12126 16 08 31 PD Parlamentari esteo e non solo

20160831 09:28:00 guglielmoz

1 – FEDI (PD): Riforma della rappresentanza e riforme per gli italiani all’estero – “Proficuo incontro di lavoro con il Presidente del Comites del Victoria e della Tasmania, Francesco Pascalis, per affrontare alcune delle questioni relative alla comunità italiana d’Australia. Nei prossimi giorni incontri analoghi si terranno in altre circoscrizioni consolari. 6 08 26 PD Parlamentari estero.
2 – DEPUTATI PD ESTERO: PARTECIPAZIONE PER LE VITTIME DEL TERREMOTO E IMPEGNO DI SOLIDARIETÀ DEGLI ITALIANI NEL MONDO – Le notizie che si susseguono sulle pesanti conseguenze prodotte dal terremoto di questa notte nelle province di Rieti, Macerata, Ascoli e Perugia in termini di perdite di vite umane e di distruzioni ci mettono ancora una volta di fronte ad una realtà inaspettata è drammatica. Roma,
3 – ITALIA CHIAMA ITALIA INTERVISTA L’ON. MARCO FEDI: “SIAMO CON CHI VUOLE CAMBIARE L’ITALIA” In questi giorni stai girando l’Australia. Dove sei stato e dove andrai? Prossime tappe?
4 – LA MARCA (PD): SINCERO E PROFONDO CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI MIMMO AZZIA – "Apprendo con sincera e profonda costernazione la scomparsa di Mimmo Azzia
5 – ON. MARCO FEDI: IMPEGNO COMUNE DEGLI ITALIANI D’AUSTRALIA Con il patrocinio dell’Ambasciatore d’Italia, Pier Francesco Zazo, nei prossimi giorni verrà definita la composizione del comitato nazionale che coordinerà la raccolta fondi per le aree del centro Italia colpite dal terremoto
6 – FEDI E GIACOBBE (PD): PARTE IN AUSTRALIA LA CAMPAGNA DI SOLIDARIETÀ CON LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO
7 – FEDI (PD): DELEGAZIONE INPS IN VISITA IN AUSTRALIA
8 – FEDI E PORTA (PD) – PENSIONI, FISCO, INPS: LA RIFORMA DEL GOVERNO E IL NOSTRO IMPEGNO PER I CONNAZIONALI
9 – FESTA DELL’UNITÀ, AL DIBATTITO CON MASSIMO D’ALEMA VINCE IL NO. "RENZI È ORMAI UN POLITICO COME TUTTI GLI ALTRI"

1 – FEDI (PD): Riforma della rappresentanza e riforme per gli italiani all’estero – “Proficuo incontro di lavoro con il Presidente del Comites del Victoria e della Tasmania, Francesco Pascalis, per affrontare alcune delle questioni relative alla comunità italiana d’Australia. Nei prossimi giorni incontri analoghi si terranno in altre circoscrizioni consolari. 18 agosto 2016
Al centro della discussione la riforma della rappresentanza, Comites e Cgie.
Alla ripresa dei lavori parlamentari presenterò una proposta di riforma con la collega La Marca che terrà conto delle proposte e riflessioni partite dalla nostra rete di presenza nel mondo.
Importante ricordare al Governo gli impegni assunti con la scuola, per evitare tagli, e consolidare un impegno annuale per la promozione della lingua italiana nel mondo.
Necessario portare a compimento una seria revisione della spesa che privilegi i servizi e quindi punti sul rafforzamento della rete diplomatico-consolare nel mondo. Per questa ragione trasmetterò in questi giorni alla Farnesina una richiesta per il personale a contratto, affinché si possa guardare al futuro con serenità, sia per quanto attiene alle retribuzioni che ai trattamenti pensionistici ed alle condizioni di lavoro in generale. Significativo, in questo contesto, l’impegno del Governo – da misurare nei fatti – per garantire che le risorse provenienti dalla rete consolare nel mondo possano essere utilizzate per la stessa rete di servizio.
La prossima visita in Australia di una delegazione INPS, infine, assisterà la rete dei patronati e di coloro che si occupano di tutela dei connazionali più anziani per migliorare la gestione dell’accordo di sicurezza sociale e la qualità dei servizi in generale.
Occorre essere critici ma mantenere un giusto equilibrio nel giudizio sui cambiamenti. Una gestione più coordinata ed integrata potrebbe risultare positiva se inserita in un quadro generale di miglioramento della gestione delle pratiche in convenzione internazionale. I cambiamenti in relazione alla Direzione Relazioni Internazionali, quindi, vanno prima compresi e valutati. Anche su questi temi, la propaganda è sempre controproducente. Utile capire e seguire con occhio critico ma vigile ed attento. Esattamente ciò che ci proponiamo di fare con impegno”. On. Marco Fedi www.marcofedi.it
2 – DEPUTATI PD ESTERO: PARTECIPAZIONE PER LE VITTIME DEL TERREMOTO E IMPEGNO DI SOLIDARIETÀ DEGLI ITALIANI NEL MONDO – Le notizie che si susseguono sulle pesanti conseguenze prodotte dal terremoto di questa notte nelle province di Rieti, Macerata, Ascoli e Perugia in termini di perdite di vite umane e di distruzioni ci mettono ancora una volta di fronte ad una realtà inaspettata è drammatica. Roma, 24 agosto 2016
Esprimiamo la nostra commossa partecipazione a quanti sono stati colpiti nelle loro vite e negli affetti e la nostra solidarietà alle popolazioni di quei luoghi, esposti e martoriati da eventi ricorrenti di questo genere, oltre alla nostra vicinanza agli amministratori e alle autorità locali.
Queste zone sono anche luoghi di storica emigrazione, sicché in diverse parti del mondo è vivo il dolore e forte l’apprensione per quanto è accaduto, soprattutto da parte di chi ha parenti e conoscenti nelle zone del sisma. Il nostro pensiero va anche a loro.
Ora è il momento dei soccorsi e, ci auguriamo, della salvezza del maggior numero di persone colpite. Verrà poi il momento della stima dei danni e della ricostruzione, che dovrà essere veloce e completa, anche per la determinazione e lo spirito di iniziativa che quelle popolazioni hanno sempre dimostrato. Quando il quadro sarà chiaro, gli italiani nel mondo, come è sempre accaduto nel passato lontano e in quello più recente, anche da lontano sapranno fare la loro parte ed esprimere concretamente la loro solidarietà e il loro sostegno.
I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

