12119 PD Parlamentari Estero

20160813 08:30:00 guglielmoz

1 – FEDI (PD) INTERROGA MAE E LAVORO PER SOLLECITARE LA RATIFICA DELL’ACCORDO SULLE PENSIONI CON LA NUOVA ZELANDA – In attesa da quasi 20 anni i 4000 italiani residenti in Nuova Zelanda non capiscono i motivi per i quali Governo e Parlamento italiani non hanno ancora ratificato l’accordo di sicurezza sociale già firmato nel 1998 e approvato dal Parlamento neozelandese
2 – FEDI (PD): IN MARGINE AD UNA POLEMICA DEL MAIE: LAVORIAMO INSIEME PER OTTENERE UN USO MIGLIORE DELLE RISORSE ROMA
3 – I DEPUTATI DEL PD ELETTI ALL’ESTERO INCONTRANO IL SOTTOSEGRETARIO AMENDOLA PER UN CONFRONTO SULLE PRIORITÀ DELLA NUOVA LEGGE DI STABILITÀ – I deputati del PD eletti all’estero hanno incontrato il Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale On. Vincenzo Amendola, titolare delle deleghe per gli italiani nel mondo, e hanno avuto con lui un cordiale e approfondito confronto sulle questioni di comune interesse
4 – FEDI (PD): CARO MAIE, ANZICHÉ SPRECARE ENERGIE CON I COMUNICATI, OGNI TANTO DACCI UNA MANO IN PARLAMENTO! – Il Maie trova divertente la nostra soddisfazione per il recupero dei fondi per la lingua e la cultura nell’assestamento di bilancio. Rispondiamo: nessun rida, anzi, nessun dorma.
5 – FEDI IN NUOVA ZELANDA: UNA COMUNITÀ ITALIANA TRASCURATA CHE CHIEDE ATTENZIONE E DIRITTI Una visita in Nuova Zelanda per incontrare la comunità italiana e i suoi esponenti ed ascoltare le loro richieste, rivendicazioni e riflessioni e i loro suggerimenti. L’On. Marco Fedi sarà ad Auckland il 30 e 31 luglio perché ritiene utile ed opportuno stabilire un contatto diretto, e si spera proficuo, con gli oltre 4.000 cittadini di origine italiana che vivono in questo Paese dell’Oceania. In Nuova Zelanda vivono poco più di 4 milioni e mezzo di persone in una superficie grande quasi come l’Italia; il 67% dei neozelandesi è di origine europea. Gli italiani in Nuova Zelanda si sono concentrati a Auckland, Wellington e Nelson e sono oggi tecnici, commercianti e imprenditori a differenza dei primi emigrati che erano pescatori, agricoltori e minatori.
6 – GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO: AGLI ESTERI LA PROPOSTA DI LEGGE LA MARCA (PD) – ROMA aise – È stata assegnata alla Commissione Affari esteri della Camera la proposta di legge della deputata Pd Francesca La Marca volta ad istituire la “Giornata nazionale degli italiani nel mondo” il 12 ottobre .
7 – FEDI: DICHIARAZIONE DI VOTO PER IL GRUPPO DEL PD SULLA RATIFICA ED ESECUZIONE DEL MEMORANDUM D’INTESA SULLA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA ED IL GOVERNO DELLO STATO DEL QATAR – L’on. Fedi è intervenuto in Aula per esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito democratico alla ratifica del memorandum d’intesa tra l’Italia e il Qatar in materia di lotta alla criminalità.
8 – DEPUTATI PD ESTERO: I FONDI PER GLI ENTI GESTORI E IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI CONSOLARI NEL PARERE DELLA COMMISSIONE ESTERI SULL’ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2016 – La Commissione esteri della Camera ha espresso il suo parere favorevole su tre importanti provvedimenti di carattere finanziario: il Rendiconto per l’amministrazione dello Stato per il 2015, l’Assestamento di bilancio del 2016 e la Tabella n. 6 sullo stato di previsione del Ministero degli esteri per il 2016. ROMA, 28 LUGLIO 2016
9 – FEDI (PD): A PROPOSITO DEL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE E DELLA DENUNCIA DI GIAN ANTONIO STELLA. Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera di oggi, denuncia un fatto grave e sgradevole: il sito del Museo nazionale dell’emigrazione italiana è collegato, attraverso link attivi, a siti pornografici. Purtroppo è assolutamente vero. La cosa però non meno seria è che questi fatti erano stati già segnalati al Ministero dei Beni Culturali, delle Attività Culturali e del Turismo ed al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale
9 – FEDI (PD): È ENTRATO IN VIGORE L’ACCORDO ITALO-SVIZZERO CHE ELIMINA IL SEGRETO BANCARIO . È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 luglio ed è quindi entrato in vigore il protocollo che modifica la convenzione bilaterale tra Italia e Svizzera del 1976 per evitare le doppie imposizioni fiscali.
10 – FEDI (PD): STIMOLANTE E POSITIVO INCONTRO A AUCKLAND CON COMITES E COMUNITÀ ITALIANA. Auckland sorprende per la sua capacità di sorprendere. Nei cambiamenti climatici. All’aeroporto ci accoglie un cielo incerto che promette tutto e consegna il meglio di una giornata di pieno inverno: nuvole grevi, raggi di sole dirompenti, poi pioggia e vento e un temporale serale dal quale non è uscito indenne neanche chi si era dotato di ombrellone.
11 – DEPUTATI PD ESTERO: METTERE AL SICURO IL MUSEO NAZIONALE DELL’EMIGRAZIONE E RIPENSARNE L’IMPOSTAZIONE SCIENTIFICA. PRESENTATA UN’INTERROGAZIONE
12 – 08 Agosto 2016: 60° DELLA TRAGEDIA DI MARCINELLE. Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo Il massacro di Aigues Mortes, alle saline di Fangousse, presso Marsiglia, nell’agosto del 1893; Monongah, nella Virginia occidentale, il 6 dicembre del 1907; Dawson, nel New Messico, il 22 ottobre del 1913; Marcinelle, in Vallonìa, l’8 agosto del 1956: 543 minatori italiani persero la vita nel buio delle miniere, vittime di infernali esplosioni, generalmente dovute ad ogni e qualsiasi mancanza dei più elementari sistemi di sicurezza.

