17 05 30 PD Parlamentari Estero

1 – FEDI (PD): I miei emendamenti alla “MANOVRINA FISCALE” per agevolare il rimpatrio dei giovani lavoratori italiani all’estero – Ho presentato due emendamenti alla “Manovrina fiscale” attualmente in discussione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati per consolidare e migliorare le leggi che intendono agevolare il ritorno in Italia dei nostri giovani lavoratori all’estero con alte qualificazioni e specializzazioni.

2 –  FEDI – LA MARCA (PD): personale a contratto usa: l’impegno comune deve essere quello di garantire la parità di trattamento ed il pieno rispetto delle norme internazionali e nazionali

3 – L’ON. MARCO FEDI pone all’attenzione di Gentiloni e Padovan la questione della doppia tassazione dei giovani emigrati per lavoro Roma. Molti italiani emigrati all’estero per lavoro, soprattutto giovani, sono esposti al rischio molto concreto di essere assoggettati alla tassazione concorrente (doppia) sul reddito da lavoro da loro prodotto nel caso in cui non si siano iscritti all’AIRE, ovvero sia alla tassazione nei paesi di attività che in Italia

4 –  FEDI E PORTA (PD): con “opzione donna” la pensione anticipata è fruibile anche dalle residenti all’estero – Non sappiamo quante siano le donne italiane residenti all’estero potenzialmente interessate al pensionamento anticipato stabilito dalla norma cosiddetta “Opzione donna”, ma fossero anche solo 100 riteniamo utile ed opportuno illustrare le ultime novità

5 – FEDI (PD) incontra una delegazione di richiedenti asilo in visita alla camera dei deputati. L’on. Fedi ha incontrato il 17 maggio una delegazione di migranti richiedenti asilo politico provenienti da diversi Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) della Toscana in visita alla Camera dei Deputati

6 –  DEPUTATI PD ESTERO: la nuova normativa sulla formazione italiana all’estero è legge. Accolte le proposte migliorative. Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 16 maggio, il decreto sulla scuola italiana all’estero, che il Governo ha emanato in esecuzione della delega ricevuta dalla legge sulla Buona Scuola, ha pienezza di legge. Il sistema della formazione italiana all’estero, dunque, ha il suo nuovo ordinamento.

7 – FEDI (PD): IMPORTANTI CHIARIMENTI SULLE PRESTAZIONI FAMILIARI DISCIPLINATE DAI REGOLAMENTI COMUNITARI – Solo l’assegno per il nucleo familiare (ANF) e gli Assegni familiari (quelli per alcune categorie di lavoratori autonomi) rientrano nel campo di applicazione dei Regolamenti comunitari di sicurezza sociale, e sono quindi – tra l’altro – esportabili, mentre le altre prestazioni familiari concesse dai Comuni sono escluse

8 – LA MARCA (PD): ultimo passaggio per la definitiva entrata in vigore del nuovo accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada. In occasione della visita in Italia del Primo Ministro canadese Trudeau, sarà definitivamente firmata l’intesa amministrativa per il nuovo accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada, un accordo che introduce importanti miglioramenti, pur risalendo al 1995, con ratifica dal Parlamento italiano nel 2015

9 –  LA MARCA (PD): IL GOVERNO RISPONDE ALLA MIA INTERROGAZIONE SUI CASI DI “SUICIDIO” DI NOSTRI CONNAZIONALI NELLA REPUBBLICA DOMINICANA  – “L’inquietante successione di casi di morte violenta di nostri connazionali, che si è avuta nel giro di qualche mese nella Repubblica dominicana, mi ha indotto a presentare al Ministro degli affari esteri un’interrogazione a risposta orale in Commissione, alla quale il Governo ha dato oggi risposta.

10 –  FEDI (PD): serata dedicata dal CO.AS.IT. Di Sydney Alla Repubblica Italiana e ai servizi agli anziani “

11 – Viaggio con la Saig di Ginevra nelle Marche: “Un gesto di solidarietà per i più piccoli”

“Due giorni nelle Marche, tra le province di Fermo e Ascoli Piceno, a visitare le aree terremotate. Un’esperienza umana e politica importante che mi ha permesso di conoscere alcuni piccoli comuni dell’Appennino centrale e amministratori valorosi impegnati a portare avanti in modo straordinario un’attività complessa e difficile

12 – FEDI (PD): eletti all’estero: e se cominciassimo a dire meno sciocchezze?

13 –  LA MARCA (PD): passi in avanti sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra ITALIA e CANADA.

14 – DEPUTATI PD ESTERO: GLI ATTACCHI AGLI ITALIANI ALL’ESTERO SONO ATTACCHI AL FUTURO DELL’ITALIA. Con la puntualità della frutta di stagione, arriva un nuovo attacco al voto degli italiani all’estero e agli eletti della circoscrizione Estero. In altre parole, ai diritti di cittadinanza di cinque milioni di persone. Quisquilie, direbbe Totò

1 – FEDI (PD): I MIEI EMENDAMENTI ALLA “MANOVRINA FISCALE” PER AGEVOLARE IL RIMPATRIO DEI GIOVANI LAVORATORI ITALIANI ALL’ESTERO – Ho presentato due emendamenti alla “Manovrina fiscale” attualmente in discussione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati per consolidare e migliorare le leggi che intendono agevolare il ritorno in Italia dei nostri giovani lavoratori all’estero con alte qualificazioni e specializzazioni.  ROMA 15 MAGGIO 2017 / Si ricorderà che eravamo già  riusciti con un emendamento al “Milleproroghe 2017” a prorogare al 30 aprile 2017 la facoltà per i lavoratori italiani rimpatriati di esercitare il diritto di opzione e quindi di ottenere la fruizione delle agevolazioni fiscali – per il quinquennio 2016/2020 –  stabilite del regime speciale previsto per i lavoratori cosiddetti impatriati dall’articolo 16 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147, in alternativa all’applicazione – per il biennio 2016/2017 – delle agevolazioni di cui alla legge 30 dicembre 2010, n. 238.

Un risultato molto positivo ottenuto grazie al nostro intervento legislativo, alla disponibilità di Governo, Parlamento e Istituzioni e alla collaborazione importante fornita dalla Associazione “Controesodo” che rappresenta i circa 10.000 lavoratori italiani rientrati negli ultimi anni dall’estero e quelli che intendono rientrare negli anni a venire (consigliamo a tutti i lavoratori che vogliono tornare in Italia e fruire delle agevolazioni fiscali di contattare i dirigenti molto qualificati di questa Associazione).

