5642 La UNASUR difende la democrazia boliviana.

20080922 20:52:00 redazione-IT

di Fabio Avolio

Dopo i fatti violenti registrati nel Dipartimento boliviano di Pardo sono partiti i gesti di solidarietá. Il Venezuela di Chávez ha condannato le violenze e la violazione della sovranitá dello Stato Boliviano ritirando il suo ambasciatore negli Stati Uniti, mettendo in guardia il Governo statunitense da qualsiasi ipotesi di ripetere il gesto, anche perché la Rivoluzione Venezuelana viene considerata il prossimo obiettivo di tali pratiche. A dire il vero sembrano esagerate e vittimistiche le affemazioni di un Chávez che ipotizza un magnicidio a seguito di alcune intercettazioni. Sta di fatto che la retorica del complotto nei suoi confronti é uno strumento per alzare il livello di guardia in un periodo tanto delicato per il processo venezuelano. Il 23 novembre ci saranno le Amministrative e le elezioni dei Governatori dei 24 Stati venezuelani. Credo che alzare i toni non faccia bene a nessuno.

Il “Diario da Caracas” vuole essere uno strumento d’informazione per coloro che leggono in italiano e per questo risulta indispensabile il confronto con i suoi lettori, che interpretano quanto scritto secondo le proprie esperienze e conoscenze pregresse. In quest’ottica, ha creato un certo scetticismo l’alleanza strategica del Goverrno Venezuelano con dei giganti come Russia e Cina, nonché la ripetuta avversione alle politiche statunitensi. Su quest’ultima c’é da dire che non si tratta di mero anti-americanismo. Da quest’altra parte del mondo gli interessi delle multinazionali sono strettamente legati a quelli dell’economia neoliberale statunitense. Ma non é solo ció a contare: questi interessi economici finiscono per avere un riflesso nella minaccia alle istituzioni ed ai beni pubblici. Per esempio, durante i fatti violenti in Bolivia sono state assaltate la rete di telefonia fissa –recentemente nazionalizzata- ed alcune istituzioni locali. Di contro, l’alternativa offerta da alcuni governi latinoamericani si avvale di una continua dialettica con i movimenti statunitensi.

Per quanto riguarda il gioco delle alleanze internazionali bisogna fare una precisazione: le alleanze con i Paesi non-Americani vengono considerate strategiche per il mantenimento di un equilibrio necessario per bagnare le polveri delle azioni militari; la cooperazione tra i Paesi Sud-Americani é invece necessaria per la difesa di processi politici democratici e/o alternativi. Di qui tutte le dimostrazioni di solidarietá che hanno fatto seguito a quella venezuelana. All’indomani delle violenze in Bolivia tutti i Capi di Stato latinoamericani hanno espesso la loro indignazione, persino il peruviano Alain García, altro fiore all’occhiello delle disastrose politiche neoliberali in America Latina.

Considerata l’importanza della fase storica, la cilena Bachelet ha convocato d’urgenza il vertice della UNASUR –Unione dei Paesi Sudamericani- di cui é la Presidentessa di turno. Hanno partecipato tutti i Capi di Stato, persino il colombiano Álvaro Uribe, per il Perú c’era il Ministro degli Esteri. La risoluzione finale ha rispettato quanto stabilito il 23 maggio 2008 durante il vertice della UNASUR in Brasile: no alla violazione dei territori nazionali e difesa dei processi democratici. Tutti i componenti hanno sottolineato la legittimitá del Governo Boliviano di Evo Morales, peraltro appena confermata da un referendum che ha registato l’appoggio a questi del 67% della popolazione boliviana. A supporto di ció é stata creata una Commissione che vigilerá sull’evolversi della situazione boliviana.