1 – FEDI (PD) INTERROGA MAE E LAVORO PER SOLLECITARE LA RATIFICA DELL’ACCORDO SULLE PENSIONI CON LA NUOVA ZELANDA – In attesa da quasi 20 anni i 4000 italiani residenti in Nuova Zelanda non capiscono i motivi per i quali Governo e Parlamento italiani non hanno ancora ratificato l’accordo di sicurezza sociale già firmato nel 1998 e approvato dal Parlamento neozelandese. Roma, 20 LUGLIO 2016
Ho presentato perciò proprio in questi giorni una interrogazione ai Ministeri degli Affari Esteri e del Lavoro per capire le ragioni del ritardo, per spiegare l’importanza dell’accordo per i nostri connazionali, per sollecitare la ratifica.
Nell’interrogazione, sottoscritta anche dai deputati Farina, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi – sottolineo che l’accordo con la Nuova Zelanda è molto importante perché mira a coordinare i rispettivi sistemi di sicurezza sociale e favorire l’accesso delle persone che si spostano da un Paese all’altro alle prestazioni di sicurezza sociale e pensionistiche previste dalle rispettive legislazioni.
Ho ricordato al Governo che nel mese di febbraio 2014 il Consiglio dei Ministri aveva approvato l’accordo di sicurezza sociale con la Nuova Zelanda, insieme agli accordi con Canada, Israele e Giappone, (che successivamente venivano ratificati dal Parlamento italiano) ma poi si era “dimenticato” di accompagnarlo all’approvazione parlamentare. Giova ricordare che le associazioni rappresentative degli italiani residenti in Nuova Zelanda e la stessa comunità italiana hanno da tempo sottoscritto una petizione per sollecitare le autorità competenti italiane – Governo, Parlamento e Istituzioni – ad adoperarsi per la ratifica dell’accordo. Per ciò che riguarda le perplessità sollevate sul lungo tempo trascorso dalla firma dell’accordo ho argomentato più volte e in numerose sedi istituzionali e politiche che nonostante il tempo trascorso, l’accordo si potrebbe ratificare, ed in seguito, adottando le procedure amichevoli previste da tutte le convenzioni di sicurezza sociale stipulate dall’Italia, potrebbe essere aggiornato per riflettere le eventuali modifiche intervenute nei sistemi nazionali di sicurezza sociale dei due Paesi contraenti.
Nella mia interrogazione ho chiesto quindi ai ministeri competenti quali urgenti misure intendono adottare affinché sia ripreso e concluso l’iter procedurale e legislativo che porti alla ratifica dell’accordo di sicurezza sociale tra Italia e Nuova Zelanda, siano tutelati tanti nostri connazionali emigrati in Nuova Zelanda e rispettati gli impegni formalmente presi quando l’accordo fu firmato quasi venti anni orsono, siano soddisfatte le legittime aspettative di tanti italiani residenti in Nuova Zelanda e siano così consolidati e rilanciati i già buoni rapporti che intercorrono tra i due Paesi. www.marcofedi.it

2 – FEDI (PD): IN MARGINE AD UNA POLEMICA DEL MAIE: LAVORIAMO INSIEME PER OTTENERE UN USO MIGLIORE DELLE RISORSE ROMA, 21 LUGLIO 2016
Il diritto di riscossione sulle procedure di riconoscimento e concessione della cittadinanza, (di questo si tratta, non di una generica “tassa sulla cittadinanza”), rappresenta per tutti, non solo per noi, una sfida per un modo più moderno ed efficace di usare le (poche) risorse disponibili. Per questa ragione occorre evitare demagogie e populismi, forse comodi ma non adatti a risolvere i problemi, e lavorare sul terreno concreto dell’innovazione e delle riforme. Lo dico al MAIE, di cui pure ho apprezzato l’impegno a sostegno del Sì in vista del prossimo appuntamento referendario.
I fatti sono noti. La legge 23 giugno 2014, n. 89, di conversione del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale, ha introdotto con l’articolo 5bis un diritto da riscuotere per il trattamento della domanda di riconoscimento della cittadinanza italiana di persona maggiorenne, pari a euro 300,00.
In altri Paesi, l’imposizione di un diritto di riscossione per il trattamento della domanda di cittadinanza non è una novità: in Australia vige una tassa di circa $285, in Canada di $530, nel Regno Unito di £1236, solo per citare alcuni esempi.
Si tratta quindi di una tariffa consolare per un lavoro di ricostruzione di una pratica che spesso è molto complessa e riguarda più generazioni. La demagogia e il populismo portano ad una critica confusa che è quasi sempre avara di risultati positivi, anzi avara di risultati. Ricordiamo che le amministrazioni centrali dello Stato, dall’Argentina al Brasile passando per l’Australia e la Germania, raramente destinano proventi pubblici da tariffe e diritti consolari o da percezioni in genere, a tipologie mirate di spesa pubblica. Riuscire a farlo per la nostra presenza nel mondo, per i servizi consolari, è l’obiettivo che deve unirci, non dividerci per godere i frutti effimeri di qualche piccola polemichetta strumentale. Consapevoli che solo destinando una parte di quelle risorse alla gestione delle pratiche consolari sarà possibile ridurre i tempi di attesa e le lungaggini burocratiche. L’azione concreta è quella che deve mirare alla riforma. Questo ci chiedono le migliaia di persone che hanno firmato una petizione popolare che sollecita il Governo a intraprendere questa azione riformatrice, ponendo al centro della spesa pubblica i cittadini e i loro diritti e restituendo a questi una debita quota, proporzionale e solidaristica, delle risorse che essi stessi hanno contributo a generare. On. Marco Fedi WWW.MARCOFEDI.IT