3 – ITALIA CHIAMA ITALIA INTERVISTA L’ON. MARCO FEDI: “SIAMO CON CHI VUOLE CAMBIARE L’ITALIA” In questi giorni stai girando l’Australia. Dove sei stato e dove andrai? Prossime tappe?
Ho iniziato con Melbourne, dove vivo, per incontrare Coasit, Museo Italiano e Comites. Abbiamo discusso di lingua e cultura italiana, di riforma in questo settore, che non arriva ma che qualcuno sta preparando senza consultazione, del futuro della lingua e cultura italiana nel mondo affidata alla buona volontà di tante persone che amano l’Italia, emigrati e italofoni di ogni età ed origine. Dell’accordo con il Museo dell’emigrazione di Genova e del potenziale per realizzare importanti progetti di ricerca e documentazione storica. Della riforma della rappresentanza, per renderla più moderna ed incisiva. Abbiamo lavorato alla prossima visita dell’INPS in Australia, dopo oltre vent’anni: alla speranza di migliorare la gestione dell’accordo di sicurezza sociale e rendere più solidi i rapporti con l’ente previdenziale australiano, il CentreLink, e i Patronati. Il cammino ora riprende con Adelaide, Hobart e Sydney.

PARLI ANCHE DI REFERENDUM CON I CONNAZIONALI CHE INCONTRI? COM’È LA SITUAZIONE, QUAL È L’ATMOSFERA CHE SI RESPIRA? GLI ITALIANI DI AUSTRALIA CAPISCONO LA NECESSITÀ DI RIFORMARE IL PAESE OPPURE SONO PER IL NO ALLA RIFORMA?

L’atmosfera è di distanza. L’esigenza di modernizzare il paese è fortissima e non riguarda solo le regole della politica. Meno burocrazia. Più lavoro. Maggiori opportunità per investimenti. Maggiori opportunità formative, anche per giovani provenienti dall’estero. Il passaggio della modifica Costituzionale è percepito come fondamentale ma era dato già per acquisito.
In Australia le riforme le fa il Parlamento. Il Parlamento italiano ha appunto approvato per sei volte un testo di riforma ed ha definitivamente modificato le regole della politica. Punto. Non si fanno referendum sulle decisioni assunte dal Parlamento: o meglio, le decisioni le prendono gli elettori quando votano alle elezioni successive.
Noi abbiamo di fatto approvato la legge costituzionale ed ora la sottoponiamo al pronunciamento degli elettori: nessuno comprende le ragioni per cui il Parlamento della XVII Legislatura provi a mettere in discussione sé stesso. Lo dico in modo semplice: negli anni si è fatto un uso abnorme dello strumento referendario, ora chiediamo ai cittadini elettori di percepire questa consultazione referendaria in modo diverso. Non stiamo avendo molto successo a far capire la necessità del referendum confermativo, almeno in Australia. È invece diffusa la convinzione che alla fine gli italiani voteranno a favore della riforma. Il fronte che vi si oppone si agita molto ma alla fine gli indecisi, che dobbiamo convincere a votare ed a votare SÌ, faranno la differenza.

SU FACEBOOK E INTERNET IN REALTÀ È MOLTO DIFFICILE INCONTRARE PERSONE CHE SI DICANO A FAVORE DEL SÌ. ANCHE TU, CHE FREQUENTI I SOCIAL, HAI LA STESSA SENSAZIONE? COME TE LO SPIEGHI?

Se valutassi i commenti che seguono le dichiarazioni di vari leader schieratisi per il SÌ o ad esso opposti, direi che i commenti si equivalgono. Per non parlare poi dei messaggi che si ricevono dai comitati, sia di un fronte che dell’altro. Ho avuto scambi vivaci con persone che stimo e rispetto ed ho capito che il referendum confermativo è per molti una occasione per attaccare il Governo e Renzi. Sarebbe molto grave se le opposizioni, come Forza Italia, che prima hanno sostenuto la riforma, ora la bocciassero unicamente per cercare di dare una spallata al Governo. Sarebbe gravissimo se internamente al PD qualcuno cercasse di raggiungere lo stesso obiettivo.
La mia sensazione è che ancora molto deve essere fatto, soprattutto all’estero, per spiegare la riforma in modo chiaro ed oggettivo. Tutto ciò che si muove online riesce solo a confondere oppure è chiaramente di parte. Le schede prodotte dai gruppi PD di Camera e Senato sulla riforma sono utili e convincenti strumenti per comprendere esattamente il senso della riforma.

ANCHE TUTTI I SONDAGGI INDICANO IL NO IN VANTAGGIO. QUELLA DI RIFORMARE IL PAESE È UNA BATTAGLIA GIÀ PERSA?

