4890 Immigrati, pochi in Italia ma visti molto male

20080429 15:03:00 redazione-IT

di Rachele Gonnelli

Più immigrati, più ricchezza. Depurata da tutte le letture strumentali sulla percezione della criminalità, la mappa dei flussi migratori fatta dal Viminale sembra proprio stabilire questo parallelo. Sono infatti le zone più sviluppate dove maggiore è la ricchezza prodotta ad attirare maggiori flussi migratori sia in Europa – dove l’Italia è infatti fanalino di coda sia come Pil prodotto sia come terra d’approdo per gli immigrati – sia nella geografia regionale dell’Italia.

Con il 5% di immigrati rispetto alla popolazione totale, l’Italia si colloca in coda della graduatoria europea dei paesi ospitanti. Secondo il Viminale, infatti, l’Italia non occupa il terzo posto per percentuale di stranieri – come rilevava la Caritas qualche mese fa ma su dati più vecchi – bensì il dodicesimo dopo Svizzera, ustria, Germania, Belgio, Grecia, Francia, Irlanda, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Norvegia che hanno tutte tassi più alti: Svizzera (20,2%), Austria (9,4%), Germania e Belgio (8,8%), Grecia (8,1%), Francia (5,7%), Irlanda (5,6%), Svezia e Danimarca (5,4%), Regno Unito (5,2%), Norvegia (5,1%).

Netta è anche la frattura territoriale tra Meridione del Paese, dove gli stranieri sono appena l’1,6% della popolazione) e il Centro-Nord, dove la quota si impenna al 6,8%. Le regioni a più alta densità di immigrati sono, dopo la Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna, ma la situazione all’interno delle singole province risulta molto diversificata, con picchi oltre il 10%, ad esempio, a Prato – soprattutto cinesi – e a Brescia.

Gli stranieri residenti in Italia con un regolare permesso di soggiorno- risulta dal censimento ministeriale dell’anno scorso – sono poco più di due milioni e quattrocentomila (129.000 in più rispetto all’anno precedente): oltre l’88% – come detto- vive nelle regioni settentrionali, ben un quarto in Lombardia.

Quasi tutti hanno un regolare permesso di soggiorno per lavoro (il 60,6%) mentre il 48,3% delle donne sono titolari di un permesso di soggiorno per motivi di famiglia. E il rapporto tra i sessi è sostanzialmente equilibrato (102 maschi per 100 femmine). Vivono quasi sempre in famiglia, quando possono: nel 2001 erano 1.036.450 gli immigrati a vivere in famiglia, 270.549 quelli che vivevano soli o in forme diverse.

Tra gli immigrati, prevalgono i minori (quasi un quarto dei residenti) e le persone in età attiva e riproduttiva: l’età media è di 30,4 anni, inferiore a quella della popolazione residente nel complesso (42,3 anni). I bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri nel 2006 sono stati 57.765, il 10% circa del totale dei nati in Italia: il numero dei nati per mille stranieri residenti è praticamente raddoppiato (da 11,6 a 22,3) nel corso di poco più di dieci anni.

Dunque sono giovani, hanno tassi riproduttivi più alti – che forse salveranno il nostro sistema pensionistico in affanno per l’effetto congiunto di un allungamento della vita media e invecchiamento della popolazione – e in massima parte integrati. Ormai quelli di seconda generazione sono una quota considerevole della nostra popolazione scolastica.

Non è però quella fin qui detta la percezione più diffusa tra gli italiani. La ricerca del Viminale -seconda edizione del rapporto dell’osservatorio sociale sulle immigrazioni creato dalla società di rilevazioni Makno consulting per il ministero dell’Interno – affronta infatti anche "l’immigrazione percepita". Cioè lo scenario immaginato a questo proposito dagli italiani.

Ne risulta che il 55,3% degli italiani ritiene che «l’immigrazione da paesi islamici ponga più problemi delle immigrazioni da altri paesi». e, «il 31,4% dice no all’apertura di moschee nel nostro Paese». è quanto emerge della. La principale preoccupazione dei connazionali riguarda «insofferenza nei confronti della religione cattolica» (28,4%), segue «l’atteggiamento critico nei confronti della cultura del popolo italiano» (24,6%) e, solo dopo, «il pericolo di attentati terroristici di cellule integraliste islamiche» (17,2%).

Per gli italiani, spiega Mario Abis, presidente di Makno consulting, «gioca più il fattore religioso e culturale rispetto all’allarme terroristico. Preoccupa di più la percezione di un mondo diverso, separato e lontano». Secondo il ministro Giuliano Amato, «è positivo che le cose che preoccupano di più siano le ragioni culturali, la questione del rispetto delle donne: non è vero che gli italiani vedono gli islamici come terroristi. non c’è una negatività così spiccata».

Amato si proclama «insoddisfatto di come il tema sicurezza è stato affrontato negli ultimi due anni». E si dice esterrefatto dal tasso molto più alto di aborti nella popolazione femminile immigrata rispetto a quella italiana. Per lui la spiegazione può essere cercata nella «professione» di «molte ragazze quando arrivano che le induce a liberarsi più spesso dei loro bambini». Intendendo la prostituzione. Non sono stati invece neppure citati i risultati delle équipe di strada che in alcune regioni – come la Toscana – distribuiscono profilattici e fanno informazione in questa parte di popolazione immigrata così a diretto contatto dal punto di vista igienico-sanitaria con quella italiana.

Nella statistica che riguarda le interruzioni di gravidanza risulta comunque che sono le ecuadoriane – cattoliche e non molto dedite alla prostituzione ma molto tartassate dal maschilismo dei loro partner ndr – ad avere il primato, con livelli di abortività che superano dalle 13 alle 15 volte i tassi delle italiane. Solo seconde le nigeriane, poi ancora dall’America Latina le peruviane, quindi dall’Est europa le romene, le ucraine, le albanesi e infine le cinesi. Altro dato su cui riflettere: dove il confronto è stato possibile, risulta che le immigrate (in particolare, albanesi, ucraine e romene) evidenziano tassi di abortività più critici in Italia rispetto alle medie nei paesi di origine, dove evidentemente c’è più prevenzione.

http://www.unita.it/documenti/Osservatorio_immigrati.pdf

 

 

4890-immigrati-pochi-in-italia-ma-visti-molto-male

5636

EmiNews 2008

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.