12059 PD – Parlamentari estero.

20160504 23:29:00 guglielmoz

1 – MARCO FEDI: IL CORRIERE DI TUNISI COMPIE 60 ANNI. UN PASSAGGIO IMPORTANTE PER LA COMUNITÀ ITALIANA IN TUNISIA E PER LA STAMPA IN ITALIANO ALL’ESTERO. La scorsa settimana si è celebrato a Tunisi il sessantesimo anniversario della fondazione del Corriere di Tunisi con una serie di importanti iniziative. Per l’occasione è stato pubblicato un numero speciale del mensile che raccoglie diversi contributi e testimonianze.
2 – LA MARCA (PD): INTENSA DOMENICA DI INIZIATIVE E DI INCONTRI COMUNITARI A MONTREAL
3 – L’ON. LA MARCA HA ACCOMPAGNATO AD OTTAWA E TORONTO IL SOTTOSEGRETARIO DELLA VEDOVA IN VISITA UFFICIALE IN CANADA
4 – FARINA (PD): “HO RICHIESTO AI MINISTRI DEGLI ESTERI E DEL LAVORO DI SEMPLIFICARE LE PROCEDURE DI ACCERTAMENTO DELL’ESISTENZA IN VITA DEI PENSIONATI”
5 – FEDI E PORTA (PD) – PENSIONE ANTICIPATA: ANCHE LE LAVORATRICI ITALIANE ALL’ESTERO POSSONO USUFRUIRE DELL’”OPZIONE DONNA
6 – LA MARCA: OGGI A TORONTO L’INAUGURAZIONE DELL’ITALIAN FALLEN WORKERS MEMORIAL
7 – FEDI (PD)/ RIENTRO CERVELLI E MODALITÀ D’ATTUAZIONE: CHE FINE HA FATTO IL DECRETO DEL MEF?
L’intreccio delle normative introdotte negli ultimi anni per disciplinare le agevolazioni fiscali a favore dei “cervelli” che rientrano in Italia sta generando purtroppo un po’ di confusione tra i soggetti potenzialmente interessati i quali mi scrivono per avere chiarimenti.
8 – FEDI INCONTRA A ROMA I RAPPRESENTANTI DEL COMITES DELL’EGITTO: LA NOSTRA COMUNITÀ RICHIEDE MAGGIORE ATTENZIONE E INTERESSE.
L’On. Fedi ha incontrato ieri alla Camera dei Deputati Piero Donato e Alessandro Lezzi, componenti del Comites dell’Egitto, e Andrea Melchiorri.