Ripeto: questa è una battaglia che si deve e si può solo vincere. Se si perde non perde solo Renzi, ed ora anche lui l’ha capito, ma perde il Paese, ne risentirà la riconquistata serietà in Europa e nel mondo, perderanno i cittadini e gli elettori, la politica nel suo complesso e, soprattutto il Parlamento che ha approvato questa riforma sei volte. Perde il PD che si è speso per la riforma. Perde anche quella parte di opposizione che aveva sostenuto la riforma per poi abbandonarla, per puri fini propagandistici e per cercare di mandare a casa il Governo, perdono gli italiani all’estero che vedranno naufragare una opportunità seria di modernizzazione del sistema politico e tutti coloro che hanno sperato che per una volta la politica riuscisse a consegnare al futuro una promessa mantenuta, un impegno sottoscritto, una bella pagina per ridare credibilità all’Italia ed alle sue istituzioni.

QUALI SONO I PUNTI PRINCIPALI PER CUI, SECONDO TE, È GIUSTO VOTARE SÌ?

Dopo anni di inutili sforzi e di tante promesse andate a vuoto, il Parlamento della XVII legislatura è riuscito a varare con una larga maggioranza – quasi il sessanta per cento dei componenti di ciascuna Camera in ognuna delle sei letture – una riforma costituzionale che affronta efficacemente la maggiore emergenza istituzionale del nostro Paese: la lentezza della politica. A quanti, come noi, sono giustamente affezionati alla Carta del 1948, esprimiamo la convinzione che – intervenendo solo sulla parte organizzativa della Costituzione e rispettando ogni virgola della parte prima – la riforma potrà perseguire meglio quei principi che sono oramai patrimonio comune di tutti gli italiani. Non si tradiscono i valori fondanti della Costituzione, si tratta di attuare meglio i principi in essa sanciti, raccogliendo le sfide di una competizione globale che richiede istituzioni più efficaci, più semplici, più stabili. Sono convinto che la discussione che è aperta e che continuerà fino alla vigilia della consultazione referendaria potrà persuadere i cittadini italiani della bontà della riforma approvata con coraggio dal Parlamento e della sua utilità per il miglior governo del Paese. Il sì potrà garantire meglio di qualsiasi altra scelta tutto questo.
Sono certo che gli italiani nel mondo, grazie al bagaglio di esperienze partecipative maturare in emigrazione, comprendano i cambiamenti proposti dalla riforma costituzionale e possano contribuire in modo determinante a fare dell’Italia un Paese più moderno e più giusto, un’Italia più semplice, più stabile, più giusta.

RENZI HA DETTO CHE NON TOGLIERÀ IL DISTURBO IN NESSUN CASO, NEMMENO SE VINCESSE IL NO. QUESTO AIUTERÀ A “SPERSONALIZZARE” IL REFERENDUM O ORMAI È TROPPO TARDI?

Renzi ha detto una cosa vera, che in politica dovrebbe contare ed è dimostrazione di serietà: il Governo ha lavorato e proposto una riforma della Costituzione. Se i cittadini dovessero bocciarla, il Governo deve assumersene le responsabilità. In che misura? Sicuramente nella sua collegialità. Non è Renzi che deve risponderne o la Ministra Boschi: sono il Governo e il Parlamento.
Con una sostanziale diversità: la riforma è nata con un accordo ampio, che includeva anche alcune forze di opposizione. Forza Italia ha svenduto un impegno nei confronti del Paese – su una riforma che ha votato fino all’ultimo passaggio dicendosene convinta, con differenze superabili, come d’altronde per tutte le forze politiche – salvo poi smentire l’impegno a fronte della elezione del Presidente della Repubblica. Ergo: un impegno riformatore fasullo o peggio la riforma trattata come merce di scambio. Quindi non deve risponderne Renzi Matteo, Presidente del Consiglio dei Ministri e Segretario del PD, ma il Governo che deve richiamare il Parlamento a sostenere questa riforma approvata a larga maggioranza. In caso contrario tutti dobbiamo trarne le conseguenze. Quali saranno i passaggi in questo caso? Non mi pongo la questione ora perché sono convinto il SÌ prevarrà ma è evidente che comunque cambieranno sia le alleanze che le strategie. Renzi vuole evitare, giustamente, false crisi di Governo o crisi al buio o crisi pilotate, che potrebbero creare ulteriori problemi alla fragilissima fase di uscita dalla crisi economica. Il Presidente Mattarella è poi l’arbitro di vicende politiche così complesse.

