La tutela dei minori è il compito principale dello Jugendamt. Come funziona lo Jugendamt tedesco?
Le complesse problematiche nelle famiglie miste in Germania
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dalla trasmissione COSMO (Radio Colonia – WDR)
a cura di Francesco Marzano, Agnese Franceschini, Luciana Mella e Cristiano Cruciani
Facciamo chiarezza su un’istituzione tedesca che vigila sulla tutela dei minori in Germania e interviene quando sorgono problemi familiari che rischiano di mettere a repentaglio il benessere dei minori. Alessandro Bellardita, giudice presso la pretura di Karlsruhe, ci illustra il funzionamento dello Jugendamt. Con Luciana Martena, responsabile nazionale del Patronato 50&PiùEnasco, parliamo invece dei conflitti che sono sorti tra famiglie italiane e Jugendamt.
Che cos’è lo Jugendamt
L’istituto dello Jugendamt, che si può tradurre con ufficio per i giovani, è presente in ogni comune tedesco ed è previsto dalla Costituzione tedesca, come ci ricorda Alessandro Bellardita, giudice presso la Pretura di Karlsruhe e docente universitario. Il compito dello Jugendamt è quello di occuparsi della tutela dei minori e soprattutto dei bambini e per farlo lavora anche in collaborazione con le forze dell’ordine e i tribunali, soprattutto i cosiddetti tribunali di famiglia. Per farlo raccoglie informazioni sui minori anche attraverso la scuola, il pediatra e ogni altro tipo di istituzione.
La tutela dei minori
Gli ambiti in cui si muove lo Jugendamt sono quattro. Il primo riguarda la tutela dei minori in caso di pericolo per l’incolumità del minore stesso, il secondo riguarda gli aiuti soprattutto finanziari. In questo caso si parla di famiglie meno abbienti con diversi problemi di natura sociale e che hanno difficoltà nella fase di crescita ed educazione dei minori. Il terzo ambito riguarda la cosiddetta Jugendhilfe, che corrisponde ai servizi sociali per i minori in Italia. In questo caso si tratta di accompagnare il minore durante un processo penale a suo carico, , ad esempio. L’ultimo settore riguarda poi l’affidamento e gli alimenti e tutto ciò che è volto a sostenere l’educazione stessa del minore. Con l’ondata di rifugiati del 2015, lo Jugendamt ha assunto anche il compito di occuparsi dei minori arrivati in Germania senza genitori.
I rapporti con la famiglia
Lo Jugendamt può prendere in carico dei minori e toglierli alla famiglia solo in casi estremi e ovviamente anche solo con una sentenza da parte del tribunale di famiglia. Visto che suo compito è quello di salvaguardare il minore da un pericolo concreto, può agire in casi urgenti senza incarico da parte del tribunale e chiedere in un secondo tempo conferma. In caso di separazione e qualora un genitore non passi gli alimenti, lo farà lo Jugendamt.
Bisogna aver paura dello Jugendamt?
Luciana Martena è stata per diversi anni Presidente dell’Integrationsrat della città di Mettmann, dove è intervenuta come mediatrice tra il locale Jugendamt e alcune famiglie italiane che si sono dovute confrontare con questa istituzione. Lo Jugendamt “non è l’orco cattivo che sottrae i bambini alle famiglie senza ragione e spesso si risolvono gli equivoci grazie al dialogo”. Secondo Martena, i problemi che insorgono con lo Jugendamt sono spesso dovuti a differenze culturali che riguardano, ad esempio, le modalità diverse di educazione dei figli tra italiani e tedeschi. La cosa importante, comunque, racconta Martena, è di avere un dialogo e comunicare direttamente con questa istituzione, magari con l’aiuto dei cosiddetti mediatori culturali o linguistici.
Il caso di Marinella Colombo
Un caso che ha suscitato molto scalpore e polemiche è stato quello di Marinella Colombo alla quale erano stati sottratti i bambini da parte dello Jugendamt per impedire che li portasse in Italia dove aveva trovato lavoro. Contrariamente alle disposizioni stabilite nel divorzio, i bambini venivano assegnati al padre tedesco. Quando Marinella Colombo ha riportato i figli in Italia nel 2010, la Germania ha emesso un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti. Dopo 8 mesi di clandestinità in giro per l’Europa, è stata arrestata e condannata a 18 mesi, di cui uno trascorso in prigione e gli altri ai domiciliari. Marinella, che ha potuto rivedere i figli solo dopo che sono diventati maggiorenni e hanno scelto di vivere con lei, è morta il 19 settembre a soli 61 anni.
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