12022 PD – Parlamentari estero

20160416 12:50:00 guglielmoz

1 – DEPUTATI PD ESTERO: LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE IMPEGNA IL GOVERNO A INTRODURRE L’ESENZIONE DAL CANONE RAI
2 – FEDI (PD): UN ALTRO PASSO SULLA VIA DELLA MODERNIZZAZIONE
L’approvazione definitiva della riforma Costituzionale segna un risultato molto importante per il Paese.
Con l’approvazione definitiva della Camera dei Deputati finalmente le riforme costituzionali arrivano al traguardo
3 – NUOVA INTERROGAZIONE DELL’ON. LA MARCA AL MINISTRO DEGLI ESTERI PER ASSICURARE LA PROSECUZIONE DEI CORSI DEL PICAI NEL QUEBEC
4 – DEPUTATI PD ESTERO: ”DOPO AVERE APPROVATO LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE, SIAMO IMPEGNATI ASSIEME AGLI ITALIANI ALL’ESTERO PER LA SUA CONFERMA”
5 – LA MARCA (PD): L’AVVIO DELLE TRATTATIVE PER LA STIPULA DI UNA CONVENZIONE DI SICUREZZA SOCIALE E PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI TRA ITALIA E MESSICO RESTA UNA QUESTIONE APERTA
6 – L’ON. FRANCESCA LA MARCA È INTERVENUTA ALLE GIORNATE DELL’EMIGRAZIONE ORGANIZZATE DALL’ASMEF

1 – DEPUTATI PD ESTERO: LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE IMPEGNA IL GOVERNO A INTRODURRE L’ESENZIONE DAL CANONE RAI – Per ribadire concretamente il lavoro svolto (con mozioni, emendamenti, iniziative politiche) al fine di introdurre l’esenzione dal Canone RAI di tutti i cittadini italiani residenti all’estero e proprietari di immobili in Italia, i deputati del PD eletti nella Circoscrizione Estero hanno oggi presentato una proposta di legge primo firmatario l’On. Gianni Farina) che prevede una modifica al Regio Decreto n. 246 del 1938 concernente la disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni (Canone Rai).
La proposta di legge aggiunge il seguente comma all’articolo 1 del Regio Decreto: “Il canone di abbonamento non è dovuto in relazione agli apparecchi detenuti nelle unità immobiliari possedute, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, da cittadini italiani non residenti in Italia ed iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), a condizione che l’unità immobiliare non sia locata o concessa in comodato d’uso”.
Nella relazione allegata alla proposta, i deputati del PD spiegano che la tassa deve essere abolita sia per ragioni di logica e giustizia fiscale sia per venire incontro a quelle che sono ritenute le ragionevoli richieste dei nostri connazionali. Sottolineando che con la nuova normativa appena approvata con la legge di stabilità il pagamento del canone viene subordinato – ancorché non esclusivamente ma significativamente – alla residenza anagrafica nel luogo dove si detengono gli apparecchi soggetti al canone, i deputati argomentano che i cittadini italiani residenti permanentemente all’estero, e quindi iscritti all’AIRE, non solo non hanno la residenza negli immobili posseduti in Italia ma non usufruiscono per tutto o la maggior parte del periodo di imposta delle trasmissioni radio-televisive italiane nei suddetti immobili. Inoltre la stragrande maggioranza di loro paga un analogo canone nel Paese di residenza e non riesce quindi a capire i motivi per i quali debba finanziare il servizio pubblico televisivo in Italia visto che non può usufruire a livello pratico di tale servizio perché residente a centinaia o migliaia di chilometri di distanza dall’abitazione per la quale gli viene richiesto di pagare il Canone Rai.
La proposta di legge rappresenta soprattutto una forte esortazione al Governo che in questo modo viene invitato a rispettare i propri impegni, anche alla luce dell’approvazione proprio lo scorso mercoledì di una mozione nella quale si è impegnato a riconoscere la peculiarità degli italiani residenti permanentemente all’estero e a prevedere perciò l’introduzione di un provvedimento legislativo che stabilisca l’esenzione dal pagamento del Canone di tutti i cittadini italiani residenti all’estero e proprietari di immobili in Italia.
I deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi.

