n° 01 – 07/01/2023. RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO.

01 – Alfiero Grandi. *: La Costituzione adesso è nel mirino.
02 – Tricolore, Carè(Pd): per chi vive all’estero è abbraccio d’onore.
03 – Barbara Weiss*: Mattarella: la responsabilità di costruire il futuro. Vivere il nostro tempo con intelligenza e passione, innovazione e svolta green per il futuro, sfruttare il PNRR per la vera ripresa: il discorso di fine anno di Mattarella.
04 – Lily Hay Newman*: Come funziona la nuova truffa digitale che arriva dalla Cina. Raggiri digitali come la compromissione delle email aziendali e le truffe romantiche fruttano miliardi di dollari ai criminali informatici.
05 – Andrea Colombo*: Autonomia differenziata, Lega a testa bassa ed è sola contro tutti
LO SCONTRO. I sindaci del sud scrivono a Mattarella contro la “secessione dei ricchi”. Il ministro per gli affari regionali Calderoli (Lega) sbotta e minaccia querele. Opposizioni divergenti. Cinque Stelle e sinistre chiudono, Terzo Polo apre, il Pd dipende
06 – ECONOMIA Roberto Ciccarelli*: Il regalo di inizio anno: benzina, gas, biglietti è record di aumenti
IL CASO. Speculazioni sui prezzi, incapacità e interessi del governo Tutto converge per fare pagare la policrisi ai salari e ai redditi.
07 -07 – Filippo Zingone*: L’M23** non si ritira. E nel 2022 sono aumentate le violenze.
08 – Luca Celada*: LOS ANGELES – L’eredità «politica e morale» del 6 gennaio .L’ASSEDIO DI CAPITOL HILL. La Commissione d’inchiesta consegna il suo j’accuse, i rinvii a giudizio sono 978, ma il parlamento è ormai in balia dell’estrema destra.
09 – Le 10 parole per capire l’economia del 2023 . I timori per la recessione, il rialzo dei tassi per combattere l’inflazione e la riscoperta dei paesi amici con i quali chiudere affari: ecco il vocabolario dell’economia dei prossimi mesi.*
10 – Luca Francescangeli*: Brutti incontri nel Metaverso. Da furti di identità a molestie, da traffici illeciti ad attacchi mirati agli utenti: i mondi virtuali richiedono attenzione alla sicurezza informatica e personale.
11 – Per aderire all’appello: https://forms.gle/jtekmZS4zsdLPUht6 – Per la vita di Cospito, appello al ministro della Giustizia e all’amministrazione penitenziaria
IL CASO. Cospito rischia seriamente di morire, il tempo sta per scadere: è necessario revocare il regime del 41 bis, per fatti sopravvenuti e in via interlocutoria.

 

 

01 – Alfiero Grandi.*: LA COSTITUZIONE ADESSO È NEL MIRINO. LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, NONCHÉ DI FRATELLI D’ITALIA E DEI CONSERVATORI EUROPEI, HA ESPOSTO I SUOI OBIETTIVI.
La legge di bilancio non è un bottino di cui vantarsi. L’aumento del debito, un punto di Pil, serve a prolungare per 3 mesi le misure di Draghi per ridurre il caro energia (gas ed elettricità) ma è sparita la riduzione per i carburanti, quindi l’inflazione salirà. Per coprire il 2023 servono altri 60 miliardi. L’aumento dell’inflazione porterà a maggiori entrate, ma le risorse verranno dalla “tassa” più ingiusta su chi non può difendersi.
In 3 mesi non rientreranno fiammata dei prezzi e rischio penuria dell’energia, tanto più che la guerra in Ucraina non lascia intravvedere la cessazione dei combattimenti.
Il Governo poteva accelerare gli investimenti nelle rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) per sostituire le fonti fossili e raggiungere una maggiore autonomia nazionale, ma sono prevalsi gli affari e il vecchio modello. Malgrado Terna confermi che sono richiesti allacci di rinnovabili alla rete per 305 GW. Di queste potenzialità per contrastare il cambiamento climatico stiamo usando briciole.
Si parla solo di ponti, strade, autostrade, infrastrutture varie. Eppure le rinnovabili sono investimenti per il futuro energetico ed ambientale, per occupazione di qualità, mentre trivelle e rigassificatori alludono all’affanno delle forniture di gas a prezzi molto più alti.
Le risorse restanti della legge di bilancio vengono da un attacco frontale al reddito di cittadinanza, dagli extra profitti derivanti dall’energia, solo 2,5 miliardi contro i 10 previsti da Draghi, dalle pensioni ben 17 miliardi in 3 anni per il taglio del recupero dell’inflazione oltre 4 volte il minimo, altri tagli.
Per cosa ? Visco ha calcolato che i condoni fiscali costeranno almeno 1,6 miliardi, a cui vanno aggiunti il calcio e le cartelle cancellate fino a 1000 euro. Il condono penale tolto dopo le proteste tornerà perché lo chiedono quanti hanno portato capitali dall’estero infrangendo norme penali.
La flat tax per le partite Iva ha creato un’ingiustizia verso i lavoratori dipendenti – le giustificazioni di Meloni sono ridicole – svelando chi vogliono favorire le destre.
Purtroppo le misure per incentivare assunzioni di giovani sono a favore del Nord in un rapporto 10 a 1. Gli altri interventi sono segnaposto delle destre, con le solite giustificazioni: pochi soldi, tempi stretti, ecc.
Meloni sembra pensare che gli spazi di intervento saranno pochi anche in futuro e quindi ha aperto la campagna per cambiare la Costituzione puntando all’elezione diretta del Presidente della Repubblica, che se non fosse più un garante come oggi ma il capo della fazione vincente alle elezioni dovrebbe spingere a cambiare mezza Costituzione per costruire i contrappesi istituzionali.
Meloni ha taciuto sull’autonomia regionale differenziata, che nella versione Calderoli spinge alla secessione dei ricchi e alla rottura dell’unità nazionale, delineando 20 scuole regionali, così nella sanità, nel lavoro, nell’ambiente, ecc. Eppure Calderoli si agita molto.
Presidenzialismo e autonomia regionale esasperata vanno in direzioni opposte.
Il Governo delle destre, visti i pochi spazi di manovra, punta sulle modifiche della Costituzione, ma ci sono obiettivi diversi.

I livelli essenziali di prestazione, di cui parla la legge di bilancio, per essere uniformi nel territorio nazionale hanno bisogno di tanti quattrini che Giorgetti non ha. L’alternativa è avere cittadini di serie A, B, C.
Bisogna fermare Calderoli e imporre che le vere decisioni sull’autonomia regionale differenziata le prenda il parlamento. Oggi si punta ad un accordo tra Governo e Presidenti delle Regioni, relegando il parlamento alla ratifica.
La proposta di legge costituzionale per modificare gli articoli 116 e 117 può aiutare ed essere firmata sul sito www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it.
La modifica sbagliata del titolo V nel 2001 e le successive scelte di Bonaccini hanno aperto un varco che va richiuso.
La Lega teme un rinvio e punta all’autonomia ora, lasciando il presidenzialismo sullo sfondo, Meloni fa il contrario. Le destre non sono unite. Solo la clamorosa assenza di una opposizione efficace non fa esplodere queste contraddizioni.
La Costituzione è il terreno comune su cui ricostruire l’opposizione. Occorre una svolta, gli errori vanno corretti.
Presidenzialismo ed autonomia regionale differenziata deformano la Costituzione, non sono modifiche puntuali e coerenti. La Costituzione più bella del mondo non esisterebbe più.
Occorre una forte risposta di difesa e attuazione della Costituzione, antifascista.
*( Alfiero Grandi (Argelato, 24 luglio 1944) è un politico e sindacalista italiano. Alfiero Grandi. Alfiero Grandi.jpg. Deputato della Repubblica Italiana.)

 

02 – Tricolore, Carè(Pd): PER CHI VIVE ALL’ESTERO È ABBRACCIO D’ONORE.
ROMA 7 GEN.-“LA BANDIERA ITALIANA, SIMBOLO D’IDENTITÀ, COMPIE OGGI 226 ANNI. NEL TRICOLORE GLI ITALIANI HANNO SEMPRE VISTO RIFLETTERSI LA LORO STORIA COMUNE. La bandiera è un testimone che viene passato di generazione in generazione per riaffermare i valori della nostra identità. I cittadini Italiani guardano con rispetto al Tricolore, animati da sentimenti di onore e lealtà. I cittadini Italiani all’estero, ancora di più, vi si avvolgono per sentire la forza delle radici, l’abbraccio della terra natia, l’orgoglio dell’appartenenza, la nostalgia di casa. Buona #festadeltricolore a tutti! ”Così Nicola Carè, deputato del Pd eletto all’estero.

 

03 – Barbara Weisz*: MATTARELLA: LA RESPONSABILITÀ DI COSTRUIRE IL FUTURO. VIVERE IL NOSTRO TEMPO CON INTELLIGENZA E PASSIONE, INNOVAZIONE E SVOLTA GREEN PER IL FUTURO, SFRUTTARE IL PNRR PER LA VERA RIPRESA: IL DISCORSO DI FINE ANNO DI MATTARELLA.
Le imprese motore dell’Italia, la loro ripartenza post Covid è fra le «ragioni concrete» che, secondo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «nutrono la nostra speranza». Che però, da sola non basta: in un momento storico caratterizzato da sfide epocali «è necessario uno sguardo d’orizzonte, una visione del futuro».