1 – IL CORRIERE DI TUNISI COMPIE 60 ANNI. – UN PASSAGGIO IMPORTANTE PER LA COMUNITÀ ITALIANA IN TUNISIA E PER LA STAMPA IN ITALIANO ALL’ESTERO. Di seguito il contributo dell’on. Marco Fedi.
Il Corriere di Tunisi compie sessant’anni. Un passaggio denso di memoria storica e di implicazioni attuali, che proietta il suo significato sull’intera vicenda della stampa in italiano all’estero.
Una lunga parabola storica, si diceva. Il Corriere di Tunisi, infatti, affonda le sue radici ideali e culturali nell’appassionante vicenda della famiglia Finzi, di lontana tradizione liberale e democratica. Una famiglia di esuli politici, di emigrati e di protagonisti della vita culturale e civile della Tunisia. Italiani di una diaspora aperta all’incontro e al dialogo, promotori di un solido legame culturale, sociale e politico tra Italia, Tunisia e Paesi del Nord Africa, quasi una premonizione dell’orientamento che oggi l’intera Unione comunitaria persegue in quella parte di Mediterraneo, cruciale per il futuro della stessa Europa.
Una storia che risale addirittura ai moti liberali del 1820-21, nati per reazione all’assetto restauratore del Congresso di Vienna, che assicurò all’Europa oltre trent’anni di pace, ma a prezzo di dure repressioni. Le grandi Potenze avevano infatti ricercato un equilibrio tra loro, a scapito delle legittime aspirazioni nazionali. Alla privazione di libertà si aggiunse una grave crisi economica, particolarmente acuta nel 1817-18, che fu causa di povertà, carestia e disoccupazione e alimentò i moti popolari e la nascita delle società segrete, in particolare della Carboneria. Scopo di queste associazioni era la trasformazione dei regimi assolutistici in regimi costituzionali.
E’ questo il periodo in cui Giulio Finzi, insieme a molti altri giovani liberali, si trasferì da Livorno a Tunisi, dopo il fallimento dei moti carbonari del 1820‑1821. Essi ebbe­ro un ruolo importante nella modernizzazione dello Stato tunisino e contribuirono attiva­mente alla creazione di infrastrutture, opere civili e imprese, come tipografie, ospedali, banche, scuole laiche e militari, che indussero le autorità locali più lungimiranti a incoraggiarli a stabilirsi in modo definitivo in Tunisia.
Su questo solido retroterra storico e ideale, a Tunisi nasceva sessant’anni fa il Corriere, fondato dalla famiglia Finzi, che nel corso della sua lunga esistenza è stato un costante fattore di promozione della comunità italiana nel quadro dell’evoluzione della società tunisina e un presidio democratico per l’intero contesto locale.
Il punto di incrocio più alto e significativo dell’impegno del giornale con la società tunisina è stato sicuramente la “primavera araba”. Il 17 dicembre 2010, preso dalla disperazione, un giovane venditore ambulante tunisino di nome Mohamed Bouazizi si suicidava, dandosi fuoco, per protesta contro la disoccupazione e i soprusi della polizia, e dava il via a sommosse popolari in tutto il mondo arabo. Cinque anni dopo un altro giovane tunisino, Ridha Yahyaoui, si toglieva la vita per l’esasperazione di non trovare lavoro, scatenando le proteste popolari nelle stesse città, che cinque anni fa abbattevano il regime di Zine el Abidine Ben Ali.
Nonostante l’esperienza tunisina sia stata considerata quella di maggior successo nel panorama della cosiddetta “primavera araba” per il progresso democratico che ha innescato, essa è diventata allo stesso tempo un esempio delle contraddizioni che possono scaturire dall’incapacità di far fronte al malessere economico, all’isolamento e alla frustrazione dei giovani nordafricani.
Il Corriere di Tunisi, in un ambiente attraversato da tensioni così acute, ha svolto il suo compito con grande capacità di dialogo interculturale e interreligioso. Lo ha fatto con la propria comunità, con la società tunisina, con le istituzioni italiane, con la tenacia e la consapevolezza di chi sa che i diritti dei nostri connazionali si possono tutelare veramente solo nel quadro di politiche positive a favore delle comunità italiane nel mondo e in stretto collegamento con il progresso delle società di insediamento. Il lavoro giornalistico è stato un quotidiano impegno di riflessione e di analisi volto a sostenere le istanze di partecipazione democratica della comunità degli italiani nel mondo, a creare le condizioni per una forte presenza in Tunisia, Paese sempre amato profondamente, ad alimentare l’intento di essere parte dei passaggi della storia del Mediterraneo.
Ancora oggi attorno al Corriere di Tunisi si raccoglie una dinamica e attiva comunità italiana e una comunità tunisina che ha sognato, con Elia e tutta la famiglia Finzi, il cambiamento, la speranza di continuare a crescere nella libertà e nella democrazia. Per questa continua spinta verso il cambiamento dobbiamo essere grati al Corriere di Tunisi e alle generazioni di uomini e donne che attraverso la carta stampata, l’editoria, la comunicazione ci hanno raccontato il cammino verso il progresso ed in molti casi ne sono stati protagonisti.
Alla stampa italiana all’estero si guarda spesso con sufficienza, considerandola un fenomeno sostanzialmente residuale rispetto all’editoria nazionale e alla stessa vicenda emigratoria. Si tratta di una rappresentazione storicamente non fondata perché essa non solo è stata un fattore importante nella costruzione della comunità italiana nel mondo, ma ha rispecchiato la stessa evoluzione della società italiana, nonché la formazione e le trasformazioni che lo Stato nazionale ha subito nel corso del tempo.
Non a caso il periodo nel quale le testate italiane all’estero nascono e si diffondono è quello risorgimentale, ad opera soprattutto della diaspora di liberali, mazziniani e garibaldini che furono costretti a lasciare il Paese per evitare le repressioni poliziesche. In questo quadro, ad esempio, si collocano la creazione di una catena di giornali in italiano, impegnati a “mantenere vivo tra i nostri lo spirito della patria”, in Brasile (1836), in Uruguay (1841) e a Buenos Aires (1856) ad opera del mazziniano Giovanni Battista Cuneo; la stessa funzione ebbero “El Correo Atlantico” (1836) tra Stati Uniti e Messico per merito di Orazio De Attellis, “L’Eco d’Italia” (1849) a New York per iniziativa di Francesco Secchi de Casali, e altri ancora.
Una più forte capillarizzazione di questa esperienza e un passaggio dai temi patriottici e risorgimentali a quelli prevalentemente di natura sociale si sono avuti con l’emigrazione di massa. Si è trattato di pubblicazioni che hanno avuto il sostegno della rete di associazioni di mutuo soccorso che nel frattempo si erano costituite e diffuse, sotto la spinta dei principi solidaristici propagati dal nascente movimento dei lavoratori. In Europa, nello stesso periodo, si segnalano le esperienze di periodici non solo informativi, ma politici e culturali che si ebbero soprattutto in Svizzera e in Francia, in particolare a Parigi e a Marsiglia. Postazioni destinate diventare un riferimento importante, quando, dopo l’avvento del fascismo, verso di esse si diressero i nuovi esuli della libertà.
Siamo di fronte, dunque, ad un importante patrimonio sociale, civile e culturale che in passato ha avuto una funzione essenziale nel costituire il profilo delle nostre comunità, nel favorirne un’integrazione non subalterna, nel mediare gli interessi del nostro Paese in contesti stranieri e nel preservare la lingua italiana. Un ruolo che per molti tratti conserva la sua validità ancora oggi, anche in considerazione del fatto che vi sono all’estero poco meno di cinque milioni di cittadini italiani chiamati ad esprimere i loro diritti anche attraverso una partecipazione democratica consapevole.
Nello stesso tempo, come nel caso del Corriere di Tunisi, sono strumenti che hanno la possibilità di contribuire significativamente alle dinamiche della società in cui operano, nel nostro caso quella tunisina. Ritrovare lo spirito e l’essenza della “primavera araba” significa riprendere e dare sviluppo ai passaggi democratici che si sono realizzati: maggiore libertà di espressione e più ampia partecipazione democratica, con le elezioni politiche e la costituente per approvare la nuova Costituzione. Sono passaggi fondamentali anche se ancora parziali, insidiati per altro dal terrorismo jihadista e dalle incursioni di Daesh ai propri confini. Ma, nonostante la serietà di queste minacce, non c’è altra strada da percorrere. E il Corriere di Tunisi, dopo sessant’anni di impegno ininterrotto, resta saldamente collocato in questa prospettiva.