Il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147, concernente “Disposizioni recanti misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese” aveva introdotto all’articolo 16, comma 1, un particolare regime agevolativo in favore dei cosiddetti “lavoratori impatriati” in base al quale, a decorrere dall’anno di imposta 2016, verificandosi le condizioni richieste dalla medesima disposizione, il reddito prodotto in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato, concorre alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 70 per cento del suo ammontare per l’anno di imposta 2016 e, a seguito delle modifiche apportate all’articolo 16 dall’articolo 1, comma 150 lett. a) n. 2 della legge 11 dicembre 2016, n. 232, al 50 per cento del suo ammontare a partire dall’anno di imposta 2017.

Ora con la presentazione dei nostri due emendamenti alla “Manovrina fiscale” attualmente in discussione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati, ho proposto a Governo e Parlamento, insieme agli altri deputati del PD eletti all’estero, di continuare l’opera di incentivazione dei rientri perché la capacità di un Paese di competere nel mondo globalizzato non si misura esclusivamente nei mercati esteri o favorendo investimenti nel nostro territorio, ma – riteniamo con convinzione – anche attraendo dall’estero i lavoratori qualificati i quali erano emigrati in cerca di lavori qualificati e che ora possono vantare notevoli esperienze di lavoro o di studio e quindi garantire positive ricadute in termini socio-economici ed umani.

Un emendamento intende potenziare l’agevolazione fiscale a favore dei lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato  ai  sensi del  D.Lgs n. 147/2015 in modo tale che il reddito prodotto in Italia concorra alla formazione del  reddito  complessivo  limitatamente  al trenta per cento del suo  ammontare (invece che dell’attuale cinquanta per cento) nell’anno dell’avvenuto trasferimento e per i quattro anni successivi.

Si tratta di una disposizione che favorirebbe il rientro in Italia di molti lavoratori i quali rivestono una qualifica per la quale è richiesta alta qualificazione o specializzazione o che rivestano ruoli direttivi e che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato e si impegnano a rimanervi.

L’altro emendamento vuole evitare un effetto perverso e penalizzante dell’attuale normativa: infatti l’emendamento differendo di un anno, dal 2016 al 2017, il periodo di imposta in cui si inizierebbe  ad  applicare il passaggio al regime agevolativo alternativo ai lavoratori “impatriati” i quali hanno esercitato il diritto all’opzione – prorogato dalla norma che ha modificato il comma  4  dell’articolo  16  del  decreto  legislativo  14 settembre 2015, n. 147 – ,  ha l’obiettivo di evitare che tali soggetti  siano obbligati a pagare l’eventuale cospicuo conguaglio per l’anno 2016, anno che – se l’emendamento fosse approvato – rimarrebbe invece, dal punto di vista fiscale, disciplinato dalle legge 30 dicembre 2010, n. 238, più vantaggiosa.  Marco Fedi, deputato PD www.marcofedi.it

2 –  FEDI – LA MARCA (PD): personale a contratto usa: l’impegno comune deve essere quello di garantire la parità di trattamento ed il pieno rispetto delle norme internazionali e nazionali . Crediamo utile in questa fase ribadire la necessità che, oltre al pieno rispetto dell’accordo in materia fiscale in vigore tra Italia e Stati Uniti, che impone la tassazione in loco sull’intero stipendio corrisposto al personale a contratto, si arrivi in tempi brevi al pieno rispetto delle norme nazionali ed al versamento dei contributi previdenziali sull’imponibile. ROMA, 16 MAGGIO 2017. La fase è molto delicata e quindi vorremmo evitare di intervenire su questioni che oggi sono oggetto di un confronto sindacale ed anche legale. Crediamo utile ricordare a tutti che le migliori soluzioni sono sempre quelle che fanno riferimento alle norme esistenti, sia di natura internazionale che nazionale.

Auspichiamo in ogni caso una rapida conclusione di questa vicenda ed una definitiva riforma di questo settore che assicuri livelli retributivi dignitosi e versamenti contributivi in linea con gli stessi.

On. Marco Fedi , On. Francesca La Marca

3 – L’ON. MARCO FEDI PONE ALL’ATTENZIONE DI GENTILONI E PADOAN LA QUESTIONE DELLA DOPPIA TASSAZIONE DEI GIOVANI EMIGRATI PER LAVORO ROMA. Molti italiani emigrati all’estero per lavoro, soprattutto giovani, sono esposti al rischio molto concreto di essere assoggettati alla tassazione concorrente (doppia) sul reddito da lavoro da loro prodotto nel caso in cui non si siano iscritti all’AIRE, ovvero sia alla tassazione nei paesi di attività che in Italia. 18 MAGGIO 2017 . La doppia tassazione rischia di non essere mitigata dal meccanismo del credito di imposta se i soggetti interessati, che hanno mantenuto appunto la residenza in Italia, non fanno la dichiarazione dei redditi in Italia ogni anno – come previsto dal TUIR (art. 165) e  dal principio della “World Wide Taxation” (artt. 2 e 3). La questione è tutt’altro che marginale poiché coinvolge certamente decine, forse centinaia, di migliaia di persone emigrate negli anni passati e che continuano a farlo attualmente.

L’on. Fedi, che sulla questione ha già presentato una interrogazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha scritto ieri al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al Ministro Pier Carlo Padoan  nel tentativo di sensibilizzare il Governo su questo problema e sul combinato disposto penalizzante dell’intreccio tra diritto nazionale e quello internazionale (convenzionale) e di sollecitare una rapida e adeguata soluzione.

Il testo della lettera:

«Gentile Presidente Gentiloni, Gentile Ministro Padoan,

desidero segnalare un problema di viva attualità e di grande sensibilità per decine di migliaia di giovani italiani emigrati all’estero alla ricerca di un lavoro.

Molti di loro, per ignoranza della legge o per semplice negligenza, non si iscrivono all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) sebbene ne abbiano i requisiti e l’obbligo. In virtù della normativa fiscale nazionale attualmente in vigore, fondata sul principio della cosiddetta “world wide taxation” adottato dal nostro Paese, questi giovani che lavorano, producono reddito e pagano le tasse nei Paesi di soggiorno, pur continuando a mantenere la residenza anagrafica (e quindi fiscale) in Italia,  sono obbligati a dichiarare annualmente anche nel nostro Paese i redditi prodotti all’estero (artt. 2 e 3 del Tuir). Se non lo fanno o lo fanno in ritardo, vengono tassati sia alla fonte che in Italia e, inoltre, perdono il diritto al credito di imposta (art. 165 del Tuir). Quindi rischiano, se individuati dal Fisco italiano che in questi anni sta intensificando gli scambi di informazioni fiscali con molti Paesi, di essere tassati due volte sullo stesso reddito, di non poter usufruire del credito di imposta e di subire inoltre pesanti sanzioni, sebbene abbiano già assolto al dovere fiscale nel Paese ove vivono e lavorano.