IMMAGINO CHE CON I CONNAZIONALI PARLERAI ANCHE DI LINGUA E CULTURA, DI CITTADINANZA, DI RETE CONSOLARE. NON SI LAMENTANO GLI ITALIANI D’AUSTRALIA PER I TAGLI E LE TASSE IMPOSTE DA QUESTO GOVERNO AGLI ITALIANI NEL MONDO?
Con gli italiani all’estero parliamo di molte cose. Di come l’Italia ha riconquistato credibilità in Europa e nel mondo. Del modo in cui abbiamo affrontato il tema migranti, della nostra azione continua per sensibilizzare tutta l’Unione Europea sui grandi flussi di umanità e sulla necessità di affiancare ai temi della sicurezza anche quelli della solidarietà e dell’accoglienza. Dello sforzo per uscire dalla crisi economica e dei segnali positivi. Delle tante riforme approvate e di quelle che si sono arenate al Senato, tra cui editoria e cittadinanza. Poi parliamo anche di equità e parità di trattamento. Siamo, me incluso, molto felici che non si annuncino nuove chiusure consolari: un bell’impegno del Governo Renzi. Misureremo anche la capacità di innovare, con il reinvestimento nella rete di una parte delle percezioni consolari. Gli italiani all’estero pensano ad una rete consolare funzionale, efficiente, dove il personale a contratto è tutelato e le remunerazioni sono eque, rivalutate in maniera tempestiva. La riforma della diffusione di lingua e cultura nel mondo deve tener conto di chi ha costruito il tessuto vero su cui sviluppare oggi politiche di inserimento scolastico: gli enti gestori. Il recupero di risorse in assestamento, che comunque arriverà molto tardi, è stato un risultato positivo. Ecco, ora non basta evitare altri tagli ma occorre invece consolidare un investimento serio e duraturo in questo settore. Ovviamente i connazionali si aspettano un miglioramento anche nel pagamento delle pensioni, soprattutto per l’esistenza in vita. E vorrebbero un sistema equo per IMU, TASI e TARI, per tutti, non solo per i pensionati. Così come per il canone Rai. Noi ci stiamo lavorando seriamente: chiediamo l’impegno unitario anche degli altri gruppi.

MICHELONI, SENATORE PD, HA ANNUNCIATO IL SUO NO ALLA RIFORMA. COME TE LO SPIEGHI?
Gli italiani all’estero, che si sono conquistati l’esercizio del diritto di voto per corrispondenza, sono chiamati a contribuire da protagonisti al cambiamento dell’Italia anche attraverso la partecipazione attiva alla campagna per il referendum costituzionale. Se la riforma Costituzionale non si concretizza, la discussione sulla Circoscrizione estero si riaprirà e sono assolutamente certo che si profileranno due possibili soluzioni, entrambe negative: un ruolo di testimonianza in un Senato elettivo oppure la sua eliminazione totale. Queste erano le due proposte al vaglio dei saggi e queste sono le due ipotesi alternative alla riforma che, lo ricordo, prevede invece il mantenimento della circoscrizione estero con 12 deputati che votano la fiducia, le leggi di stabilità e partecipano a pieno titolo alla vita parlamentare. Solo per queste ragioni anche il collega Micheloni dovrebbe votare a favore. Per il resto rispetto le posizioni individuali ma critico chi attivamente promuove o dirige i comitati per il no. Il PD ha preso una decisione e questa, confermata dal voto dei gruppi, deve impegnare tutti. Detto questo, tanto di cappello a chi esprime liberamente ed apertamente un’opinione, invece che, come sospetto stia facendo qualcuno, fingersi sostenitore del SÌ solo a parole e poi “attendere il risultato” oppure lavorare sottobanco per l’esito opposto.

IN REALTÀ ALL’INTERNO DEL PD MICHELONI NON È L’UNICO A DIRE NO. A RENZI FANNO PIÙ MALE I D’ALEMA, I CUPERLO E SPERANZA, CHE BRUNETTA E DI MAIO?
D’Alema non è più un parlamentare o dirigente nazionale del PD: come iscritto esprime delle posizioni. Muoversi attivamente per il no è un errore. Il nostro partito deve interrogarsi sulle regole interne, a partire dalle primarie, per arrivare ad un definitivo insieme di regole condivise che eviti l’azione di una “minoranza” interna al PD. Le minoranze in un partito sono incomprensibili. Devono esistere posizioni alternative, anche vere e proprie correnti strutturate su temi e posizioni alternative, ma queste devono portare alla fine di un percorso regolato ad assumere una posizione comune che impegna tutti. Altrimenti vincono i detrattori, interni ed esterni. Brunetta è stato chiaro: il patto del Nazareno era il loro obiettivo ed era teso a trattare per il Quirinale. La riforma Costituzionale, per Forza Italia, era ed è un grimaldello politico. Per il Movimento 5 stelle è l’attesa: vediamo come va a finire, pensano i pentastellati, e poi diremo la nostra. Intanto proviamo anche a noi a mandare a casa il Governo. Noi dobbiamo contrastare questo modo di vedere la politica. Per noi la riforma costituzionale ha un valore Istituzionale e come tale la difenderemo.

Il MAIE, Movimento Associativo Italiani all’Estero, pur essendo all’opposizione per quanto riguarda le politiche di Renzi nei confronti degli italiani nel mondo, è deciso a votare Sì al referendum. Per questo sta subendo attacchi fortissimi, anche a causa della “personalizzazione” del referendum attuata dal premier nel primo periodo. Tu sei del Pd e non del MAIE, ma una tua opinione su questo? Essere a favore del Sì sembra che per certe persone voglia dire ancora essere a favore di Renzi…

Apprezzo moltissimo la posizione del MAIE sulla riforma Costituzionale. Si tratta di una posizione maturata da una opposizione seria, che guarda al merito, che guarda anche all’interesse più generale degli italiani all’estero: migliorare il sistema legislativo, ridurre i tempi e i costi della politica. Ma credo sia utile anche confermare quanto dicevo: con questa riforma, che ha superato canguri e super canguri, davvero poniamo una parola definitivamente positiva sulla circoscrizione estero. Ed il MAIE ha capito perfettamente questa situazione. Essere a favore del SÌ significa prima di tutto essere a favore dell’Italia e della sua modernizzazione. Poi spero che il MAIE riconosca l’azione positiva del Governo e di Renzi e passi ad una fase più matura della sua presenza in Parlamento. Ma questa è un’altra storia.

