMA, 19 SETTEMBRE 2017
Nella Guida si chiarisce che come regola generale tutti i cittadini italiani che lavorano all’estero e che non sono iscritti all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) sono fiscalmente residenti in Italia e devono ogni anno presentare la dichiarazione e pagare le imposte sui redditi ovunque prodotti e che nel caso si ometta di presentare la dichiarazione dei redditi o non si indichino in essa i redditi prodotti all’estero, non spetta la detrazione delle imposte pagate nello Stato estero (comma 8 dell’art. 165 del Tuir). Tuttavia, puntualizza la Guida, per evitare che i propri cittadini subiscano una doppia imposizione, che si avrebbe in seguito al pagamento delle imposte sia nel Paese di produzione del reddito sia in quello di residenza, l’Italia ha stipulato con molti Paesi Convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni e riconosce un credito d’imposta per le imposte pagate all’estero nel momento in cui si dichiarano i redditi in Italia con l’applicazione di una norma (articolo 165) contenuta nel Tuir.
Generalmente – conferma l’Agenzia delle Entrate una situazione che abbiamo denunciato –, le Convenzioni non prevedono che sia un unico Stato, tra i due contraenti, ad assoggettare a tassazione un determinato tipo di reddito ( tassazione esclusiva ).
Per questo motivo, è necessario dichiarare in Italia anche i redditi conseguiti all’estero. Ma, come abbiamo spiegato a più riprese con i nostri comunicati e le nostre informative, la doppia imposizione viene comunque eliminata mediante l’applicazione dell’articolo 165 del Tuir, secondo il quale le imposte pagate all’estero a titolo definitivo sono ammesse in detrazione dall’imposta netta fino a concorrenza della quota di imposta italiana.
L’Agenzia delle Entrate spiega quindi – nella sua Guida – come può rimediare chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi per gli anni precedenti: tramite la Voluntary Disclosure.
Siccome I cittadini italiani che, per motivi di varia natura, non si sono iscritti all’Aire e che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi in Italia, perdono il diritto di usufruire della detrazione delle imposte pagate all’estero (comma 8 dell’art. 165 del Tuir), e se accertati devono pagare tasse, sanzioni e interessi vari, per non perdere il diritto al riconoscimento delle imposte pagate all’estero, una norma introdotta di recente (la legge di conversione del Dl 50/2017), anche grazie al nostro interessamento, consente, nell’ambito della cosiddetta procedura della “collaborazione volontaria” ( voluntary disclosure ), per la quale è stata disposta la riapertura dei termini di adesione al 30 settembre 2017 (2 ottobre in effetti), di superare il divieto disposto dal comma 8 dell’art. 165.
Tale procedura straordinaria consente, tra l’altro, di regolarizzare le violazioni degli obblighi dichiarativi commesse in materia di imposte sui redditi, usufruendo di benefici sul piano sanzionatorio.
Le indicazioni utili per l’accesso alla voluntary disclosure, come abbiamo già spiegato in un nostro recente comunicato, sono disponibili sul sito istituzionale dell’Agenzia delle entrate, seguendo il percorso: Home – Cosa devi fare – Richieste, istanze e interpelli – Collaborazione volontaria (voluntary disclosure).
In sostanza – ci ricorda l’Agenzia delle Entrate nella sua Guida – presentando istanza di “collaborazione volontaria” e indicando in essa i redditi di lavoro dipendente o di lavoro autonomo, in precedenza non dichiarati in Italia, viene riconosciuto il credito per le imposte pagate all’estero a titolo definitivo.
Nel caso in cui i cittadini italiani non iscritti all’Aire abbiano presentato la dichiarazione dei redditi in Italia, omettendo però di indicare i redditi prodotti all’estero, per non perdere il diritto di usufruire della detrazione delle imposte pagate all’estero (comma 8 dell’art. 165 del Tuir), possono presentare dichiarazione integrativa ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del Dpr 322/1998. In tal caso, infatti, il reddito oggetto di integrazione deve ritenersi, comunque, dichiarato e, conseguentemente, al contribuente spetta la detrazione delle imposte pagate all’estero.
WWW.MARCOFEDI.IT