A questa inquietante situazione non pongono rimedio le Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali che paradossalmente all’articolo 15 “Lavoro subordinato” (mutuato dal modello OCSE) prevedono il principio della tassazione concorrente che  presuppone l’assoggettamento ad imposta sia nel Paese in cui sono prodotti i redditi che in quello di residenza, salvo il riconoscimento delle imposte pagate all’estero con le modalità proprie dell’ordinamento giuridico nazionale. Tali modalità, tuttavia, in Italia puniscono severamente l’omissione o il ritardo nella presentazione della dichiarazione dei  redditi. Infatti, il già citato art. 165 del Tuir stabilisce che la detrazione o credito di imposta compensativo, prevista dallo stesso articolo e dalle convenzioni contro la doppia imposizione, non spetta in caso di omessa presentazione della dichiarazione o di omessa indicazione dei redditi prodotti all’estero nella dichiarazione presentata.

Si sta determinando quindi il fenomeno che migliaia di giovani cittadini italiani emigrati per ragioni di lavoro incorrano nel rischio di essere sottoposti a doppia tassazione, inasprita da probabili sanzioni, sebbene abbiano già pagato regolarmente le tasse nel Paese estero di lavoro. Questo perché, ribadisco, l’art. 165 del D.P.R. n. 917 del 1986, nella sua attuale formulazione, non consente all’Agenzia delle Entrate di riconoscere la detrazione delle imposte pagate all’estero quando non è stata presentata la dichiarazione dei redditi in Italia.

Credo sia giusto porsi il problema di come sanare una situazione di potenziale penalizzazione di decine di migliaia di giovani italiani che vivono e lavorano all’estero (ma, con la ripresa del fenomeno migratorio in uscita, potrebbero essere centinaia di migliaia!), sebbene abbiano mantenuto la residenza anagrafica in Italia.

In prospettiva, certamente gioverebbe un’efficace e diffusa campagna di informazione sull’obbligo e sui vantaggi fiscali dell’iscrizione all’AIRE. Nel frattempo e con evidente urgenza sarebbe forse utile modificare e mitigare l’attuale formulazione dell’art. 165, comma 8, del Tuir. Possibilmente in modo che i nostri giovani non siano tassati due volte sullo stesso reddito ma siano tenuti a pagare solo eventuali sanzioni per aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi in Italia. Suppongo che l’Agenzia delle Entrate, che è ben consapevole del problema, potrebbe fornire un utile contributo tecnico a tale proposito.

Da parte mia, in qualità di eletto nella ripartizione Estero e di interlocutore di molti giovani lavoratori italiani all’estero che ha avuto modo di conoscerne direttamente le istanze, sono ovviamente disponibile a promuovere nel merito un’iniziativa legislativa volta migliorare l’attuale quadro normativo. Tuttavia ritengo – ed è questa la ragione di questa mia comunicazione – che sia preferibile e più efficace che il Governo assuma direttamente un’iniziativa al riguardo. Mi permetto di allegare alla presente la mia recente interrogazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Con l’auspicio di un’adeguata attenzione al problema e con la speranza di gradito riscontro, invio i miei più cordiali saluti. On. Marco Fedi». www.marcofedi.it

4 –  FEDI E PORTA (PD): CON “OPZIONE DONNA” LA PENSIONE ANTICIPATA È FRUIBILE ANCHE DALLE RESIDENTI ALL’ESTERO – Non sappiamo quante siano le donne italiane residenti all’estero potenzialmente interessate al pensionamento anticipato stabilito dalla norma cosiddetta “Opzione donna”, ma fossero anche solo 100 riteniamo utile ed opportuno illustrare le ultime novità. ROMA, 19 MAGGIO 2017 – Innanzitutto giova ricordare che attualmente le donne possono ottenere la pensione di vecchiaia italiana se fanno valere almeno 20 anni di contribuzione (anche con il meccanismo della totalizzazione dei contributi accreditati in un Paese con il quale l’Italia ha stipulato un accordo di sicurezza sociale) e un’età anagrafica di 65 anni e 7 mesi le lavoratrici dipendenti del settore privato e 66 anni ed 1 mese le autonome; possono inoltre ottenere la pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età anagrafica ed anche con il meccanismo della totalizzazione.

Tuttavia le donne possono anticipare di molto il diritto a pensione quando soddisfano i requisiti stabiliti dalla cosiddetta norma “Opzione donna”.

Sebbene né l’Inps né i Ministeri competenti hanno informato adeguatamente le nostre connazionali, il sistema di pensionamento anticipato “Opzione donna” si deve applicare anche alle donne residenti all’estero che facciano valere contributi in Italia.

È bene subito sgombrare il campo da facili illusioni: questo pensionamento anticipato ha paletti molto rigidi e spesso non conviene, ma per alcune tipologie di emigrate può essere accessibile e conveniente.

L’Opzione donna permette un anticipo significativo dell’età pensionabile che abbiamo su descritto ed è offerto anche nel 2017 alle lavoratrici che hanno raggiunto 57 anni di età (58 le autonome) unitamente a 35 anni di contributi (che possono essere fatti valere con il meccanismo della totalizzazione con i contributi esteri) ENTRO IL 31 DICEMBRE 2015.