Il Capo dello Stato declina questo futuro partendo da un’analisi della realtà che si concentra su specifici grandi temi: la nuova geopolitica (l’Europa, il Mediterraneo allargato, i rapporti con l’Africa), la crisi energetica e la svolta green, l’innovazione (tecnologica e sociale). Il primo auspicio per il 2023: il ritorno della pace in Europa.

E poi l’Italia, che come detto ha reagito prontamente alla crisi generata dalla pandemia, ma deve affrontare una serie di nodi importanti, sintetizzati in un’unica definizione («rimuovere gli ostacoli»), e poi declinati nei temi più rilevanti: il rafforzamento del servizio sanitario nazionale, la carenza di lavoro, la povertà minorile, l’investimento su scuola, università e ricerca scientifica, i giovani.

Ai giovani e alle donne sono rivolti diversi passaggi del tradizionale discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Il quale non dimentica di sottolineare «una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese», e oggi è «divenuta realtà»: il governo «guidato, per la prima volta, da una donna».

IL BILANCIO DEL 2022 E LE SFIDE FUTURE
Nei primi passaggi del discorso di fine anno Mattarella tratteggia velocemente, ma con precisione, i fatti salienti degli ultimi mesi in Italia:

Lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche, tenutesi, per la prima volta, in autunno. Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna.
Ma l’incipit vero e proprio, e forse non poteva essere altrimenti, è dedicato al fatto di essere, ancora, presidente della Repubblica. Perché il 2022 è stato, fra le altre cose, l’anno in cui Sergio Mattarella è stato eletto dal parlamento per il suo secondo mandato al Quirinale. In modo che lui stesso definisce inaspettato. Le parole precise: «in modo per me inatteso».

Un anno addietro, rivolgendomi a voi in questa occasione, definivo i sette anni precedenti come impegnativi e complessi. Lo è stato anche l’anno trascorso, così denso di eventi politici e istituzionali di rilievo.
Italia protagonista del rilancio, sfide e priorità secondo Mattarella
Non si aspettava di essere ancora al Quirinale per il discorso di Capodanno 2022-2023. Senza troppe forzature, si può aggiungere che non lo auspicava nemmeno. Ma, a fronte della scelta dei grandi elettorali, ha prevalso la «responsabilità», valore a più riprese richiamato:
Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori.
Qui Mattarella si sta rivolgendo direttamente alle forze politiche parlamentari, che «nell’anno di pochi anni si sono alternate al Governo pressoché tutte», in diverse coalizioni parlamentari. E’ una sintesi della legislatura conclusa con la crisi di Governo, e lo scioglimento delle Camere, dell’estate scorsa. L’attuale legislatura è cominciata in modo diverso: dopo elezioni politiche «tenutesi, per la prima volta, in autunno»,

il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna.
Ora, abbiamo già sottolineato, e lo faremo anche più avanti analizzando il discorso nei diversi passaggi salienti, il richiamo di Mattarella alla necessità di guardare al futuro, e non al passato. Ma ci permettiamo anche di ribadire che lo stesso Mattarella ha parlato della responsabilità delle scelte, inserendole nel contesto della grande complessità del presente.

LA CONCRETEZZA DELLA REALTÀ HA COSÌ CONVOCATO CIASCUNO ALLA RESPONSABILITÀ.
Ebbene, sottolineiamo la responsabilità della fine anticipata, in estate, a guerra in corso, di una legislatura che solo pochi (pochissimi?) mesi prima aveva portato alla rielezione di un presidente della Repubblica motivata dalla mancanza di alternative, ad eccezione di quella rappresentata da Mario Draghi, al quale però le forze parlamentari era restie a togliere la guida del Governo.

Dopodiché, andiamo oltre. Ci sono altri riferimenti alla responsabilità, nel discorso di Mattarella: la responsabilità dell’aggressore (la Russia di Putin), nella guerra in Ucraina. C’è una scelta di campo chiarissima, che guarda subito al futuro.

NON CI RASSEGNIAMO A QUESTO PRESENTE. IL FUTURO NON PUÒ ESSERE QUESTO.
Il ritorno della pace in Europa è uno dei primi obiettivi per il 2023:

La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di un oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti.
Qui, il piano di analisi si allarga fuori dall’Europa, e supera il concetto stesso di confini nazionali. La civiltà dei diritti è radicata «nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni». E’ una caratteristica fondante della cultura dei cittadini del mondo.

Lo testimoniano le giovani dell’Iran, con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra.
La capacità di risorse preziose come la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta, di integrarsi e di produrre «fiducia e responsabilità nelle persone». Qui c’è una presa di posizione precisa:

Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive.
Lo scenario globale, per larghi versi inedito, all’interno del quale «misuriamo il valore e l’attualità delle nostre scelte strategiche: l’Europa, la scelta occidentale, le nostre alleanze. La nostra primaria responsabilità nell’area che definiamo Mediterraneo allargato. Il nostro rapporto privilegiato con l’Africa. E’ il vero contesto dell’attualità. Ed è importante definirlo con precisione, perché

Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione.
Per farlo dobbiamo cambiare lo sguardo con cui interpretiamo la realtà. Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domani.
Questa è forse una delle parti più difficili da comprendere del discorso. Mattarella parla di cambiamenti, innovazione, sfida di progettare il domani con coraggio. Subito dopo, sottolinea alcuni elementi, centrali per esempio per lo sviluppo dell’economia e delle imprese: la tecnologia, la svolta green, la politica energetica. Ma il pensiero di chi ascolta va anche alla politica, e al fatto che per la prima volta da molto tempo abbiamo un Governo con un forte mandato elettorale. E’ probabilmente il Governo più di destra dal dopoguerra a oggi. Il presidente della Repubblica, come detto, ne sottolinea la portata innovativa, rappresentata dalla premiership al femminile di Giorgia Meloni. E invita a un’analisi degna di una democrazia matura e compiuta. Questo non significa dimenticare la storia, anzi (il primo gennaio, fra l’altro, è stato il 75esimo anniversario della Costituzione). Ma significa, appunto leggere il presente con gli occhi di domani.

E SIAMO ALLE SFIDE PER IL FUTURO.
La transizione energetica: il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici.
La trasformazione digitale: «la quantità e la qualità dei dati, la loro velocità possono essere elementi posti al servizio della crescita delle persone e delle comunità. Possono consentire di superare arretratezze e divari, semplificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società. «Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini».
Scuola, università, ricerca scientifica. «E’ lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la complessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a garantire».
Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno permesso di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese.
Uno strumento fondamentale per abilitare tutti i traguardi sopra citati è il PNRR.
Non possiamo permetterci di perdere questa occasione. Lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro.
*(Fonte: PMI.it di B. WEISS giornalista

 

04 – LILY HAY NEWMAN*: COME FUNZIONA LA NUOVA TRUFFA DIGITALE CHE ARRIVA DALLA CINA. RAGGIRI DIGITALI COME LA COMPROMISSIONE DELLE EMAIL AZIENDALI E LE TRUFFE ROMANTICHE FRUTTANO MILIARDI DI DOLLARI AI CRIMINALI INFORMATICI. Queste frodi iniziano sempre con un po’ di “ingegneria sociale”, per indurre la vittima a compiere un’azione che le arrechi danno, come fidarsi della persona sbagliata o inviare denaro. Ora, una nuova e sempre più popolare variante di queste strategie, nota con il termine inglese pig butchering (letteralmente “macellazione del maiale”) inganna gli ignari bersagli con l’obiettivo di rubare tutto il loro denaro, operando su vasta scala grazie, in gran parte, alla tratta di esseri umani.
La nuova tecnica è nata in Cina, dove è conosciuta come shāzhūpán. Il nome della truffa si deve all’approccio adottato dagli aggressori, che in senso figurato “mettono all’ingrasso” le vittime – un po’ come si fa con i maiali prima del macello, appunto – per poi sottrarre tutto quello che hanno. Generalmente queste truffe coinvolgono le cripto valute, ma possono essere legate anche ad altri tipi di trading finanziario.

COME FUNZIONA LA TRUFFA
I criminali informatici contattano i loro obiettivi tramite sms o piattaforme di social media, dating o comunicazione. Se il destinatario risponde che l’aggressore ha sbagliato numero, il primo coglie l’occasione per iniziare una conversazione e dare alla vittima verso la sensazione di essersi fatta un nuovo amico. Dopo aver instaurato un rapporto, l’aggressore cita di aver guadagnato molti soldi investendo in criptovalute e suggerisce all’obiettivo di partecipare finché è possibile.

