Staffetta della pace: Un lungo fiume arcobaleno decine di migliaia di persone da Aosta a Lampedusa

Staffetta della pace

QUATTROMILA KM DA AOSTA A LAMPEDUSA – Popolo diffuso. I video e le foto della marcia arrivate da ogni angolo d’Italia: borghi, città, mare e montagna. Santoro esulta: “Risultato incredibile”

di Tommaso Rodano (8 MAGGIO 2023, da FQ)
L’Italia cucita paese dopo paese, città dopo città, in una lunghissima tela arcobaleno. Da nord a sud, da Aosta a Lampedusa: 4mila chilometri, altrettante staffette e migliaia di persone unite nella richiesta di pace e nel rifiuto delle armi. Per Michele Santoro, l’organizzatore della giornata, la missione è compiuta: “Abbiamo ottenuto un risultato incredibile. Pur in modo un po’ caotico e disorganizzato, quello che si è visto oggi è un popolo che, dal basso, si è auto-convocato per far sentire la propria voce e per dire che esiste”.
Non è ancora tempo di cifre ufficiali, che saranno comunicate oggi: il numero di Whatsapp che faceva da “centralina” per organizzare la staffetta è stato bloccato a 48 ore dalla manifestazione, probabilmente per il sovraccarico di contatti. Ufficiosamente dall’organizzazione fanno sapere che gli iscritti a partecipare, prima dell’inconveniente, erano già circa 20 mila e quel numero andrà rivisto al rialzo, mentre le persone raggiunte dalla trasmissione che ha raccontato la staffetta sono circa 200mila. Per Santoro è la conferma che si può fare la tv anche senza la tv: la diretta di ieri è stata realizzata con collegamenti via smartphone dalle varie zone d’Italia ed è stata mandata in onda dall’App Servizio Pubblico e i social di Michele Santoro, il sito del Fatto
Quotidiano e una rete di televisioni locali: tutto con zero budget. Ha raggiunto un pubblico ampio anche venendo ignorata quasi completamente dai media tradizionali e – con poche eccezioni – dai grandi partiti. Nota di colore: l’unico esponente della direzione nazionale del Pd a partecipare è stata l’ex sardina Jasmine Cristallo a Catanzaro.
Al “chilometro” di Roma hanno partecipato Fiorella Mannoia, Moni Ovadia, Fausto Bertinotti, Massimiliano Smeriglio, Massimo Wertmuller, Donatella De Cesare, Marco Travaglio e Maddalena Oliva (direttore e vice del Fatto Quotidiano). “Io ho sempre sventolato questa bandiera ai miei concerti, – ha detto Mannoia durante il percorso – oggi pare sia diventata un simbolo divisivo. Noi diciamo sempre che in questa guerra c’è un aggressore e un aggredito, ma loro ci vogliono dire qual è il piano per far finire il massacro?”.
Straordinaria la testimonianza di padre Luigi Bettazzi, volto storico del pacifismo cattolico, che a novembre compirà 100 anni. Ha partecipato alla staffetta di Ivrea, di cui è vescovo emerito, insieme a Piergiorgio Odifreddi. “La pace è la mia missione di vita – ha spiegato Bettazzi – eppure mi dicono che sono a favore di Putin. Chi potrà mai sostenere di aver vinto la guerra, con centinaia di migliaia di morti e milioni di esuli da città distrutte?”.
Foto, video e testimonianze sono state inviate dagli angoli più sperduti del paese: borghi, passaggi alpini, via Francigena e Appia Antica, strade di campagna e scogliere sul mare. E poi città piccole e grandi: Bolzano, Piacenza, Sarzana, Ferrara, Velletri, Montefiascone, L’Aquila, Caserta, Benevento, Altamura, Portopalo e centinaia ancora.
Ugo Mattei ha raccolto le firme per il referendum contro le armi in Ucraina a Trento, Massimo Cacciari l’ha fatto a Padova. Vauro Senesi ha partecipato al corteo di Palermo, forse il più numeroso: “Sono emozionato – ha detto – sembrava una scommessa azzardata, è andata benissimo”. A Cagliari i manifestanti si sono diretti al molo Ichnusa, dove sono attraccate le navi da guerra della marina militare, anche per protestare contro le esercitazioni della Nato in Sardegna, ma li hanno bloccati le forze dell’ordine e uno di loro, Andrea Cocco, è stato persino identificato.
La staffetta è stata chiusa da Santoro a Lampedusa, di fronte al centro d’accoglienza simbolo di chi scappa dalle guerre (oggi ospita 1400 persone, invece delle 400 che può contenere). “A Lampedusa o si fa l’Europa o muore”, ha detto il giornalista, prima di esprimere la sua felicità: “Oggi si è visto un unico abbraccio della pace che tiene insieme religiosi e laici”.
FONTE: Il Fatto Quotidiano

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