Le donne residenti all’estero che soddisfino tali requisiti potranno chiedere, come le donne in Italia, il pensionamento anticipato a condizione però di optare per la liquidazione della pensione con le regole di calcolo contributivo, maggiormente penalizzanti in termini di importo ma con la tutela per le residenti all’estero dell’importo minimale introdotto dalle legge n. 335/95 che prevede un minimo di circa 13 euro mensili per ogni anno di contribuzione fatto valere in Italia. Consigliamo tuttavia alle nostre emigrate che possono essere interessate all’Opzione Donna di rivolgersi al patronato di riferimento visto che verifica diritto e procedure della domanda sono complicate dal fatto che ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico in questione, restano fermi la disciplina relativa agli incrementi della speranza di vita, nonché il regime delle decorrenze (c.d. finestre mobili) e il sistema di calcolo contributivo per la misura del trattamento medesimo (anche se vale infine la pena sottolineare che l’applicazione del sistema contributivo è limitata alle sole regole di calcolo; pertanto a tali pensioni si applicano le disposizioni sul trattamento minimo e non è richiesto il requisito dell’importo minimo previsto per coloro che accedono al trattamento pensionistico in base alla disciplina del sistema contributivo). I deputati PD Estero, Marco Fedi e Fabio Porta

5 – FEDI (PD) INCONTRA UNA DELEGAZIONE DI RICHIEDENTI ASILO IN VISITA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI. L’on. Fedi ha incontrato il 17 maggio una delegazione di migranti richiedenti asilo politico provenienti da diversi Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) della Toscana in visita alla Camera dei Deputati.

L’occasione di visitare Palazzo Montecitorio ha rappresentato la conclusione di un positivo percorso di integrazione intrapreso nei CAS, contrassegnato anche dall’impegno che i migranti hanno concretamente dimostrato verso la comunità del territorio ospitante. Roma, 18 maggio 2017 – La delegazione era composta da giovani richiedenti asilo e dagli accompagnatori della Cooperativa Sociale Servizi Toscani che ne ha curato il processo di accoglienza e di integrazione nei diversi centri che gestisce sul territorio regionale.

La delegazione ha avuto modo di avere con Fedi un breve scambio di vedute sulle problematiche dell’accoglienza e delle politiche di integrazione, auspicando occasioni future di approfondimento e condivisione delle esperienze maturate su questi temi in Australia ed in altri Paesi meta di migrazioni.

6 –  DEPUTATI PD ESTERO: LA NUOVA NORMATIVA SULLA FORMAZIONE ITALIANA ALL’ESTERO È LEGGE. ACCOLTE LE PROPOSTE MIGLIORATIVE . Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 16 maggio, il decreto sulla scuola italiana all’estero, che il Governo ha emanato in esecuzione della delega ricevuta dalla legge sulla Buona Scuola, ha pienezza di legge. Il sistema della formazione italiana all’estero, dunque, ha il suo nuovo ordinamento. ROMA, 22 MAGGIO 2017 . Il Governo ha recepito in larga misura le richieste di modifica avanzate nel corso di un’ampia consultazione, in particolare quelle di noi eletti all’estero, del CGIE e dei sindacati, e ha ricalibrato il testo sulla base degli articolati pareri delle commissioni parlamentari di Camera e Senato. È il frutto certamente dell’apertura che gli ultimi governi hanno dimostrato verso il nostro mondo, ma anche il risultato del grande lavoro fatto a livello parlamentare per fare una sintesi delle diverse posizioni e migliorare sensibilmente la qualità del provvedimento. Di questo ringraziamo in particolare le colleghe Garavini e Blazina, relatrici nelle rispettive commissioni, e soprattutto sottolineiamo la proficuità di un metodo positivamente sperimentato, quello di fare squadra tra tutti i livelli di rappresentanza degli italiani all’estero. Un’impostazione da ricercare anche in futuro.

Alla luce di questi interventi, la nuova normativa proietta la formazione italiana nel mondo in un quadro pluralistico e interculturale, riconosce la forte articolazione delle situazioni geopolitiche e culturali nelle quali la proposta formativa ricade, valorizza la funzione degli enti gestori dei corsi di lingua e cultura e ne precisa il profilo giuridico e didattico, si fa carico dell’esigenza di un maggiore coordinamento degli interventi istituendo un tavolo di concertazione tra MAECI e MIUR, assume il metodo della programmazione pluriennale e rilancia la metodologia dei Piani Paese, elimina il parere preventivo delle autorità diplomatiche e consolari sulla programmazione scolastica, estendendo la sfera di autonomia delle scuole, conserva il sistema di selezione del personale di ruolo da includere nel contingente, amplia lo stesso contingente di 50 unità a partire dal 2018 dopo quattro anni di drastiche riduzioni, riconsegna alla contrattazione tra amministrazione e sindacati le materie inerenti al rapporto di lavoro.

Non è una riforma organica, come lo stesso parere della Camera riconosce (una riforma che per quello che ci riguarda continuiamo a perseguire), ma un serio passo avanti sulla strada delle razionalizzazione e dell’attualizzazione del sistema. Un provvedimento che include anche alcuni elementi di riforma che abbiamo più volte richiamato.

A questa riorganizzazione del sistema formativo si accompagnano la conferma che per i corsi di lingua e cultura anche per il 2017 la dotazione del capitolo 3153 sarà riportata ai 12 milioni dell’anno precedente e l’impegno, assunto dal Sottosegretario Amendola a nome del Governo, che non si scenderà al di sotto di tale livello fino al 2020, attingendo al Fondo quadriennale per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero.

Un duplice passaggio positivo, dunque. Per quanto ci riguarda, siamo comunque già impegnati a fare in modo che i tempi di erogazione delle risorse tengano conto delle necessità concrete degli enti e che la riorganizzazione strutturale di queste funzioni all’interno del MAECI conosca finalmente il suo compimento dopo mesi di attesa in modo che il ritardo non metta in discussione l’efficienza e la credibilità del sistema. I Deputati del PD eletti all’estero : Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

7 – FEDI (PD): IMPORTANTI CHIARIMENTI SULLE PRESTAZIONI FAMILIARI DISCIPLINATE DAI REGOLAMENTI COMUNITARI – Solo l’assegno per il nucleo familiare (ANF) e gli Assegni familiari (quelli per alcune categorie di lavoratori autonomi) rientrano nel campo di applicazione dei Regolamenti comunitari di sicurezza sociale, e sono quindi – tra l’altro – esportabili, mentre le altre prestazioni familiari concesse dai Comuni sono escluse. ROMA, 23 APRILE 2017 – L’importante chiarimento è venuto dall’Inps in suo recente Messaggio in risposta a quesiti giunti da numerose sedi dell’Istituto che avevano avuto dubbi su come applicare la normativa comunitaria che coordina le leggi dei vari sistemi previdenziali nazionali.

Come è noto l’assegno al nucleo familiare (ANF) rappresenta un mezzo di sostegno per le famiglie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati da lavoro dipendente i cui nuclei familiari siano composti da più persone e che percepiscano redditi inferiori a quelli determinati ogni anno dalla legge mentre gli assegni familiari sono una prestazione economica a sostegno delle famiglie di alcune categorie di lavoratori (coltivatori diretti, coloni e mezzadri, piccoli coltivatori diretti, titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi) con un reddito complessivo per il nucleo familiare inferiore ai limiti stabiliti annualmente dalla legge.