Successivamente, il truffatore fa in modo che l’obiettivo utilizzi un’app o una piattaforma web dannosa, che a prima vista sembra però affidabile e può addirittura spacciarsi per una piattaforma di un’istituzione finanziaria. Una volta all’interno del portale, le vittime spesso visualizzano dati di mercato presentati in tempo reale, che servono a mostrare le potenzialità del loro investimento. La creazione di piattaforme finanziarie dannose dall’aspetto legittimo è un tratto distintivo del pig butchering, così come una serie di altri accorgimenti pensati per conferire verosimiglianza alla truffa: per rassicurare le vittime, per esempio, si dà loro la possibilità effettuare una videochiamata con il loro nuovo “amico” o prelevare un po’ di denaro dalla piattaforma. Quest’ultima è una tattica che i truffatori utilizzano anche nei tradizionali schemi Ponzi.
Anche se la truffa presenta alcuni nuovi risvolti, è comunque facile capire dove vada a parare. Una volta che la vittima ha depositato tutto il denaro che ha (o perlomeno quello che i cybercriminali riescono a farle “investire”), gli aggressori chiudono il conto e si dileguano.
“È proprio questo il problema del pig butchering: [i truffatori, ndr] cercano di prendersi tutto – spiega Sean Gallagher, ricercatore che si occupa di minacce per la società di sicurezza Sophos e ha monitorato la nuova frode negli ultimi tre anni – Si rivolgono a persone vulnerabili. Alcune delle vittime hanno avuto problemi di salute a lungo termine, sono anziane, si sentono isolate. Vogliono prendersi fino all’ultima goccia di sangue e sono insistenti”.

STRATEGIA A PIÙ LIVELLI
Sebbene per portare a termine il pig butchering sia necessario comunicare e costruire un rapporto con le vittime nel tempo, i ricercatori affermano che le organizzazioni criminali in Cina hanno sviluppato “copioni” e strategie per scaricare gran parte del lavoro su truffatori inesperti o persino su vittime della tratta di esseri umani.
“Possiamo già vedere i danni e il costo umano sia per le vittime delle truffe che per le persone che vengono costrette a lavorare – sottolinea Michael Roberts, esperto analista forense digitale che ha lavorato con alcune vittime degli attacchi di pig butchering –. Ecco perché dobbiamo iniziare a sensibilizzare le persone su questa minaccia in modo da poter interrompere il ciclo e ridurre la domanda di rapimenti e della tratta di esseri umani”. Il concetto è simile a quello degli attacchi ransomware e delle estorsioni digitali, in cui le forze dell’ordine incoraggiano le vittime a non pagare le richieste di riscatto degli criminali, in modo da disincentivarli a ripetere i tentativi di attacco.

IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE
Nonostante a partire dal 2021 il governo cinese tenti di reprimere le truffe basate sulle criptovalute, i criminali informatici del paese sono riusciti a spostare le loro operazioni di pig butchering nei paesi del sud-est asiatico, come Cambogia, Laos, Malesia e Indonesia. I governi di tutto il mondo stanno cercando aumentare sempre di più l’attenzione nei confronti della nuova minaccia. Nel 2021, l’Internet crime complaint center dell’Fbi ha ricevuto più di 4300 segnalazioni relative alla truffa, per un totale di oltre 429 milioni di dollari di perdite. Alla fine di novembre, il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha annunciato di aver sequestrato sette nomi di dominio utilizzati per il pig butchering nel 2022. “In questa frode, i truffatori, spacciandosi per trader in criptovalute di grande successo, invogliano le vittime a effettuare presunti investimenti in criptovalute, fornendo guadagni fittizi per incoraggiare ulteriori investimenti”, ha dichiarato l’Fbi in una nota di ottobre.
Le autorità governative e i ricercatori sottolineano che la sensibilizzazione dei cittadini è una componente fondamentale per evitare di cadere nel pig butchering. Se si conoscono i segnali che indicano che ci si trova in presenza della truffa e se ne capiscono i concetti alla base, è meno probabile esserne vittima. La sfida è raggiungere un pubblico più ampio e fare in modo che le persone scoprano l’esistenza del pig butchering e trasmettano le informazioni ad altre persone nella loro famiglia e cerchia sociale.
Come nel caso delle truffe romantiche e di altri attacchi personali, i ricercatori sostengono che il pig butchering abbia un impatto psicologico enorme per le vittime, che si aggiunge alle ripercussioni finanziarie. L’uso di manodopera ottenuta con il traffico di essere umani aggiunge un ulteriore livello di trauma e rende ancora più urgente affrontare la minaccia.
“Alcune delle storie raccontate dalle vittime sono dilanianti – dice Ronnie Tokazowski, ricercatore che si occupa da molto tempo di compromissione della posta elettronica aziendale e pig butchering e consulente per le minacce della società di cybersecurity Cofense –. Davvero dilanianti”.
*( Lily Hay Newman è una scrittrice senior di WIRED che si occupa di sicurezza delle informazioni, privacy digitale e hacking. In precedenza ha lavorato come reporter di tecnologia presso la rivista Slate ed è stata la scrittrice di Future Tense, una pubblicazione e un progetto di Slate, la New America Foundation e l’Arizona State University. Inoltre il suo lavoro è apparso su Gizmodo, Fast Company, IEEE Spectrum e Popular Mechanics. Vive a New York City – Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.)

 

05 – Andrea Colombo *: AUTONOMIA DIFFERENZIATA, LEGA A TESTA BASSA ED È SOLA CONTRO TUTTI LO SCONTRO. I SINDACI DEL SUD SCRIVONO A MATTARELLA CONTRO LA “SECESSIONE DEI RICCHI”. IL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI CALDEROLI (LEGA) SBOTTA E MINACCIA QUERELE. OPPOSIZIONI DIVERGENTI. CINQUE STELLE E SINISTRE CHIUDONO, TERZO POLO APRE, IL PD DIPENDE.(?)

CINQUANTA SINDACI SI APPELLANO VIA PEC A SERGIO MATTARELLA CHIEDENDOGLI DI FERMARE LA LEGGE QUADRO SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA CHE IL MINISTRO CALDEROLI, PUNTUALE COME IL CAPODANNO, HA PRESENTATO QUATTRO GIORNI FA.
Esordiscono ringraziando il presidente per aver segnalato, nel suo discorso di fine anno «le ingiustizie determinate dalle differenze tra i diversi territori del paese». Chiedono un incontro con il presidente, consapevoli del monito forte che era implicito nel discorso di capodanno. Calderoli però non ci sta e sbotta: «Adesso si è passato il limite. Io ho giurato sulla Costituzione che sancisce l’unità nazionale: scrivere che voglio spaccare l’Italia significa darmi dello spergiuro. Sono ministro delle regioni, di tutte le regioni, non di alcune sì e altre no».

La forzatura, specialmnte se sommata a quella veicolata dalla manovra con la creazione di una commissione per determinare i Lep, Livelli essenziali delle prestazioni, al posto del parlamento e della conferenza Stato-Regioni, suona però più che minacciosa per le regioni povere a vantaggio di quelle ricche. I governatori del Sud, a partire dal pugliese Emiliano, sono insorti subito appoggiati anche dall’emiliano Bonaccini, sin qui schierato invece a favore dell’autonomia differenziata. «Questa proposta spacca il paese. È una forzatura che mette a rischio la tenuta sociale delle nostre terre».

Certo, il passo indietro sull’autonomia differenziata è anche il prezzo chiesto a Bonaccini dai potenti governatori del sud, Emiliano e De Luca, per appoggiarlo nella corsa alla segreteria del Pd. Ma resta il fatto che la Lega, unico partito a esultare per la proposta Calderoli, appare ora del tutto isolato. Lo stesso silenzio della premier è più gelido che complice e del resto sono noti i suoi crescenti dubbi su una misura che scontenta l’elettorato del sud, cioè la parte meno volatile del suo consenso, e sul quale il capo dello Stato ha fatto capire che non resterebbe a guardare se venisse violato il principio costituzionale dell’eguaglianza territoriale. Quella di Calderoli, insomma, è prima di tutto una forzatura nei confronti del governo e della maggioranza.

L’AUTONOMIA È IL PREZZO CHE LA PREMIER DEVE PAGARE ALLA LEGA IN CAMBIO DELL’APPOGGIO SUL PRESIDENZIALISMO. La tabella di marcia su quel fronte è già fissata: entro gennaio o poco oltre la ministra Casellati incontrerà i partiti di opposizione. Se troverà una disponibilità al dialogo sul modello di presidenzialismo da adottare il governo procederà per via parlamentare, altrimenti avanzerà una sua proposta entro la pausa estiva. Il Terzo Polo aprirà le porte, il M5S le blinderà quasi di certo. Dunque tutto dipenderà dal Pd, che al momento appare attestato sulle stesse posizioni dei 5S ma con la nuova segreteria potrebbe ammorbidirsi, tanto più che la presidente è disposta a partire dal modello privilegiato a suo tempo dall’allora Pds, il semipresidenzialismo francese.
Va da sé che il peso e il condizionamento della Lega varieranno sensibilmente in conseguenza della scelta finale del Pd, impennandosi se la riforma sarà solo della maggioranza ed eventualmente del Terzo Polo ma calando vertiginosamente se invece si tratterà di una testo condiviso partorito da una commissione bicamerale o dalle commissioni Affari costituzionali congiunte. Inoltre i tempi della riforma costituzionale sono inevitabilmente lunghi. Calderoli ha deciso dunque di forzare con l’obiettivo di far approvare il suo testo dal Consiglio dei ministri subito per poi passare alla conferenza unificata e trasformarlo in proposta di legge entro gennaio. Ma in questa sfida la Lega è davvero sola contro tutti.
*(Fonte: Il Manifesto. Andrea Colombo, è un giornalista, scrittore e commentatore politico)

 

06 – ECONOMIA Roberto Ciccarelli*: IL REGALO DI INIZIO ANNO: BENZINA, GAS, BIGLIETTI È RECORD DI AUMENTI – IL CASO. SPECULAZIONI SUI PREZZI, INCAPACITÀ E INTERESSI DEL GOVERNO TUTTO CONVERGE PER FARE PAGARE LA POLICRISI AI SALARI E AI REDDITI.
La decisione del governo Meloni di non prorogare il taglio delle accise sulla benzina sta producendo i primi effetti. Il costo di benzina e gasolio è salito di circa 20 centesimi al litro rispetto al 30 dicembre. L’aumento delle accise anche sul Gpl ha spinto i prezzi al livello del 21 marzo 2022, poco meno di un mese dopo l’inizio della guerra russa in Ucraina.

