12069 PD Parlamentari estero

20160516 22:01:00 guglielmoz

1 – Fedi e La Marca (PD). Promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo: tutti i rischi di una riforma annunciata. Roma
2 – Fedi e Porta (PD). Ristrutturazione casa: bonus fiscale anche per i residenti all’estero
3 – L’ON. La Marca ha partecipato al gran gala molisano 2016 organizzato dalla FAMQ A MONTREAL
4 – FEDI (PD) – La legge sulle unioni civili e le convivenze, un passaggio storico per il nostro Paese
Il Governo Renzi ha voluto porre un termine al lungo e appassionato confronto sulla regolamentazione delle unioni civili e delle convivenze e, per questo, ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del provvedimento
5 – DEPUTATI PD ESTERO: SOLUZIONE GIUSTA E ATTESA CHE RENDE TUTTI PIÙ LIBERI ED EGUALI
6 – FEDI E PORTA (PD): IN ARRIVO LA 14MA ALL’ESTERO MA CON L’IMPORTO SEMPRE “SBAGLIATO” E PIU’ BASSO

1 – Fedi e La Marca (PD). Promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo: tutti i rischi di una riforma annunciata. Roma, 9 maggio 2016
L’attesa riforma in materia di insegnamento della lingua italiana all’estero derivante dall’esercizio della delega dettata dalla legge 107/2015, costituisce per noi uno degli obiettivi prioritari di questa legislatura.
La riforma della “Buona scuola” voluta da questo governo e le stesse dichiarazioni del Presidente Renzi sulla lingua italiana quale ponte più diretto ed efficace tra l’Italia e le nostre comunità, ci hanno permesso di sperare di poter arrivare, dopo tanti anni, ad un risultato concreto. Per questo motivo il nostro augurio è che il decreto non ci consegni una riforma che sia il frutto esclusivo del confronto MIUR e MAECI. In sostanza, che questa riforma di sistema non sia scritta da pochi.
La nostra prima preoccupazione riguarda, in questa fase, proprio i protagonisti della riforma. Per ora si tratta soltanto dei due ministeri, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) da un lato, e il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) dall’altro, su un impianto di delega molto ampio.
La seconda preoccupazione è conseguente alla prima: dal novembre 2015, periodo in cui abbiamo esaminato una prima bozza, ad oggi, il coinvolgimento del Parlamento è stato minimo. I momenti di incontro sono sempre utili, sia chiaro. Crediamo, tuttavia, che non bastino pochi minuti per predisporre l’impianto di una riforma che si attende da decenni.
Che uso faranno i funzionari ministeriali del lavoro svolto dal Comitato per le questioni degli italiani nel mondo del Senato, delle proposte avanzate dal documento dei deputati del PD, delle diverse proposte di legge depositate in Parlamento?
C’è davvero il bisogno di conoscere la direzione in cui si sta procedendo. Abbiamo bisogno di capire, ad esempio, se i punti cardine su questa materia avanzati dal CGIE nella sua relazione per l’anno 2014 con proiezione per il triennio 2015-2017, analizzata lo scorso 27 gennaio in seno al Comitato permanente sugli Italiani nel mondo della Camera dei Deputati, siano stati recepiti e in che modo. Abbiamo bisogno di sapere, se la riforma tiene conto del dibattito e del lavoro svolto negli anni, di sapere se punta sulla qualità e sulla formazione, su una programmazione pluriennale, su fondi garantiti, su personale assunto localmente e preveda accordi con i paesi in cui operano gli enti gestori. Abbiamo bisogno che la riforma modifichi sostanzialmente l’orientamento della legge 153/71 e cioè l’assistenza scolastica ai figli dei migranti, ampliandola a tutti i cittadini dei paesi di emigrazione e di presenza italiana nel mondo, come lingua di cultura, lingua comunitaria e lingua straniera: in altre parole rivolgersi a tutti i soggetti, in età scolare e adulti, fissando priorità secondo le esigenze locali determinate con lo strumento del Piano Paese.
Vogliamo augurarci che il testo della riforma risponda alle reali attese delle nostre comunità nel mondo. Sicuramente un rapporto più costruttivo con il Parlamento e con il CGIE consentirà di recuperare gli spazi di confronto necessari per arrivare prima e meglio ad una approvazione della riforma. I deputati del PD Marco Fedi e Francesca La Marca