DOPO LA VITTORIA DEL M5S A ROMA E A TORINO, L’ULTIMA MODA SONO I 5 STELLE. ANCHE TU RESPIRI QUESTA ARIA?
Si, però si tratta di un’aria di vittoria che è stantia, che è già vecchia, che il 2013 aveva in parte già consegnato al movimento e che stanno rapidamente disperdendo. Il 5 stelle ha vinto dove noi abbiamo commesso molti errori e ci siamo divisi oppure dove siamo stati così attenti al governo della City che abbiamo trascurato la gente e le periferie e le richieste di attenzione rivolte anche al Governo nazionale, oltre a non aver saputo rinnovare volti e proposte. Credo sia una modesta scossa di assestamento, non la rivoluzione a cui loro pensano. La loro crescita quindi è direttamente proporzionale alla nostra incapacità di cambiare il Paese. Crescono nelle percentuali di voto ma, come tutti, rimangono a guardare la rapida erosione di partecipazione elettorale che domina l’Italia. Ecco, per noi invertire quest’onda d’urto, quella del non voto, rimane la grande unica sfida.

I 5 STELLE IN AUSTRALIA COME VENGONO VISTI?
Credo sia giusto riconoscere al Movimento 5 stelle capacità critica e anche propositiva. Su alcuni temi è stato anche possibile lavorare insieme e nelle Commissioni spesso si ottengono risultati positivi insieme. Basta per essere forza di governo? Sicuramente no. Rifiutano di definirsi partito ma la loro struttura è verticistica e poco propensa alla discussione interna e quindi non accettano le regole appena approvate per i partiti: in sostanza sono senza regole. Le loro posizioni su alcuni temi sono intransigenti e non riconoscono i positivi piccoli passi avanti fatti in molti settori: in sostanza non accettano che in democrazia valgono anche i numeri e se non li hai devi trovare una soluzione con altre forze. Le uniche soluzioni che ora hanno trovato sono quelle dell’ostruzionismo che fanno insieme alle altre forze di opposizione. Fare Governo è altra cosa. Gli italiani in Australia lo hanno ben compreso.
Da settembre riprenderemo il discorso referendum e chiederemo a voi eletti all’estero di entrare nei dettagli della riforma e di esprimere sul nostro giornale le vostre opinioni. Ma fin d’ora, qual è il messaggio che vuoi lanciare ai connazionali in vista della sfida referendaria?
Siamo con chi vuole cambiare l’Italia, migliorarla per renderla un Paese in cui sia più facile governare ma anche più facile fare opposizione, in cui chi governa ha un programma e un mandato e vince le elezioni per attuarlo e va a casa quando lo decidono gli elettori. Siamo con chi crede in questo progetto, siamo impegnati per il SÌ. WWW.MARCOFEDI.IT

4 – LA MARCA (PD): SINCERO E PROFONDO CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI MIMMO AZZIA – "Apprendo con sincera e profonda costernazione la scomparsa di Mimmo Azzia. Viene a mancare non solo un protagonista infaticabile dell’associazionismo siciliano nel mondo, ma un amico stimolante e aperto, sempre disponibile a suggerire nuovi impegni e iniziative e ad accogliere suggerimenti capaci di far vivere l’italianità e la sicilianità ovunque possibile. 29 AGOSTO 2016
Ne sono testimonianza le 140 associazioni create e coordinate nella grande rete di Sicilia Mondo, che ha ereditato e sviluppato l’iniziale Associazione dei Catanesi nel mondo. Sono innumerevoli le iniziative che in oltre mezzo secolo Egli ha concepito e realizzato, da quelle associative a quelle editoriali, dai convegni alle presenze dirette in tutti i luoghi in cui la grande diaspora dei siciliani ha messo radici. Ancora di recente, nonostante l’età avanzata e qualche problema di salute, lo ricordo attento e indomito protagonista dei lavori del CGIE.
Il vuoto che lascia, dunque, è grande, sia nel mondo associativo che nei rapporti umani, che Egli, al di là della sua irruente schiettezza, ha saputo mantenere con sensibilità e signorilità.
Come discendente di siciliani sono particolarmente emozionata e grata per tutto ciò che Mimmo ha fatto per tutti noi.
Rivolgo le mie più sincere condoglianze alle figlie, alla grande famiglia di Sicilia Mondo, a Carmelo Sergi, che ha ereditato il compito di guidare questa grande Associazione.
Il miglior modo di onorare una persona di grandi qualità come Mimmo è fare in modo che la sua opera abbia un futuro".
On. Francesca La Marca

5 – ON. MARCO FEDI: IMPEGNO COMUNE DEGLI ITALIANI D’AUSTRALIA Con il patrocinio dell’Ambasciatore d’Italia, Pier Francesco Zazo, nei prossimi giorni verrà definita la composizione del comitato nazionale che coordinerà la raccolta fondi per le aree del centro Italia colpite dal terremoto. 31 AGOSTO 2016

La riunione, convocata dal Comites, a cui hanno partecipato numerosi esponenti della comunità italiana del Victoria, ha deciso di far convergere gli sforzi della raccolta fondi sul Co.As.It. di Sydney che ha messo a disposizione la registrazione per ottenere la deducibilità delle donazioni a fini fiscali.
Alla riunione di Melbourne, presieduta dal Presidente del Comites, Francesco Pascalis, hanno partecipato il Console Generale Marco Cerbo e l’On. Marco Fedi.
Nei prossimi giorni verrà predisposto un programma di iniziative rivolte alla comunità italo-australiana ed alle associazioni. Importante segnalare la disponibilità piena, espressa da tutti i partecipanti, a sostenere le iniziative con opera di volontariato.
Nei prossimi giorni verrà attivata una segreteria presso la sede del Comites di Melbourne per gestire gli aspetti pratici e di coordinamento delle iniziative.
www.marcofedi.it