GLI AUTOMOBILISTI inizieranno a pagare tutto quello che non hanno versato direttamente nelle casse dei distributori e dei produttori di carburante. Prima lo facevano indirettamente attraverso lo Stato, grazie a una norma del governo Draghi che scontava 18 centesimi al litro. Non è stata prorogata da quello attuale. Il taglio, ha sostenuto ieri Giovani Paglia (responsabile economico di Sinistra Italiana), ha formato un tesoretto per pagare i «dodici condoni» contenuti nella legge di bilancio approvata alla fine dell’anno scorso. Osservazione maliziosa, ma che rende il senso politico della contraddizione: pagare la speculazione, tamponare gli aumenti, soddisfare gli interessi elettorali e corporativi, mentre l’inflazione aumenta e il governo stenta a stemperare gli effetti della policrisi che comporta anche conseguenze recessive. Quando era all’opposizione Meloni prometteva l’eliminazione progressiva delle accise e dell’Iva. Oggi parla di sfigurare la repubblica parlamentare in una presidenziale. Salvini preferisce la «secessione dei ricchi»: l’autonomia differenziata. Elementi che hanno indotto le opposizioni a riunirsi per un giorno. I Cinque Stelle hanno denunciato una «maxi stangata». Di Meloni «Robin Hood al contrario» ha parlato Elly Schlein. Dal cosiddetto «Terzo Polo» Matteo Renzi ha ironizzato: «Poi dicono che la pacchia è finita».

IMMANCABILE è arrivata la polemica sulla selva di accise che gravano su un litro di carburante. Tra le 17, più l’Iva al 22%, la più «antica» è quella applicata per pagare i danni prodotti dal fascismo in Etiopia nel 1935-36. Si aggiungono quelle seguite alla crisi di Suez, per il Vajont nel 1963 e l’alluvione di Firenze nel 1966 fino alla missione in Bosnia nel 1996 o ai terremoti dell’Aquila nel 2009 o a quello in Emilia nel 2012. Se a Rimini il gasolio sfiora 1,90 euro e la benzina lo segue a ruota, a Napoli il prezzo del diesel ha superato i 2 euro in Corso Vittorio Emanuele. Si cercano le cosiddette «pompe bianche», cioè i distributori che non fanno parte delle compagnie di distribuzione più note.

GLI AUMENTI dei prezzi alla pompa di benzina stanno trascinando quelli dei settori collegati alla mobilità stradale con i veicoli costruiti dalle multinazionali dell’auto e al consumo delle energie fossili. I pedaggi autostradali, ad esempio. Dal primo gennaio sono aumentati del 2% con l’aggiunta di un altro 1,34% dal prossimo primo luglio. Secondo Assoutenti per andare da Roma (Sud) a Milano (Ovest), ad esempio, il pedaggio sale dai 46,5 euro del 2022 agli attuali 47,3 euro, per poi raggiungere 48 euro a luglio, con un aumento di 1,5 euro. Da Napoli (nord) a Milano si spendevano lo scorso anno 58,6 euro mentre ora servono 59,7 euro e da luglio prossimo 60,5 euro. In un anno ci potrebbe essere un aumento medio delle spese di 366 euro a famiglia. Sono aumentati anche i prezzi dei biglietti per bus e metro. A Napoli da qualche mese si è passati da 1 euro a 1,20; dal 9 gennaio a Milano il biglietto costerà 2,20 con un aumento di 20 centesimi. Dal prossimo agosto a Roma passerà addirittura da 1,50 a 2 euro.
IL RINCARO del gas prosegue senza ostacoli. Ieri l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha comunicato l’aumento delle bollette del 23,3% per i consumi realizzati a dicembre 2022. Malgrado abbia usato il vecchio metodo di aggiornamento della tutela del gas nell’ultimo trimestre, l’Arera ha sostenuto che la spesa per la «famiglia tipo» tra gennaio e dicembre sarà di circa 1.866, il 64,8% in più rispetto al 2021.
MOLTE AZIENDE, pur acquistando gas ed energia elettrica a prezzi più favorevoli in queste settimane, continuano a rivenderli agli utenti a prezzi esorbitanti. Ieri, all’apertura dei mercati, il gas si era attestato a 77,5 euro al Mwh, -23% rispetto alla media del mese precedente e il -31% rispetto a due mesi fa. Questo è il nodo della speculazione che non si riesce, o non si vuole, sciogliere. Feder consumatori suggerisce di alzare le soglie Isee fino almeno a 20 mila euro, fermare i distacchi per morosità incolpevole e rafforzare la tassazione degli extraprofitti. Ma su questo il governo ha alzato bandiera bianca. «Inaccettabile – ha detto Angelo Bonelli (Alleanza Verdi Sinistra) – Sono oltre 50 i miliardi di euro legati alla speculazione del gas. Il governo intervenga per garantire il prezzo corretto. Presenteremo una proposta di legge per istituire una Commissione d’inchiesta che indaghi sulle ragioni per cui si è determinata una tale speculazione senza alcun intervento per arginarla»
*(

 

07 – Filippo Zingone*: L’M23** non si ritira. E nel 2022 sono aumentate le violenze. CONGO. Rapporto Onu: 450mila persone hanno abbandonato le proprie case, mentre il paese piange centinaia di civili uccisi, stupri di massa, torture e arruolamento forzato di bambini tra le file delle milizie
L’M23 ha dichiarato di aver iniziato il ritiro delle proprie truppe dalla città di Kibumba, ma gli abitanti, che hanno parlato con l’agenzia stampa Ap, sostengono il contrario: «Hanno mentito alla comunità internazionale con l’annuncio del loro ritiro, l’M23 è ancora qui» ha detto un residente.

DALLA RIPRESA dell’offensiva dei ribelli dell’M23 450mila persone hanno abbandonato le proprie case, questi si aggiungono ai sei milioni di sfollati interni già presenti prima della ripresa degli scontri nel Nord Kivu.
Un nuovo report dell’Onu afferma che la violenze perpetuate da diversi gruppi armati nei confronti della popolazione civile è fortemente aumentata nel 2022. Centinaia di civili morti, stupri di massa, torture e arruolamento forzato di bambini tra le file delle milizie, ma anche spoliazione delle materie prime, dei raccolti e dei pascoli sono le violenze che i civili hanno raccontato ai funzionari dell’Onu.
«La sicurezza e la situazione umanitaria nelle province del Nord Kivu e dell’Ituri sono notevolmente deteriorate, nonostante la continua applicazione dello stato d’assedio negli ultimi 18 mesi», hanno affermato i funzionari delle Nazioni unite, che sottolineano come la crisi del Congo sia peggiorata a causa del moltiplicarsi dei gruppi armati e dei conseguenti scontri con l’esercito regolare della Rdc.
SOLO NELLE REGIONI orientali dell’Ituri e del Nord Kivu sono presenti 120 gruppi armati, oltre all’M23. In queste ricche regioni operano altre formazioni armate come le Forze democratica alleate (Fda) legate allo Stato islamico o le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) tra le cui fila militano molti responsabili del genocidio ruandese del 1994.
La maggior parte di questi gruppi combatte per il controllo della terra, delle miniere della ricca regione e delle strade, dove impongono dazi a chi transita. Il controllo di questi punti nevralgici frutta ai guerriglieri migliaia di dollari al mese.
*(Fonte: Il Manifesto – Filippo Zingone. 26 anni laureato con laurea triennale in Storia Antropologia e Storia delle religioni, presso l’Università ..)
**( Da alcune settimane il movimento denominato “23 Marzo” sta mettendo a ferro e fuoco la Repubblica Democratica del Congo tra stupri, bambini soldato)

 

08 Luca Celada*: LOS ANGELES – L’eredità «politica e morale» del 6 gennaio .L’ASSEDIO DI CAPITOL HILL. La Commissione d’inchiesta consegna il suo j’accuse, i rinvii a giudizio sono 978, ma il parlamento è ormai in balia dell’estrema destra.