3 – I DEPUTATI DEL PD ELETTI ALL’ESTERO INCONTRANO IL SOTTOSEGRETARIO AMENDOLA PER UN CONFRONTO SULLE PRIORITÀ DELLA NUOVA LEGGE DI STABILITÀ – I deputati del PD eletti all’estero hanno incontrato il Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale On. Vincenzo Amendola, titolare delle deleghe per gli italiani nel mondo, e hanno avuto con lui un cordiale e approfondito confronto sulle questioni di comune interesse. ROMA, 21 LUGLIO 2016
Al Sottosegretario sono state espresse, prima di tutto, soddisfazione e gratitudine per il buon esito del recupero nell’assestamento di bilancio dei 2,6 milioni di euro venuti a mancare per il corrente anno nella legge di stabilità, a causa della “rimodulazione di spesa” imposta dal MEF. Un impegno assunto e mantenuto dal Governo, che testimonia con i fatti il nuovo clima di attenzione con cui esso guarda agli italiani all’estero.
Nel corso dell’incontro, nel quale sono intervenuti tutti i deputati del PD, è stata richiamata l’opportunità di guardare agli italiani all’estero in modo forte e innovativo, come una leva da usare efficacemente per sostenere l’internazionalizzazione del Paese, soprattutto di fronte alle incognite che si profilano a seguito di alcune preoccupanti e talvolta drammatiche vicende internazionali.
In particolare, è stata richiamata la prioritaria esigenza di assicurare per la lingua e la cultura italiana nel mondo un livello di investimento adeguato alla sua funzione strategica di sostegno all’internazionalizzazione del sistema Paese. Nell’immediato, è stata avanzata la richiesta di riequilibrare per il prossimo biennio le dotazioni finanziarie destinate ai corsi di lingua e cultura, assicurando anche per il futuro il livello di investimenti consolidato negli ultimi anni. Si tratta di una scelta necessaria non solo per non mettere in discussione le attività correnti e la tranquillità delle famiglie, ma anche per costituire una base concreta per la riforma del sistema che il Governo si appresta a fare con l’emanazione dello specifico decreto previsto dalla legge sulla Buona Scuola. Si tratta per altro di un passaggio strategico se si vuol fare in modo che la “diplomazia culturale” diventi il sentiero fondamentale della proiezione del Sistema Italia nel mondo.
È stata altresì sottolineata l’urgenza che, a parità di risorse, gli introiti derivanti dal tributo dei 300 euro sulle pratiche di cittadinanza siano prioritariamente, anche se non esclusivamente, destinati al miglioramento e all’ammodernamento dei servizi consolari, ad iniziare da quelli relativi ai riconoscimenti di cittadinanza. Oltre a corrispondere ad un diritto dei nostri connazionali, in questo modo si persegue una migliore efficienza dell’amministrazione verso il cittadino e si migliora l’immagine generale del Paese verso i suoi partner internazionali.
Un’altra tematica richiamata in vista della nuova legge di Stabilità è stata quella dell’IMU e della TASI per gli italiani residenti all’estero. Diversi e positivi passi in avanti sono stati fatti soprattutto per i pensionati “esteri”: è necessario ora non fermarsi, ma proseguire sulla strada del riconoscimento di una condizione di parità dei nostri connazionali che, conservando un immobile in Italia, preservano anche per le successive generazioni un legame con il Paese e contribuiscono a riqualificare e ad animare molte realtà, soprattutto nelle aree più interne e suscettibili di spopolamento.
Il Sottosegretario ha concordato con evidente convinzione sull’opportunità di considerare le politiche per gli italiani nel mondo come una parte essenziale del processo di internazionalizzazione che il Paese sta cercando di rafforzare per superare la crisi di questi anni e contrastare le difficoltà che l’Europa e il mondo stanno conoscendo. Egli, inoltre, ha concordato sulle priorità indicate e, senza tacere le persistenti ristrettezze finanziarie che il nostro Paese conosce, ha promesso il suo impegno diretto e quello del Governo per rispondere alle legittime attese degli italiani nel mondo. I deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

4 – FEDI (PD): CARO MAIE, ANZICHÉ SPRECARE ENERGIE CON I COMUNICATI, OGNI TANTO DACCI UNA MANO IN PARLAMENTO! – Il Maie trova divertente la nostra soddisfazione per il recupero dei fondi per la lingua e la cultura nell’assestamento di bilancio. Rispondiamo: nessun rida, anzi, nessun dorma. L’annunciato recupero di 2.6 milioni di euro, infatti, è una seria, decisiva inversione di tendenze rispetto al passato. Il Governo trova 2,6 milioni di euro – ed era tutt’altro che scontato – ed inserisce nel testo di legge questo importante recupero di fondi. E questo è un fatto serio, non un’occasione di divertimento. ROMA, 22 LUGLIO 2016
Quando si tratta di partite reali per le nostre comunità, occorre che ognuno dimostri un po’ di senso di responsabilità. E con senso di responsabilità questa assoluta novità andrebbe apprezzata. Chi conosce le dinamiche parlamentari dovrebbe saperlo.
Il MEF aveva ridotto, in attuazione della spending review , la spesa del MAECI e questo taglio era ricaduto sulla dotazione del capitolo di bilancio riguardante la promozione di lingua e cultura italiane nel mondo, di fatto annullando l’azione svolta dai gruppi PD di Camera e Senato per aumentare la disponibilità di risorse per gli enti gestori.
Il MAIE, quando queste cose si decidevano, non se ne era nemmeno accorto. Non solo. Il gruppo parlamentare a cui aderisce il MAIE, nella dichiarazione di voto, ha apprezzato e sostenuto quella legge di Stabilità in cui queste cose erano contenute. Non mi pare di ricordare emendamenti o proposte di aumento del capitolo per gli enti gestori da parte del MAIE.
Allo stesso tempo è giusto continuare a tenere alta l’asticella chiedendo al Governo, come noi abbiamo già fatto incontrando il Sottosegretario Amendola, di fare esattamente la stessa cosa nella legge di Stabilità 2017, per evitare che si concretizzi la ricaduta nei prossimi anni ai livelli inizialmente previsti senza i miglioramenti che sono successivamente avvenuti, sia a livello parlamentare che di governo. Per fare della lingua e della cultura italiana la leva strategica per l’internazionalizzazione del Paese, come tutti auspichiamo, occorre continuare a dare segni di discontinuità rispetto al passato e incrementare le risorse.
Caro MAIE, allora, sempre con rispetto, se qualche volta vi impegnaste con noi, sia in sede parlamentare che politica, ad ottenere questi risultati non sarebbe male. Le nostre richieste al Governo, nella maggior parte dei casi, sono simili. Perché non svolgere un’azione comune, almeno sulle cose che ci accomunano? Poi ognuno, in Parlamento e nel mondo, farà la propria parte e i nostri connazionali avranno modo di valutare i fatti, non le parole. On. Marco Fedi WWW.MARCOFEDI.IT
5 – FEDI IN NUOVA ZELANDA: UNA COMUNITÀ ITALIANA TRASCURATA CHE CHIEDE ATTENZIONE E DIRITTI Una visita in Nuova Zelanda per incontrare la comunità italiana e i suoi esponenti ed ascoltare le loro richieste, rivendicazioni e riflessioni e i loro suggerimenti. L’On. Marco Fedi sarà ad Auckland il 30 e 31 luglio perché ritiene utile ed opportuno stabilire un contatto diretto, e si spera proficuo, con gli oltre 4.000 cittadini di origine italiana che vivono in questo Paese dell’Oceania. In Nuova Zelanda vivono poco più di 4 milioni e mezzo di persone in una superficie grande quasi come l’Italia; il 67% dei neozelandesi è di origine europea. Gli italiani in Nuova Zelanda si sono concentrati a Auckland, Wellington e Nelson e sono oggi tecnici, commercianti e imprenditori a differenza dei primi emigrati che erano pescatori, agricoltori e minatori. Roma, 26 luglio 2016
L’On. Fedi approfitterà della sua visita anche per informare gli italiani ivi residenti, ed interessati, della situazione politica, economica e sociale in Italia, per illustrare i contenuti di una proposta di riforma della rappresentanza, dei rapporti bilaterali che intercorrono tra i due Paesi e delle iniziative da lui avviate per sollecitare il Governo e il Parlamento italiani a ratificare l’accordo bilaterale di sicurezza sociale, peraltro già firmato dai due Paesi e approvato dal Parlamento neozelandese. Altro obiettivo primario che si prefigge l’On. Fedi è l’avvio delle trattative tra Italia e Nuova Zelanda per la stipula di un accordo per l’assistenza sanitaria simile a quello in vigore con l’Australia che tutela il soggiorno temporaneo dei rispettivi cittadini nel territorio dell’altro Stato, e garantisce che tali cittadini siano messi in condizione di ricevere l’assistenza sanitaria prevista dal sistema sanitario nazionale del paese ospitante.
Secondo l’On Fedi la Nuova Zelanda e l’Italia sono accomunate da una convergenza di vedute su alcuni valori e temi fondamentali e caratterizzati da una intensa e proficua collaborazione nel campo politico, economico, culturale, scientifico. Con questa visita il deputato eletto nella Ripartizione Oceania, Asia e Africa intende offrire il suo contributo al consolidamento e al rafforzamento dei rapporti bilaterali tra i due Paesi e soprattutto di quelli tra la comunità italiana residente in Nuova Zelanda e lo Stato italiano, verificando quali siano ed in che modo possano essere soddisfatte le richieste della comunità rispetto alle responsabilità e agli obblighi che lo Stato italiano ha nei loro confronti. www.marcofedi.it