6 – FEDI E GIACOBBE (PD): PARTE IN AUSTRALIA LA CAMPAGNA DI SOLIDARIETÀ CON LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO 26 agosto 2016
La campagna di solidarietà con le popolazioni colpite dal terremoto è partita dopo le prime notizie sul disastro che ha colpito il centro Italia. Tanti connazionali stanno già effettuando donazioni attraverso le organizzazioni internazionali che hanno immediatamente attivato le loro strutture anche all’estero.
Nei prossimi giorni, attraverso un’azione di coordinamento tra i vari Stati d’Australia, in consultazione con il CGIE, i Comites, i Co.As.It., i Patronati, le Camere di Commercio, le associazioni regionali, in stretta collaborazione con la rete diplomatico-consolare, scatterà l’operazione solidarietà per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto.
Il mondo dell’informazione di lingua italiana – attraverso il Globo, la Fiamma, Rete Italia, la SBS, Radio Italia 1 Uno Adelaide, e tante altre emittenti locali – ha già dato il proprio sostegno per le iniziative che nei prossimi giorni saranno programmate da un comitato nazionale e da comitati statali che si stanno costituendo.
Il messaggio che vogliamo dare è di vicinanza alle famiglie delle vittime, di rispetto profondo ed apprezzamento per ciò che volontari e protezione civile stanno facendo ancora in queste ore, salvando vite umane, e di solidarietà con i territori colpiti in modo drammatico. Le comunità italiane nel mondo, ed in particolare in Australia, faranno la loro parte per partecipare allo sforzo comune per la ricostruzione.
On. Marco Fedi – Sen. Francesco Giacobbe www.marcofedi.it

7 – FEDI (PD): DELEGAZIONE INPS IN VISITA IN AUSTRALIA
Importante appuntamento in Australia per INPS, Patronati, Centrelink e comunità italiana. Il Direttore delle Convenzioni Internazionali e Comunitarie, Giuseppe Conte, e il Direttore della Sede Regionale Marche, Giuseppe Fiorino, saranno in visita in Australia dal 5 al 9 settembre. 29 AGOSTO 2016
Importante occasione di incontro con l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale dopo una lunga assenza dall’Australia. Il programma della visita prevede incontri congiunti con i Comites, i Patronati e le rappresentanze consolari a Melbourne, Sydney e Adelaide nei giorni 5, 7 e 8 settembre. La delegazione visiterà la sede internazionale del Centrelink a Hobart il 6 settembre.
Al centro degli incontri una serie di questioni che riguardano la gestione pratica dell’accordo di sicurezza sociale: dal tema degli indebiti e dell’esistenza in vita, all’informatizzazione e accesso alle informazioni, sia per i Patronati che per i pensionati, dalle gestioni separate e la loro inclusione nell’accordo, come per l’INPDAP, alle verifiche reddituali e la trasmissione telematica di tali informazioni, fino al ruolo dei patronati ed il futuro del fondo a loro destinato. Sarà affrontata anche la questione della eliminazione della Direzione Convenzioni Internazionali e Comunitarie con le preoccupazioni per il futuro della gestione delle pratiche dall’Australia ed il futuro dei rapporti con le sedi provinciali dell’INPS, tenendo conto che con alcune sedi si registrano storiche difficoltà nei rapporti con i Patronati e gli utenti. Saranno affrontati anche temi che riguardano modifiche legislative, come per gli indebiti e l’importo minimale delle pensioni.
Anche i temi fiscali che attengono alla sfera di competenza dell’INPS saranno discussi, incluse le esenzioni IRPEF e le lettere di Equitalia con richieste di rimborsi, fino alle proposte di modifica del testo dell’accordo fiscale.
Importante infine segnalare alcune questioni relative ai rapporti con il Centrelink ed alcune modifiche legislative sulla portabilità delle pensioni australiane all’estero che richiedono un approfondimento. Oltre alle nuove esigenze di tutela sociale per i giovani che arrivano e lavorano in Australia anche se con visti temporanei.
Segnalo infine l’incontro comunitario che si terrà lunedì 5 settembre, presso il Fogolar Furlan di Melbourne, al 1 Matisi Street, Thornbury, con inizio alle 15:30. On. Marco Fedi www.marcofedi.it