2 – FEDI E PORTA (PD). RISTRUTTURAZIONE CASA: BONUS FISCALE ANCHE PER I RESIDENTI ALL’ESTERO Roma, 9 maggio 2016
Vogliamo ricordare ai nostri connazionali che con la legge di stabilità per il 2016 (n. 208 del 28 dicembre 2015) è stata prorogata fino al 31 dicembre 2016 la detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni edilizie.
Possono usufruire della detrazione sulle spese di ristrutturazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato. Quindi anche i nostri connazionali proprietari di immobili in Italia i quali pagano l’Irpef al fisco italiano possono beneficiare delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia.
Il requisito fondamentale è quello, ovviamente, di essere proprietari dell’immobile o in alternativa – dice la legge – titolare dei diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto dell’intervento di ristrutturazione ma anche di aver sostenuto le relative spese.
Ma quali sono gli interventi che possono essere oggetto del bonus ristrutturazioni edilizie? Gli interventi sono numerosi e diversificati (a chi è interessato consigliamo di verificare la normativa ed il sito dell’Agenzia delle Entrate), ma tra questi possiamo annoverare i più comuni e frequenti, come ad esempio: gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia, anche relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali; interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici, con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia.
E’ bene chiarire che oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini della detrazione è possibile considerare anche le spese per la progettazione, per le prestazioni professionali relative all’intervento, per la messa in regola degli immobili, per l’acquisto dei materiali, per l’imposta sul valore aggiunto, quella di bollo, per gli oneri di urbanizzazione, etc.
Per ricapitolare, giova ricordare che tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche in Italia, anche se residenti all’estero, possono portarsi in detrazione dalle imposte da pagare per le ristrutturazioni edilizie, il 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2016, con un limite massimo di spesa pari a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Dal 1° gennaio 2017 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.
La detrazione fiscale delle spese per interventi di ristrutturazione edilizia è disciplinata dall’art. 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi) e successive modificazioni. Dal 1° gennaio 2012 l’agevolazione è stata resa permanente dal decreto legge n. 201/2011 e inserita tra gli oneri detraibili dall’Irpef.
Restano fermi i requisiti oggettivi riguardanti le modalità di pagamento (bonifico bancario per ristrutturazione edilizia art. 16-bis del D.P.R. 917/1986 con applicazione della ritenuta d’acconto dell’8%) e i documenti obbligatori che devono essere conservati unitamente alle quietanze di pagamento per tutto il periodo nel quale il soggetto beneficerà della detrazione. I soggetti non residenti che, in un determinato esercizio, dovessero avere un’imposta (Irpef) incapiente o nulla perderanno per quello specifico esercizio il beneficio della detrazione.