6 – GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO: AGLI ESTERI LA PROPOSTA DI LEGGE LA MARCA (PD) – ROMA aise – È stata assegnata alla Commissione Affari esteri della Camera la proposta di legge della deputata Pd Francesca La Marca volta ad istituire la “Giornata nazionale degli italiani nel mondo” il 12 ottobre . Il testo – dalla sottoscrizione plebiscitaria: 324 i firmatari, praticamente mezza Camera – sarà sottoposto ai pareri delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Cultura e Lavoro. 27 luglio 2016
Nel presentare il testo ai colleghi, La Marca prima ricorda che gli sciritti all’Aire sono quasi 5 milioni, poi cita a grandi linee i flussi migratori che, di fatto, dall’Italia non si sono mai fermati per sottolineare come “questa grande comunità italiana” sia “ oggi composta da cittadini italiani, che partecipano anche con il diritto di voto alla vita politica nazionale, da oriundi che desiderano mantenere con l’Italia un forte legame storico, linguistico e culturale, e sempre più da imprenditori, ricercatori e giovani professionisti che trovano spazi di lavoro e di vita all’estero. A questa grande comunità italiana, ricca e composita, la presente proposta di legge vuole dedicare una giornata nazionale di analisi, studio, riflessione, discussione e proposta, per un’osmosi di esperienze da valorizzare nel mondo e in Italia. Si vuole offrire, in sostanza, un’importante occasione per far crescere la consapevolezza che solo l’integrazione e la individuazione di percorsi di valorizzazione culturale possono assicurare la crescita civile e democratica e il contrasto di ogni forma di razzismo e di xenofobia”.
La Giornata nazionale degli italiani nel mondo, chiarisce La Marca, “intende rappresentare, divulgare e valorizzare le esperienze, le attività e il contributo sociale apportato dai cittadini italiani all’estero nel campo della cultura e della lingua italiane, della ricerca scientifica, delle attività imprenditoriali e professionali e della solidarietà internazionale: un’esperienza feconda e un impegno comune per l’integrazione”.
La data scelta sarebbe il 12 ottobre che “nella tradizione dell’emigrazione transoceanica” – La Marca è nata in Canada – “è fortemente evocativa del mito colombiano, che per le nostre comunità emigrate da lungo tempo è un simbolo identitario e di affermazione della loro peculiarità storica e culturale. Far coincidere la data delle celebrazioni e delle iniziative in Italia e all’estero può essere un ulteriore elemento di legame e di condivisione culturale”.
Obiettivo della proposta di legge, dunque, “aggiungere valore alla democrazia italiana soprattutto nel campo della cultura e delle buone pratiche di integrazione, riportando in Italia il meglio delle esperienze che gli italiani hanno vissuto come emigrati e come «nuovi cittadini» di importanti Paesi del mondo”.
Il testo si compone di tre articoli.
"Art. 1. (Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo).
1. La Repubblica riconosce il giorno 12 ottobre quale Giornata nazionale degli italiani nel mondo, di seguito denominata «Giornata nazionale», al fine di far conoscere l’apporto dato dai nostri emigrati alla modernizzazione e allo sviluppo della società nazionale e di valorizzare le esperienze, le attività e il contributo sociale degli italiani all’estero nel campo della cultura e della lingua italiane, della ricerca scientifica, delle attività imprenditoriali e professionali e della solidarietà internazionale.
2. La Giornata nazionale non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.
Art. 2. (Iniziative culturali e celebrazioni).
1. In occasione della Giornata nazionale sono promossi in Italia e all’estero cerimonie, iniziative e incontri volti a promuovere e divulgare le attività, le esperienze multiculturali e le professionalità acquisite in contesti internazionali dai cittadini italiani all’estero nei campi di cui all’articolo 1.
Art. 3. (Clausola di invarianza finanziaria).
1. Dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. (aise)

