5150 Il fondatore di Capodarco: la Chiesa dica sì al Nobel per Betancourt

20080701 16:09:00 redazione-IT

di Sandra Amurri (da l’Unità)

«Ho molto apprezzato, anche perché sono un lettore de L´Unità, l´iniziativa intrapresa per l´assegnazione del Premio Nobel per la Pace ad Ingrid Betancourt», dice Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco, Presidente dell´Associazione "Noi ragazzi del Mondo" che si occupa del rapporto tra i ragazzi del Nord e del Sud del Mondo per uno scambio di solidarietà e comune visione politica per cambiare la situazione del falso sviluppo. «La Betancourt è il simbolo di come la dignità umana viene soffocata nella sua tensione verso una società giusta e rispettosa dei diritti», spiega Don Franco, sacerdote dalla parola che si traduce in coerenza di vita, una vita dedicata ai più poveri del mondo e ai più poveri di spirito.

Ed è anche una donna. Una donna che nella consapevolezza del pericolo a cui andava incontro non ha esitato a gettare cuore e cervello al di là della barricata per rendere concreta la sua battaglia

«Il fatto che sia una donna aggiunge valore perché di fatto nel Mondo le donne sono portatrici della speranza. Penso alle donne semplici africane e a tutte le donne del Sud del Mondo che continuano a lottare per la sopravvivenza, a resistere a questo falso sviluppo che uccide. Così come penso alle donne, anche a quelle ancora bambine, vittime per fame dello sfruttamento di uomini, sono 80 mila gli italiani che praticano il turismo sessuale, che invece di aiutarle ne approfittano pagandole».

Il denaro, per esercitare potere, per ammutolire le coscienze, per comperare chi ha bisogno sembra essere divenuto un "valore" condiviso. In fondo il narcotraffico, che attanaglia la Colombia, altro non è che flussi di denaro che servono anche per corrompere chi governa e la Betancourt si è battuta contro un Paese che convive con tutto questo.

«Un Paese sottoposto al dominio degli Stati Uniti che esaspera questa lotta contro il narcotraffico, contro il terrorismo utilizzandolo come uno spauracchio per conservare il potere. Dei ricchi sui poveri dell´America Latina. E nonostante questi esempi di altissimo valore la politica internazionale non cambia, anzi degenera sempre più come se i problemi fossero irrisolvibili».

Don Franco, la Chiesa come si pone di fronte al processo di liberazione dei popoli? Non pensa che sarebbe bello se facesse sentire la sua voce aderendo all´appello de l´Unità?

«Ci ho pensato giorni fa e mi sono tornate in mente le parole profetiche di Papa Paolo Sesto nella "Popolorum Progresso" scritta 42 anni fa che iniziava così: "Una cosa va ribadita di nuovo: il superfluo dei Paesi ricchi deve servire ai Paesi poveri la regola che valeva un tempo in favore dei più vicini deve essere oggi applicata alla totalità dei bisognosi del mondo. I ricchi del resto saranno i primi ad esserne avvantaggiati. Diversamente, ostinandosi nella loro avarizia non potranno che suscitare il giudizio di Dio e la collera dei popoli con conseguenze imprevedibili" Ed è ciò che sta accadendo nel mondo."Chiudendosi dentro la corazza del proprio egoismo le civiltà attualmente fiorenti finirebbero con l´attentare ai valori più alti.. Sacrificando la volontà di essere di più alla bramosia di avere di più". Un chiaro riferimento al turismo sessuale, civiltà che sfruttano per apparire più di ciò che sono. Il Concilio,purtroppo, non ha significato l´applicazione di questo monito. La situazione si è aggravata: i poveri sono aumentati e sempre più abbandonati a se stessi, anzi, sono divenuti funzionali al sistema del falso sviluppo».

Insomma , è una speranza vana pensare all´adesione del Papa al Nobel per la Betancourt?

«Mi auguro che accada anche pensando all´appello di Papa Paolo Sesto per la liberazione di Aldo Moro. Nonostante la liberazione della Betancourt, come la liberazione dei popoli non sta a cuore, come dovrebbe, alla Chiesa perché coinvolge il grande sistema internazionale dello sfruttamento. Il grande discorso secondo cui se si sviluppa l´economia si sviluppa il sociale è una grande illusione che, purtroppo fa anche la sinistra nel nostro Paese. Ma non è così: prima si rispetta il diritto dell´uomo poi si fa l´economia».

