5214 INCONTRO FRONTALIERI / PARLAMENTARI a COMO

20080709 11:58:00 redazione-IT

Si è svolto a Como il 5 Luglio 2008 un incontro promosso dal Consiglio Sindacale Interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte con alcuni Parlamentari eletti nelle provincie di Como e Varese e all’Estero, nella Ripartizione Europa. All’incontro, presenti i rappresentanti di Cgil,Cisl e Uil e delle Organizzazioni Sindacali Ticinesi USS e OCST, hanno partecipato i Deputati : Chiara Braga, Laura Garavini, Nicola Molteni e Franco Narducci, il Senatore Alessio Butti, e il Consigliere Regionale Stefano Tosi.

L’incontro è stato indetto per esaminare alcune problematiche riguardanti i lavoratori frontalieri del Canton Ticino, e in particolare :
– i problemi inerenti le difficoltà nella riscossione anticipata della Previdenza professionale svizzera (2° Pilastro) dovute particolarmente ai ritardi degli Istituti Previdenziali italiani.
– La questione della Indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri in Svizzera (Legge 147/97) ed al fatto che, a partire dal 1/6/2009 in ottemperanza agli Accordi Bilaterali con l’Unione Europea, la Svizzera cesserà la parziale retrocessione all’Italia dei contributi per la disoccupazione, prelevati dagli stipendi dei frontalieri italiani. Si ricorda che queste retrocessioni servono per finanziare la stessa Legge 147, quindi a pagare le indennità per i frontalieri quando si trovano disoccupati.

La discussione su questi argomenti è stata ampia ed ha evidenziato l’interesse da parte di tutti i Parlamentari presenti al fenomeno del lavoro transfrontaliero ed alla notevole crescita che sta registrando. Il giudizio unanime è che il lavoro dei frontalieri rappresentI una ricchezza per l’economia delle provincie di Como, Varese e Verbania.

Tutti gli interventi hanno evidenziato che il problema centrale è quello che riguarda la disoccupazione dei frontalieri dopo il 1° Giugno 2009, perché coinvolge potenzialmente tutti i frontalieri italiani in Svizzera (42.000 soltanto in Ticino)
La questione riguarda non solo l’indennità di disoccupazione, ma l’insieme degli interventi a sostegno dei disoccupati. In effetti, l’intervento sulla disoccupazione da parte della Svizzera si configura come un vero e proprio modello di flexsecurity : il cittadino svizzero che si trova disoccupato è seguito dagli Uffici Regionali di Collocamento, i quali lo inseriscono in un percorso di formazione e ri-qualificazione professionale, finalizzato a una sua ricollocazione nel mercato del lavoro ticinese.
La soluzione da privilegiare per questo problema è quella per cui al frontaliere disoccupato dovrà essere concessa la possibilità di mettersi a disposizione del mercato del lavoro ticinese, dopo il Giugno 2009, di entrare quindi nel percorso di tutela e reinserimento del Paese dove ha avuto l’ultimo rapporto di lavoro, ricevendo da questo l’indennità di disoccupazione.
Questa ipotesi di soluzione è espressa esplicitamente dagli stessi Accordi Bilaterali, nella Nota 6 dell’Allegato II. e dovrà essere perseguita attraverso :
– il coinvolgimento dei Ministeri degli Esteri e del Lavoro italiani, affinchè diano istruzioni in proposito ai rappresentanti italiani in seno al Comitato-misto per gli Accordi U.E.-Svizzera.
– Parallelamente, l’avvio di un negoziato con le corrispondenti Autorità svizzere (Esteri e Lavoro) con le quali costruire questa soluzione.

In via subordinata, una possibile soluzione potrà consistere nella negoziazione con la Svizzera di una proroga, dopo il Giugno 2009, della retrocessione parziale dei contributi all’Italia. Va ricordato, infatti, che dopo il 1° Giugno 2009 la retrocessione dei contributi dalla Svizzera all’Inps cesserà, ma il prelievo dei contributi per la disoccupazione, l’1% (più l’1% a carico dei datori di lavoro) continuerà ad operare sulle buste-paga dei frontalieri italiani. Per cui le Autorità Elvetiche dovranno comunque essere sollecitate a contribuire a una soluzione del problema.
E’ stato evidenziato, infine, che l’ammontare attuale del Fondo in dotazione alla Legge 147/97, cioè la somma delle retrocessioni svizzere del passato, è di entità tale da assicurare la continuità del pagamento delle indennità da parte dell’Inps per diversi anni.