3 – L’ON. LA MARCA HA PARTECIPATO AL GRAN GALA MOLISANO 2016 ORGANIZZATO DALLA FAMQ A MONTREAL
L’On. Francesca La Marca è intervenuta sabato 7 maggio al Gran Gala Molisano 2016, organizzato dalla Federazione delle associazioni molisane del Québec (FAMQ), presieduta dall’imprenditore Tony Zara.
All’evento, che si è giovato del particolare apporto organizzativo di Gennaro Panzera e delle Signore Colaninno, Delle Donne, Salvatore e Vitale, anch’esse del Direttivo della FAMQ, hanno partecipato circa seicento persone, a conferma della consistenza e del prestigio di cui gode la comunità molisana nel Québec.
Il successo dell’iniziativa è stato anche il frutto dell’attiva mobilitazione delle ventuno associazioni che si sono particolarmente prodigate, tra le oltre trenta che compongono la rete molisana.
Per l’occasione è arrivata dall’Italia una folta rappresentanza istituzionale. Erano presenti, infatti, il Presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura, le Onorevoli Laura Vennittelli, eletta nel collegio molisano, e Francesca La Marca, eletta nella ripartizione Nord e Centro America, il consigliere del CGIE Norberto Lombardi, il Presidente dell’Associazione A. Giovannitti, la responsabile dell’ufficio regionale per i Molisani nel Mondo Maria Tirabassi, il collaboratore del Presidente della Giunta regionale dottor Gianni Meffe e una quindicina di Sindaci di comuni molisani, che hanno avuto anche incontri con le rispettive comunità.
Nei giorni precedenti, inoltre, una delegazione di operatori economici, accompagnati da funzionari della Camera di Commercio di Campobasso e Isernia, hanno avuto proficui contatti con importatori e aziende locali.
Presenti, inoltre, il Console Padula, il Deputato federale Di Iorio, la Senatrice Ferretti Barth fondatrice del CRAIC di Montreal, il Presidente del COMITES di Montreal Giovanna Giordano e altre autorità locali.
L’On. La Marca, nel suo intervento dal palco, ha ricordato il comune patrimonio di valori dei meridionali e dei molisani in particolare, come l’operosità, la fierezza, l’attaccamento alla terra e ai suoi frutti, la passione per la vita, i forti legami con la famiglia, il rispetto e la fedeltà alle tradizioni.
A questi motivi profondamente connaturati, con il tempo e con l’esperienza di emigrazione si sono aggiunti il coraggio di viaggiare e di spostarsi, la capacità di adattarsi e di integrarsi, il senso dell’ospitalità e del lavoro. “La miscela giusta – ha affermato la parlamentare – per riscuotere successo in una terra nuova quale quella canadese. Non a caso, la comunità molisana in Canada e, in particolare, nel Québec, è una delle più consistenti e compatte del mondo”.
L’On. La Marca, infine, ha concluso con queste parole: “Vi saluto tutti quanti con stima ed affetto e vi ringrazio per il contributo che anche voi avete dato, e che continuate a dare, alla modernizzazione e oggialla ripresa di questa piccola ma affascinante Regione. Il nostro amato sud rimane una terra tutta da scoprire e da valorizzare. Il rilancio del mezzogiorno è elemento chiave alla ripresa dell’Italia intera. Come parlamentare, vi dico che l’Italia in questo momento ha bisogno di noi milioni d’italiani all’estero, almeno quanto noi abbiamo bisogno di un’Italia rinnovata, dinamica e moderna che ci renda orgogliosi della nostra delle nostre origini e della nostra identità”.

4 – FEDI (PD) – La legge sulle unioni civili e le convivenze, un passaggio storico per il nostro Paese
Il Governo Renzi ha voluto porre un termine al lungo e appassionato confronto sulla regolamentazione delle unioni civili e delle convivenze e, per questo, ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del provvedimento. Roma, 11 maggio 2016

Il Partito Democratico ha risposto con disponibilità e convinzione e il Parlamento, nel suo complesso, ha concorso a scrivere una bella pagina politica con l’approvazione di una legge riguardante una materia che nel nostro Paese si è dimostrata tra le più sensibili e dibattute.
L’Italia compie un grande passo in avanti sotto il profilo dei diritti civili, com’è stato in passato per il divorzio.
La legge contiene le disposizioni per la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e norme per la disciplina delle convivenze.
Si conclude in questo modo un lungo e impegnativo iter parlamentare che è passato al Senato per una necessaria e complessa mediazione politica. Oggi si è raggiunto un importante risultato per il Governo Renzi e per il Partito Democratico. Un risultato che, prima ancora di essere politico, è sociale e culturale.
Finalmente una legge che ci riconcilia con l’Europa, risponde ad una profonda esigenza di civiltà e garantisce pari diritti e doveri alle coppie dello stesso genere ed alle convivenze anche tra persone di genere diverso.