Ma il vertice ha anche dato delle indicazioni per superare il braccio di ferro in casa boliviana, invitando al dialogo democratico con le forze dell’opposizione, per le quali la porta della dialettica democratica é sempre aperta. Lo ha ribadito lo stesso Morales, che si vede alle prese con uno dei grandi problemi di interpretazione della realtá boliviana: da una parte abbiamo le regioni (Dipartimenti) dell’Ovest a stragrande maggioranza indigena, con una storia che le ha viste soffrire piú per l’esclusione dalle politche pubbliche che per un modello di svulippo capitalistico; dall’altra parte abbiamo le regioni dell’Est, dove nel corso degli anni le multinazionali statunitensi ed europee hanno fatto man bassa delle risorse naturali, di cui queste regioni sono estremamente ricche.

In conclusione, il panorama politico dell’America del Sud é ancora molto vario e diviso tra chi continua a seguire le politiche neoliberali e chi propone alternative a questo nefasto modello, ma su una cosa sono tutti d’accordo: le ingerenze esterne non devono travare spazio, perché nessuno vuole che dei processi –giusti o sbagliati che siano- vengano interrotti dall’uso della violenza. A supporto di ció puó valere un passaggio della cilena Bachelet, che pur essendo politicamente lontana dall’esperienza dell’Unidad Popular di Salvador Allende ha ricordato il Colpo di Stato di Pinochet come un evento che non dovrá ripetersi. Sembra retorica di circostanza, ma intanto i paesi Sudamericani si sono pronunciati in difesa del processo boliviano, aprendo un precedente di unitá che mette al riparo le democrazie latinoamericane da eventuali violazioni della sovranitá.

Fabio Avolio

__________________

UNASUR RESPALDA A GOBIERNO DE BOLIVIA Y ENVÍA COMISIÓN PARA INVESTIGAR HECHOS

La Unión de Naciones Suramericanas (Unasur) estableció hoy el pleno respaldo al presidente Evo Morales y advirtió que no reconocerá cualquier situación que implique un intento de golpe civil, rompa el orden institucional o que comprometa la integridad territorial de Bolivia y se pronunció porque la masacre de campesinos no quede en la impunidad.

En la declaración que fue leída por la presidenta pro témpore de Unasur, la mandataria chilena Michelle Bachelet, se acordó también el envío de una comisión a Pando para investigar de forma imparcial la masacre a campesinos que dejó al menos 16 muertos.

De la misma forma, en la Declaración, los presidentes instan a preservar la unidad nacional en Bolivia y hacen un llamado al diálogo para solucionar los problemas.

Además, exigen la pronta devolución de las instalaciones públicas tomadas por grupos vandálicos en ciudades como Santa Cruz, Trinidad, Cobija, Tarija y Sucre, como condición para el inicio de un proceso de diálogo.

Durante la reunión, las jefas, jefes de Estado y de Gobierno de la Unasur, dieron cuenta que el tratado constitutivo de Unasur, firmado en Brasilia el 23 de mayo de 2008, consagra los principios del irrestricto respeto a la soberanía, a la no injerencia en asuntos internos, a la integridad e inviolabilidad territorial, a la democracia y sus instituciones y al irrestricto respeto a los derechos humanos.

La mandataria chilena, Michelle Bachelet, que ocupa la presidencia pro-témpore, convocó el pasado fin de semana a una sorpresiva reunión de los líderes del grupo, en medio de la preocupación, por el serio conflicto entre Morales y la oposición de derecha.

Al llamado respondieron Cristina Fernández (Argentina); Luiz Lula da Silva (Brasil); Álvaro Uribe (Colombia); Rafael Correa (Ecuador); Fernando Lugo (Paraguay); Tabaré Vázquez (Uruguay), y Hugo Chávez (Venezuela), además del presidente Evo Morales (Bolivia).

También llegaron, hasta el Palacio Presidencial de La Moneda, representantes de Suriname y Guyana, así como el ministro de Relaciones Exteriores de Perú, José Antonio García Belaúnde, en representación del presidente Alan García, que excusó su presencia.