2 – LA MARCA (PD): INTENSA DOMENICA DI INIZIATIVE E DI INCONTRI COMUNITARI A MONTREAL
Per l’On. Francesca La Marca domenica 24 aprile è stata una giornata densa di iniziative e di incontri comunitari a Montreal. Roma, 27 aprile 2016
La parlamentare, infatti, nella mattinata ha partecipato ai festeggiamenti per il sessantacinquesimo anniversario della chiesa italo-francofona di Santa Caterina da Siena, nell’area ad ovest della città. Oltre all’Arcivescovo di Montreal, Monsignor Christian Lépine, e al Parroco Padre Igino, di origine italiana, erano presenti tra gli altri il Console Filippo Lonardo, la Senatrice Marisa Ferretti Barth del CRAIC, i Professori Mulas e Piccolo del PICAI, Giuseppe Continiello, segretario del Circolo del PD di Montreal e alcuni docenti universitari di origine italiana.
Dopo la messa, c’è stato un ricevimento preparato grazie all’apporto di volontari, quasi tutti di origine italiana. Nel breve saluto portato ai circa 350 convenuti, l’On. La Marca ha dato merito ad alcuni protagonisti della vita comunitaria di Montreal presenti in sala del costante e disinteressato contributo da essi dato alla causa comune e ha fatto cenno alla necessità di salvaguardare l’insegnamento dell’italiano a Montreal e, in particolare, un ente, come il PICAI, che da oltre quarant’anni svolge meritoriamente la sua funzione formativa. La parlamentare, infine, si è compiaciuta di essere in una comunità così unita ed autorevole, animata da un forte senso di solidarietà e di servizio: “Il meglio dell’Italia fuori d’Italia”, ha commentato.
Nel pomeriggio, l’On. La Marca ha visitato “Radio Centre-Ville”, dove il programma in italiano è promosso e coordinato dal giornalista Giuseppe Continiello, e successivamente si è spostata presso la sede principale del PICAI, dove ha potuto visitare i locali e l’importante biblioteca messa a disposizione della comunità. Nella sede dell’ente gestore si è avuto un proficuo scambio di opinioni tra la parlamentare italiana, la Senatrice Barth, i rappresentanti del PICAI Mulas e Piccoli, Giuseppe Continiello e altri presenti. Si è manifestato un consenso unanime sull’esigenza di ottenere da parte del Ministero degli esteri, nel pieno rispetto della normativa vigente, il ripristino dei finanziamenti sospesi da alcuni anni, pena un obiettivo e dannoso arretramento dell’offerta linguistica in italiano in una realtà importante come quella di Montreal e dell’intero Quebec.