5 – DEPUTATI PD ESTERO: SOLUZIONE GIUSTA E ATTESA CHE RENDE TUTTI PIÙ LIBERI ED EGUALI
Dopo decenni di attesa, sull’Italia è comparso un grande arcobaleno, che rende tutti un po’ più liberi e più eguali. L’approvazione della legge sulle unioni civili e sulle convivenze, infatti, riconosce finalmente i diritti finora negati a tanti soggetti dello stesso o di diverso genere, senza togliere nulla a nessuno. Il rispetto per la persona e il valore dei legami di amore hanno prevalso su principi e convinzioni rispettabili se vissuti nella propria coscienza e in termini positivi nelle relazioni sociali, non se usati per escludere o per condannare.
Il provvedimento ci riconcilia con l’Europa e cancella l’insostenibile ritardo rispetto a paesi che già da tempo avevano fatto i passi necessari sulla strada dei diritti civili.
La prima proposta di legge in questa materia è stata presentata 28 anni fa. Da allora solo dinieghi e rinvii: “i tempi non sono maturi…”. Invece è bastato rendere questa questione una priorità programmatica e politica e perseguirla con determinazione e coerenza, come ha fatto il Governo Renzi, per colmare una lacuna vistosa e rendere l’Italia più civile. Tra l’altro, in una materia che è sempre stata di acuta sensibilità nel nostro contesto culturale, per il particolare peso che le gerarchie ecclesiastiche hanno storicamente nella vita politica italiana.
Di questa dimostrazione di senso dello Stato, insolita e difficile nel nostro Paese, va dato atto all’attuale maggioranza e all’attuale Governo, in particolare al Presidente del Consiglio che ha saputo resistere a innumerevoli pressioni e a minacce di ritorsioni elettoralistiche, che non lo hanno frenato nel procedere verso un esito giusto e atteso.
L’annuncio di referendum abrogativo fatto da quanti sono contrari a questa legge non può proiettare ombre sulla gioia di avere fatto una cosa necessaria né sollevare inquietudini sulla risposta dei cittadini. Essi, ad iniziare dagli italiani all’estero che hanno diretti e significativi motivi di confronto, sapranno scegliere, come è accaduto in passato quando si è trattato di riconoscere e tutelare diritti civili.
Sul piano politico, questo passaggio è un ulteriore tappa del cadenzato percorso di riforme che il Governo Renzi ha tracciato e al quale stiamo concorrendo con piena convinzione. Qualcuno, in queste ore, ha improvvidamente minacciato ritorsioni elettorali in occasione del referendum confermativo della riforma costituzionale. Vogliamo pensare che si tratti di reazioni emotive e incontrollate.
Per quanto ci riguarda, nell’ottica del processo di rinnovamento che l’Italia sta vivendo e dopo questo notevole passo avanti sul piano dei diritti civili, vediamo nel prossimo referendum un’altra e non meno importante occasione per rendere il nostro Paese ancora più moderno, efficiente e competitivo. Proprio quello che gli italiani all’estero ci chiedono dopo questi anni di difficoltà, per avere un riferimento rilegittimato e autorevole sul piano internazionale. I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi
6 – FEDI E PORTA (PD): IN ARRIVO LA 14MA ALL’ESTERO MA CON L’IMPORTO SEMPRE “SBAGLIATO” E PIU’ BASSO