Per quanto riguarda il problema della riscossione anticipata del 2° Pilastro dai lavoratori che lasciano definitivamente la Svizzera, tutti i Parlamentari presenti riconfermano l’impegno a sollecitare l’Inps e gli altri Istituti previdenziali italiani al rispetto dei tempi di risposta a suo tempo concordati con il Fondo di Garanzia del 2° Pilastro di
Berna (90 giorni dalla richiesta). Particolare interesse riveste l’annuncio del Ministero del Lavoro italiano secondo cui entro breve tempo il Fondo di Garanzia per il 2° Pilastro opererà direttamente on line con l’Inps.

A conclusione dell’incontro, il Consiglio Sindacale Interregionale ha espresso un giudizio molto positivo circa la sensibilità e l’interesse manifestati dai Parlamentari presenti. Il C.S.IR. conferma l’importanza e l’utilità anche per il futuro di questo tavolo di lavoro con i Parlamentari locali. A tale proposito, si è concordato sulla necessità di prevedere un momento di verifica sull’evoluzione dei problemi e le relative soluzioni, che viene individuato nel prossimo autunno 2008.

Il Presidente C.S.IR. il Vice-Presidente
(Roberto Cattaneo) (Giancarlo Bosisio)

Como/Mendrisio, 8 Luglio 2008

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NOTA INFORMATIVA

Si è svolto a Como il 5 Luglio 2008 un incontro promosso dal Consiglio Sindacale Interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte con alcuni Parlamentari eletti nelle provincie di Como e Varese e all’Estero, nella Ripartizione Europa. All’incontro, presenti i rappresentanti di Cgil,Cisl e Uil e delle Organizzazioni Sindacali Ticinesi USS e OCST, hanno partecipato i Deputati : Chiara Braga, Laura Garavini, Nicola Molteni e Franco Narducci, il Senatore Alessio Butti, e il Consigliere Regionale Stefano Tosi.

L’incontro è stato indetto per esaminare alcune problematiche riguardanti i lavoratori frontalieri del Canton Ticino, e in particolare :
– i problemi inerenti le difficoltà nella riscossione anticipata della Previdenza professionale svizzera (2° Pilastro) dovute particolarmente ai ritardi degli Istituti Previdenziali italiani.
– Il trattamento fiscale inerente il 2° Pilastro riscosso in capitale.
– La tassazione del reddito di quei frontalieri che non sono residenti nei Comuni della ex fascia di confine di 20 Km.
– Le questioni relative alla Indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri del Canton Ticino (Legge 147/97) ed al fatto che, a partire dal 1/6/2009 in ottemperanza agli Accordi Bilaterali Svizzera-U.E., la Svizzera cesserà la parziale retrocessione all’Italia dei contributi per la disoccupazione pagati dai frontalieri italiani.

La discussione su questi argomenti è stata ampia ed ha evidenziato l’interesse da parte di tutti i Parlamentari presenti al fenomeno del lavoro transfrontaliero in Ticino ed alla notevole crescita che sta registrando dall’entrata in vigore degli Accordi sulla libera circolazione. Il giudizio unanime è che il lavoro dei frontalieri rappresenta una ricchezza per l’economia delle provincie di Como, Varese e Verbania, che dal Giugno 2007 si estende al resto della Regione Lombardia, poiché il flusso di frontalieri non residenti nelle province di confine sta diventando una realtà di grande rilievo.

Tutti gli interventi hanno evidenziato che il problema centrale è quello che riguarda la disoccupazione dei frontalieri dopo il 1° Giugno 2009, sia perché coinvolge potenzialmente tutti i frontalieri italiani in Svizzera (42.000 soltanto in Ticino) sia per l’ampio coinvolgimento istituzionale necessario per una organica soluzione al problema.
La questione comprende anche la corresponsione dell’indennità mensile ai frontalieri disoccupati, ma non solo, perché il problema riguarda l’insieme degli interventi a sostegno dei disoccupati. In effetti, l’intervento sulla disoccupazione da parte della Svizzera si configura come un vero e proprio modello di flexsecurity : il cittadino svizzero, o il residente, che si trova disoccupato è seguito dagli Uffici Regionali di Collocamento, i quali

lo inseriscono in un percorso di formazione e ri-qualificazione professionale molto personalizzato, finalizzato a una sua ricollocazione lavorativa nel mercato del lavoro ticinese.