7 – FEDI: DICHIARAZIONE DI VOTO PER IL GRUPPO DEL PD SULLA RATIFICA ED ESECUZIONE DEL MEMORANDUM D’INTESA SULLA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA ED IL GOVERNO DELLO STATO DEL QATAR – L’on. Fedi è intervenuto in Aula per esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito democratico alla ratifica del memorandum d’intesa tra l’Italia e il Qatar in materia di lotta alla criminalità. 27 LUGLIO 2016
Nel suo intervento Fedi ha sottolineato come il provvedimento miri a definire uno strumento giuridico per regolamentare la collaborazione di polizia, per la repressione dei reati e l’individuazione dei criminali, azioni che richiedono un intervento comune tra le autorità dei due Paesi.
“Si tratta – ha ricordato Fedi – di continuare l’azione di collegamento tra le forze di sicurezza, di polizia e di intelligence in un contesto internazionale che richiede sempre maggiore attenzione, come i fatti di questi giorni ci insegnano in modo drammatico, sia per contrastare il crimine organizzato transnazionale che il terrorismo”.
Fedi ha accennato un’analisi della situazione attuale del Qatar, rispondendo anche ad alcune critiche mosse da alcuni gruppi parlamentari. “Il Qatar ha avviato una stagione di riforme sul piano politico, economico e sociale, nonostante si registrino ancora tentennamenti, ad esempio per il cosiddetto processo di ‘qatarizzazione’, che rischia di trasferirsi dalle istituzioni e dal settore pubblico al privato e alle stesse gare di appalto, con potenziali effetti negativi anche sulle nostre imprese e aziende. Sono contraddizioni – ha continuato Fedi – che si evidenziano anche nell’incapacità di bloccare i flussi di finanziamento alle organizzazioni jihadiste, nelle inchieste di corruzione, nelle denunce per sfruttamento ai danni dei lavoratori immigrati. Temi che vanno attentamente discussi e analizzati. Tuttavia, gli accordi di collaborazione internazionale tra Paesi, proprio come questo che stiamo assumendo oggi, possono favorire impegni più determinati nel contrasto all’illegalità, nel promuovere ulteriormente l’azione riformatrice e i cambiamenti alla governance interna di quel Paese”.
“Per quanto riguarda gli aspetti di politica internazionale – ha ricordato Fedi, concludendo il suo intervento – il Qatar ha rappresentato per il biennio 2006-2007 il mondo arabo nel Consiglio di sicurezza, ha partecipato, unico Paese arabo, alla missione UNIFIL 2 in Libano, ha ottenuto un importante successo diplomatico nel giugno 2008 con l’accordo raggiunto dalle fazioni libanesi dopo cinque giorni di negoziati a Doha, ha ospitato, sempre nella sua capitale, i negoziati tra le varie parti coinvolte nella crisi del Darfur e svolge un’utile azione nell’area. Per queste ragioni, diamo il nostro voto favorevole alla ratifica di questa intesa ” .

8 – DEPUTATI PD ESTERO: I FONDI PER GLI ENTI GESTORI E IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI CONSOLARI NEL PARERE DELLA COMMISSIONE ESTERI SULL’ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2016 – La Commissione esteri della Camera ha espresso il suo parere favorevole su tre importanti provvedimenti di carattere finanziario: il Rendiconto per l’amministrazione dello Stato per il 2015, l’Assestamento di bilancio del 2016 e la Tabella n. 6 sullo stato di previsione del Ministero degli esteri per il 2016. ROMA, 28 LUGLIO 2016

Per quanto ci riguarda, questo passaggio ci offre importanti riferimenti. Il primo è che per gli ultimi due anni si conferma il trend di recupero, anche se in cifre assolute compatibili con l’attuale situazione delle finanze dello Stato, della spesa del Ministero degli esteri, dopo le forti riduzioni degli anni passati. Siamo ai primi passi, ma indubbiamente questa è la strada da percorrere. I maggiori investimenti vanno alla cooperazione allo sviluppo, che dopo la fresca riforma entra finalmente a regime, contribuendo al rilancio di un ruolo attivo dell’Italia soprattutto nelle aree in sviluppo, che sono anche quelle nelle quali è importante, nella situazione di forti tensioni internazionali che attraversiamo, che il nostro Paese dia di sé un’immagine collaborativa e solidale.

Il secondo è che nei documenti approvati vi sono importanti segnali dell’attenzione che il Governo sta manifestando su alcune questioni riguardanti gli italiani all’estero. Questioni di grande sensibilità per le nostre comunità e per le loro rappresentanze e da noi costantemente evocate e riproposte in sede politica e parlamentare. Nell’Assestamento, infatti, è certificato il reintegro di 2,6 milioni di euro per i corsi di lingua e cultura italiane all’estero promossi dagli enti gestori. Non era scontato, anzi era difficile ottenerlo per via dei persistenti problemi finanziari e nonostante il leale impegno del Ministro Gentiloni e del Sottosegretario Amendola, manifestato per la prima volta, all’indomani della legge si Stabilità, proprio in risposta ad una interrogazione presentata dal collega Tacconi e da tutti noi. È avvenuto, e questo è positivo non solo per evitare che il sistema di promozione linguistico-culturale regredisca, ma anche per preparare posizioni più solide per dare la stessa battaglia in occasione della prossima legge di Stabilità.

Nella relazione ai provvedimenti e nel parere espresso a maggioranza dalla Commissione, inoltre, viene ripreso un impegno sul quale stiamo concentrando da qualche tempo molte energie, quello di stabilire per legge l’attribuzione dei proventi delle percezioni consolari, in particolare quelle dei 300 euro per le richieste di cittadinanza, al Ministero degli esteri perché siano utilizzate per il rafforzamento dei servizi ai nostri connazionali residenti all’estero e, in consistente percentuale, siano destinate ai consolati percettori dove più gravi sono le giacenze e le lentezze per le pratiche di cittadinanza.
Si tratta di passi in avanti che consentono di far maturare il livello di sensibilizzazione sulle possibili soluzioni da dare alle questioni aperte e di continuare sulla strada di un progressivo e concreto riconoscimento del ruolo e delle attese degli italiani all’estero. I Deputati del PD eletti all’estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi.

9 – FEDI (PD): A PROPOSITO DEL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE E DELLA DENUNCIA DI GIAN ANTONIO STELLA. Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera di oggi, denuncia un fatto grave e sgradevole: il sito del Museo nazionale dell’emigrazione italiana è collegato, attraverso link attivi, a siti pornografici. Purtroppo è assolutamente vero. La cosa però non meno seria è che questi fatti erano stati già segnalati al Ministero dei Beni Culturali, delle Attività Culturali e del Turismo ed al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale. ROMA, 28 LUGLIO 2016

Il 23 marzo 2016, infatti, il Signor Bertozzi, dall’Australia, mi segnalava che digitando "museo nazionale emigrazione" apparivano dei link che portavano a siti pornografici. Immediatamente ho scritto al MIBACT per segnalare questo grave fatto. Il Ministero mi ha risposto dicendo che la competenza e degli Esteri, nonostante il Museo dell’Emigrazione sia stato trasferito a Genova e sia ora sotto la diretta responsabilità dei Beni culturali.

Nella stessa nota mi viene allegata la segnalazione, molto precisa e particolareggiata, con la quale il Ministero dei beni Culturali chiedeva l’intervento degli Esteri. Voglio precisare che nella mia nota di segnalazione ero stato molto preciso, individuando tutte le coordinate ed il nome della società tedesca acquisita da Aruba che gestiva le credenziali”. “Ad oggi, evidentemente, nulla è cambiato. Considero sinceramente sconsolante che a distanza di 4 mesi la situazione non sia stata rettificata.