 

A entrambe queste prestazioni quindi sono integralmente applicabili le disposizioni del Titolo III Capitolo 8 del Regolamento di base europeo n. 883 perché di natura tipicamente previdenziale, ossia legate alla contribuzione del lavoratore.

Esplicitamente escluse dai Regolamenti comunitari di sicurezza sociale invece le prestazioni considerate assistenziali come ad esempio l’Assegno al nucleo familiare dei Comuni introdotto dall’art. 65 legge n. 448/1998 e s.m.i. (si tratta di un assegno, concesso in via esclusiva dai comuni e pagato dall’INPS, rivolto alle famiglie che hanno almeno tre figli minori e che dispongono di patrimoni e redditi limitati), l’Assegno a sostegno della natalità  introdotto dall’art. 1 commi 125 – 129 l. n. 190/2014 (si tratta di un assegno annuale destinato alle famiglie con un figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 e con un ISEE non superiore a 25mila euro), e l’Assegno di maternità concesso dai Comuni introdotto dall’art. 74 d. lgs. N. 151/2001.

L’Inps aveva ritenuto opportuno e necessario formulare un’apposita richiesta di parere al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per verificare se le succitate prestazioni assistenziali potessero essere incluse o meno nell’ambito del coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale previsto dal Regolamento CE n. 883/2004 di base e dal Regolamento CE n. 987/2009 di applicazione. Il Ministero, nell’esprimere il proprio parere, ha condiviso l’orientamento dell’Istituto, secondo il quale, così come disposto con la circolare n. 86/2010, le prestazioni familiari previste dalla legislazione italiana – a cui sono integralmente applicabili le disposizioni del Titolo III Capitolo 8 del Regolamento di base – sono quelle di natura tipicamente previdenziale, ossia legate alla contribuzione del lavoratore e precisamente:

  1. l’assegno per il nucleo familiare ai lavoratori dipendenti, pensionati, titolari di prestazioni previdenziali derivanti da lavoro dipendente, lavoratori parasubordinati, agricoli e domestici;
  2. gli assegni familiari e le quote di maggiorazione.

Pertanto in conformità a quanto precisato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, devono ritenersi escluse dall’ambito di applicazione dei Regolamenti CE di sicurezza sociale le succitate prestazioni di carattere assistenziale e cioè l’Assegno per il nucleo familiare con almeno tre figli minori concesso dal Comune, l’Assegno di maternità concesso dai Comuni e l’Assegno a sostegno della natalità. Vale la pena sottolineare infine – per capire l’importanza dell’esclusione dai Regolamenti delle prestazioni assistenziali succitate – che le disposizioni dei Regolamenti comunitari in materia di prestazioni familiari sono basate essenzialmente, come le disposizioni relative agli altri settori della sicurezza sociale, sui principi generali enunciati nel Regolamento di base: parità di trattamento, esportabilità delle prestazioni, assimilazione delle prestazioni, dei fatti e dei redditi, divieto di cumulo di prestazioni a carico di due o più Stati membri per gli stessi soggetti e per lo stesso periodo, totalizzazione dei periodi assicurativi nei casi in cui la legislazione di uno Stato membro subordini il diritto alla prestazione a determinati requisiti di assicurazioni.

8 – LA MARCA (PD): ULTIMO PASSAGGIO PER LA DEFINITIVA ENTRATA IN VIGORE DEL NUOVO ACCORDO DI SICUREZZA SOCIALE TRA ITALIA E CANADA. In occasione della visita in Italia del Primo Ministro canadese Trudeau, sarà definitivamente firmata  l’intesa amministrativa per il nuovo accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada, un accordo che introduce importanti miglioramenti, pur risalendo al 1995, con ratifica dal Parlamento italiano nel 2015. ROMA, 25 MAGGIO 2017. Nonostante arrivi con molto ritardo alla sua definitiva approvazione ed in presenza di alcuni aspetti, non certo marginali, che richiederebbero un ulteriore intervento, sono particolarmente felice che con questo atto amministrativo si consenta la definitiva entrata in vigore dell’accordo. Il nuovo accordo introduce la totalizzazione multipla e le deroghe territoriali per i lavoratori distaccati, migliora il coordinamento per le pensioni di invalidità e le procedure di collaborazione amministrativa oltre alla garanzia del trattamento minimo per i rientrati in Italia.

Valuto positivamente la definitiva entrata in vigore del nuovo accordo che consentirà l’attuazione pratica dei miglioramenti introdotti, mentre ritengo indispensabile continuare a lavorare ad una revisione complessiva delle politiche internazionali in campo socio-previdenziale e fiscale oltre che ad una riforma degli strumenti attuativi, cioè gli accordi internazionali di reciprocità.

9 –  LA MARCA (PD): IL GOVERNO RISPONDE ALLA MIA INTERROGAZIONE SUI CASI DI “SUICIDIO” DI NOSTRI CONNAZIONALI NELLA REPUBBLICA DOMINICANA  – “L’inquietante successione di casi di morte violenta di nostri connazionali, che si è avuta nel giro di qualche mese nella Repubblica dominicana, mi ha indotto a presentare al Ministro degli affari esteri un’interrogazione a risposta orale in Commissione, alla quale il Governo ha dato oggi risposta. ROMA, 26 MAGGIO 2017 /Come si ricorderà, i casi richiamati nell’interrogazione riguardavano un giovane ritrovato il 27 aprile privo di vita vicino alla piscina di un residence di Bavaro (Punta Cana) e quello di un pensionato, in procinto di rientrare in Italia, trovato a sua volta impiccato nella sua abitazione a qualche settimana dal primo. Anche se per ragioni di tempo non avevo potuto farne menzione, il 13 maggio lo stesso infausto destino è toccato ad un terzo connazionale, trovato a sua volta impiccato a Juan Dolio. La polizia del posto, dopo sommari accertamenti, ha classificato ognuno di questi casi come ipotesi di suicidio, destando riserve sia tra i nostri connazionali che in alcuni organi di informazione. Insomma, una vera epidemia di “suicidi”, sviluppasi nell’ambito della comunità italiana della Repubblica dominicana.