3 – L’ON. LA MARCA HA ACCOMPAGNATO AD OTTAWA E TORONTO IL SOTTOSEGRETARIO DELLA VEDOVA IN VISITA UFFICIALE IN CANADA Roma, 26 aprile 2016

L’On. La Marca ha presenziato a tutti gli eventi nei quali si è sviluppata la visita ufficiale in Canada del Sottosegretario Benedetto Della Vedova, dopo le deleghe a lui assegnate dal Ministro Gentiloni, tra le quali anche quella per il paese nordamericano.
La visita si è svolta dal 20 al 22 aprile, sotto l’attenta ed esperta regia dell’Ambasciatore d’Italia Gianlorenzo Cornado, ed è stata densa di incontri istituzionali e di contatti con rappresentanti di forze economiche e sociali, che si sono tenuti ad Ottawa e a Toronto. Essa è iniziata mercoledì 20 aprile ad Ottawa con un ricevimento presso la residenza dell’ambasciatore Cornado, al quale erano presenti parlamentari federali italo-canadesi ed esponenti della comunità italiana della capitale canadese. Tra questi, i deputati federali Judy Sgro e Francesco Sorbara. Presenti anche diversi ricercatori italiani in Canada. Si è parlato di come rafforzare i legami tra i due governi, alla luce del cambiamento di governo in Canada, della considerazione che l’Italia ha per il Canada di oggi, di scambi a livello parlamentare e di altre questioni di rilevante importanza tra le due realtà.

L’indomani, giovedì 21, l’On. La Marca ha partecipato sempre ad Ottawa al Convegno "Brexit, refugees and security: the EU at the crossroads", organizzato dal think tank CIGI (Centre for International Governance and Innovation) insieme al IDRC (International Development Research Centre) e la Carlton University di Ottawa. L’intervento del Sottosegretario Della Vedova, seguito da un acceso e stimolante dibattito, si è concentrato sul ruolo politico dell’Italia all’interno della UE. Ha fatto seguito uno scambio informale di idee con docenti universitari di scienze politiche e di relazioni internazionali.
In serata, la parlamentare ha partecipato ad un ricevimento, ancora presso la residenza dell’ambasciatore, nel corso del quale il Sottosegretario Della Vedova ha incontrato i rappresentati del Sistema Italia e delle aziende italiane in Canada, nonché alcuni rappresentanti del governo canadese. Nell’occasione si è parlato dei rapporti commerciali tra i due paesi e di come rafforzarli, dell’attiva presenza in Canada di alcune grandi imprese come l’ENI, la Finmeccanica, la Fincantieri, la cui testimonianza è stata portata direttamente dai rappresentanti delle aziende presenti all’incontro.
Il Sottosegretario Della Vedova e l’On. La Marca venerdì 22 aprile si sono spostati a Toronto, dove si è svolto un incontro con circa cinquanta rappresentanti della collettività italiana presso il Consolato. In quella sede si è tenuta una tavola rotonda tra il Sottosegretario, l’Ambasciatore Cornado, il Console Pastorelli e l’On. La Marca. L’esponente di governo italiano ha risposto alle domande formulate da diversi esponenti della comunità, ad esempio della Camera di Commercio, del Comites, del circolo PD e di altri. L’On. La Marca si è soffermata sull’attenzione che il Governo Renzi sta manifestando nei riguardi della comunità italiane, sulle questioni della cittadinanza, dei rapporti bilaterali Italia-Canada e dell’Express Entry System, che presenta per gli italiani aspetti di evidente problematicità. La parlamentare ha concluso il suo intervento ricordando le sue proposte di legge e le iniziative parlamentari più significative.
La giornata di incontri si è conclusa con un ricevimento per la Business Community offerto dalla Camera di Commercio di Sondrio, presente con una sua delegazione, presso un ristorante italiano.
A commento della visita, l’On. La Marca ha dichiarato: “Si è trattato di un proficuo giro di incontri con interlocutori istituzionali, uomini di affari e rappresentanti di comunità che ha consentito di verificare il buono stato di salute dei rapporti tra Italia e Canada, di rilevare gli aspetti di eccellenza e le buone pratiche e di precisare gli impegni sui quali concentrare gli sforzi nell’immediato futuro. Per me, in particolare, è stato un’utile ricognizione di situazioni e problemi di cui, naturalmente, terrò debito conto nello sviluppo della mia attività parlamentare”.