Probabilmente consapevole dell’errore commesso nel pagamento della somma aggiuntiva (14ma) ai nostri connazionali residenti all’estero, il Ministero del Lavoro non ha ancora risposto ad una nostra interrogazione del mese di luglio 2015 e quindi l’Inps anche quest’anno a luglio pagherà tale prestazione con un importo inferiore a quello effettivamente spettante. Abbiamo più volte denunciato il fatto – con interrogazioni, emendamenti, iniziative politiche e legislative – il fatto che l’Inps da 9 anni continua a negare ai pensionati in convenzione italiani residenti all’estero l’importo massimo di 504 euro della 14ma e ad erogare invece l’importo minimo di 336 euro. Si tratta di una differenza di quasi 200 euro alla quale invece, secondo noi, avrebbero diritto decine di migliaia di pensionati italiani residenti all’estero.
Ricordiamo che la 14ma (altrimenti definita “somma aggiuntiva”) viene corrisposta ogni anno, solitamente nel mese di luglio, a favore dei pensionati ultrasessantaquattrenni in presenza di determinate condizioni reddituali. Tale beneficio viene erogato anche ai titolari di pensione in convenzione internazionale residenti all’estero i quali possiedano sia il requisito anagrafico (64 anni) che quello reddituale (per il 2016 inferiore a 10.290 euro per avere diritto all’importo massimo). La legge stabilisce che per coloro i quali fanno valere fino a 15 anni di contribuzione la somma aggiuntiva è pari a 336 euro; oltre i 15 e fino ai 25 anni è pari a 420 euro; oltre i 25 anni è pari a 504 euro. Tuttavia l’Inps, anche quest’anno come negli anni precedenti deciderà che ai fini dell’importo da erogare nel caso di pensioni liquidate in regime internazionale deve essere considerata utile solo la contribuzione italiana anche se la legge parla di anzianità contributiva “complessiva” (e cioè, secondo noi, includendo anche quella straniera). Tale decisione ha avuto come conseguenza l’erogazione dell’importo più basso previsto dalla legge alla stragrande maggioranza dei titolari di pensione in convenzione residenti all’estero che di norma in Italia fanno valere un’anzianità contributiva inferiore ai 15 anni a causa dell’abbandono prematuro dalla forza lavoro in Italia per emigrare in altri Paesi. Giova la pena ricordare che la contribuzione estera, anche in virtù del principio dell’assimilazione dei territori che informa tutti i Trattati, gli accordi e le convenzioni internazionali di sicurezza sociale stipulati dall’Italia, viene sempre presa in considerazione dall’Inps sia ai fini della maturazione del diritto che ai fini del calcolo (pensione virtuale) delle prestazioni italiane in pro-rata. Con riferimento alla somma aggiuntiva l’Inps ha deciso invece (e il Ministero del Lavoro non ha mai contestato tale decisione) di non prendere in considerazione la contribuzione estera ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva complessiva degli aventi diritto. Noi sosteniamo che il comportamento dell’INPS (che delimita detta anzianità contributiva alla sola contribuzione italiana) contrasta con il criterio determinativo del pro-rata temporis previsto per le pensioni in regime internazionale; criterio che tiene conto della contribuzione estera e, attraverso l’istituto della totalizzazione, fa rientrare l’anzianità contributiva estera nella determinazione dell’entità della prestazione a carico dello Stato italiano, come disposto d’altronde anche dal Trattato istitutivo della Comunità Europea che prevede l’adozione di un sistema che consenta di assicurare ai lavoratori migranti "il cumulo di tutti i periodi presi in considerazione dalle varie legislazioni nazionali, sia per il sorgere e la conservazione del diritto alle prestazioni, sia per il calcolo di queste".
In virtù di queste considerazioni abbiamo chiesto al Ministero del Lavoro di verificare i motivi del comportamento restrittivo dell’Inps e di valutare l’opportunità di impartire istruzioni all’Istituto previdenziale italiano al fine di riconsiderare le modalità di calcolo della somma aggiuntiva concessa ai nostri emigrati prendendo in considerazione anche la contribuzione estera utilizzata per il perfezionamento del diritto ad una pensione in regime internazionale. Se il Ministero del Lavoro dovesse, come riteniamo giusto, concordare con la nostra argomentazione – ma fino ad ora ha ignorato le nostre rivendicazioni “dimenticando” di rispondere – i pensionati italiani residenti all’estero aventi diritto alla 14ma riscuoterebbero dai 100 ai 200 euro in più nel mese di luglio. Sarebbe inoltre indubbiamente utile che anche associazioni e patronati dell’emigrazione sostenessero pubblicamente la nostra tesi.
I deputati: Marco Fedi, Fabio Porta

 

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