2 – FEDI (PD): UN ALTRO PASSO SULLA VIA DELLA MODERNIZZAZIONE
L’approvazione definitiva della riforma Costituzionale segna un risultato molto importante per il Paese.
Con l’approvazione definitiva della Camera dei Deputati finalmente le riforme costituzionali arrivano al traguardo. Ora la parola passa ai cittadini, che si pronunceranno mediante lo strumento del referendum confermativo.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in sede di replica dopo la discussione generale sul disegno di legge di modifica costituzionale, ha ricordato il lungo iter parlamentare, le tante modifiche apportate, gli effetti positivi della riforma sui tempi di approvazione delle leggi e sulla modernizzazione dell’intero sistema politico-istituzionale. Uscendo dal circuito paralizzante delle esortazioni e delle dichiarazioni di volontà che non approdano mai a risultati concreti, noi abbiamo voluto migliorare la Costituzione realmente, con i fatti. Altre forze politiche ogni giorno, nel confronto politico, modificano la Costituzione quando, ad esempio, accusano un Governo, che ha ottenuto la fiducia delle Camere, di essere illegittimo.
Usciamo dal bicameralismo paritario, rafforziamo la capacità di governare e rendiamo l’intero sistema politico più efficiente e veloce.
Il segnale politico delle opposizioni, che hanno deciso di non partecipare al voto, deve essere recepito dal Governo per una maggiore apertura sui futuri passaggi, anche regolamentari. Nello stesso tempo, deve spingere le forze di maggioranza, che hanno sostenuto la riforma, a costruire percorsi di informazione e partecipazione dei cittadini più diffusi e penetranti in vista del confronto referendario, ma soprattutto per riconciliarli con le istituzioni e con la politica. Il Parlamento ha comunque scritto una bella pagina per il futuro del Paese.

3 – NUOVA INTERROGAZIONE DELL’ON. LA MARCA AL MINISTRO DEGLI ESTERI PER ASSICURARE LA PROSECUZIONE DEI CORSI DEL PICAI NEL QUEBEC

Sulla situazione dell’insegnamento dell’italiano a Montreal e, in particolare, sulla sospensione del contributo ministeriale al PICAI, lo storico ente che da oltre quarant’anni è al servizio della nostra comunità nel Québec, ho presentato un’altra interrogazione al Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, dopo quella già avanzata alla Farnesina alcuni mesi fa.
Desidero ricordare che il PICAI, che pure ha offerto lingua e cultura italiane a diverse generazioni di discendenti di connazionali, oltre che a canadesi desiderosi di imparare la nostra lingua, nelle ultime due annualità è stato escluso dai finanziamenti ministeriali per il fatto di avere virtuosamente realizzato, con i soldi delle rette delle famiglie per i corsi realizzati, una riserva di fondi iscritta nel patrimonio dell’ente. Tale riserva, ad opinione del Ministero, sarebbe stata di ostacolo ad ulteriori finanziamenti che, come si è detto, sono stati sospesi dal 2014.
Nonostante ciò, il PICAI ha tenuto fede alla sua storia e alla sua funzione, utilizzando per l’organizzazione e la gestione delle sue attività la riserva dell’ente per un 65% e le rette degli alunni per un 35% e continuando i corsi in 12 scuole a beneficio di oltre 1500 alunni. Tuttavia, con la chiusura dell’anno scolastico in corso, la riserva propria, ammontante alla fine del 2015 a 336.000 dollari canadesi, si è quasi totalmente esaurita con le attività dei primi mesi dell’anno corrente, lasciando un residuo di 68.000 dollari, del tutto insufficiente per avviare un nuovo anno scolastico.
Il problema che si pone è dunque questo: senza il ripristino del contributo ministeriale, da concedere naturalmente nel rispetto della normativa vigente, il PICAI sarà costretto a non riaprire i corsi per l’anno scolastico 2016-2017 interrompendo la sua lunga e importante parabola storica e, quel che più importa, privando la nostra comunità nel Québec di un servizio culturale e linguistico di cui ha goduto per decenni. Più in generale, in questa malaugurata ipotesi non solo verrebbe a cadere un elemento essenziale dell’identità culturale della comunità italiana in Québec, ma il sistema di promozione della lingua e della cultura italiane in Canada subirebbe un obiettivo arretramento.
Credo che una cosa del genere nessuno se la auguri e nessuno veramente la voglia, ma gli esiti di alcuni meccanismi burocratici potrebbero andare oltre le volontà e tradire le migliori intenzioni.
Per questo ho chiesto al Ministro degli esteri di considerare la necessità e l’urgenza di assicurare concretamente, in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico, un sostegno contributivo per l’ente che lo metta nella condizione di non chiudere i battenti e di continuare a offrire i corsi di lingua e di cultura italiana alla nostra comunità in Québec.
L’eventuale reintegro dei 2,5 milioni per i corsi di lingua, per il quale sia il Ministro Gentiloni che il Sottosegretario Amendola hanno dichiarato il loro impegno, può essere il giusto canale per arrivare ad una soddisfacente soluzione.
E’ in ballo la continuità di una gloriosa esperienza che continua a manifestare le sue positive ricadute soprattutto sulle giovani generazioni di origine di Montreal e del Québec. Mi auguro che da parte di tutti si faccia questo sforzo di responsabilità, con la dovuta attenzione a far coincidere i tempi delle decisioni con quelli del reale funzionamento delle istituzioni educative.