Il secondo anniversario dell’assalto a Capitol Hill è trascorso con quello stesso edificio nuovamente in preda al caos, stavolta una paralisi istituzionale dovuta all’incapacità del 118mo Congresso di eleggere uno speaker della Camera.
L’attuale stallo esprime l’eredità morale della politica post-etica legittimata da Trump e impiegata dall’ex presidente per portare il paese guida delle democrazie occidentali sull’orlo del colpo di stato. La rivolta del 6 gennaio 2021 venne preparata e lanciata dal presidente uscente contro il Congresso per tentare di ribaltare in extremis il risultato delle elezioni presidenziali e prolungare il proprio mandato. Quel giorno fatidico la seduta congiunta venne rimandata di diverse ore, ma a tarda sera le Camere riunite finirono per ratificare la vittoria di Biden. Non senza però un consistente voto contrario. Quella sera 8 senatori e 139 deputati votarono contro la ratifica, allineandosi alle orde che ore prima avevano devastato i locali del parlamento.

GLI EVENTI sono stati oggetto dell’inchiesta della Commissione parlamentare sul 6 gennaio che in un anno e mezzo ha tenuto nove elettrizzanti udienze pubbliche, producendo una requisitoria di 840 pagine che si legge come un thriller di fantapolitica, e la raccomandazione al ministero di giustizia a formalizzare possibili capi d’accusa penali a carico di Trump e del suo stato maggiore.
Come descritto qui accanto da Fabrizio Tonello il rapporto della commissione illumina i retroscena di un golpe strisciante preparato sotto gli occhi di una nazione che si fregia di essere democrazia fondante dell’occidente ma che fu e rimane incapace di arginare l’ultracorpo populista impadronitosi del partito repubblicano.

LE RIUNIONI eversive avvenivano nello Studio ovale dove il capo di gabinetto e gli avvocati della Casa bianca inizialmente studiarono come intralciare lo spoglio delle schede e in seguito il gruppo di «guastatori» guidato da Rudy Giuliani coordinò dozzine di ricorsi infondati e una capillare campagna di disinformazione che invocava il «furto delle elezioni», inventando fantomatiche truffe informatiche e «furgoni pieni di schede false». Dietro le quinte il presidente e i suoi complici intimavano a funzionari di stati chiave di «tirar fuori» i voti necessari. Fallita l’intimidazione si passò alla fase B, il tentativo di far designare Trump a una manciata di grandi elettori «alternativi» degli stati, e infine il pianto anticostituzionale per la decertificazione dei risultati da parte del Congresso e del vicepresidente «incoraggiati» dalla folla forconista.

PER L’ASSALTO al parlamento a oggi sono stati rinviate a giudizio 978 persone e pronunciate 335 condanne di cui 185 pene detentive, le più pesanti per reati di sedizione a carico di miliziani come quelli degli Oath Keepers. Ma non vi sono state imputazioni formali contro i mandanti – a cominciare dal presidente i cui ordini ogni imputato ha affermato di aver seguito. E l’impunità si estende a quei parlamentari che pur dopo l’assalto votarono comunque per invalidare elezioni costituzionali. Oltre cento di loro permangono nell’attuale Congresso, compreso il gruppo «ribelle» che con l’opposizione allo speaker tiene in ostaggio la Camera (sei «irriducibili» sono stati eletti lo scorso novembre e non parteciparono al voto del 2021).

GLI OLTRANZISTI fanno capo al «Freedom Caucus», gruppo parlamentare di estrema destra nazional-populista più direttamente abilitato dalla retorica trumpista e in questo senso la rivolta parlamentare di questi giorni discende organicamente dall’assalto del 6 gennaio. A sua volta la paralisi indotta dai 20 ribelli è sintomatica di un paese che non solo non ha trovato una soluzione giudiziaria alla sua più grave crisi costituzionale ma stenta a metabolizzare il seme tossico del trumpismo.

La crisi investe prima di tutto il partito repubblicano eviscerato da Trump. Lo dimostra il caso di McCarthy che dopo aver giurato fedeltà a Trump in cambio della poltrona di speaker è stato messo in fuorigioco dalla rivolta dalla scheggia impazzita sul fianco destro. Ed investe lo stesso Trump che ha dimostrato di non controllare fazioni contrapposte che pure farebbero capo a lui – dopo lo smacco dei midterm non depone a favore del suo ipotetico trionfale ritorno nel 2024.

Ma in senso più lato la rivolta del Freedom Caucus rivela anche l’instabilità della democrazia americana post Trump, un sistema di cui sono state rivelate la vulnerabilità e le fisiologiche insufficienze costituzionali, come il collegio elettorale ed il sistema che privilegia la distribuzione geografica, piuttosto che maggioritaria, dei voti. La Commissione sul 6 gennaio ha chiarito come la sovversione del processo elettorale sia stata sventata in definitiva non da sponde costituzionali quanto da azioni etiche di singoli funzionari.

UGUALMENTE le azioni degli ultra-Maga nel Congresso mostrano come la moderazione prodotta dalla mediazione politica sia ormai un lontano ricordo. Al suo posto vige una post-politica sempre più sconfinata in celebrità e notorietà social utile al fundraising e a compattare seguaci personali (da cui il neologismo “Maga influencer” per definire le nuove vedette reazionarie). Le attuali circostanze esplicitano insomma il nichilismo performativo che si cela dietro al patriottismo ostentato del “America First” nonché il danno epistemico prodotto dalla mistificazione partecipativa che in larghe fasce del paese ha preso il posto della dialettica politica, ed è strumentalizzata da chi che ne approfitta per assumere potere.

LA FRONDA anti-speaker ha dimostrato la forza distruttiva del minority rule su cui è predicata la politica del nuova destra. I compromessi obbligati dai ribelli iper trumpisti avranno profonde implicazioni per la governance negli anni a venire. Attraverso i compromessi imposti alla leadership del partito, il manipolo degli ultra trumpisti avrà comunque conquistato il potere di manovrare l’agenda Gop, dato che il risicatissimo margine di maggioranza rende essenziali i loro voti per ogni iniziativa.
La capitolazione che hanno imposto al proprio stesso partito presagisce l’imposizione di una agenda estremista a tutto campo che facilmente si estenderà al boicottaggio delle prossime finanziarie con la probabile conseguente paralisi del governo prima della fine di quest’anno. Come il tentato golpe fu inevitabile conseguenza dell’estremismo di Trump presidente, la crisi parlamentare attraversata in questi giorni è stata logica conseguenza della sue eredità politica e morale. L’ultima volta che gli Usa avevano avuto simile difficoltà ad eleggere uno speaker era stato nel 1856, nei prodromi della guerra civile. Un simbolismo che pesa sull’attuale, irrisolto conflitto politico.
*(Luca Celada. corrispondente da Los Angeles del Il Manifesto.)

 

09 – LE 10 PAROLE PER CAPIRE L’ECONOMIA DEL 2023 . I TIMORI PER LA RECESSIONE, IL RIALZO DEI TASSI PER COMBATTERE L’INFLAZIONE E LA RISCOPERTA DEI PAESI AMICI CON I QUALI CHIUDERE AFFARI: ECCO IL VOCABOLARIO DELL’ECONOMIA DEI PROSSIMI MESI.*

ECONOMIA 2023 10 PAROLE PER CAPIRLA
Saranno due le parole d’ordine che caratterizzeranno l’economia del 2023, almeno nella sua fase iniziale: inflazione e recessione. La prima ce la portiamo dietro dal 2022 e non sparirà di colpo con i botti di fine anno: le previsioni dell’Unione europea stimano un aumento del 7% dei prezzi al consumo, certo meno dell’8,5% registrato nel 2022 ma ben lontano dall’obiettivo del 2% ritenuto salutare dagli economisti. Le tensioni sui prezzi, il costo dell’energia che non accenna a diminuire e le paure geopolitiche rischiano poi di trascinare il Continente in una spirale recessiva che nessuno si augura. Per l’Unione ci salveremo per un soffio, con una crescita a fine 2023 che si attesterà allo 0,3%, ma lo scenario è fluido e non tutti gli analisti concordano.
Tra i protagonisti certi dell’economia del prossimo anno ci sarà la tecnologia, ovviamente, ma questa volta con la componente hardware per eccellenza: i chip. Le prime avvisaglie sono arrivate nel 2022, sono attese conferme: l’Unione ha preparato un pacchetto che muoverà 43 miliardi di euro per potenziare l’industria dei semiconduttori europea, gli Stati Uniti hanno fatto lo stesso. Il tema sarà caldo a lungo. Così come l’ambiente, declinato in chiave innovativa: il greentech, con ogni probabilità, otterrà la sua consacrazione il prossimo anno. Tra i temi caldi anche le acquisizioni che, nel mondo, potrebbero ritornare a caratterizzare le cronache finanziarie, per rispondere alla necessità di consolidamento per competere alla pari in un mercato globale aggressivo e ostile (e attenzione al friend shoring).