Declaración

La Declaración de la Unasur, aprobada por unanimidad por las autoridades que acudieron a la cita, señala textualmente:

1.- Expresan su más pleno y decidido respaldo al gobierno constitucional del presidente Evo Morales cuyo mandato fue ratificado por una amplia mayoría en el reciente referéndum.
2.- Advierten que sus respectivos gobiernos rechazan enérgicamente y no reconocerán cualquier situación que implique un intento de golpe civil, la ruptura del orden institucional o que comprometa la integridad territorial de la República de Bolivia.
3.- Consecuente con lo anterior y en consideración a la grave situación que afecta a la hermana República de Bolivia, condena el ataque a las instalaciones gubernamentales y a la fuerza pública por parte de grupos que buscan la desestabilización de la democracia boliviana, exigiendo la pronta devolución de esas instalaciones como condición para el inicio de un proceso de diálogo.
4.- A la vez, hacen un llamado a todos los actores políticos y sociales involucrados a que tomen las medidas necesarias para que cesen inmediatamente las acciones de violencia, intimidación y de desacato a la institucionalidad democrática y del orden jurídico establecido.
5.- En ese contexto, expresan su más firme condena a la masacre que se vivió en el departamento de Pando, y respaldan el llamado realizado por el Gobierno boliviano para que una comisión de Unasur pueda constituirse en ese hermano país para realizar una investigación imparcial que permita establecer y esclarecer a la brevedad este lamentable suceso, y formular recomendaciones de tal manera de garantizar que el mismo no quede en la impunidad.
6.- Instan a todos los miembros de la sociedad boliviana a preservar la unidad nacional y la integridad territorial de ese país, fundamentos básicos de todo estado y a rechazar cualquier intento de socavar estos principios.
7.- Hacen un llamado al diálogo para restablecer las condiciones que permitan superar la actual situación y concertar la búsqueda de una solución sustentable en el marco del pleno respeto al estado de derecho y al orden legal vigente.
8.- En ese sentido los presidentes de Unasur acuerdan crear una comisión abierta a todos sus miembros, coordinada por la presidencia pro témpore, para acompañar los trabajos de esa mesa de diálogo conducida por el legítimo Gobierno de Bolivia.
9.- Crean una comisión de apoyo y asistencia al Gobierno de Bolivia en función de sus requerimientos, incluyendo recursos humanos especializados.
Tras la extensa Reunión de Emergencia, la presidenta Bachelet expresó que la Unasur quedó más consolidada.

UNASUR

La Unasur fue creada por medio de la Declaración de Cusco, el 8 de diciembre de 2004, que en primera instancia se denominó Comunidad Sudamericana de Naciones. Está formada por 12 países: Argentina, Bolivia, Brasil, Chile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perú, Uruguay, Venezuela, Suriname y Guyana, cuya población conjunta supera los 380 millones de habitantes, según datos censales de 2006.

La firma del Tratado Constitutivo del organismo regional tuvo lugar en Brasilia (Brasil), el 23 de mayo de 2008, donde, además, se realizó el traspaso de la Presidencia Pro Témpore de Bolivia a Chile.

El propósito de la Unasur es desarrollar un espacio integrado en lo político, social, económico, cultural, ambiental, energético y de infraestructura, que fortalezca la identidad propia de América del Sur y otorgue una mayor gravitación en los foros internacionales.

De acuerdo al Tratado Constitutivo, los miembros de la Unasur se identifican con valores comunes, tales como: el irrestricto respeto a la soberanía, integridad e inviolabilidad territorial de los Estados; autodeterminación de los pueblos; solidaridad; cooperación; paz; democracia; participación ciudadana y pluralismo; derechos humanos universales, indivisibles e interdependientes; reducción de las asimetrías y armonía con la naturaleza para un desarrollo sostenible.

Asimismo, desde un principio los Estados se han comprometido en la lucha contra la pobreza, la eliminación del hambre, la generación de empleo decente y el acceso a la salud y a la educación como elementos fundamentales para el desarrollo de los pueblos.

 

 

5642-la-unasur-difende-la-democrazia-boliviana

6380

EmiNews 2008

 

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.