5013 LE QUESTIONI APERTE DEI 60 mila LAVORATORI FRONTALIERI

20080521 18:34:00 redazione-IT

Dopo la costituzione dei Gruppi parlamentari, l’elezione dei Presidenti delle Assemblee, il voto di fiducia al Governo, con l’insediamento delle Commissioni permanenti di Camera e Senato e l’elezione dei loro Presidenti si completa il nuovo quadro istituzionale. Occorre riprendere al più presto il confronto con il Parlamento ed il Governo sui temi riguardanti le lavoratrici e i lavoratori frontalieri italiani, che il Sindacato ed il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero avevano già rappresentato nella precedente legislatura e la cui trattazione era stata interrotta con la fine anticipata della medesima.

Sono oltre 60.000 i frontalieri italiani che ogni giorno si recano a lavorare nei Paesi confinanti: il maggior numero in Svizzera, poco meno di di 50.000, gli altri nella Repubblica di San Marino ( circa 6000), nel Principato di Monaco, in Francia, Austria e Slovenia.

I frontalieri abbisognano di una doppia tutela, nel Paese dove sono occupati per quanto riguarda il rispetto dei diritti del lavoro, dei contratti collettivi, della salute e sicurezza sul posto di lavoro; nel Paese di residenza per quanto riguarda previdenza, sanità, fisco e disoccupazione. In merito a queste ultime problematiche, vanno riprese le proposte già avanzate nel corso delle audizioni da parte dei Comitati per gli Italiani all’Estero del Senato e della Camera dei Deputati, avvenute rispettivamente a settembre e novembre dello scorso anno.

Sul tema della disoccupazione speciale per i lavoratori frontalieri in Svizzera, come è noto, dal 1° giugno 2009 la Svizzera cesserà – per effetto degli Accordi Bilaterali con l’Unione Europea – la retrocessione all’INPS della parte di contributi trattenuti sugli stipendi dei frontalieri necessari per pagare le indennità di disoccupazione ai frontalieri stessi, ai sensi della legge 147/97. Occorre individuare per tempo una concreta soluzione al problema attraverso:
1. una prima richiesta all’INPS per conoscere anzitutto la consistenza attuale del fondo derivante dai contributi retrocessi dalla Svizzera;
2. il calcolo della sufficienza nel tempo, anche dopo il 1° giugno 2009, del fondo medesimo per la continuazione del pagamento da parte dell’INPS delle indennità ai sensi della legge 147/97;
3. un approfondimento, anche in sede U.E., delle reali possibilità che avranno i frontalieri dopo il 1° giugno 2009 di mettersi a disposizione del mercato del lavoro svizzero in caso di disoccupazione, alla luce delle nuove Direttive U.E.;
4. l’impegno a promuovere l’apertura di un negoziato con le istituzioni svizzere, finalizzato al raggiungimento di un accordo che preveda una nuova forma di retrocessione parziale all’Italia dei contributi per la disoccupazione ( che continueranno ad essere prelevati dagli stipendi dei frontalieri anche dopo il 1° giugno 2009).

In materia di previdenza, occorre innanzitutto accelerare le pratiche per il ritiro del capitale dei fondi di previdenza professionale (2° pilastro) da parte dei nostri connazionali che lasciano definitivamente la Svizzera: migliaia di richieste giacciono tuttora inevase, in quanto l’INPS non dà esecuzione all’accordo siglato oltre un anno fa per certificare la loro non iscrizione all’assicurazione previdenziale in Italia entro tre mesi; per aggirare l’ostacolo si potrebbe introdurre una norma che renda sufficiente la presentazione di una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, vidimata dal Comune di residenza, da parte degli interessati.

Le problematiche di carattere fiscale investono invece in primo luogo i frontalieri occupati in Paesi con i quali l’Italia è priva di una convenzione in materia, in particolare la Repubblica di S. Marino e il Principato di Monaco: l’attenzione è rivolta alla predisposizione di una legge specifica del Parlamento italiano, che stabilisca definitivamente il trattamento fiscale dei lavoratori frontalieri, anche prevedendo l’innalzamento della soglia di esenzione dei redditi, attualmente fissata in 8.000 euro dall’ultima finanziaria.

Claudio Pozzetti, Gianmarco Gilardoni, Pancrazio Raimondo
Coordinatori nazionali Frontalieri CGIL – CISL – UIL

 

 

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EmiNews 2008

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