Il 21 novembre 2024 si è percepito un barlume di umanità quando la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa, Yoav Gallant, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Si è trattato di una decisione lunga da prendere, ma pagata a caro prezzo dal popolo palestinese, che sta affrontando sofferenze incommensurabili a causa dei bombardamenti metodici e spietati su Gaza da parte delle Forze di Difesa Israeliane.
La decisione della Corte rappresenta una rottura rispetto alle accuse confezionate sulla sofferenza globale degli ebrei, che spesso è stata messa sullo stesso piano e ha avuto lo stesso peso della tragedia inflitta ai palestinesi, con un bilancio di vittime stimato in quasi 50.000 morti, e più del doppio di feriti.
Tuttavia, il peggio deve ancora venire per milioni di persone che lottano per sopravvivere senza alcun posto dove rifugiarsi, mentre più della metà di Gaza è stata ridotta in macerie e i servizi sociali e sanitari sono distrutti o gravemente compromessi, sopraffatti dalle necessità. Per ironia della sorte, questo olocausto è stato portato avanti sotto gli occhi di tutti, senza alcuna vera condanna globale.
Perfino i propagandisti nazisti mascheravano le politiche genocidarie del regime contro gli ebrei d’Europa, sostenendo che fossero “reinseriti”, mentre in realtà venivano trasportati nelle camere a gas.
Il governo di Netanyahu non ha mostrato alcun rimorso nel radere al suolo Gaza, nelle uccisioni mirate, e nello strategico ostruzionismo verso l’ingresso degli aiuti ai palestinesi.
Neppure la vista di bambini affamati che si combattono disperatamente l’un l’altro per ottenere il cibo distribuito sembrava suscitare compassione. E poi c’è l’arroganza di riferirsi a ciò che sta accadendo a Gaza come ad una guerra, quando in realtà è, ed è sempre stata, una resistenza per la giustizia e l’indipendenza contro una delle potenze militari mondiali.
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Genocide in plain sight
On 21 November 2024 a glimmer of humanity briefly flickered when the International Criminal Court issued arrest warrants for Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu and former defence minister, Yoav Gallant, for crimes against humanity and war crimes. It was a decision long in the making and paid for by a Palestinian people facing immeasurable suffering from methodical and unmerciful bombing of Gaza by the Israel Defense Forces.
The Court decision was a break from the confected claims about the global suffering of Jews that has often been given the same relevance and weight as the tragedy inflicted on Palestinians with deaths estimated at nearly 50,000 and more than double that in injuries.
However, the worst is yet to come for the millions struggling to survive with nowhere to go as more than half of Gaza has been turned into rubble and social and medical services are destroyed or seriously degraded and overwhelmed by need. Ironically this holocaust has been carried out in plain sight without any formal global outcry.
Even Nazi propagandists disguised the regime’s genocidal policies against Europe’s Jews, claiming that they were being “resettled” while in reality they were being transported to gas chambers.
Netanyahu’s Government felt no compunction in its systematic razing of Gaza, its targeted killings and its strategic frustration of aid reaching Palestinians.
Not even the sight of starving children desperately competing against each other for distributed food seemed to invoke compassion. Then there is the gall of referring to what is happening in Gaza a war when in fact it is and has been a resistance for justice and independence against one of the world’s military powers.
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