5296 Immunità e immigrati : doppio strappo al principio di uguaglianza

20080726 11:59:00 redazione-IT

di Carlo Leoni*

Da quando esiste, in qualsiasi tempo e latitudine, la destra non ha mai sopportato il principio democratico dell’uguaglianza tra i cittadini.
Se a questa storica e solida avversione si aggiunge poi che il leader attuale della destra italiana ha problemi con la giustizia dai quali vuol fuggire ad ogni costo, ecco giustificati gli ultimi atti del Governo e della maggioranza parlamentare.

Innanzitutto il “lodo Alfano”,del quale si è detto e scritto a sufficienza. A differenza di quanto sostenuto dai promotori, in nessun Paese democratico esiste una norma del genere, estesa a ben quattro cariche dello Stato. Laddove uno scudo immunitario esiste, questo riguarda unicamente il Capo dello Stato.
Con questo provvedimento si viola palesemente l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, insieme al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale e a quello della ragionevole durata del processo.
Ma nelle stesse ore in cui il “lodo Alfano” diventava legge, con la firma del Presidente della Repubblica, il Senato convertiva il decreto sulla sicurezza, quello che contiene tra le sue norme l’aggravante per lo straniero irregolarmente presente in Italia che commette un reato. La prima norma a base etnica, dopo quelle del fascismo.
C’è un filo che lega le due misure ed è il doppio strappo al principio di uguaglianza : verso l’alto, con la protezione speciale per le alte cariche dello Stato, e verso il basso, con una punizione più grave, tra coloro che commettono lo stesso reato, per chi non è italiano e non ha il permesso di soggiorno.
Tutele per pochi privilegiati, mano pesante verso i deboli e gli emarginati. Verrebbe da dire : è la destra, bellezza ! E tutto si tiene.
L’opposizione dovrebbe esercitarsi su tutto il fronte : contro i privilegi e contro la persecuzione xenofoba. E invece c’è la tendenza a cogliere solo aspetti parziali del problema.
C’è chi a sinistra ritiene che protestare, come è stato fatto a Piazza Navona, contro il “lodo Alfano” sia di per sé “giustizialismo di destra”. E c’è Di Pietro e il suo partito che, in nome di una “legalità” ridotta a totem, ignorano il dramma sociale e civile di migliaia di stranieri immigrati e richiedenti asilo. Tant’è che da quelle parti si vedeva di buon occhio perfino la raccolta delle impronte digitali ai bimbi Rom.
L’organicità del progetto della destra sfugge anche al PD il quale, attestato sulla pratica per cui si giudica nel merito ogni singolo provvedimento del Governo senza atteggiamenti “pregiudiziali”, rinuncia a dare una valutazione d’insieme sulla politica della destra al governo, magari sperando ancora nel famoso “dialogo”.
Io penso che una sinistra degna di questo nome debba combattere contro ogni privilegio e contro ogni discriminazione e quindi tutte le volte e in tutte le occasioni in cui viene mortificato il principio di uguaglianza. La destra sta facendo la destra. La sinistra deve farsi sentire di più.
La costituente di una nuova sinistra, qualunque cosa abbiano decretato i congressi di partito, è un processo destinato a non fermarsi. Perché risponde a un bisogno reale e perché non ne dispongono soltanto i partiti ma tante associazioni e soprattutto tanti singoli cittadini.
Ma la costituente, della quale noi di SD ci consideriamo sempre più al servizio, deve intrecciarsi con la ripresa di una forte battaglia di opposizione sociale e politica, se non vuole ridursi a freddo laboratorio sospeso nel tempo.
Il primo appuntamento è ancora una volta con la difesa dei principi costituzionali : contro il “lodo Alfano”, così come contro il decreto sulla sicurezza, serve il massimo di mobilitazione. Fino al referendum abrogativo.

*del Coordinamento Nazionale

 

 

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EmiNews 2008

 

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