La soluzione al problema della disoccupazione dei frontalieri dovrebbe partire da qui.
In altri termini, la soluzione da privilegiare è quella per cui al frontaliere disoccupato deve essere concessa la possibilità di mettersi a disposizione del mercato del lavoro ticinese, di entrare quindi nel percorso di tutela e reinserimento del Paese dove ha avuto l’ultimo rapporto di lavoro, ricevendo da questo l’indennità di disoccupazione.
Questa soluzione è conseguente agli stessi Accordi Bilaterali, i quali alla Nota 6 dell’Allegato II recitano : “I lavoratori frontalieri possono mettersi a disposizione del mercato del lavoro nello Stato della loro residenza, oppure, se vi hanno conservato legami personali e professionali tali da avervi migliori opportunità di reinserimento professionale, nello Stato del loro ultimo lavoro. Essi realizzano i propri diritti alle indennità di disoccupazione nello Stato in cui si mettono a disposizione del mercato del lavoro”.

Questa soluzione dovrà essere perseguita attraverso :
– il coinvolgimento dei Ministeri degli Esteri e del Lavoro italiani, affinchè diano istruzioni in proposito ai rappresentanti italiani in seno al Comitato-misto per gli Accordi U.E.-Svizzera.
– Parallelamente, l’avvio di un negoziato con le corrispondenti Autorità svizzere (Esteri e Lavoro) con le quali costruire questa soluzione.

In via subordinata, una possibile soluzione potrà consistere nella negoziazione con la Svizzera di una proroga, dopo il Giugno 2009, della retrocessione parziale dei contributi all’Italia.
Va ricordato, infatti, che dopo il 1° Giugno 2009 la retrocessione dei contributi dalla Svizzera all’Inps cesserà, ma il prelievo dei contributi per la disoccupazione, attualmente dell’1% (più l’1% a carico dei datori di lavoro) continuerà ad operare sulle buste-paga dei frontalieri italiani. Per cui le Autorità Elvetiche dovranno comunque essere sollecitate a contribuire a una soluzione del problema.
E’ stato evidenziato, infine, che l’ammontare attuale del Fondo in dotazione alla Legge 147/97, cioè la somma delle retrocessioni svizzere del passato, è di entità tale da assicurare la continuità del pagamento delle indennità da parte dell’Inps per diversi anni. E’ evidente che l’utilizzo di questo Fondo dovrà essere riservato in modo esclusivo alle finalità della Legge 147, anche dopo il Giugno 2009.

Per quanto riguarda il problema della riscossione anticipata del 2° Pilastro dai lavoratori che lasciano definitivamente la Svizzera, tutti i Parlamentari presenti riconfermano l’impegno a sollecitare l’Inps e gli altri Istituti previdenziali italiani al rispetto dei tempi di risposta a suo tempo concordati con il Fondo di Garanzia del 2° Pilastro di

Berna (90 giorni dalla richiesta). Particolare interesse riveste l’annuncio del Ministero del Lavoro italiano secondo cui entro breve tempo il Fondo di Garanzia per il 2° Pilastro opererà direttamente on line con l’Inps. Da questa nuova procedura, il cui avvio sarà sollecitato dai Parlamentari presenti all’incontro, ci si attende una graduale sistemazione del problema, che coinvolgerà un numero sempre crescente di lavoratori frontalieri.

A conclusione dell’incontro, il Consiglio Sindacale Interregionale ha espresso un giudizio molto positivo circa la sensibilità e l’interesse dimostrato dai Parlamentari presenti sui temi riguardanti i frontalieri. Nel comunicare che ulteriori momenti di confronto saranno avviati con le competenti Commissioni della Camera e del Senato, il C.S.IR. conferma l’importanza e l’utilità anche per il futuro di questo tavolo di lavoro con i Parlamentari eletti nelle Circoscrizioni dove operano concretamente i frontalieri. A tale proposito, il C.S.IR. e i Parlamentari concordano sulla necessità di prevedere un momento di verifica sull’evoluzione dei problemi e le relative soluzioni, che viene individuato nel prossimo autunno 2008.

 

 

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EmiNews 2008

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