11529 Curiosità

20141229 15:30:00 guglielmoz

IL NATALE, SENZA LA MAGIA DEL NATALE
Consumi, omicidi, alcol e sesso: cosa succede davvero nel giorno “in cui siamo tutti più buoni” . Poveri che diventano ricchi, nemici che diventano amici, cattivi che diventano buoni: nella retorica contemporanea, che libri, film e pubblicità – da Dickens alla Apple – hanno contribuito a plasmare, il Natale è soprattutto questo: un giorno in cui accadono miracoli. Se sia vero o falso, quanto sia questa retorica figlia della religione o del marketing, non è questa la sede per appurarlo. Quel che si può dire, però, è che a Natale accadono anche altre cose, che si ripetono di anno in anno e che ormai, ci piaccia o meno, fanno parte a pieno titolo delle tradizioni natalizie. E che, in qualche modo, lo definiscono quanto l’albero, i pacchetti colorati e la difficoltà di trovare parcheggio in centro.

NATALE NON È UN GIORNO, È UNA STAGIONE
Cominciamo dalle basi: nonostante sia tutto in funzione del 25 dicembre (o della notte del 24, dipende da come lo festeggiate), il Natale è un processo che inizia molto prima. In Italia, più o meno, da quando si accendono le luminarie nei centri storici. Negli Stati Uniti dall’ultimo giovedì di novembre, giorno in cui Franklin Delano Roosevelt istituì, nel 1941, il Giorno del Ringraziamento. Una gran trovata, per i commercianti, che hanno canonizzato il periodo natalizio nell’arco temporale che intercorre tra le due ricorrenze. Tale periodo, a seconda di dove cade il giovedì del Ringraziamento, dura dai 26 ai 32 giorni e non è un dettaglio da poco: Emek Basker dell’Università del Missouri, nel 2005, ha calcolato che per ogni giorno della stagione di Natale, ogni consumatore americano spende in media 6,50 dollari in più per i regali. In altre parole, più la stagione è lunga, più aumentano i ricavi. Quest’anno, per la cronaca, è durata “solo” 27 giorni.

I REGALI SONO UNA PERDITA DI BENESSERE
È da quando esiste il Natale, più o meno, che gli economisti si arrovellano sui regali di Natale. O meglio, sul fatto che regalare cose sia un gigantesco spreco di risorse. Non stiamo parlando dei libri di Bruno Vespa. Non solo, perlomeno. In generale, le ricerche mostrano che difficilmente un regalo soddisferà appieno le esigenze di chi loro riceve. Banalizzando: se la nonna spende trenta euro per comprare un paio di guanti, per i quali voi ne avreste pagati al massimo dieci, la perdita netta di benessere è di venti euro. Ora, pensate ai vostri regali e moltiplicateli per tutti gli abitanti del mondo occidentale e avrete una gigantesca perdita di benessere. Soluzioni? Concordare i regali può essere una buona idea, ma toglie decisamente la poesia, così come le gift card. Due suggerimenti arrivano dalle ricerche empiriche di Joel Waldfogel, condotte tra il 1993 e il 1996. Il primo: fate regali costosi, che la percentuale di insoddisfazione diminuisce drasticamente, così come la perdita secca di benessere conseguente al regalo. Il secondo: se siete nonni, date una mancia. Di solito, il 37% dei vostri regali risulterà sgradito ai nipoti.

