4995 Un intervento del presidente della Filef di Reggio Emilia ad Emilia.net

20080519 11:44:00 redazione-IT

La xenofobia che cresce, anche a Reggio Emilia
Dante Bigliardi (presidente Filef Reggio Emilia), prestigiosa figura della resistenza e impegnato da mezzo secolo a favore dei cittadini emigrati italiani e degli immigrati di molte etnie presenti in provincia di Reggio intervistato dal Emilia.Net ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Sono immagini che non avremmo mai voluto vedere – né avremmo creduto di poter vedere in un Paese civile e democratico – quelle degli assalti e dei roghi contro i campi nomadi. Invece, eccoli qui i frutti velenosi delle campagne di terrorismo psicologico, di xenofobia, di vero e proprio razzismo alimentate da parti consistenti del mondo politico e dei mass media. Nel caso di Napoli, a quanto riferiscono le cronache, anche da pulpiti camorristi, notoriamente dediti al culto dell’onestà e del bene pubblico.

Siamo ben oltre, ovviamente, la comprensibile e condivisibile richiesta di sicurezza per i cittadini, di prevenzione e di repressione della delinquenza, di qualsiasi provenienza essa sia. Siamo alla caccia indiscriminata allo zingaro, al rumeno in quanto tale. Siamo al pregiudizio generalizzato contro l’immigrato straniero.
Una deriva che getta vergogna sul nostro Paese e suscita commenti preoccupati nell’Unione Europea, nell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), sulla stampa estera.
Non si può non rilevare come questo clima sia stato strumentalmente arroventato da forze politiche che, dopo essersene avvalse nella recente campagna elettorale, ora – insediatesi al governo – continuano a esasperarlo con annunci e minacce irresponsabili. Non è eccessivo dire che, dietro certi atteggiamenti, riaffiorano ben visibili ombre fasciste e razziste. Inoltre, c’è il rischio che le intolleranze xenofobe suscitino reazioni anti-italiane in altri Paesi, in particolare laddove potrebbe rinascere il ricordo delle tante atrocità subite per mano degli invasori fascisti durante la seconda guerra mondiale. E a proposito di memoria, sarà bene ricordare a tutti le persecuzioni che portarono centinaia di migliaia di zingari a morire nei campi di sterminio, al pari di ebrei, omosessuali, oppositori politici del nazismo.
Senza memoria del passato non c’è futuro: i nuovi governanti dovrebbero evitare di soffiare sul fuoco delle tensioni. Un conto è perseguire i delinquenti – che sono sia stranieri che italiani – un altro conto è alimentare contrapposizioni e odi etnici, che potrebbero portare conseguenze nefaste per tutti.
Da ultimo, merita una considerazione il servizio sulla nostra città trasmesso giovedì sera dal programma televisivo “Anno Zero”. Dalle parole di un cittadino residente in via Turri è uscita una immagine che non corrisponde alla realtà. A Reggio, è vero, c’è un alto numero di immigrati, per altro in larghissima parte onesti lavoratori. Naturalmente, ci sono anche problemi: in particolare in alcune zone, tra le quali via Turri, ove la presenza di stranieri è molto consistente, e non è facile la convivenza tra abitudini e stili di vita spesso molto diversi. Poi ci sono anche i disonesti, che vanno perseguiti per le loro responsabilità individuali, non certo per la razza o per la provenienza. Ma non è affatto vero che a Reggio si sia in balia dell’insicurezza e della malavita. Questa rappresentazione fa torto ad una città che sa cosa significa emigrare, perché tanti furono i reggiani che in anni passati andarono all’estero alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.
Questi concittadini subirono pregiudizi e umiliazioni – in Svizzera c’erano locali pubblici che appendevano cartelli per vietare l’ingresso “ai cani e agli italiani” – ma con il loro lavoro seppero fare onore a se stessi e alla loro terra. Affrontare i problemi concreti per quelli che realmente sono, non solo sul versante dell’ordine pubblico, ma anche su quello delle politiche sociali e dell’inclusione, senza trasformarli in ostilità verso il “nemico straniero”, significa anche rispettare la nostra storia e la nostra dignità.

 

 

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EmiNews 2008

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