4 – FARINA (PD): “HO RICHIESTO AI MINISTRI DEGLI ESTERI E DEL LAVORO DI SEMPLIFICARE LE PROCEDURE DI ACCERTAMENTO DELL’ESISTENZA IN VITA DEI PENSIONATI” Roma, 27 aprile 2016
Per i pensionati italiani all’estero ogni anno si rinnovano l’ansia e il fastidio della certificazione dell’esistenza in vita, da inviare alla City Bank (la banca erogatrice di cui l’INPS si serve) a distanza di alcuni mesi dall’invio da parte della stessa banca del modulo di certificazione, pena la sospensione dell’assegno mensile. Con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
Beninteso, l’INPS fa bene a fare le sue verifiche per evitare di continuare a trasferire somme, sia pure talvolta irrisorie, anche dopo la scomparsa del pensionato, somme che poi diventano non meno complicati e dolorosi recuperi di indebiti a carico dei parenti. Lo stesso ente, per altro, ha annunciato che attraverso i suoi riscontri è riuscito a fare chiarezza su circa 24.000 situazioni, che su 370.000 titolari di pensioni all’estero non sono proprio un’inezia.
Il problema vero, tuttavia, è la periodicità e le modalità richieste per le verifiche. La certificazione, infatti, è richiesta annualmente, sicché il pensionato spesso è costretto a fare gli stessi, faticosi passi a distanza di pochi mesi. Le modalità sono diverse: un’autocertificazione sottoscritta davanti a “testimoni attendibili”, vale a dire ad autorità italiane ed estere indicate dallo stesso ente previdenziale oppure l’attestazione della riscossione avvenuta di persona presso sportelli di un operatore locale.
Poiché l’autentica della firma dai nostri connazionali viene fatta presso gli uffici consolari, dopo la chiusura di numerosi consolati e la diminuzione della dotazione di personale è facile immaginare quale sia il disagio, soprattutto dei pensionati avanti con l’età e in precarie condizioni di salute, nell’adempiere a tale compito. Senza contare le situazioni in cui il consolato è ubicato a notevole distanza dalla residenza degli interessati. Non è raro il caso di pensionati che, per non aver fatto in tempo a inviare la documentazione nei tempi richiesti, si son visti sospendere l’assegno, spesso unica fonte di sopravvivenza.
Per questo insieme di ragioni ho interrogato i Ministri del lavoro e degli esteri affinché intervengano al più presto in questa situazione. A quello del Lavoro ho chiesto di sollecitare l’INPS ad adottare forme di accertamento più diluite nel tempo e che non costringano i pensionati a spostamenti fisici impegnativi, in modo che per loro le pur necessarie verifiche non comportino un disagio crescente e sempre meno sostenibile con l’avanzare dell’età. Al Ministro degli esteri ho chiesto di dare disposizioni affinché gli uffici consolari predispongano servizi decentrati e più veloci per le autenticazioni delle sottoscrizioni delle dichiarazioni di esistenza in vita dei pensionati, coinvolgendo pienamente anche i corrispondenti consolari, in modo da ridurre sensibilmente le difficoltà legate all’operazione.
Ho fatto questo con la serena coscienza di dover manifestare una posizione di solidarietà verso persone in avanti con l’età e con crescenti problemi e, ad un tempo, il profondo rispetto che si deve a persone che con il loro lavoro e la loro vita hanno dato un aiuto importante al nostro paese quando ce n’è stato bisogno e ai paesi di insediamento per il loro sviluppo.