NELLA STAGIONE DI NATALE, LA BORSA VOLA.
Volete fare un bel regalo di Natale ai vostri cari? Regalate loro delle azioni che avete comprato attorno al Giorno del Ringraziamento. State pure certi che il loro valore crescerà. Le economiste Laura Birg e Anna Goeddeke dell’università di Gottingen lo chiamano “SANTA CLAUS EFFECT”, i giornali specializzati invece preferiscono espressioni come il “rally di Natale”. Comunque lo volete chiamare, una cosa è certa. Per qualche misterioso motivo i mercati finanziari volano, nei giorni immediatamente precedenti il 25 dicembre. Uno studio condotto da Lakonishok e Smidt dell’Università di Oxford nel 1988 ha dimostrato che i guadagni per gli investitori nella settimana precedente al Natale sono 23 volte più alti che nel resto dell’anno. Robert A. Ariel, nel 1990, ha più modestamente corretto il tiro a dieci volte tanto, che è comunque un bel guadagnare. I motivi? Ignoti. La tesi più accettata è quella Marret e Worhington che nel 2009 hanno spiegato come sia un effetto meramente psicologico: gli investitori sono più euforici, ottimisti e comprano più titoli, molto banalmente. Anche quest’anno con la crisi russa alle porte? Pare di sì e non solo a Wall Street.

CIBO E ALCOL, ABBIAMO UN PROBLEMA
Se prima di Natale si spende e si guadagna, a Natale, e dopo, si mangia e si beve parecchio, e questo lo sappiamo tutti, più o meno. In un paper del 2000, Yanovski et al hanno tuttavia dimostrato che l’aumento di peso durante le festività natalizie è piuttosto modesto, tra gli 0,37 e gli 1,52 kg. La questione, semmai, è un’altra: è possibile non prendere peso durante le festività natalizie? O, perlomeno, controllarsi? No, secondo Baker e Kirschenbaum, che in una ricerca del 2008 hanno dimostrato che le strategie di controllo del peso durante le feste non funzionano granché bene, se non per chi è super-controllato anche durante il resto dell’anno.
DEL RESTO, NON È SOLO IL CIBO IL PROBLEMA.
Durante il periodo natalizio aumenta esponenzialmente anche il consumo di bevande alcoliche. Diverse ricerche su questo tema arrivano dalla Finlandia, terra di Babbo Natale. Diverse ricerche hanno mostrato l’aumento di incidenti stradali dovuti al consumo di alcol (Makela et al. 2002) così come i casi di ubriacature fatali, che a dicembre hanno il loro picco (Poikolainen, 2002). Analoghi studi, peraltro, sono stati arrivati alle stesse conclusioni in Scozia e in Australia.
A NATALE SIAMO PIÙ CATTIVI (ma non siamo più tristi).
Sì, si muore anche a Natale. A James Brown toccò nel 2006, ad Atlanta, a causa di una brutta polmonite e di una successiva, fatale, aritmia cardiaca. Non solo: stando a una ricerca di Philips et al (2004) a Natale si muore molto di più che negli altri giorni dell’anno, probabilmente a causa dell’eccitazione da celebrazione. Nondimeno, gran parte di queste morti improvvise sono dovute a problemi cardiovascolari. Fossero solo malanni e acciacchi, tuttavia, non ci sarebbe molto da preoccuparsi. Sfatiamo un mito: a Natale non siamo tutti più buoni e nemmeno tutti più felici. Negli USA, in media, ci sono 27 morti per omicidio ogni 100mila abitanti. A Natale, questa media sale a 31,7. Falsa è invece la teoria che vuole che a Natale aumentino esponenzialmente i suicidi: nessuna evidenza empirica supporta questo luogo comune. Anzi, stando a uno studio di Bergen e Hawton (2007) gli atti di autolesionismo deliberato, perlomeno nel Regno Unito, diminuiscono.

SIETE NATI A SETTEMBRE? MERITO DEL NATALE
Chiudiamo con una bella notizia, almeno: durante la stagione di Natale si registra il picco di concepimenti. Dato, questo, che fa il paio con il picco delle nascite a settembre. Come mai? Probabilmente questo (relativo) boom demografico è dovuto al freddo e al buio, che portano le persone a scaldarsi volentieri vicendevolmente sotto le coperte, così come all’atmosfera festosa, ai doni, ai guadagni e pure alle grandi bevute. In altre parole, a quel po’ di sana e inconsapevole felicità che, a ben vedere, è il vero miracolo che ogni anno il Natale riesce a produrre
(di Francesco Cancellato)

 

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