On./Hon. Francesca La Marca
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College – North and Central America
Palazzo Valdina
Piazza Campo Marzio, 00186 Roma – Italia
Tel. +39 06 6760 5703
Email: lamarca_f@camera.it
Web: www.francescalamarca.com
Facebook: LaMarcaF
Twitter: FrancescaLaMar

4 – DEPUTATI PD ESTERO: ”DOPO AVERE APPROVATO LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE, SIAMO IMPEGNATI ASSIEME AGLI ITALIANI ALL’ESTERO PER LA SUA CONFERMA”

Abbiamo espresso il nostro voto favorevole sulla riforma della Costituzione con la convinzione di avere fatto una cosa necessaria e giusta. Di avere compiuto pienamente il nostro dovere di rappresentanti di cittadini che, pur vivendo all’estero, ci hanno dato il chiaro mandato di concorrere a rinnovare il nostro Paese, di renderlo più moderno, più efficiente, più credibile e competitivo sul piano internazionale.
Abbiamo votato con la convinzione di avere fatto un passo importante per riavvicinare le istituzioni ai cittadini, rendendo più sobrio e lineare l’impianto costituzionale, superando quel bicameralismo perfetto che con l’andare del tempo era diventato sempre più fonte di ritardi e occasione di interminabili mediazioni, riducendo di un terzo gli eletti e i costi della rappresentanza, rimettendo ordine nei rapporti tra lo Stato e le Regioni, eliminando enti ormai superati e insostenibili. Senza toccare i principi fondamentali affermati nella parte prima della Costituzione, che restano una guida essenziale ed attuale, ma anzi rafforzando alcune garanzie e tutele democratiche.
Centinaia di parlamentari, votando a favore della riforma che in prospettiva potrebbe segnare la loro scomparsa da eletti, hanno dimostrato che la politica non è solo interesse personale ma può essere esercitata con responsabilità, sensibilità per il bene comune e spirito di servizio.
Ora la parola tocca ai cittadini, che saranno chiamati a pronunciarsi nel referendum confermativo di ottobre. Con convinzione e impegno annunciamo la nostra adesione ai Comitati per il SI che anche all’estero sono in via di formazione in ciascuna delle quattro ripartizioni della circoscrizione Estero. In questo modo, dopo avere sostenuto in sede parlamentare la riforma, cercheremo di valorizzare il nuovo profilo dell’Italia agli occhi degli italiani all’estero e dell’opinione pubblica internazionale che guarda con interesse al nostro Paese, mettendoci dal loro punto di vista.
In particolare, diremo che la riforma conferma la circoscrizione Estero come strumento per rendere effettivo il diritto di cittadinanza politica degli italiani all’estero, che gli eletti, anche se ridotti nel numero per la diversa natura del Senato, avranno piene prerogative poiché faranno parte della Camera che vota la fiducia al Governo e adotta la legislazione fondamentale dello Stato, che si mette ordine nelle materie concorrenti tra Regioni e Stato, evitando la sovrapposizione (talvolta la confusione) di iniziative e presenze nelle realtà estere e il conseguente spreco di denaro.
Soprattutto, sottolineeremo che con questa riforma e con quelle adottate e in corso sulla pubblica amministrazione e sull’informatizzazione del sistema pubblico si sta cercando di ridurre il gap di efficienza, velocità e modernità che tanti italiani all’estero avvertono rispetto ai Paesi nei quali si sono insediati e svolgono la loro vita. Quante volte all’estero abbiamo sentito ripetere: “Eh l’Italia, il più bel Paese del mondo, ma troppa burocrazia, troppe complicazioni, troppo clientelismo, troppa distanza delle istituzioni dai cittadini….”, e via di questo passo.
Ebbene, la riforma su cui gli italiani all’estero si dovranno pronunciare assieme agli altri cittadini italiani è una prima, fondamentale risposta a questo disagio e a questa richiesta di nuovo. Un modo di dire anche agli stranieri con cui quotidianamente dialoghiamo che l’Italia ha accettato la sfida del cambiamento e sta riducendo le distanze rispetto agli altri modelli istituzionali, politici e amministrativi. Non una mano di belletto sull’immagine del Paese, ma un tentativo, che proseguirà se la riforma sarà confermata, di trasformare in profondità i rapporti tra i cittadini e lo Stato e di rendere più equilibrato il confronto tra il nostro e gli altri Paesi.
I Deputati del PD eletti nella circoscrizione Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