Nella mia interrogazione ho posto al Ministro degli esteri sostanzialmente due questioni: l’approfondimento e la trasparenza delle indagini, andando oltre le prime e frettolose ipotesi di “suicidio”, univocamente avanzate dalla polizia, al fine di esaudire il legittimo desiderio di verità da parte delle famiglie e tranquillizzare la nostra locale comunità; un dialogo più diretto e stringente con le autorità dominicane per rendere più concrete le misure di prevenzione e di tutela dei nostri connazionali. La circostanziata risposta del Governo ha consentito di acquisire il dato, tutto sommato positivo, che anche per l’insistenza dei nostri rappresentanti diplomatici le indagini sono state riaperte dalle autorità giudiziarie in uno spettro di ipotesi più ampio di quello iniziale, non legato al solo “suicidio”, ma aperto a diverse possibili cause. Il dialogo tra i legali scelti in loco dalle famiglie e le nostre rappresentanze può certamente aiutare ad approfondire le cose.

Sul secondo aspetto, quello di sviluppare un dialogo più concreto sulle misure di sicurezza, il Governo è stato meno preciso, facendo un rinvio all’ordinaria attività dell’Unità di crisi e al costante aggiornamento delle notizie pubblicate sul portale della Farnesina a beneficio dei nostri concittadini che si trovino nella Repubblica dominicana o viaggino verso di essa. Credo, sinceramente, che si possa e si debba fare qualcosa di più in loco, eventualmente con periodici incontri tra le autorità dei due Paesi. Una cosa è certa: nessuno crede ad un’improvvisa “epidemia di suicidi” degli italiani, sicché l’impegno per realistiche misure di prevenzione e controllo rappresenta un passaggio obbligato. Confido che le autorità di entrambi i Paesi faranno in questo senso tutto il possibile”.

10 –  FEDI (PD): SERATA DEDICATA DAL CO.AS.IT. DI SYDNEY ALLA REPUBBLICA ITALIANA E AI SERVIZI AGLI ANZIANI “Il nostro impegno è non lasciarvi soli  “ con queste parole ho aperto il mio intervento di saluto ai numerosi partecipanti alla serata di gala organizzata dal Co.As.It. di Sydney sabato 27 maggio.” Una serata per celebrare l’anniversario della Repubblica italiana, i servizi agli anziani e l’attività del Co.As.It. in quasi cinquant’anni di presenza a Sydney. 29 MAGGIO 2017

La terza età, i pensionati e le persone anziane rappresentano una realtà importante della società australiana. La loro presenza organizzata, sia nelle associazioni che nei circoli, così come nei servizi, rappresenta una ricchezza per le comunità italiane nel mondo e un’esperienza da seguire e sulla quale modellare le risposte ai bisogni degli anziani.

Noi oggi possiamo contare su una rete diffusa di attività sociali e ricreative, sui servizi per le persone più fragili e bisognose di cure, ma sappiamo che possiamo contare anche su voci autorevoli e forti, attraverso strutture di servizio e di coordinamento come il Co.As.It. di Sydney.

In questi anni di lavoro in Australia ho avuto occasione di incontrare molti circoli, molti anziani e strutture di servizio ed innumerevoli gruppi di volontari ed ho spesso affrontato con il loro il tema della gestione dei servizi destinati ai più anziani: dagli alloggi, alle cure della persona, dall’assistenza domiciliare diretta all’aiuto alle famiglie, dalla prevenzione alle cure palliative. Ecco, in questo mondo di grande solidarietà ed impegno, di volontariato e di assistenza ai più deboli, il Co.As.It. è stato sempre un faro di speranza, una guida sicura, un’organizzazione amica della gente e rispettosa delle persone e delle famiglie, oltre che efficiente ed efficace nell’erogazione dei servizi.

Dobbiamo tutti sentire forte l’impegno a sostenere il Co.As.It. nella sua importante azione: sia a livello politico, ricordando ai governi che le associazioni comunitarie pongono le persone prima del profitto, sia a livello comunitario, ricordando che le strutture di servizio ci appartengono e sono parte della nostra storia, sia a livello finanziario, sostenendole in tutti i modi, anche in questa splendida serata dedicata alla terza età, alla Repubblica italiana e alla storia della nostra emigrazione.

Congratulazioni al Co.As.It., al Presidente Fazzini, al personale, al Comitato e a tutti i volontari per i servizi e le iniziative che offrite, per lo straordinario impegno civile e sociale e per la vostra storia, che è anche la nostra storia, di cui siamo ogni giorno orgogliosi”. On. Marco Fedi

11 –  VIAGGIO CON LA SAIG DI GINEVRA NELLE MARCHE: “UN GESTO DI SOLIDARIETÀ PER I PIÙ PICCOLI” “Due giorni nelle Marche, tra le province di Fermo e Ascoli Piceno, a visitare le aree terremotate. Un’esperienza umana e politica importante che mi ha permesso di conoscere alcuni piccoli comuni dell’Appennino centrale e amministratori valorosi impegnati a portare avanti in modo straordinario un’attività complessa e difficile.

Ho compiuto questo viaggio insieme al coordinatore, al tesoriere e alla consulente legale della Saig di Ginevra, Carmelo Vaccaro, Gino Piroddi e Alessandra Testaguzza, al presidente dell’Associazione calabrese Francesco Decicco e al presidente dell’Associazione Pugliese Antonio Scarlino. Giunti ad inaugurare le attrezzature in una scuola e due parchi giochi donati dalla Saig di Ginevra, grazie all’impegno di molte associazioni italiane e al prezioso contributo di tanti connazionali. Ad accoglierci i sindaci di Smerillo e Montefalcone, Antonio Vallesi e Adamo Rossi.  Entrambi, in rappresentanza delle loro comunità, hanno ringraziato l’emigrazione italiana che in un momento così drammatico ha voluto manifestare solidarietà e vicinanza. Mi aveva colpito il messaggio del sindaco di Smerillo, che all’indomani del sisma scrisse su internet “Io sto con i più piccoli”. Quel messaggio attirò la sensibilità della Saig. Ecco perché è stato scelto Smerillo e perché le donazioni sono state per i bambini. “Si riparte con i più piccoli, che sono il futuro del nostro Paese” le parole significative del sindaco Antonio Vallesi. A differenza di altri comuni più noti, come Amatrice e Arquata del Tronto, alle cui vittime ho rivolto, in loco, il mio commosso pensiero, che hanno subito gravi perdite umane e ingenti danni materiali, Smerillo e Montefalcone sono rimasti in piedi. “Feriti, ma in piedi” come abbiamo verificato. Oltre il 30 per cento degli abitanti ha dovuto lasciare la propria abitazione. Solo a Smerillo si spendono 18 mila euro al mese per sostenere le autonome sistemazioni degli sfollati. Sono piccoli comuni di 400 abitanti, che custodiscono nel loro decoro urbano un tessuto sociale, economico e culturale di grande valore. Sono paesi avvolti da mistero e fascino. Il 10 per cento della popolazione, anglosassone, vi risiede tutto l’anno. Cittadini che hanno mollato tutto nei loro paesi, lasciato la loro vita precedente per vivere nuove emozioni. Ho avuto il piacere di conoscerne alcuni. Gente ammirevole in cerca di luoghi che hanno un’anima. E negli Appennini ve ne sono tanti di questi paesi: nelle Marche, in Abruzzo, in Umbria. Tutte aree interessate ripetutamente dal sisma. Per far fronte al dramma che ha colpito intere regioni, il governo, attraverso il Commissario Straordinario per la Ricostruzione Vasco Errani e le Regioni, hanno predisposto specifiche misure per la rinascita dei territori colpiti. Il contributo è pari al 100% delle spese per la prima e la seconda casa dentro il cratere e fuori dal cratere il 100 per cento per la prima casa e il 50 percento per la seconda.