La paura più grande del 2023 ha un nome recessione. Le ferite della contrazione dell’economia mondiale scatenata dalla…

01 RECESSIONE
La paura più grande del 2023 ha un nome: recessione. Le ferite della contrazione dell’economia mondiale scatenata dalla crisi di Lehman Brothers nel 2008 sono ancora vive, l’Italia non si è mai ripresa davvero e un nuovo crollo del prodotto interno lordo aprirebbe scenari complessi. Per ora le previsioni parlano di un sicuro rallentamento dell’economia nel 2023, ma i pareri discordano sulle probabilità di recessione. Secondo il Fondo monetario internazionale l’economia dell’Italia andrà sotto zero (-0,2%), mentre Ocse (+0,2%) e Unione europea (+0,3%) sono più ottimiste. Bruxelles a novembre ha ritoccato al rialzo le previsioni di crescita per il 2022: alla fine dei conti il prodotto interno lordo aumenterà del 3,8%, un bel balzo in avanti rispetto al +2,9% stimato a luglio.

I CHIP SARANNO AL CENTRO DELL’ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2023. STATI UNITI ED UNIONE EUROPEA SONO DECISE A…

02 CHIP
I chip saranno al centro dell’economia internazionale nel 2023. Stati Uniti ed Unione europea sono decise a riconquistare pienamente la sovranità tecnologica e non badano a spese per mettersi al riparo da rischi geopolitici. Gli Usa già ad agosto hanno staccato un assegno da 52 miliardi di dollari per potenziare la produzione interna di chip e semiconduttori; l’Europa ha preparato un pacchetto capace di mobilitare 43 miliardi di euro, pubblici e privati, per recuperare terreno in un settore strategico per il futuro dell’industria. Il primo dicembre è arrivato il via libera del Consiglio europeo, nel 2023 la parola passa al Parlamento per far diventare l’orientamento legge. Bisognerà correre perché tra il 2022 e il 2030, nota la Ue, la domanda di chip raddoppierà nel mondo e l’Europa vuole conquistare quote di mercato: l’obiettivo è arrivare al 20% di market share all’inizio del prossimo decennio.

Nel 2023 l’inflazione in Europa e in Italia continuerà a mordere. Dopo il picco dell’87 registrato nel 2022 secondo le…

03 SKIMPFLATION
Nel 2023 l’inflazione in Europa e in Italia continuerà a mordere. Dopo il picco dell’8,7% registrato nel 2022, secondo le stime della Ue nel nostro Paese il prossimo anno i prezzi aumenteranno del 6,6% per poi raffreddarsi solo nel 2024 quando si prevede un’ulteriore crescita del 2,4%. Gli effetti dell’inflazione sono molti, il primo e più immediato è la riduzione del potere d’acquisto delle persone: chi guadagna sempre la stessa potrà comprare un numero minore di beni. Per le imprese, che a loro volta vedono aumentare i costi, questa tendenza può portare a ridurre la presenza sul mercato di prodotti o servizi, perché troppo cari o non indispensabili. Un fenomeno che ha un nome: skimpflation. Jp Morgan spiega che per le imprese è un escamotage che permette di non aumentare i prezzi anche se “nella pratica si dovrà spendere di più per ottenere lo stesso servizio di prima. Un esempio è rappresentato dalle compagnie telefoniche che riducono il personale nei call center, aumentando il tempo necessario per la risoluzione dei problemi”.

04 FRIEND SHORING
Le tensioni geopolitiche del 2022 hanno riscritto le relazioni commerciali su scala internazionale. E non solo sul piano energetico: le sanzioni contro la Russia e i timori per una escalation militare tra Cina e Stati Uniti impongono ai paesi di rivedere le proprie strategie commerciali. Siamo in piena de globalizzazione e l’Italia non sfugge. Il rapporto Censis guardando a ritroso individua un trend che potrebbe intensificarsi nel 2023: il friend shoring, cioè la tendenza a intensificiare i rapporti economici con i paesi amici che condividono una solida base valoriale. “L’Italia sembra avere già iniziato a perseguire una propria strategia di friend shoring intensificando gli scambi con i Paesi europei, con l’area nord-americana e con i Paesi del Mediterraneo. Tra gennaio e luglio di quest’anno, l’export di merci verso l’Ue e il Regno Unito è aumentato del 22,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 e quello verso i Paesi Nafta (Canada, Stati Uniti e Messico) del 31,0%. Su 364,4 miliardi di euro di esportazioni italiane nel mondo, relative ai primi sette mesi di quest’anno, il 78,8% è di tipo friend shoring”.

L’aumento dei tassi di interesse a ritmi serrati portato avanti dalla Banca centrale europea nel 2023 avrà un impatto…

05 PRESTITI
L’aumento dei tassi di interesse a ritmi serrati portato avanti dalla Banca centrale europea nel 2023 avrà un impatto sui prestiti a famiglie e imprese italiane. Secondo l’EY European Bank Lending Economic Forecast 2022, in Italia ci sarà una contrazione dell’1,8% dei prestiti bancari nel 2023, con i prestiti alle imprese in calo del 2,8%, il credito al consumo giù dell’1,5% e i mutui per l’acquisto delle abitazioni in flessione dello 0,3%. Per gli analisti il calo sarà di breve durata: si stima un ritorno alla crescita dell’1,3% nel 2024 e di un ulteriore 1,9% nel 2025. Stefano Battista, Italy financial services market leader della società di consulenza Ey, ha spiegato che “l’aumento dell’inflazione, dei tassi di interesse e dei prezzi dell’energia, oltre alle difficoltà di gestione delle supply chain e delle filiere di approvvigionamento, imprimeranno un’ulteriore pressione su economie, imprese e istituti di credito. Il 2023 sembra essere l’anno più impegnativo dalla fine della crisi finanziaria e della successiva crisi dell’eurozona. Al momento si prevede che questo periodo di difficoltà sarà di breve durata, con una ripresa prevista nel 2024 e nel 2025”.

Acea nel 2022 l’innovation day diventa evento sul territorio articolato in tre tappe

06 GREENTECH
L’ambiente è la nuova ossessione degli innovatori in tutto il mondo: negli ultimi 7 anni le startup green che hanno tagliato il traguardo del miliardo di dollari di valutazione sono 78. Da un’analisi di Stefano Guidotti, partner del fondo di venture capital italiano P101, emerge che gli investimenti nel greentech valgono nel mondo “quasi 90 miliardi di dollari. Secondo l’ultimo State of Climate Tech Report di PwC – spiega Guidotti – nel 2021 il capitale investito nelle startup green è cresciuto del 210% rispetto al 2020, toccando quota 87,5 miliardi di dollari di raccolta. Un trend che, secondo dati parziali, sembrerebbe essere proseguito anche nel 2022”. In Italia, nota il venture capitalist, “il numero di startup a significativo impatto sociale e ambientale a fine 2021 è di 486 ed è cresciuto del 28,2% rispetto alle 349 società rilevate alla fine del 2020. Sono ancora poche sul totale generale delle startup innovative (dal 3,1% di fine 2020 al 3,8% del 2021), ma in crescita. Servono investimenti di sistema importanti e serve una strategia”.

Se pensavate che con l’arrivo del nuovo anno il mercato azionario potesse tornare a risplendere probabilmente vi…

07 ORSO
Se pensavate che con l’arrivo del nuovo anno il mercato azionario potesse tornare a risplendere probabilmente vi sbagliavate di grosso. Il bear market, la fase orso del mercato caratterizzata dal ribasso dei listini, continuerà per tutto il 2023. Anzi diventerà ancora più evidente. Lo segnalano gli analisti di Goldman Sachs. La banca di investimenti ha calcolato che gli indici globali nel 2022 sono calati del 19%, nonostante i ritocchi al riazlo registrati dall’estate. Ma il calo non è finito: la volatilità trascinerà al ribasso le quotazioni in borsa anche nel 2023, almeno fino a quando il mercato non toccherà il picco al ribasso più avanti nel corso dell’anno. A spargere incertezza nelle piazze finanziare è l’attivismo delle banche centrali che sono continueranno ad alzare i tassi di interesse per tenere a bada l’inflazione e il deterioramento della crescita economica, affossata in tutto il mondo per le paure geopolitiche. Per invertire la rotta in borsa serve stabilità.

Fatta l’innovazione è arrivato il momento di mettere mano al mondo delle regole per efficientare i processi. Il regtech…

08 REGTECH
Fatta l’innovazione, è arrivato il momento di mettere mano al mondo delle regole per efficientare i processi. Il regtech, l’unione della regolamentazione con la tecnologia, vedrà nel 2023 la sua definitiva consacrazione, sulla spinta della necessità di sistematizzare le attività del fintech e dell’insurtech. In un post del World Economic Forum, al regtech viene riconosciuta la potenzialità di alleggerire l’incertezza che può frenare l’adozione di nuove tecnologie. Il regtech, si legge, può contribuire a semplificare il sistema delle regole sfruttando la forza della tecnologia che può contare su strumenti collaudati come analisi dei dati, intelligenza artificiale, machine learning e blockchain che permettono di ridurre il costo degli adempimenti velocizzando i processi autorizzativi: “Un aspetto importante delle soluzioni regtech è la maggiore capacità di raccogliere, analizzare e agire su un set di dati più ampio, più approfondito e presumibilmente più tempestivo e accurato”.