5 – LA MARCA (PD): L’AVVIO DELLE TRATTATIVE PER LA STIPULA DI UNA CONVENZIONE DI SICUREZZA SOCIALE E PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI TRA ITALIA E MESSICO RESTA UNA QUESTIONE APERTA
Il Messico è certamente uno dei Paesi che ha compiuto passi molto lunghi sul piano dello sviluppo sociale ed economico e, soprattutto per questo, è diventato uno dei più dinamici e interessanti partner dell’Italia in un’area di notevole importanza strategica. I rapporti di scambio tra Italia e Messico, infatti, dopo il Trattato di libero scambio Europa-Messico, sono cresciuti del 270%, al punto che attualmente l’Italia è il terzo partner commerciale tra i Paesi dell’UE, il nono a livello mondiale; il Messico, a sua volta, è per l’Italia il secondo partner tra i paesi dell’America latina.
Non a caso, nel Paese centroamericano operano circa 1.400 imprese italiane; negli ultimi anni importanti nostre imprese sono inoltre impegnate nella realizzazione di significativi progetti in quella realtà.
E’ facile immaginare quanti intrecci sociali si siano sviluppati intorno a questa rete di iniziative e di interessi, considerando naturalmente anche la crescente presenza di messicani in Italia.
La regolamentazione delle questioni previdenziali e dei trattamenti fiscali che interessano i cittadini dei due Paesi è purtroppo vecchia e inadeguata e non tiene conto delle dinamiche attuali. Risale al 1977, infatti, un protocollo di intesa per la trasferibilità delle pensioni dei cittadini dei due Paesi e nel 2015 è stato firmato a Milano un protocollo di intesa tra l’INPS e l’Istituto messicano di previdenza sociale (IMSS), volto a sviluppare la cooperazione tra i due istituti. Tutto qui.
Per questo, ho sollecitato con un’interrogazione i Ministri degli Esteri e del Lavoro ad avviare gli opportuni contatti con le autorità messicane per verificare la disponibilità ad adottare le procedure di definizione di un accordo bilaterale di sicurezza sociale e di superamento della doppia imposizione fiscale, da portare in tempi ragionevoli all’approvazione dei rispettivi Parlamenti.
La risposta del Governo, per l’immediato, non è stata positiva, nel senso che gli attuali stringenti vincoli di bilancio impedirebbero al momento, a causa dei relativi oneri per la finanza pubblica, l’avvio di nuove trattative in vista della sottoscrizione di un’intesa con il Messico. D’altro canto, per i nostri ministeri, le stesse autorità messicane non avrebbero dimostrato un interesse in tal senso, dal momento che non hanno richiesto di discuterne negli ultimi recenti incontri bilaterali.
Dico subito che è una risposta che comprendo, ma alla quale non mi rassegno né credo si rassegneranno i nostri connazionali che risiedono in Messico. L’esigenza di avviare questi processi è obiettiva ed è auspicabile che le autorità dei rispettivi Paesi si convincano che è interesse comune fare dei passi in avanti, almeno avviando le trattative che, com’è noto, di per sé sono piuttosto lunghe.
Per quanto mi riguarda non tralascerò occasione per continuare a rappresentare alle autorità italiane l’opportunità di inserire anche il Messico nel novero dei paesi verso i quali vi è interesse per la stipula di accordi bilaterali in materia sociale. Mi auguro che il COMITES di Città del Messico, le associazioni, i patronati e le associazioni di imprenditori non siano da meno, sia verso gli interlocutori italiani che verso le autorità messicane.
Dell’esito della mia iniziativa parlamentare sarà mia cura informare anche gli Ambasciatori dei due paesi affinché si consideri la questione aperta e degna di ogni considerazione l’attesa dei cittadini italiani e messicani a veder meglio tutelati i loro interessi previdenziali e fiscali.