8 – FEDI E PORTA (PD) – PENSIONI, FISCO, INPS: LA RIFORMA DEL GOVERNO E IL NOSTRO IMPEGNO PER I CONNAZIONALI
Con il mese di settembre riprende l’attività politica e parlamentare e saranno numerosi i problemi e le questioni che dovremo affrontare per garantire una giusta tutela dei diritti socio-previdenziali e fiscali dei nostri connazionali residenti all’estero. Infatti, le novità previdenziali e fiscali allo studio di Governo e Parlamento sono tante e potranno interessare diritti e interessi concreti dei nostri pensionati e pensionandi nel mondo. 30 AGOSTO 2016
La nuova normativa sulle pensioni è ormai in dirittura d’arrivo e dovrebbe essere approvata con la Legge di Stabilità per il 2017: non si tratta di una vera e propria riforma, ma di disposizioni che interessano diversi ambiti previdenziali e che correggeranno, in vari punti, la Legge Fornero e alcune norme pensionistiche più datate.
Tra le novità che vale la pena segnalare ci sono l’aumento della platea di aventi diritto alla cosiddetta “Quattordicesima” con l’introduzione di un limite di reddito più alto per averne diritto (si parla di 12-13 mila euro) e l’innalzamento della “no tax area” sulle pensioni che attualmente è di 7.750 euro per gli under 75 e di 8.000 euro per gli over 75.
Si tratta di due innovazioni che, se approvate, saranno automaticamente estese ai pensionati italiani residenti all’estero. Secondo le proposte più recenti, il Governo vorrebbe adottare una “no tax area” uguale per tutti e pari, come per i dipendenti, a 8.124 euro. Parallelamente, o alternativamente, si pensa di aumentare, oltre alla platea degli aventi diritto, anche l’importo della Quattordicesima (sarebbe una buona notizia per migliaia di pensionati italiani residenti all’estero) da un massimo di circa 500 euro (una tantum nel mese di luglio) ad un massimo di oltre 700 euro – va ricordato tuttavia che i nostri pensionati in convenzione facendo valere meno contributi avranno probabilmente diritto ad un importo più basso, ma sempre superiore a quello che percepiscono attualmente.
È inoltre in discussione l’introduzione della possibilità di richiedere l’anticipo pensionistico (APE). Con l’Ape, sarà possibile pensionarsi a 63 anni, con 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto al requisito d’età per il trattamento di vecchiaia (considerando che nel 2018 l’età pensionabile sarà per tutti pari a 66 anni e 7 mesi), se si possiedono almeno 20 anni di contributi. Dubitiamo che questo meccanismo, indubbiamente interessante per coloro i quali vogliono anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, sarà applicabile anche ai pensionandi in convenzione, a causa di un complesso sistema di finanziamento che vede coinvolti vari istituti, comprese le banche italiane.
Tra le ipotesi di riforma si parla anche di ricongiunzione dei contributi ovvero di poter riunire in un’unica gestione la contribuzione presente in casse diverse, come se i versamenti contributivi fossero da sempre accreditati nella gestione previdenziale di destinazione: va studiata la possibilità, ancorché presumiamo remota se non impossibile, di consentire agli emigrati che fanno valere anzianità contributive nel settore pubblico (tipo Inpdap per intenderci) e che non sono contemplate negli accordi di sicurezza sociale, di poterle trasferire all’Inps con tutti i vantaggi che ne deriverebbero.
È confermata infine la riorganizzazione dell’Inps con l’eliminazione (accorpamento) della Direzione Convenzioni Internazionali nella Direzione Centrale Pensioni per razionalizzare le strutture organizzative dell’Istituto previdenziale rendendole, secondo gli obiettivi preannunciati, più efficienti e più vicine ai cittadini.
Abbiamo già sollevato le nostre preoccupazioni in merito a questa decisione (anche se il Presidente dell’Inps non la ritiene pregiudizievole per i diritti degli italiani all’estero) e dovremo vigilare con la massima attenzione affinché la nuova struttura di tutela e somministrazione di diritti, servizi, informazioni, prestazioni, a favore dei cittadini italiani residenti all’estero, non subisca alcun danneggiamento o involuzione. Nelle prossime settimane saremo in grado di conoscere meglio il programma di riforma del Governo e pianificare contenuti e modalità di nostri eventuali contributi.
I deputati Marco Fedi e Fabio Porta

9 – FESTA DELL’UNITÀ, AL DIBATTITO CON MASSIMO D’ALEMA VINCE IL NO. "RENZI È ORMAI UN POLITICO COME TUTTI GLI ALTRI"

"QUESTO È UN MIO LAVORO… Siccome nessuno crede che io lavoro all’estero, lo dico perché i giornalisti si informino…almeno quelli con ‘accesso linguistico’…". Massimo D’Alema stringe tra le mani una copia del ‘Progressive Post’, la rivista in inglese che cura per la fondazione Italiani Europei. Festa nazionale dell’Unità a Catania, classico giro tra gli stand prima del dibattito serale con il ministro Paolo Gentiloni sulla politica estera. Ma D’Alema è qui anche per dire ancora una volta no alla riforma costituzionale: no, nonostante i manifesti di ‘Basta un sì" che arredano la festa a villa Bellini, sì ovunque senza tregua. No, invece, dice D’Alema perché la riforma Boschi "è stata scritta male" e che Renzi "sta diventando un politico tradizionale, la spinta si è affievolita…E’ diventato un politico normale con tutti i difetti del caso, dalla lottizzazione della Rai al resto… E questo lo vede la gente, non io…"". Applausi dalla platea, mentre il dibattito va totalmente fuori tema: si parla di referendum costituzionale, anzi di "plebiscito", attacca D’Alema, si parla di Renzi, amministrative, Pd, "il modo in cui abbiamo liquidato il nostro sindaco a Roma", dice D’Alema, l’Italicum "imposto con voto di fiducia…". Per la politica estera non c’è spazio.

L’attacco di D’Alema è feroce, dritto al cuore del renzismo e della sua storia a Palazzo Chigi. "Abbiamo cambiato la costituzione con una maggioranza raccogliticcia di trasformisti senza mandato popolare. Renzi ha vinto le elezioni contro Letta… ". E giù con "verdini amico ventennale di Lotti…". Gentiloni gli rinfaccia ii tempi dell’alleanza con "Mastella". "Ma avevamo vinto le elezioni….", risponde lui. "Le ha vinte Prodi non tu", urlano dalla platea. C’è un po’ di agitazione ma sono Gentiloni e D’Alema a darsele di santa ragione. Il primo lo chiama "Signor no". Il secondo: " se vince il sì bisognerà adattare questo vestito al prossimo vincitore Di Maio. Se vince il no, si apre una discussione… Andiamo ad un referendum in cui per il sì c’è Marchionne, confindustria e le grandi banche. Per il no ci sono l’Anpi e la Cgil. È normale per un partito di sinistra?". Gentiloni: "per il sì c’è la stragrande maggioranza del Pd…". La platea contesta: "buuuu no!". "Va bene, magari non la maggioranza di questa sala…", acconsente il ministro, sconfitto. "Se perde il sì c’è un colpo per il Pd non per Renzi….".