A Gian Antonio Stella, che ringrazio per il suo opportuno intervento, segnalo che come Deputati PD eletti all’estero abbiamo accolto con interesse l’idea di collegare MIBACT, Ministero degli esteri, Regione Liguria, Comune di Genova e locale Università per elaborare e realizzare un nuovo progetto museale. In vista dell’avvio della fase di definizione scientifica del progetto, abbiamo sottolineato tre aspetti essenziali: avere una proposta museale che incorpori la vicenda storica dell’emigrazione degli italiani, vecchia e nuova, e, nello stesso tempo, la formazione nel nostro Paese di consistenti comunità di migranti; andare oltre il taglio tradizionalmente espositivo, concependo un sistema a rete che si avvalga delle risorse della multimedialità e valorizzi il grande patrimonio di conoscenze e rappresentazioni presente tanto nei musei e nei centri di ricerca specializzati italiani che nelle più importanti istituzioni museali internazionali; dare il giusto risalto al grande esodo meridionale, alla più recente emigrazione in Europa e alle forme di mobilità che si stanno sviluppando negli ultimi anni.
In sostanza un museo delle migrazioni e delle nuove mobilità che affianchi e sviluppi l’esperienza storica degli italiani nel mondo ricollocandola nel contesto dinamico e globale in cui siamo immersi. Mi auguro che in questa prospettiva si possa chiudere con dignità l’esperienza precedente, evitando situazioni imbarazzanti come quella denunciata, e fare concreti e seri passi in avanti in direzione di un museo nuovo, adeguato ai tempi e vicino per linguaggi e contenuti alla sensibilità delle nuove generazioni. On. Marco Fedi

9 – FEDI (PD): È ENTRATO IN VIGORE L’ACCORDO ITALO-SVIZZERO CHE ELIMINA IL SEGRETO BANCARIO . È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 luglio ed è quindi entrato in vigore il protocollo che modifica la convenzione bilaterale tra Italia e Svizzera del 1976 per evitare le doppie imposizioni fiscali. A questo punto i due Paesi possono scambiarsi le informazioni fiscali secondo il vigente standard internazionale sullo scambio di informazioni su domanda, soddisfacendo così le esigenze dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in materia di assistenza amministrativa in ambito fiscale. Va ricordato che le nuove disposizioni riguardanti lo scambio di informazioni su richiesta sono applicabili per fatti avvenuti a partire dal 23 febbraio 2015, giorno in cui Svizzera e Italia avevano firmato il Protocollo. Roma, 1° agosto 2016
L’accordo ha avuto un iter complesso per i numerosi punti controversi ma tuttavia ora consente alla Svizzera di uscire dalla "black list" italiana dei paradisi fiscali. Il testo fa parte di un insieme di accordi tra Italia e Svizzera volti a disciplinare e regolare tutta una serie di questioni fiscali tra i due Paesi e a regolare alcune questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio . Inoltre, e soprattutto, con l’entrata in vigore dell’accordo viene praticamente eliminato il sistema del segreto bancario svizzero che non potrà più essere opposto alle autorità fiscali italiane da parte delle autorità e delle banche svizzere.

In virtù di quanto disposto dall’accordo, le autorità dei due Stati contraenti sono tenute a scambiarsi le informazioni fiscali quando esse sono effettivamente rilevanti per l’applicazione delle normativa nazionale relativa a tutte le imposte. Purtuttavia tali informazioni sono tutelate sotto i profili della privacy secondo la legislazioni nazionali e sono perciò comunicate solo alle autorità che si occupano dei controlli fiscali e rivelate sono nel corso di una eventuale procedura giudiziaria.
In generale, lo scambio di informazioni fiscali ha lo scopo di garantire la trasparenza, vietando però agli stati contraenti di: “Intraprendere una ricerca generalizzata e indiscriminata di informazioni (fishing expedition) o di domandare informazioni la cui rilevanza in merito agli affari fiscali di un determinato contribuente non è verosimile.

10 – FEDI (PD): STIMOLANTE E POSITIVO INCONTRO A AUCKLAND CON COMITES E COMUNITÀ ITALIANA. Auckland sorprende per la sua capacità di sorprendere. Nei cambiamenti climatici. All’aeroporto ci accoglie un cielo incerto che promette tutto e consegna il meglio di una giornata di pieno inverno: nuvole grevi, raggi di sole dirompenti, poi pioggia e vento e un temporale serale dal quale non è uscito indenne neanche chi si era dotato di ombrellone ROMA, 2 AGOSTO 2016.
Nella sua umanità. La sera a cena conosciamo una diversità e ricchezza culturale inaspettate. In quattro, Marco, Sandro, Wilma e Gabriella, in un ristorante di Parnell, il Woodpecker Hill, in cui il piacere per la cena a base di piatti di un’innovativa cucina “fusion” si arricchisce dell’attenzione dei camerieri per quel piccolo testimone d’Italia che davanti a loro parlava e rideva. In una lingua nota a chi, come ci hanno poi raccontato, ama trascorrere vacanze e momenti di gioia nella penisola: l’Italia piace a tutti, attrae, trasporta anima e cuore e, grazie a Dio, anche portafogli.

Nella sua splendida comunità italiana. La domenica mattina Sandro Aduso, Presidente del Comites, letteralmente pianta la bandiera italiana davanti all’ingresso della Ferndale House di Mount Albert. La scena fa pensare all’arrivo sulla vetta di un picco conquistato o all’affermazione che in quel territorio abbiamo il diritto di esserci, oppure, più semplicemente, al messaggio che ci siamo, siamo italiani e “we are open for business”. Sì, perché la bandiera è il richiamo agli altri componenti del Comites – i “comitesini”, come li chiamano scherzosamente –, è il segnale che la chiave elettronica fornita dal Comune ha aperto l’ingresso della splendida abitazione coloniale all’orario previsto, e quindi "ci siamo", siamo pronti per la comunità italiana.