09 ACQUISIZIONI
Dopo un anno in cui il mondo dei fusioni e delle acquisizioni (m&a) si è mosso con lentezza, nella seconda metà del 2023 è attesa l’auspicata ripresa globale. “Le aspettative del mercato sono in un rimbalzo a partire dal secondo semestre 2023, anche se difficilmente con un ritorno ai livelli record del 2021”, ha spiegato Emanuela Pettenò, deals markets leader di Pwc Italia. La società di consulenza rileva che l’attività m&a a livello mondiale ha registrato un declino nei primi 9 mesi del 2022 (-18% a volumi e –36% a valore rispetto allo stesso periodo del 2021) dopo un periodo di ininterrotta crescita durato 18 mesi (da luglio 2020 a dicembre 2021). In Italia l’attività è in linea con il 2021 a volumi (oltre mille le operazioni) e il deal value a 88 miliardi è sostanzialmente raddoppiato, ma solo grazie all’offerta pubblica di acquisto di Blackstone su Atlantia. Escludendo quest’ultima, nota Pwc, “si registra un calo a valore (-14%)”. Tra i protagonisti del 2023 potrebbe esserci la Exor di guidata da John Elkann: la holding, ha detto l’amministratore delegato durante l’investor day di fine novembre, è pronta a investire 6,5 miliardi di euro di cui 5 per nuove acquisizioni.

Nei periodi di incertezza economica i metalli preziosi sono considerati da molti un rifugio sicuro. Nel 2022 l’oro ha…

10 ARGENTO
Nei periodi di incertezza economica i metalli preziosi sono considerati da molti un rifugio sicuro. Nel 2022 l’oro ha vissuto sull’ottovolante, ma alla fine è riuscito a recuperare terreno e battere le previsioni degli analisti. Per il 2023 gli occhi sono puntati sul fratello minore: l’argento. Union Bancaire Privée in un suo report di fine anno spiega: “Prevediamo che l’argento si apprezzerà nel corso del 2023, mentre la nostra precedente previsione era di un modesto declino”, spiegano. A trainare il valore dell’argento sarà proprio l’oro che potrebbe stabilizzarsi a 1.800 dollari l’oncia. La stima “plausibile” per l’argento è una crescita fino a 22-24 dollari l’oncia durante il 2023. A dicembre l’argento consegnato a marzo 2023 viene già pagato 22,9 dollari.
*(Fonte: Wired)

 

10 – Luca Francescangeli: BRUTTI INCONTRI NEL METAVERSO. DA FURTI DI IDENTITÀ A MOLESTIE, DA TRAFFICI ILLECITI AD ATTACCHI MIRATI AGLI UTENTI: I MONDI VIRTUALI RICHIEDONO ATTENZIONE ALLA SICUREZZA INFORMATICA E PERSONALE. QUALCHE CONSIGLIO.

Attacchi human joystick e chaperon, furti d’identità, molestie sessuali. Sono solo alcuni dei rischi a cui gli utenti possono essere esposti nel metaverso. Attualmente il metaverso, che è poi un insieme molto variegato di piattaforme e tecnologie, sembra essere un luogo ancora poco popolato, come dimostrano i recenti dati sugli utenti mensili di Horizon Worlds di Meta, diffusi a ottobre dal Wall Street Journal. Ma secondo molti analisti l’adozione di massa è solo questione di tempo. Un recente studio di Gartner, infatti, rivela che entro il 2026 il 25% della popolazione mondiale spenderà almeno un’ora al giorno all’interno del metaverso. In questo scenario la sicurezza delle piattaforme e dell’esperienza utente diventa un fattore cruciale. Un punto su cui si è accesa anche l’attenzione delle forze di polizia: lo scorso ottobre, l’Europol ha presentato un report in cui parla della criminalità nel metaverso e di come sia necessario aggiornare metodi e strumenti di polizia per contrastare i nuovi cyber criminali.
Già oggi centinaia di migliaia di utenti early adopter utilizzano il metaverso per le attività più disparate, come seguire corsi online o vendere prodotti e servizi. Su alcune piattaforme gli accessi sono strettamente regolati e i contenuti controllati. Ma in altri casi l’accesso a questo universo digitale avviene in maniera libera. In alcuni casi, gli avatar possono essere esposti a esperienze online traumatiche, potenziate dalla realtà virtuale. Un esempio sono i contenuti gore, cioè filmati, azioni o foto dai contenuti violenti e scabrosi.

RISCHI E ATTACCHI
Per quanto riguarda gli attacchi human joystick e chaperon, sono entrambi attacchi che sfruttano l’immersione dell’utente nella realtà virtuale, immersione che di fatto lo isola dall’ambiente fisico esterno. Spostando i confini dell’ambiente virtuale di riferimento, la persona può essere indotta a riprodurre col corpo i movimenti che compie nel cyberspazio, effettuando spostamenti fisici senza nemmeno rendersene conto. Spostamenti che possono condurlo, per esempio, a cadere da una scala o a sbattere contro un oggetto appuntito. Anche l’esatta localizzazione dell’utente pone un potenziale rischio per la persona immersa nello spazio virtuale, che potrebbe essere raggiunta da malintenzionati nel mondo fisico, senza rendersene conto.
Secondo Amedeo Cioffi, a capo delle operazioni di sicurezza informatica del Centro di calclo delle Nazioni Unite (Unicc) di Valencia, “il rispetto della privacy è un tema problematico all’interno del metaverso. Molti utenti registrano la loro esperienza virtuale tra avatar. Magari per divertimento, per postare su un canale Youtube o ancora come strumento preventivo, così da avere una prova registrata in caso di crimine. Queste registrazioni possono violare la privacy di molti altri utenti, che interagiscono con chi effettua la registrazione. Sarebbe come se qualcuno ci registrasse con una videocamera nella nostra vita di tutti i giorni. Ci sono poi i metadati che alcune piattaforme raccolgono su preferenze e interessi delle nostre identità digitali, dati che possono rivelare informazioni preziose su preferenze e interessi reali. Anche assalti e molestie sono un problema noto. Lo dimostra la storia di Chanelle Siggens, molestata da un altro avatar, che ha simulato atti sessuali su di lei. Tra i rischi più comuni c’è anche il furto d’identità. Una volta in possesso dell’identità rubata, l’attaccante può eseguire sotto mentite spoglie azioni per screditare una persona, per mettere a segno truffe, per rubare e rivendere oggetti virtuali, o ancora per effettuare altre azioni criminali, come Hawking o molestie. Un esempio è quanto accaduto alla piattaforma di trading Cent, che ha dovuto sospendere il servizio di compravendita a causa di falsi nft”.

CRIMINALITÀ ONLINE
C’è poi il tema delle organizzazioni criminali e terroristiche, che trovano nelle piattaforme virtuali nuovi spazi di manovra. Per Salvatore Moccia, direttore della Master School di Eit-Digital “le organizzazioni criminali utilizzano già alcune piattaforme per incontrarsi a distanza, ma anche per effettuare transazioni illegali, riciclaggio di denaro e frodi attraverso l’utilizzo di diverse criptovalute. Nel caso del terrorismo, il metaverso può facilitare il reclutamento di nuove risorse, ma anche preparare i terroristi all’azione, allenandoli con la realtà virtuale all’interno di scenari che riproducono luoghi reali. Anche le fake news e le campagne di disinformazione possono avere un impatto più pervasivo, facendo leva sull’esperienza più dinamica e coinvolgente che caratterizza la fruizione del metaverso attraverso il proprio avatar. Per limitare la proliferazione di questi crimini è importante che ogni piattaforma definisca la sua policy di utilizzo, mettendo in campo gli strumenti necessari a monitorare e moderare qualsiasi tipo di cattivo utilizzo”.
“Ci stiamo occupando della formazione dei cosiddetti deep tech talent – spiega Diva Tommei, chief education innovation marketing officer di Eit-Digital -. Lo facciamo attraverso percorsi specifici di upskilling e reskilling. C’è poi la formazione avanzata: abbiamo creato un master internazionale sulla cybersecurity. Tra i nostri partner c’è l’università di Trento, che sta indagando il rapporto tra cybersecurity e sistemi robotici”. Ma cosa si può fare da subito per evitare di cadere nelle trappole più comuni del metaverso? Per Cioffi “gli utenti, come anche nella vita reale, dovrebbero sempre diffidare di offerte o proposte che propongono facili guadagni. Anche le richieste di condividere dati personali con altri avatar dovrebbero essere sempre comprese e valutate attentamente. Infine, è fondamentale assicurarsi sempre che il contenuto a cui si accede sia appropriato all’età dell’utente. I genitori di figli minori dovrebbero sempre controllare l’attività dei propri figli all’interno del metaverso, educandoli a un utilizzo consapevole della tecnologia”.
*( Luca Francescangeli – giornalista e un esperto in comunicazione e relazioni istituzionali. Ho diretto la sede italiana di Change.org , la piattaforma di petizioni più)

 

11 – Per aderire all’appello: https://forms.gle/jtekmZS4zsdLPUht6 – Per la vita di Cospito, appello al ministro della Giustizia e all’amministrazione penitenziaria
IL CASO. Cospito rischia seriamente di morire, il tempo sta per scadere: è necessario revocare il regime del 41 bis, per fatti sopravvenuti e in via interlocutoria.