D’Alema guarda al 5 settembre, per la presentazione dei comitati del no e di una sorta di ‘controriforma’ dalemiana. Lui non la chiama così. Ma la definisce certo una proposta di riforma costituzionale "più snella". Se è vero che si torna al voto solo nel 2018, allora c’è il tempo per approvare un’altra riforma", dice candido. Parole d’ordine: bicameralismo, riduzione dei senatori ma anche dei deputati, fiducia al governo votata da una sola delle due camere. La sua è una fronda anti-Renzi nel Pd? Per carità: "Non faccio parte di minoranze. La nostra è una proposta dei cittadini…". Girotondini? "Mi sembra difficile l’idea di fare un girotondo con il professor De Siervo, con il professor Casavola, con il professor Onida, con il professor Cheli. Forse Orfini dovrebbe essere più rispettoso verso queste personalità che rappresentano tanta parte della cultura italiana", dice D’Alema replicando al presidente del Pd.

È un D’Alema difensore dei cittadini che Renzi non riesce ad agganciare, quello all’opera a Catania. E il luogo sembra essere quello giusto, a giudicare da quello che racconta qualche volontario qui alla Festa Nazionale dell’Unità, gli umori dei militanti non sono convinti per il sì, non in massa. "C’è pluralismo", ci dice una ragazza. Cosa che si evince nettamente dall’applauso calorosissimo che accoglie D’Alema sul palco a inizio dibattito: "Massimo!". E si vede moltissimo quando il moderatore Claudio Cerasa fa un piccolo sondaggio tra il pubblico: chi vota sì, chi vota no, su le mani. I no sono decisamente in vantaggio, per quello che può contare un mini-test della platea riunita per un dibattito tra Gentiloni e D’Alema sulla sinistra e la politica estera.

SAREBBERO SERVITI ANCHE BANCHETTI DEL NO ALLA FESTA DEL PD? Glielo chiediamo a D’Alema nel backstage: "Non mi occupo di banchetti….". Però, sottolinea, "c’è un grande spazio per il ‘No’ tra i cittadini. Ce n’è di meno nell’informazione, che è veramente controllata dopo l’occupazione brutale della Rai da parte del governo e la cacciata dei dissidenti, cosa che mi ha francamente colpito. Solo Berlusconi era arrivato a tanto".

TRA GLI STAND LO ACCOMPAGNA L’EUROPARLAMENTARE DEM MICHELA GIUFFRIDA. "Io in Italia ho degli hobby. All’estero lavoro", insiste D’Alema. C’è lo stand dei socialisti e democratici, selfie e strette di mano. Un militante catanese lo avvicina per regalargli il calendario di Sant’Agata, la patrona. Lui ringrazia e si sposta. C’è lo stand dei senatori: "Buonasera presidente, qui spieghiamo cosa fa il Senato…". Gli dice una volontaria. Già, "il Senato…", risponde lui e passa oltre, verso il palco dove la chiacchierata con Gentiloni si svolge in maniche di camicia e cravatta. Niente toni formali per dire che: "L’altro giorno facevo un’intervista con un giornalista dello Spiegel e anche lui concordava che Renzi ha esaurito la sua spinta, quella delle europee. Renzi sta diventando un politico tradizionale tanto è vero che anche nel nostro paese il populismo e l’anti-politica stanno prendendo piede. Se abbiamo perso quasi tutti i ballottaggi con il M5s…questo è un dato oggettivo, il Pd ha esaurito la spinta e si presenta più o meno come gli altri partiti…".

"QUI AL CENSIMENTO FATTO DA CERASA HA VINTO IL NO", riconosce Gentiloni guardando la platea un po’ preoccupato. Non gli resta che ripiegare sull’allarme scissione. "No alle logiche divisive, mi preoccupa la tendenza a dire ci sarà un processo democratico ma i livelli di differenza ci porteranno alla rottura, io penso non sia così….". "C’è un altro partito oltre il Pd ? – chiede il moderatore a D’Alema – risponda con tranquillità…". "Siamo in un contesto in cui sono io che garantisco la sua tranquillità…", è la risposta sorniona. La platea del no esplode nell’applauso. "Si è determinata una frattura sentimentale col nostro popolo…". E’ ricomponibile? "Dipende dal segretario del partito… Ascolto l’invito di Gentiloni all’unità, ma chi ha portato lo spirito della frattura nel Pd è stato il leader del partito. Nessuno prima ha proposto di rottamare nessuno… Io mi sono scontrato con Prodi che però mi ha voluto come ministro… Uno può essere unitario ma quando l’unico intento è rottamarti, è problematico….".

COSA VUOLE D’ALEMA? "Io mi sono dimesso dopo aver perso elezioni in modo meno catastrofico di Renzi", e la platea viene giù in applausi. "Io sono libero e non voglio incarichi: l’unica cosa che pretendo è di battermi per le mie idee". A Catania ci è riuscito.
L’Huffington Post Di Angela Mauro

 

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