Nel suo Comites, ricco di vitalità ed energia. Inizia, così, un lavoro intenso, di riflessione, analisi e proposta mentre fuori si alternano pioggia, grandine, vento e sole. I temi del giorno sono molti. Si parte con la scuola e la richiesta molto interessante è di verificare la situazione e le dinamiche delle scuole locali pubbliche, per sostenere soluzioni positive e anche per verificare quali spazi esistano per la nostra comunità. Capire e poi progettare gli interventi. Con un obiettivo ambizioso ma non irraggiungibile: l’inserimento dell’italiano nell’ordinamento scolastico locale. Si decide che sarà un sottocomitato a gestire il progetto.
Penso alle nostre strane dispute, spesso anche con chi dovrebbe stare dalla nostra parte, per avere risorse da destinare a questi obiettivi. Penso che se non si interromperà una volta per tutte la sequenza dei tagli non riusciremo a dare segnali positivi a chi ce li chiede, fosse anche solo per sostegno morale. Mi batterò con loro, per dare risposte positive e segnalerò l’importanza di questo primo fondamentale passo.
Affrontiamo, poi, il tema dell’accordo di sicurezza sociale. Ricordo lo strano episodio: l’accordo è approvato dal Consiglio dei Ministri con altre ratifiche e poi sparisce nel nulla.
Certo, si tratta di piccole comunità, sia i neozelandesi in Italia che gli italiani in Nuova Zelanda. Sottolineo che l’impatto economico è minimo e che le modifiche intervenute nel frattempo – parliamo di un accordo firmato 18 anni orsono – possono essere inserite in uno scambio di note. Una petizione popolare ha raccolto oltre 700 firme proprio per chiedere che vi sia un’accelerazione. L’Italia potrebbe dare un segnale positivo anche in questo campo, se lo volesse. Penso che anche i camerieri del Woodpecker Hill sarebbero felici se apprendessero che il Paese dove trascorrono le vacanze e che amano più d’ogni altro, rispetta gli impegni assunti.
Parliamo, ancora, di assistenza sanitaria, AIRE e servizi consolari. Dei nuovi flussi migratori, della nuova mobilità professionale e del visto vacanza lavoro. Temi in comune con altre nostre comunità presenti in diverse parti del mondo, in particolare in Paesi che attraggono mano d’opera, professionisti e ricercatori. Tocchiamo anche il tema delle opportunità di scambio economico-commerciale e della necessità di unire le forze, di lavorare insieme, utilizzando le potenzialità della comunità italiana. Il Festival culturale italiano del 25 settembre rappresenterà un’occasione di collegamento tra questi settori della comunità italiana.
Ricordo il momento che attraversiamo. Le preoccupazioni legate al terrorismo, tema che sembra lontano in questo momento dalla tranquilla vita in questa parte del mondo ma che riguarda, invece, tutti, sempre di più, non solo per difendersene ma per evitare che condizioni le nostre vite e le nostre scelte flussi di migranti, le tante, troppe, morti nel Mediterraneo e nel mondo. La necessità che il tema a livello europeo non sia solo legato alla sicurezza ma affrontato con scelte comuni come questione legata ai diritti umani, all’integrazione e all’accoglienza. La lentezza della ripresa economica, resa oggi più complessa dalla Brexit, rende più difficile mantenere l’idea di un’UE che sia di apertura ma anche di libera adesione e di diversi livelli di partecipazione.
Parlo dell’impegno del Governo Renzi per avere un’Unione europea impegnata sul fronte dell’immigrazione, con scelte comuni e condivise, tenendo insieme lotta al terrorismo e continuità dell’impegno umanitario. Non rinunciamo alla nostra identità, alla nostra umanità, al nostro modo di concepire le relazioni tra i popoli e le persone. Ricordo le tante riforme fatte e il lungo cammino ancora da percorrere.
Infine, l’impegno per una riforma costituzionale, che con convinzione ho votato tre volte, che il Parlamento ha approvato a larghissima maggioranza e che il popolo italiano sosterrà con il Sì per avere un’Italia in cui la politica sia più efficiente, meno costosa, in grado di dare risposte più sicure e veloci ai bisogni dei cittadini.
Questa Italia, anche con la comunità italo-neozelandese, nel quadro di più estesi rapporti con l’Asia-Pacifico e Wellington, costituirà sempre più un punto di riferimento politico e culturale, oltre che una gradevole meta turistica. Questi contatti, così freschi e stimolanti, e la pausa estiva, ci aiutino a riflettere sugli impegni che abbiamo davanti a noi, a partire dalla prossima legge di Stabilità. On. Marco Fedi.

11 – DEPUTATI PD ESTERO: METTERE AL SICURO IL MUSEO NAZIONALE DELL’EMIGRAZIONE E RIPENSARNE L’IMPOSTAZIONE SCIENTIFICA. PRESENTATA UN’INTERROGAZIONE. Una forte denuncia a firma di un autorevole editorialista, Gian Antonio Stella, attento alle vicende dell’emigrazione italiana e autore lui stesso di best seller e spettacoli sull’argomento, ha richiamato nel modo meno sperato l’attenzione sul Museo dell’emigrazione italiana. O meglio su quanto ne resta dopo le incerte vicende degli ultimi anni. ROMA, 4 AGOSTO 2016
Tuttavia, diversamente da quanto leggiamo nell’articolo, è accaduto che il dominio museo nazionale emigrazione.it sia stato “vittima” di un caso di domain grabbing (accaparramento di nomi a dominio).
Un certo “Jose Gio” ha infatti acquistato il dominio e creato un sito dove, nascosti tra le righe di quelli che sembravano articoli seri, ha inserito una serie di parole chiave che facevano preciso riferimento e reindirizzavano a siti e contenuti pornografici. Il sito stesso veniva indicizzato da Google come sito ufficiale del museo e dunque, considerando la reputazione del motore di ricerca, non vi era alcun dubbio che il sito fosse legittimo.
La cosa dispiace per il fatto in sé e anche per l’esempio di distrazione e lentezza che si è dato ad una platea internazionale, dal momento che l’On. Fedi già nel mese di marzo aveva segnalato la cosa ai ministeri interessati.
Quello che più importa, ora, è parlare del Museo dell’emigrazione, non per gli incidenti di percorso, ma per il suo destino e per il suo rilancio. E’ quello che abbiamo fatto con una nostra interrogazione, a prima firma Fedi, al Ministro degli esteri e al Ministro dei beni e attività culturali. In essa, oltre a chiedere in quale modo si pensa di mettere in sicurezza un sito che dovrebbe raccogliere la vicenda storica e umana di milioni di italiani, contribuendo anche a dare un’immagine dell’Italia all’estero, abbiamo posto la questione ben più cruciale del destino e dell’impostazione del Museo.
Si ricorderà, infatti, che il Ministro Franceschini nello scorso autunno ha annunciato la fine della provvisoria ospitalità presso il Vittoriano a Roma e l’avvio di una fase di concertazione con i rappresentanti delle istituzioni locali liguri per il trasferimento del MEI presso il Museo del Mare (MUMA) di Genova. In più occasioni e anche in contatti diretti, abbiamo manifestato la nostra disponibilità a considerare in modo aperto questa eventualità, offrendo anche la nostra collaborazione, se ritenuta utile.
Il vero problema è che il Museo è nato male e vissuto peggio, dal momento che fin dalla sua origine è stato svuotato dell’iniziale impostazione, delineata nel 2008 dal Governo Prodi, dal Ministro D’Alema e dal Vice Ministro Danieli, oltre che dagli eletti all’estero dell’epoca, che lo concepiva, in linea con le più innovative esperienze internazionali, come museo delle migrazioni, in uscita e in entrata, e come asse di coordinamento di una rete di musei e di centri di ricerca nazionali e internazionali, realizzata tramite un ampio ricorso alla multimedialità.
La questione più importante, dunque, è quella di vedere se nella fase che si apre, nel nuovo progetto scientifico del Museo nazionale dell’emigrazione si riesca a salvaguardare l’esigenza di rispondere all’originaria impostazione di esso, caratterizzandolo come luogo di rappresentazione del paese sia sul versante dell’esodo e delle nuove mobilità che su quello dell’approdo e dell’accoglienza, nonché come rete di connessione e di valorizzazione delle altre istituzioni museali esistenti. Per quanto ci riguarda, abbiamo da tempo dato un nostro contributo presentando un disegno di legge ancorato a questi concetti.
Sarebbe certo utile se su queste cose si evitassero reazioni localistiche e si aprisse – in Italia e all’estero, tra gli esperti e tra i rappresentanti delle nostre comunità – un confronto di orientamenti e di posizioni, che certo non ci vedrà estranei.
I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