5 – FEDI E PORTA (PD) – PENSIONE ANTICIPATA: ANCHE LE LAVORATRICI ITALIANE ALL’ESTERO POSSONO USUFRUIRE DELL’”OPZIONE DONNA” . Roma, 28 aprile 2016
I due deputati eletti nella Circoscrizione Estero informano le nostre collettività che anche le donne emigrate possono usufruire dell’opzione per il pensionamento anticipato, ancorché con un assegno più basso.

Con questo comunicato vogliamo informare e chiarire che la norma sul pensionamento anticipato definita “Opzione donna” deve applicarsi anche alle pensioni in regime internazionale e quindi a tutte le donne italiane residenti all’estero, o successivamente rientrate in Italia, che possono far valere i requisiti richiesti e scelgono di optare per tale sistema.
Si tratta di una possibilità che potrebbe interessare migliaia di nostre connazionali le quali desiderino ottenere un pensione italiana in anticipo rispetto all’attuale età pensionabile, ancorché con una penalizzazione (che comunque potrebbe essere in alcuni casi compensata con la concessione dell’integrazione al trattamento minimo).
Come gli addetti ai lavori sanno, la legge Fornero aveva confermato fino al 31 dicembre 2015 la possibilità per le donne di andare in pensione prima (e cioè a 57 anni e tre mesi con 35 anni di contribuzione), a patto però che avessero scelto (scelgano) di acquisire una pensione calcolata con il metodo contributivo (che come si sa, con riferimento all’importo, è meno favorevole di quello retributivo). I 35 anni di contribuzione richiesti possono essere perfezionati anche con il meccanismo della totalizzazione dei contributi previsto dalle convenzioni internazionali di sicurezza sociale, siano esse bilaterali o multilaterali come i Regolamenti comunitari. Si tratta di una possibilità introdotta dalla Legge Maroni (articolo 1, comma 9 della legge 243/04) che consente di anticipare l’uscita di diversi anni rispetto alle regole ordinarie che, com’è noto, attualmente richiedono in alternativa o il perfezionamento di almeno 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica ( pensione anticipata ) o il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 65 anni e 7 mesi per le donne dipendenti del settore privato; 66 anni e 1 mese per le autonome unitamente a 20 anni di contributi ( pensione di vecchiaia ).
Con l’opzione donna si può quindi uscire invece con un anticipo di diversi anni rispetto ai requisiti sopra indicati con la condizione del calcolo contributivo.
In base alla normativa in vigore, modificata ultimamente ed ulteriormente con la Legge di stabilità per il 2016, la data del 31 dicembre 2015 va considerata quale termine entro il quale devono essere soddisfatti i soli requisiti contributivi ed anagrafici (e cioè 35 anni di contributi e 57 anni e tre mesi di età) per il diritto alla pensione anticipata nel “regime (sperimentale) donna”, mentre invece la decorrenza della pensione (a patto che si sia cessato o si cessi di lavorare) può essere successiva a tale data (si ricorda che secondo il messaggio Inps n. 9231/2014 , è possibile esercitare l’opzione anche successivamente al mese in cui maturano i requisiti anagrafici e contributivi e cioè anche nel 2016).
Va inoltre menzionato che per questa tipologia di prestazione resta in vigore la cd. finestra mobile secondo la quale l’assegno viene erogato dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome: ciò significa che se una nostra connazionale lavoratrice dipendente residente all’estero (ma anche emigrata e poi rientrata in Italia) ha maturato i requisiti richiesti entro la fine del mese di ottobre 2015 (per esempio) potrà ottenere la pensione (il pro-rata) entro la fine di ottobre 2016 (e potrà eventualmente continuare a lavorare fino a tale data).
Le lavoratrici quindi che maturino il diritto tramite una convenzione internazionale e decidano di optare per il “regime agevolato donna” andrebbero in pensione molto prima ma subirebbero tuttavia una decurtazione sull’assegno (magari già basso perché in convenzione ed ottenuto con pochi contributi in Italia) anche fino al 30% (sono molte le variabili che andrebbero considerate, dall’anzianità contributiva al montante contributivo, etc.).
Per la presa in considerazione della contribuzione utile per il perfezionamento dei 35 anni sono utili i contributi obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione , volontari, figurativi con esclusione dei contributi accreditati per malattia e disoccupazione.
Va sottolineato che la disciplina sperimentale prevede che l’applicazione del sistema contributivo sia limitata alle sole regole di calcolo.
Pertanto a chi dovesse optare per il regime agevolato si dovranno applicare le disposizioni sul trattamento minimo e non è richiesto il requisito dell’importo minimo previsto per coloro che accedono al trattamento pensionistico in base alla disciplina del sistema contributivo (Inps, Messaggio 219 del 4 gennaio 2013).
Alla luce della complessità della materia esaminata, si consiglia comunque alle nostre connazionali interessate alla pensione anticipata di contattare un competente ente di patronato per verificare il soddisfacimento dei requisiti e la effettiva convenienza di optare per il sistema “Opzione donna” che consente di andare in pensione prima ma con un importo pensionistico più basso.