Don Franco se avesse la possibilità di parlare ad Ingrid Betancourt cosa le direbbe?

«La inviterei a resistere più che a sperare. Ad avere fiducia. A trovare la forza nel resistere nel sentirsi strumento di Dio che entra nella storia degli uomini per il processo di liberazione. Come dice la Sacra Scrittura: Dio lotta con il povero per la sua dignità e per il suo riscatto" Per dirla con le parole di Oscar Romero, il Vescovo assassinato in Salvador "morirò ma risorgerò nel mio popolo". È la storia Sacra che si realizza nei sacrifici di grandi donne e uomini, una storia che il Signore tramuta in Resurrezione delle coscienze che hanno la forza di mutare le condizioni di vita. Così il sacrificio di Ingrid, il suo dolore fisico e morale diventa strumento anche per gli altri».

Pensa davvero che il Nobel per la Pace faciliterebbe la sua liberazione?

«Sicuramente anche se l´assegnazione del Premio non risolverebbe il problema nella sua complessità, come è accaduto con a Rigoberta Menchiù, assumerebbe la forza di un esempio altissimo. Lei è l´emblema della sofferenza dell´America Latina sotto il gioco degli Stati Uniti che ha come valore il profitto, un profitto che soffoca e strangola i popoli e impedisce il processo della loro liberazione. La drammatica esperienza di lotta di Ingrid, il suo dolore profondo, porterà non solo la Colombia, ma tutta l´America latina a conoscere la sua liberazione.

___________________

L’Unità: Nobel per la pace a Ingrid Betancourt

colombia ingrid betancourt
Da sei anni e chissà quanti giorni alle 5 di ogni mattina la madre di Ingrid Betancourt parla per mezz’ora alla figlia attraverso una radio diversa da ogni altra: accoglie le voci di padri, mogli e dei prigionieri delle Farc. Raccontano piccole cose della vita normale. Gli amici che salutano. Come va la scuola. Notizie tristi quando non è possibile tacere, ma Ingrid non ha saputo dalla madre che il padre era morto poco dopo il sequestro. Yolanda Pulecio de Betancourt aveva supplicato le Farc di liberarla per il funerale. Silenzio. Qualche capo Farc deve averla informata chissà come, chissà quando.

Sono quattro giorni che Yolanda Pulecio de Betancourt racconta alla figlia la novità. «Un giornale italiano ti ha proposto per il Nobel. All’appello dell’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci, rispondono migliaia di persone. Non solo dall’Italia: Spagna, Europa perfino dall’Amazzonia. Forse la tua vita sta cambiando… ».

Per una giusta causa è nato un comitato promotore bipartisan alla Camera dei Deputati. Primo firmatario Fabio Evangelisti, Italia dei valori: «È il primo mattone e un progetto ambizioso, su cui vogliamo coinvolgere la politica, l’associazionismo e i cittadini». Molte decine le firme raccolte tra i parlamentari, in testa Pd e Idv, seguiti dai colleghi del Pdl, Udc e Lega.

Intanto la regione Toscana sta per annunciare un comitato di premi Nobel per concretizzare la proposta dell’Unità. Perché il Nobel per la Pace non è una medaglia alla vanità ma un viatico per liberare a chi non si arrende al tornaconto. Proposta che raccoglie la reazione di protagonisti consapevoli che la distrazione di tutti può spegnere le voci non distratte. Sarebbe viva senza il Nobel per la Pace Aung San Suu Ky, prigioniera nella sua casa in Birmania, anima della democrazia che non si è spenta e spaventa i militari consolando la speranza alla gente? E Rigoberta Menchu e Perez Esquivel? Ogni giorno centinaia di lettori e non lettori firmano l’appello. Potranno i carcerieri resistere alla pressione che si allarga? Lo sapremo. Qualcosa – strana coincidenza – improvvisamente comincia a muoversi.

Per aderire all’appello: nobelperingrid@unita.it

 

 

5150-il-fondatore-di-capodarco-la-chiesa-dica-si-al-nobel-per-betancourt

5892

EmiNews 2008

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.