12 – 08 Agosto 2016: 60° DELLA TRAGEDIA DI MARCINELLE. Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo Il massacro di Aigues Mortes, alle saline di Fangousse, presso Marsiglia, nell’agosto del 1893; Monongah, nella Virginia occidentale, il 6 dicembre del 1907; Dawson, nel New Messico, il 22 ottobre del 1913; Marcinelle, in Vallonìa, l’8 agosto del 1956: 543 minatori italiani persero la vita nel buio delle miniere, vittime di infernali esplosioni, generalmente dovute ad ogni e qualsiasi mancanza dei più elementari sistemi di sicurezza. Altri cinquecento caduti erano di tante e diverse nazionalità a testimonianza di un sacrificio collettivo della parte di una umanità disperata, umiliata e sconfitta.
Tutti assieme, miserabili e senza voce: 136 Italiani, 95 Belgi, 8 Polacchi, 6 Greci, 5 Tedeschi, 3 Ungheresi, 3 Algerini, 2 Francesi, 1 Britannico, 1 Olandese, 1 Russo e 1 Ucraino, nel disastro di Marcinelle: l’Unione europea profetica dei grandi visionari del secolo diciannovesimo.

SOPRAVVIVERE ALLA MISERIA
E soprattutto noi, rappresentanti di un’Italia che scelse la via del mondo per sopravvivere alla miseria, dovremmo visitare, quando la memoria vacilla, i monumenti agli eroi caduti sul lavoro di Manoppello in Abruzzo, dove qualche giorno fa la principessa belga Astrid insieme all’ex premier Elio Di Rupo, abruzzese di nascita, ha partecipato alla commemorazione, e San Giovanni in Fiore in Calabria.
Osservare la commozione dei loro cittadini di fronte alla stele che ricorda i loro caduti: il segno della croce per chi crede, il comportamento teso e silenzioso di tutti nel mentre posano una rosa scarlatta bagnata dal pianto a imperituro ricordo.

“GERMINAL, DI EMILE ZOLA
Tra il 1946 e il ‘66, venti anni, oltre 900 minatori perirono in incidenti nelle miniere di carbone dell’Europa del nord. Uno sconosciuto stillicidio di sangue al mostro delle tenebre annidato tra gli oscuri cunicoli scavati laggiù, nel centro della terra.
Eppure, ogni giorno, o settimana e mese, da qualche parte di un modesto villaggio, In Italia o nelle terre del nord, una donna, attorniata dai pargoli privati del padre, la loro stella polare, ha pianto il suo uomo scomparso nell’attacco al grisou.
Altre migliaia scomparvero in gioventù, attaccati dal male sottile, la miscela assassina che impregnava i polmoni sino a togliere la voglia di un forte respiro.
Alcuni osarono ribellarsi al destino segnato, come accadde nel nord della Francia, tra Villerupt e Lille, nei grandi scioperi delle miniere del quinquennio 1860-65 pagando un prezzo di sangue durissimo. E nessuno ha mai saputo spiegare quale fosse stato il destino più buio, tra la morte o una simile vita.
Ci provò, per la verità, Emile Zola, a raccontare in “Germinal” – un’opera che rileggerò – quale fosse la sorte dei senza speranza di quel secolo. E fu poi la maestria di Gérard Depardieu a immortalare la storia del protagonista nel film di Claude Berri.

LA STORIA DEL NOSTRO POPOLO
La speranza dei moti rivoluzionari svanita nel nulla della repressione e della sconfitta. Dentro le vicende di secoli d’emigrazione spiccano le storie del sacrificio e del lavoro italiani nel mondo.
L’ultimo avvenne lassù, oltre i duemila metri del lago di Mattmark, il 30 agosto del 1965. La vendetta del ghiacciaio dell’Allalin si prese 88 lavoratori addetti alla costruzione della diga, di cui 56 italiani.
L’emigrazione italiana, popolo di una terra ingrata, esiste da secoli. È la storia di un popolo che ha appreso la ricchezza dell’incontro per progredire assieme.
Fummo assunti nelle terre della Vallonìa per alcuni chili di carbone da fornire all’Italia misera e derelitta del primo dopoguerra.
Marcinelle, con i rintocchi della campanella in ricordo delle 262 vittime ci ha indicato un nuovo cammino. Perché non dovessimo più far visita al vecchio emigrato avvinto alla bombola a ossigeno, sorella del suo ultimo scorcio di vita.
Sognava di tornare, anche per un solo giorno, al villaggio natio il vecchio muso nero, come Lui amava definirsi.
Le polveri sottili del grisou lo accompagnarono una notte nel giardino dei giusti e degli eroi del lavoro senza che il suo desiderio fosse esaudito.
Altri, inarrendevoli e tenaci, hanno continuato l’impegno per condizioni di lavoro più giuste e umane.

UNA NUOVA PRIMAVERA PER IL LAVORO
Vorremmo dare un nostro contributo per creare, assieme, la grande nazione europea partendo dalle ragioni di quel tempo: la dignità, la convivenza e la solidarietà verso i nuovi miserabili che bussano alla nostra casa comune.
Filippo Turati e Jean Jaurès, i grandi del socialismo dell’800-900, nel vacillare della fiducia, pensavano all’umanità.
L’umanità degli sconfitti di Marcinelle che gettarono il seme della speranza.
“Germinal”: l’inizio di una nuova primavera per il lavoro italiano in Europa e nel mondo. Roma, 4 agosto 201 ( On. Farina)

 

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