6 – LA MARCA: OGGI A TORONTO L’INAUGURAZIONE DELL’ITALIAN FALLEN WORKERS MEMORIAL – Roma, 28 aprile 2016
Dopo quasi sei anni di intenso lavoro, si inaugura oggi, in occasione della Giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro, il monumento dedicato ai lavoratori italiani caduti in territorio canadese realizzato grazie al contributo di Villa Charities, di donazioni private e con il sostegno del Consolato Generale d’Italia di Toronto.
Il comitato organizzatore, annunciando con orgoglio l’appuntamento, invita tutta la comunità italiana a partecipare numerosa. Alle ore 15.00, presso il Columbus Centre di Toronto, alla presenza di rappresentanti istituzionali dei due Paesi, del mondo associativo italo-canadese e delle famiglie, verranno ricordati gli oltre 1000 lavoratori italiani dell’Ontario caduti sul lavoro.
L’On. La Marca ha inviato al Presidente del Comitato Organizzatore, Marino Toppan, un messaggio di partecipazione in cui esprime la sincera e profonda emozione per l’inaugurazione del memoriale dedicato ai lavoratori italiani caduti in territorio canadese.
“È un atto giusto e doveroso che salva la memoria degli scomparsi e rende loro l’onore dovuto, reca conforto alle famiglie e ai discendenti, esalta il contributo dato dagli italiani allo sviluppo del Canada.
Il desiderio di una vita migliore per sé e per i propri cari troppe volte è stato pagato con il bene più prezioso: la vita. Un esito estremo che ancora oggi trova una sua replica dolorosa nelle migrazioni tumultuose e disperate che portano intere popolazioni lontane dalle proprie case e dai loro legami umani e sociali.
Ogni volta che un lavoratore cade sul luogo di lavoro o sul cammino della speranza è una sconfitta per tutti.
Il sacrificio dei caduti per lavoro in terra canadese rappresenta, dunque, un messaggio universale, che va raccolto e travasato nelle leggi, nelle istituzioni, nelle relazioni umane e nella cultura.
A loro va la nostra infinita gratitudine e il nostro pensiero. Francesca La Marca”.
www.italianfallenworkersmemorial.com