 

 

4 – FEDI (PD) – INCONTRO ALL’ATHENAEUM CLUB DI MELBOURNE SULL’ITALIA E SULLE SUE QUESTIONI APERTE. Si è avuta il 20 settembre un’interessante opportunità di incontro presso l’Athenaeum Club di Melbourne, uno dei centri di aggregazione sociale più importanti d’Australia. Relatore ospite l’on. Marco Fedi, invitato a riferire sulla situazione politica italiana.
22 SETTEMBRE 2017

L’on. Fedi, presidente del gruppo di amicizia interparlamentare Italia-Australia, nella sua esposizione ha affrontato alcune delle principali questioni al centro del dibattito politico italiano. Ne è seguita un’interessante discussione, principalmente sulla mancata riforma costituzionale, sul Partito Democratico, sulle prossime elezioni politiche e sulla complessa questione dei flussi migratori.

“L’avvicinarsi delle elezioni politiche in Italia – ha evidenziato Marco Fedi – ha reso particolarmente vivace lo scambio di vedute tra i partecipanti alla tavola rotonda, che non hanno mancato di evidenziare le storiche contraddizioni italiane: le differenze tra Nord e Sud, la difficoltà di migliorare il sistema di governo e la fatica di dotarsi di una legge elettorale in grado di garantire al nostro Paese una maggioranza stabile ed omogenea”.

Replicando alle diverse domande, il deputato democratico ha sottolineato che “Il governo, il leader politico ed il partito italiano che più di altri nella storia italiana hanno tentato di cambiare rotta mettendo in campo un forte impegno riformatore – Matteo Renzi ed il suo governo, seguito dall’attuale di Paolo Gentiloni, e il Partito Democratico – stanno pagando oggi un prezzo politico elevato, con una scissione del partito e i conseguenti contrasti interni e, soprattutto, con una campagna elettorale all’orizzonte che si prospetta molto dura”.

“La riforma della Costituzione, che tutti i partiti politici sostenevano di volere – ha ricordato Fedi – dopo un lungo iter parlamentare durato due anni e ben sei approvazioni da parte del Parlamento, è stata bocciata con referendum dagli elettori. La riforma, che avrebbe dovuto semplificare l’iter legislativo e rendere l’intero sistema politico più efficiente, a beneficio proprio dei cittadini elettori, è stata bocciata per semplici interessi di bottega proprio dagli stessi partiti politici che, per anni, ne proponevano l’assoluta priorità, anche davanti all’Europa”.

“Nonostante il quadro politico denso di conflitti, tuttavia, l’attuale crescita economica all’1,4%, superiore alla stessa previsione dell’OCSE, dovrebbe consentire al candidato alla Presidenza del Consiglio, all’attuale Governo e al PD, l’opportunità di presentare una legge di bilancio fortemente innovativa verso le imprese e le fasce sociali più deboli. Tuttavia, non si può tacere il rischio che ci si allontani dagli obiettivi che Renzi aveva fissato attraverso il programma di riforme in campo economico e sociale”.

In conclusione Fedi ha affrontato il tema migratorio, di grande attualità anche per il pubblico australiano.
“Sulla questione immigrazione – ha sottolineato – ci si sarebbe aspettati un confronto serio, caratterizzato da un impegno costruttivo e di prospettiva, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione. Invece, la questione si è focalizzata soprattutto sugli sbarchi. Essa è usata strumentalmente per indebolire il governo, nonostante l’ottimo lavoro svolto: l’Italia ha continuato a salvare vite umane e nel contempo ha ridotto gli sbarchi dell’87%, anche grazie all’accordo con la Libia. Ma è soprattutto il Partito Democratico che sui temi dei flussi migratori e dei diritti fondamentali dei migranti regolari è sotto il tiro polemico delle opposizioni. Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Forza Italia, infatti, sono impegnati in una azione di disinformazione massiccia, sicché non c’è dubbio che la prossima campagna elettorale sarà segnata su questa questione epocale dalla propaganda, dalla demagogia e dal populismo diffusi

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