Alfredo Cospito è a un passo dalla morte nel carcere di Bancali a Sassari all’esito di uno sciopero della fame che dura, ormai, da 80 giorni. Detenuto in forza di una condanna a 20 anni di reclusione per avere promosso e diretto la FAI-Federazione Anarchica Informale (considerata associazione con finalità di terrorismo) e per alcuni attentati uno dei quali qualificato come strage pur in assenza di morti o feriti, Cospito è in carcere da oltre 10 anni, avendo in precedenza scontato, senza soluzione di continuità, una condanna per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi.
Dal 2016 è stato inserito nel circuito penitenziario di Alta Sicurezza 2, mantenendo, peraltro, condizioni di socialità all’interno dell’istituto e rapporti con l’esterno. Ciò sino al 4 maggio 2022, quando è stato sottoposto al regime previsto dall’art. 41 bis ordinamento penitenziario, con esclusione di ogni possibilità di corrispondenza, diminuzione dell’aria a due ore trascorse in un cubicolo di cemento di pochi metri quadri e riduzione della socialità a una sola ora al giorno in una saletta assieme a tre detenuti. Per protestare contro l’applicazione di tale regime e contro l’ergastolo ostativo, il 20 ottobre scorso Cospito ha iniziato uno sciopero della fame che si protrae tuttora con perdita di 35 chilogrammi di peso e preoccupante calo di potassio, necessario per il corretto funzionamento dei muscoli involontari tra cui il cuore. La situazione si fa ogni giorno più grave, e Cospito non intende sospendere lo sciopero, come ha dichiarato nell’ultima udienza davanti al Tribunale di sorveglianza di Roma: «Sono condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo. Continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro».

Lo sciopero della fame di detenuti potenzialmente fino alla morte è una scelta esistenziale drammatica che interpella le coscienze e le intelligenze di tutti. È un lento suicidio (che si aggiunge, nel caso di Cospito, agli 83 suicidi “istantanei” intervenuti nelle nostre prigioni nel 2022), un’agonia che si sviluppa giorno dopo giorno sotto i nostri occhi, un’autodistruzione consapevole e meditata, una pietra tombale sulla speranza. A fronte di ciò, la gravità dei fatti commessi non scompare né si attenua ma deve passare in secondo piano. Né vale sottolineare che tutto avviene per “scelta” del detenuto. Configurare come sfida o ricatto l’atteggiamento di chi fa del corpo l’estremo strumento di protesta e di affermazione della propria identità significa tradire la nostra Costituzione che pone in cima ai valori, alla cui tutela è preposto lo Stato, la vita umana e la dignità della persona: Per la sua stessa legittimazione e credibilità, non per concessione a chi lo avversa. Sta qui – come i fatti di questi giorni mostrano nel mondo – la differenza tra gli Stati democratici e i regimi autoritari.

La protesta estrema di Cospito segnala molte anomalie, specifiche e generali: la frequente sproporzione tra i fatti commessi e le pene inflitte (sottolineata, nel caso, dalla stessa Corte di assise d’appello di Torino che ha, per questo, rimesso gli atti alla Corte costituzionale); il senso del regime del 41 bis, trasformatosi nei fatti da strumento limitato ed eccezionale per impedire i contatti di detenuti di particolare pericolosità con l’organizzazione mafiosa di appartenenza in aggravamento generalizzato delle condizioni di detenzione; la legittimità dell’ergastolo ostativo, su cui il dibattito resta aperto anche dopo l’intervento legislativo dei giorni scorsi e molto altro ancora. Non solo: la stessa vicenda di Cospito è ancora per alcuni aspetti sub iudice ché la Corte costituzionale deve pronunciarsi sulla possibilità che, nella determinazione della pena, gli effetti della recidiva siano elisi dalla concessione dell’attenuante della lievità del fatto e la Cassazione deve decidere sul ricorso contro il decreto applicativo del 41 bis. Su tutto questo ci si dovrà confrontare, anche con posizioni diverse tra di noi. Ma oggi l’urgenza è altra. Cospito rischia seriamente di morire può essere questione di settimane o, addirittura, di giorni. E l’urgenza è quella di salvare una vita e di non rendersi corresponsabili, anche con il silenzio, di una morte evitabile. Il tempo sta per scadere.

Per questo facciamo appello all’Amministrazione penitenziaria, al Ministro della Giustizia e al Governo perché escano dall’indifferenza in cui si sono attestati in questi mesi nei confronti della protesta di Cospito e facciano un gesto di umanità e di coraggio. Le possibilità di soluzione non mancano, a cominciare dalla revoca nei suoi confronti, per fatti sopravvenuti e in via interlocutoria, del regime del 41 bis, applicando ogni altra necessaria cautela. È un passo necessario per salvare una vita e per avviare un cambiamento della drammatica situazione che attraversano il carcere e chi è in esso rinchiuso.

***
7 GENNAIO 2023

ALESSANDRA ALGOSTINO, DOCENTE DI DIRITTO COSTITUZIONALE, UNIVERSITÀ DI TORINO
SILVIA BELFORTE, GIÀ DOCENTE DI ARCHITETTURA, POLITECNICO DI TORINO
EZIO BERTOK, PRESIDENTE CONTROSSERVATORIO VALSUSA
DON ANDREA BIGALLI, PARROCO IN FIRENZE, REFERENTE DI LIBERA PER LA TOSCANA
MARIA LUISA BOCCIA, PRESIDENTE DEL CRS (CENTRO PER LA RIFORMA DELLO STATO)
MASSIMO CACCIARI, FILOSOFO
GIAN DOMENICO CAIAZZA, AVVOCATO, PRESIDENTE UNIONE CAMERE PENALI ITALIANE
DON LUIGI CIOTTI, PRESIDENTE DEL GRUPPO ABELE E DI LIBERA
GHERARDO COLOMBO, GIÀ MAGISTRATO, PRESIDENTE DELLA GARZANTI LIBRI
AMEDEO COTTINO, PROFESSORE DI SOCIOLOGIA DEL DIRITTO NELLE UNIVERSITÀ DI TORINO E UMEÅ (SVEZIA)
GASTONE COTTINO, ACCADEMICO ED EX PARTIGIANO, GIÀ PRESIDE FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA, UNIVERSITÀ DI TORINO
BENIAMINO DEIDDA, MAGISTRATO, GIÀ PROCURATORE GENERALE DI FIRENZE
DONATELLA DI CESARE, DOCENTE DI FILOSOFIA TEORETICA, UNIVERSITÀ DI ROMA LA SAPIENZA
DANIELA DIOGUARDI, UDI (UNIONE DONNE ITALIANE), PALERMO
ANGELA DOGLIOTTI, VICE PRESIDENTE CENTRO STUDI SERENO REGIS
ELVIO FASSONE, GIÀ MAGISTRATO E PARLAMENTARE
LUIGI FERRAJOLI, FILOSOFO DEL DIRITTO
GIOVANNI MARIA FLICK, GIÀ PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE E MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
CHIARA GABRIELLI, DOCENTE DI PROCEDURA PENALE, UNIVERSITÀ DI URBINO
DOMENICO GALLO, MAGISTRATO, GIÀ PRESIDENTE DI SEZIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE
ELISABETTA GRANDE, DOCENTE DI SISTEMI GIURIDICI COMPARATI NELL’UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE
LEOPOLDO GROSSO, PRESIDENTE ONORARIO DEL GRUPPO ABELE
FRANCO IPPOLITO, PRESIDENTE FONDAZIONE BASSO
ROBERTO LAMACCHIA, AVVOCATO, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE ITALIANA GIURISTI DEMOCRATICI
GIAN GIACOMO MIGONE, DOCENTE DI STORIA DELL’AMERICA DEL NORD NELL’UNIVERSITÀ DI TORINO, GIÀ SENATORE
TOMASO MONTANARI, DOCENTE DI STORIA DELL’ARTE, RETTORE DELL’UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA
ANDREA MORNIROLI, COOPERATORE SOCIALE, NAPOLI
MONI OVADIA, ATTORE, MUSICISTA E SCRITTORE
GIOVANNI PALOMBARINI, MAGISTRATO, GIÀ PROCURATORE GENERALE AGGIUNTO PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE
MICHELE PASSIONE, AVVOCATO IN FIRENZE
VALENTINA PAZÉ, DOCENTE DI FILOSOFIA POLITICA, UNIVERSITÀ DI TORINO
LIVIO PEPINO, PRESIDENTE DI VOLERE LA LUNA E DIRETTORE EDITORIALE DELLE EDIZIONI GRUPPO ABELE
ALESSANDRO PORTELLI, STORICO E DOCENTE DI LETTERATURA ANGLOAMERICANA ALL’UNIVERSITÀ DI ROMA LA SAPIENZA
NELLO ROSSI, MAGISTRATO, GIÀ AVVOCATO GENERALE PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE
ARMANDO SORRENTINO, AVVOCATO, ASSOCIAZIONE ITALIANA GIURISTI DEMOCRATICI, PALERMO
GIANNI TOGNONI, SEGRETARIO GENERALE DEL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
UGO ZAMBURRU, PSICHIATRA, FONDATORE DEL CAFFÈ BASAGLIA DI TORINO
PADRE ALEX ZANOTELLI, MISSIONARIO COMBONIANO

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