7 – FEDI (PD)/ RIENTRO CERVELLI E MODALITÀ D’ATTUAZIONE: CHE FINE HA FATTO IL DECRETO DEL MEF?
L’intreccio delle normative introdotte negli ultimi anni per disciplinare le agevolazioni fiscali a favore dei “cervelli” che rientrano in Italia sta generando purtroppo un po’ di confusione tra i soggetti potenzialmente interessati i quali mi scrivono per avere chiarimenti. Roma, 2 maggio 2016
In effetti si sono accavallate tre leggi (la legge n. 238 del 2010, il d.lgs n.147 del 2015 e la legge di Stabilità per il 2016) la cui armonizzazione doveva essere realizzata prima con un Decreto applicativo del MEF che non è ancora stato emanato e poi con un Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che è stato pubblicato e di cui abbiamo dato notizia in un precedente comunicato. È l’articolo 16 (Regime speciale per lavoratori rimpatriati), comma 3, del d.lgs n.147 del 2015 che stabilisce che con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze da emanarsi entro novanta giorni dalla data dell’entrata in vigore dello stesso d. lgs (7 ottobre 2015) sono adottate le disposizioni di attuazione del Decreto in questione anche relativamente alle disposizioni di coordinamento con le altre norme agevolative vigenti in materia, nonché relativamente alle cause di decadenza dal beneficio.
Ad oggi questo Decreto (i novanta giorni sono già trascorsi) non è stato ancora emanato. Il coacervo delle norme, e dei vari provvedimenti collegati, possono essere riassunte in questi termini (si tratta di una nostra interpretazione ovviamente dedotta dalla lettura del combinato disposto): i cosiddetti “controesodati” disciplinati inizialmente dalla legge n.238 del 2010 hanno diritto alle agevolazioni fiscali stabilite da quella legge fino a tutto l’anno 2017 (imponibile ridotto del 70-80 per cento) ma hanno altresì la facoltà di optare per le nuove agevolazioni introdotte dal d.lgs n.147 del 2015 (le differenze sono nella durata delle agevolazioni e nell’entità delle stesse), mentre invece i “rimpatriati” i quali non rientrano nella legge n.238 del 2010 ma sono disciplinati dal d.lgs n.147/2015, possono avvalersi esclusivamente delle agevolazioni previste da tale d.lgs (e cioè imponibile ridotto del 30 per cento per 5 anni).
È ovvio che tuttavia solo il MEF con il Decreto ancora da emanare può fugare ogni dubbio e chiarire esattamente diritti, doveri, modalità, soggetti beneficiati, decorrenze e scadenze, periodi di residenza all’estero e in Italia, etc.
Mi adopererò pertanto per attivare ogni strumento politico e legislativo al fine di sollecitare il Governo ed il MEF ad emanare il Decreto ed informare adeguatamente le migliaia di nostri connazionali potenziali beneficiari i quali desiderano rientrare in Italia (ma vanno informati anche coloro i quali sono già rientrati) ed usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalle norme in vigore.

8 – FEDI INCONTRA A ROMA I RAPPRESENTANTI DEL COMITES DELL’EGITTO: LA NOSTRA COMUNITÀ RICHIEDE MAGGIORE ATTENZIONE E INTERESSE.
L’On. Fedi ha incontrato ieri alla Camera dei Deputati Piero Donato e Alessandro Lezzi, componenti del Comites dell’Egitto, e Andrea Melchiorri. Roma, 3 maggio 2016

A conclusione dell’incontro, l’on. Fedi ha ringraziato i rappresentanti del Comites per avergli fornito una preziosa occasione di confronto e di scambio di vedute su una serie di questioni che riguardano la vita e le condizioni della nostra comunità. Questioni che si intrecciano, necessariamente, anche con le vicende politiche ed economiche italiane: dalla politica internazionale alla crisi dei rapporti tra i due paesi in seguito alla drammatica vicenda di Giulio Regeni, dalla scuola alla promozione della cultura e della lingua italiana, dai rapporti economici e commerciali alle questioni in materia di accordi sociali e fiscali, dalla sicurezza ai diritti dei nostri cittadini.
“La nostra comunità in Egitto vanta antiche radici e oggi, seppure limitata nei numeri, – ha ricordato Fedi – rappresenta una realtà di straordinario interesse. I recenti sconvolgimenti politici e sociali di molti paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno contribuito a portare alla ribalta anche le realtà delle nostre comunità che vi risiedono. Comunità integrate ed operose che possono essere considerate di fatto un osservatorio privilegiato per conoscere più approfonditamente questi paesi”.
“L’Italia è uno dei principali partner commerciali e ha una presenza consolidata in Egitto, con più di 100 imprese operanti in una pluralità di settori, tra cui quelli degli idrocarburi, dell’energia, delle costruzioni, quello bancario e manifatturiero. Ma questi aspetti, seppure importanti, non esauriscono la ricchezza degli scambi tra Italia e Egitto e la domanda di partecipazione e di relazione con il paese di origine espressa dalla nostra comunità che, negli ultimi anni, si è rinnovata anche grazie alla presenza di giovani e di imprenditori. Per questa ragione – ha sottolineato Fedi – penso sia importante ascoltare direttamente da loro quali siano le priorità da affrontare insieme”.
Fedi, infine, ha ribadito ai rappresentanti del Comites il suo interesse a visitare prossimamente la comunità italiana in Egitto.

 

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