Ma la ricostruzione non è ancora avviata. Occorre fare presto, affinché insieme alla ricostruzione delle abitazioni possa ricominciare anche l’attività economica, unica opportunità per ridare un futuro alla popolazione dei villaggi colpiti. E’ compito delle istituzioni, del Parlamento italiano, dell’opinione pubblica, fare in modo che la storia di queste terre, che è ricchezza e cultura della nostra patria, continui a vivere e si rinnovi nel futuro.

Sono grato alle associazioni di Ginevra, alla Saig, a Carmelo, Gino, Alessandra, Francesco e Antonio, per avermi dato l’opportunità di essere stato con loro e aver conosciuto gente straordinaria che ama la propria terra. Ritorno in Parlamento e in Europa con una testimonianza importante che darà più forza alla voce delle popolazioni vittime del catastrofico sisma”. On. Gianni Farina – Roma 29 maggio 2017

12 – FEDI (PD): ELETTI ALL’ESTERO: E SE COMINCIASSIMO A DIRE MENO SCIOCCHEZZE? Il giornale «Libero», ancora una volta, entra a gamba tesa sugli eletti all’estero, riservando parecchio spazio a un paio di articolesse del giornalista Paragone, corredate da schede e tabelle. Un’operazione, insomma, in grande stile. Peccato che tutto sia costruito su alcune monumentali sciocchezze che dimostrano, ad un tempo, prevenzione e ignoranza delle questioni affrontate. 30 MAGGIO 2017 – Paragone, infatti, dimenticando che la Circoscrizione estero è prevista dalla Costituzione, arriva subito ad una conclusione facile facile: basterebbe un piccolo intervento nella legge elettorale in discussione in Parlamento per “liberarsi” degli eletti all’estero. Paragone evidentemente ignora o fa finta di dimenticarsi che i 12 deputati e 6 senatori sono anch’essi inclusi nella Costituzione e che la legge elettorale si limita a stabilire come ripartirli in base agli iscritti AIRE nelle quattro ripartizioni e a definire le modalità di esercizio del voto.

A meno che «Libero» non pensi che sia meglio candidare nelle quattro ripartizioni i vari “trombati” o i “cerca poltrona” che non ne trovano una libera in Italia. Altro che eliminare poltrone! Con la sua proposta avremmo come candidati all’estero i peggiori d’Italia. Paragone dimentica anche che, ove si riuscisse non con legge ordinaria ma con procedura di rango costituzionale a eliminare la Circoscrizione estero dalla Costituzione, rimarrebbe il problema di garantire l’esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani residenti all’estero. Inclusi i temporaneamente all’estero che, grazie all’Italicum, hanno votato in occasione del referendum, ma che ora andrebbero recuperati nella nuova legge elettorale in discussione. Nella discussione che ha portato il Paese al referendum costituzionale, vera occasione mancata per dare all’Italia una svolta epocale, dov’era Paragone e dove si trovavano gli altri giornalisti che oggi raccontano di noi senza averci, davvero, mai sentito? Quella proposta confermava la nostra presenza in Parlamento. E gli italiani all’estero l’hanno sostenuta convintamente. Come attività parlamentare, considerata sia sotto il profilo delle presenze in aula che sotto quello della qualità del lavoro, gli eletti all’estero sono attestati ben oltre la media dei 630 deputati e 315 senatori. Non siamo utilizzati da Palazzo Chigi come consulenti di politica estera? Non siamo consulenti, ma rappresentanti del popolo, senza vincoli di mandato. Inclusi i cittadini italiani che sono nel mondo. Lo dice la Costituzione. Qualche lezione d’inglese, però, potremmo darla a molti, politici e giornalisti.

E qualche lezione sui presupposti di diritto riguardanti gli italiani all’estero e, soprattutto, di stile potremmo darla a chi scrive senza conoscere o senza aver capito o aver voglia di capire.

Non è mia intenzione limitare il dibattito: facciamolo almeno in una giusta prospettiva, quella di migliorare una legge elettorale che, in ogni caso, deve rispettare la Costituzione. E chi voglia dire qualcosa sulla qualità ROMA, 29 MAGGIO 2017degli eletti all’estero, lo faccia liberamente, ma almeno, per rispetto di chi legge, con una ricerca che superi il giornalismo spazzatura e che comunque tenga conto della qualità della rappresentanza nel suo complesso.

Una riflessione più approfondita, invece, merita la proposta di modifica delle regole di esercizio del voto ed in particolare il voto nei seggi. Diciamocela tutta, se la formulazione dialettica rimane “voto nei consolati”, presupponendo che l’unico seggio possibile sia in una sede consolare, limitando quindi notevolmente il numero dei seggi, rimarremmo perplessi. Si tratterebbe infatti di una severa limitazione alla partecipazione. Se si pensasse ad un numero ragionevole di seggi, tale da assicurare una copertura dignitosa dei territori, potremmo discuterne. Consapevoli che anche in questo caso avremmo problemi logistici ed organizzativi ed anche costi rilevanti.