6 – L’ON. FRANCESCA LA MARCA È INTERVENUTA ALLE GIORNATE DELL’EMIGRAZIONE ORGANIZZATE DALL’ASMEF
L’On. Francesca La Marca è intervenuta all’iniziativa organizzata dall’ASMEF in occasione del decennale delle “Giornate dell’emigrazione”, un appuntamento che con cadenza annuale offre l’opportunità di un confronto vivo e diretto sulle tematiche degli emigrati italiani all’estero, vecchi e nuovi.
La parlamentare ha tenuto a ringraziare il Presidente dell’ASMEF Salvo Iavarone e l’intera organizzazione per il loro impegno volto a una periodica messa a punto delle questioni riguardanti gli italiani all’estero.
Venendo al merito del tema di quest’anno – “Il contributo del sistema Paese a sostegno degli italiani nel mondo”, l’On. La Marca ha sottolineato la sua scelta di portare all’attenzione del Parlamento, dei colleghi e degli esponenti del Governo le questioni concrete legate alla situazione delle nostre comunità all’estero. In tale quadro, ha ricordato i risultati raggiunti grazie alla sua iniziativa, unitamente ai colleghi del PD eletti all’estero, sul piano dell’incontro delle nostre comunità con le politiche di internazionalizzazione perseguite negli ultimi anni dall’Italia. “Nel decreto "Destinazione Italia", ad esempio, promosso dal passato Governo Letta a inizio di questa legislatura – ha affermato – è stato accolto un mio emendamento, il quale dice che bisogna coinvolgere le nostre comunità all’estero tramite gli organismi di rappresentanza (Comites, CGIE) nei programmi di internazionalizzazione sul territorio, senza trascurare il mondo associativo che è notoriamente un’importante leva che l’Italia potrebbe e dovrebbe sfruttare meglio”.
“Essendo orgogliosamente, inoltre, di origini meridionali (madre pugliese, padre siciliano) – ha continuato la parlamentare italo-canadese – sono molto attenta alle misure finalizzate allo sviluppo del Mezzogiorno, che bisogna trovare il modo di valorizzare, perché la ripresa del sud è fondamentale per la ripresa dell’Italia intera. Per questo, in una mozione sulla ripresa del Mezzogiorno promossa dal mio gruppo parlamentare alla Camera, ho proposto una integrazione che è entrata nel testo poi approvato a larga maggioranza. In essa sostanzialmente si dice che l’Italia dovrebbe approfittare del "know-how", cioè del saper fare, delle sue consistenti comunità meridionali all’estero, per quanto riguarda la ricerca di investimenti esteri, il turismo e la commercializzazione all’estero dei nostri prodotti, soprattutto di quelli nel settore agroalimentare e dell’artigianato, che tutto il mondo ci invidia.
In particolare, l’Italia dovrebbe valorizzare maggiormente il turismo di ritorno. Il Ministero dei Beni culturali, in collaborazione con le Regioni, dovrebbe creare dei pacchetti turistici per potenziare i flussi di ritorno soprattutto nelle aree interne, che sono quelle più a rischio di abbandono. Lo stesso vale per gli scambi giovanili, di studio e di preparazione al lavoro, rafforzando così il legame tra italo discendenti e madre patria”.
La condizione perché il passaggio generazionale non si interrompa i rapporti con la terra d’origine è la coltivazione della memoria. Per questo, l’On. La Marca, dopo avere ricordato la proposta di legge dei deputati del PD eletti all’estero sull’insegnamento multidisciplinare dell’emigrazione nelle suole,ha manifestato oò suo apprezzamento per il progetto proposto da Salvo Iavarone e dall’ASMEF relativo alla creazione di un Museo dell’Emigrazione meridionale. “Ribadisco la mia disponibilità a contribuire ad un tal progetto – ha concluso la parlamentare – consapevole tuttora del fatto che per fare passi concreti è necessario coinvolgere la Regione Campania e il comune di Napoli”.

 

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