Attenzione però: il voto nei seggi elimina alcuni rischi ma ne crea uno decisamente superiore, aumentando la possibilità di controllo del voto da parte di chi ha il controllo del territorio. Con un forte ridimensionamento del voto d’opinione. On. Marco Fedi www.marcofedi.it

13 –  LA MARCA (PD): PASSI IN AVANTI SUL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI DI GUIDA TRA ITALIA E CANADA.  Il reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra Italia e Canada è uno dei temi che mi hanno vista maggiormente impegnata in questi anni di legislatura. Si tratta di una questione molto sentita dai cittadini italiani residenti in Canada, ma anche, come testimoniano le numerose richieste di informazioni che ricevo, dai molti canadesi che si trovano nel nostro Paese per motivi di lavoro e di studio. Grazie alla firma dell’Accordo Quadro bilaterale tra Italia e Canada, avvenuta il 22 marzo scorso, è ora possibile negoziare intese tecniche tra il Ministero dei Trasporti e le competenti autorità delle Province e dei Territori del Canada, allo scopo di definire le modalità operative del riconoscimento reciproco. A questo proposito, dalle informazioni ricevute dalle competenti autorità italiane e canadesi da me contattate, risulta che il testo dell’intesa con il Québec è finalmente in una fase avanzata di definizione, grazie allo sforzo profuso anche dal Ministero dei Trasporti italiano nell’individuazione e superamento di alcune criticità dovute al disallineamento tra le categorie di patenti italiane e quebbechesi.

Il testo – una volta definito  – potrà essere naturalmente utilizzato quale modello per le altre intese, nell’auspicio di facilitarne le complesse fasi negoziali.

Dal sottosegretario Della Vedova, delegato per i rapporti con il Canada, ho ricevuto la conferma circa l’impegno della Farnesina a seguire le varie fasi negoziali delle intese tecniche, così come avvenuto per l’Accordo quadro, e a garantire il sostegno al competente Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Continuerò ad impegnarmi affinché i contatti preliminari con le autorità delle diverse Province canadesi, tra cui l’Ontario, di evidente interesse per il numero di connazionali che vi risiedono, possano dare presto risultati positivi e, in tempi ragionevolmente brevi, si possa finalmente arrivare al reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra Italia e Canada come già avvenuto per altri Paesi.

14 – DEPUTATI PD ESTERO: GLI ATTACCHI AGLI ITALIANI ALL’ESTERO SONO ATTACCHI AL FUTURO DELL’ITALIA. Con la puntualità della frutta di stagione, arriva un nuovo attacco al voto degli italiani all’estero e agli eletti della circoscrizione Estero. In altre parole, ai diritti di cittadinanza di cinque milioni di persone. Quisquilie, direbbe Totò. ROMA, 30 MAGGIO 2017 – Se ne fa protagonista il giornale «Libero» che riserva all’argomento la copertina e due intere pagine, che ospitano articoli di G. Paragone e T. Montesano, elegantemente intitolati “Poco onorevoli. Togliamoci il peso degli eletti all’estero” e “Costano e nessuno li fila: chi sono gli inutili diciotto”  L’occasione è quella della definizione della nuova legge elettorale. Paragone non ci va per il sottile: “Qualsiasi legge elettorale avanzerà in Aula, si tolga il voto degli italiani all’estero. È stata una colossale fesseria”. Per concludere: “Le esigenze degli italiani all’estero sono secondarie rispetto ai problemi del Paese”. Cambiano le parole, ma la musica è sempre quella: il solito refrain di un giornalismo culturalmente e politicamente connotato che non perde occasione per respingere un mondo che non conosce e di cui non si fida. Nessuna sostanziale novità, dunque, se non l’abissale, spaventosa ignoranza dei termini reali della questione. I cittadini italiani all’estero sono cittadini come tutti gli altri e nessuno gli può togliere il diritto di voto, che è il primo dei diritti di cittadinanza. La circoscrizione Estero, inoltre, è stata messa in Costituzione per “dare effettività” a questo inalienabile diritto e nessuna legge elettorale (ordinaria) la può toccare. In Costituzione è indicato anche il numero dei parlamentari (12 alla Camera e 6 al Senato) per cui la stessa abolizione della legge sul voto degli italiani all’estero non cancellerebbe la rappresentanza, semmai ne potrebbe modificare le sole modalità di elezione. Oltre alle quisquilie, anche le pinzillacchere, direbbe sempre Totò. Anzi, le cantonate.

Quanto alla presenza e alla incidenza degli eletti della circoscrizione Estero, i dati ai quali il giornale fa riferimento dimostrano precisamente il contrario. I parlamentari eletti all’estero, gli unici – si ricordi – scelti direttamente dagli elettori con il voto di preferenza, nonostante l’ampiezza e la distanza dei loro collegi elettorali, sono stati più presenti e attivi della maggior parte degli eletti in Italia. La cosa che più colpisce, tuttavia, non sono le castronerie giuridiche e lo stravolgimento dei più elementari principi di democrazia, ma l’affermazione del valore residuale degli italiani all’estero rispetto ai problemi del Paese. Se l’economia italiana è restata a galla in questi anni di crisi lo si deve soprattutto alla proiezione del made in Italy nel mercato globale e la rete di sostegno assicurata dai cittadini all’estero e dagli italodiscendenti è stata determinante per questa capillare presenza. Oltre al contributo di immagine e di relazioni che il nostro retroterra emigratorio, vecchio e nuovo, assicura costantemente al Paese. In gioco, dunque, non è il ruolo degli italiani all’estero ma la visione che si ha del presente e del futuro dell’Italia nel mondo. E da questo punto di vista, le posizioni delle forze politiche e culturali che si riconoscono in «Libero» sono semplicemente desolanti. E preoccupanti non per noi, ma per il futuro del Paese. Veramente preoccupanti. Un altro giornale, per la verità più autorevole, parlando delle trattative sulla legge elettorale, ha accennato ad una possibilità di accordo tra Forza Italia e il PD sulla sostituzione del voto per corrispondenza con quello nei seggi. La soluzione proposta appunto da Forza Italia nel suo disegno di legge elettorale. Abbiamo più volte detto che il voto nei seggi sarebbe una soluzione peggiore del male, un primo passo per il superamento del voto in loco. Nel merito, dunque, nulla da aggiungere, se non che non esiste alcun accordo al riguardo semplicemente perché il PD non è disponibile ad una tale soluzione. Un motivo in più perché gli italiani all’estero, nel momento in cui si dovranno pronunciare con il voto, assieme agli altri cittadini, sulle prospettive del Paese, possano riconoscere quali sono le forze di cui ci può realmente fidare per mettere in sicurezza il futuro dell’Italia nel mondo. I Deputati del PD all’estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

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